Siamo fatti per sopravvivere anche a noi stessi, quindi il nostro creatore amorevole ci ha provvisto della facoltà di dimenticare. Dono non da poco. Nei traumi gravi addirittura di rimuovere apparentemente del tutto il danno.
Preferirei ricordare solo i punti salienti, le date importanti, le persone buone, i dolori che ci sono stati, le lezioni della vita. Le sberle, le soddisfazioni, gli attimi di pura ed autentica esaltazione.
Credo che il ricordo sia connesso all'abitudine. Nel senso che, ad esempio, per lavoro facciamo determinate cose e allora abbiamo la memoria di cose passate del lavoro.
Comunque l'oblio è una cosa spaventosa, preferisco ricordare anche le cose meno belle. Sono state comunque parte di me e della mia vita.
Aneddoto simpatico: da bambino sapevo a memoria risultati e marcatori delle partite di calcio, ero un vero e proprio computer :D.
La memoria è una specie di cassettiera che apri e non apri, come quei laghi in cui entri e non entri; intendo dire che l'acqua dei fiumi non è mai la stessa, e il sole ha lo stesso diametro di un bacile da pediluvio. Per quanto riguarda le differenze di genere(*), be', quella più evidente è tra uomo ed elefante. La donna è un po' esclusa dalla questione, ma si consola ricordandosi di cose che altrimenti resterebbero ai margini del catering. Fonte/i: spevo di essev stato chiavo Anonimo · 7 anni fa
Secondo me il ricordo in sé è qualcosa di buono e fatico a dimenticare tuttavia più vado avanti e più cerco di "chiudere fuori dalla mente", e quindi dai ricordi, tutto ciò che mi fa soffrire; insomma, non voglio alimentare la sofferenza di certi ricordi. Ciao Gus. sinforosa
Domande su persone a bassa alfabetizzazione in Uzbekistan e Kirghizia, anni 1931-32. Aleksandr Romanovič Lurija, Storia sociale dei processi cognitivi, Giunti-Barbera, Firenze 1976, pp. 99 ss, in Walter J. Ong, Oralità e scrittura, Il Mulino, Bologna 2012, pp. 99 ss.
Aleksandr Romanovič Lurija è conosciuto soprattutto per le sue ricerche sui meccanismi della memoria collegata al linguaggio, condotte coi metodi della psicologia storico-culturale di Lev Vygotskij.
Preferirei ricordare solo i punti salienti, le date importanti, le persone buone, i dolori che ci sono stati, le lezioni della vita. Le sberle, le soddisfazioni, gli attimi di pura ed autentica esaltazione.
RispondiEliminaUn tempo ricordavo davvero tutto, oggi ricordo solo quello che è necessario. Le cose futili le lascio volentieri fuori^^
RispondiEliminaMoz-
Se hai un interesse, una preoccupazione o l'ansia per un'attesa certamente non passi il tempo a ricordare.
RispondiEliminaMigliore ipotesi per questa immagine: viaggio nella mente di un uomo che non dimenticava nulla.
RispondiEliminaCredo che il ricordo sia connesso all'abitudine. Nel senso che, ad esempio, per lavoro facciamo determinate cose e allora abbiamo la memoria di cose passate del lavoro.
RispondiEliminaComunque l'oblio è una cosa spaventosa, preferisco ricordare anche le cose meno belle. Sono state comunque parte di me e della mia vita.
Aneddoto simpatico: da bambino sapevo a memoria risultati e marcatori delle partite di calcio, ero un vero e proprio computer :D.
EliminaLa memoria è una specie di cassettiera che apri e non apri, come quei laghi in cui entri e non entri; intendo dire che l'acqua dei fiumi non è mai la stessa, e il sole ha lo stesso diametro di un bacile da pediluvio.
Per quanto riguarda le differenze di genere(*), be', quella più evidente è tra uomo ed elefante. La donna è un po' esclusa dalla questione, ma si consola ricordandosi di cose che altrimenti resterebbero ai margini del catering.
Fonte/i:
spevo di essev stato chiavo
Anonimo · 7 anni fa
https://it.answers.yahoo.com
https://precipizio.blogspot.it/2018/03/anna-piediscalzi.html
RispondiEliminaAnna si è imbarcata in un dominio lasciando blogspot e non
RispondiEliminasi trova più.
Wanted dead or alive
RispondiEliminaSecondo me il ricordo in sé è qualcosa di buono e fatico a dimenticare tuttavia più vado avanti e più cerco di "chiudere fuori dalla mente", e quindi dai ricordi, tutto ciò che mi fa soffrire; insomma, non voglio alimentare la sofferenza di certi ricordi. Ciao Gus.
RispondiEliminasinforosa
Bisognerebbe non soffermarsi troppo su un fatto spiacevole che provoca sofferenza.
EliminaCiao Sinforosa.
Domande su persone a bassa alfabetizzazione in Uzbekistan e Kirghizia, anni 1931-32. Aleksandr Romanovič Lurija, Storia sociale dei processi cognitivi, Giunti-Barbera, Firenze 1976, pp. 99 ss, in Walter J. Ong, Oralità e scrittura, Il Mulino, Bologna 2012, pp. 99 ss.
RispondiEliminaAleksandr Romanovič Lurija è conosciuto soprattutto per le sue ricerche sui meccanismi della memoria collegata al linguaggio, condotte coi metodi della psicologia storico-culturale di Lev Vygotskij.
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