martedì, novembre 30, 2021

Modalità del pensiero

 


                                                        

Ci sono dolori e dolori, quelli per i quali possiamo e dobbiamo fare qualcosa, pensiamo ai bambini costretti a lavori o sfruttati sessualmente, venduti o massacrati, pensiamo alle guerre, alle ingiustizie che l'egoismo umano crea; questi sono dolori che infliggiamo noi agli altri chiudendo gli occhi e a volte facendo finta di non vedere.


Ma qui parliamo di "quel" dolore che fa parte della vita di tutti e ciascuno, nessuno escluso, e allora da persona di fede mi domando perché il dolore?

E mi accorgo che il primo a salire sulla croce è stato proprio Lui, il Signore e allora il Signore non ci ha promesso di salvarci dal dolore, ma nel dolore.

La croce o è una pietra di inciampo o una pietra su cui innalzarci, chiediamo al Signore di darci la forza di sentirlo accanto nell'ora del dolore.


lunedì, novembre 29, 2021

La falsa filantropia



 

Alcuni ricchissimi americani, Bill Gates e Warren Buffett in testa, vogliono convincere gli altri ricchi a donare il 50% della loro ricchezza per opere di beneficenza. Addirittura Buffett ha dichiarato che destinerà ad opere filantropiche il 99% del suo patrimonio; costui dichiara di "non rinunciare a niente di cui abbia realmente bisogno". Aggiunge che il suo stile di vita resterà invariato e che i suoi figli hanno già ricevuto "somme significative ed altre ne riceveranno in futuro". In pratica, dichiarano, essi cercano di restituire una dimensione etica al capitalismo americano.
Sono incredibili gli americani. Come facciano a vivere in una lacerante contraddizione che, da un lato, li vede disposti alla filantropia e, dall'altro, li vede opporsi alla solidarietà, lo sa solo quella testa di plastica che hanno. Come si può conciliare l'impegno filantropico a donare il 99% del patrimonio e non comprendere che è altrettanto necessario un impegno solidale come la sanità pubblica? Sono dei fenomeni! Hanno la capacità di non vedere la contraddizione violenta che esiste fra slancio filantropico e negazione della solidarietà. Ma che società contorta! La beneficenza si fa nel silenzio. Evidentemente le dichiarazioni servono per spettacolarizzare la loro vera o presunta magnanimità, mentre obiettivamente, vivendo nel lusso più sfrenato, non conoscono i reali bisogni di chi è meno fortunato.



Mc 12,38-44


In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa». Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».


sabato, novembre 27, 2021

Una identità esplicita

 


Ci sono delle persone con cui il colloquio diventa gradevole, mi piace leggere, imparare e dissentire, mettere in tavola concetti anche fastidiosi, perché comprendo che ci sarà dibattito, spiegazione, ascolto e costruzione. Perché conosco la storia dell'interlocutore che non si nasconde come tanti, troppi, altri; e conoscendo le persone viene voglia di aprirsi, confidarsi, colloquiare senza pregiudizi e senza paura di scoprire le proprie debolezze, perché non verranno usate contro di me.

mercoledì, novembre 24, 2021

Lucrezia





 

                                               Daniele dice:


La mia idea parte proprio dalla considerazione che spesso tutti facciamo e cioè che di un tema non se ne deve parlare solo il giorno a lui dedicato. Allora ho pensato che per il femminicidio  o la violenza psicologica o cmq ogni forma di violenza ed abuso sulle donne, potremmo fare con altri blogger  ossia altri di voi che mi seguono :-))) e che spero aderiranno alla proposta, un giorno al mese per tutto il 2021, escluso novembre con un post in più nel giorno del 24 del mese, dove ciascuno dei blogger partecipanti, pubblicherà un post su questo tema.


                                                Femminicidio



Lucrezia partecipava ad attività di volontariato, dal gruppo comunale della Protezione Civile alle attività in parrocchia. La sua famiglia, molto benvoluta in paese, era molto attiva nella vita di comunità. Così, quando si è diffusa la notizia della sua scomparsa, in molti si sono dati da fare sui social per diffondere elementi utili al suo ritrovamento. Lucrezia era però già morta. A ucciderla è stato il fratello Giovanni Francesco, 22 anni, diplomato all'istituto tecnico industriale e con esperienze all'estero. Voleva, così ha riferito agli investigatori, «"liberare" i genitori dal peso delle richieste di somme di denaro avanzate da Lucrezia per ristrutturare una abitazione in cui sarebbe dovuta andare a vivere con il fidanzato». Approfittando quindi dell'assenza dei genitori, il giovane, dopo essersi appostato tra la camera di Lucrezia e il bagno, le ha sferrato tre fendenti con un coltello da caccia che l'hanno uccisa sul colpo. In seguito l'assassino ha avvolto il corpo della sorella in un lenzuolo bianco e in teli di plastica e, dopo aver trascinato il cadavere per le scale dei tre piani della villetta sino al garage, l'ha caricato sul sedile posteriore della sua Fiat Panda per poi nasconderlo sotto due vecchi materassi nella zona di campagna dove è stato ritrovato. I rilievi effettuati dalla sezione investigazioni scientifiche mediante il luminol all'interno dell'abitazione familiare e sull'auto hanno confermato tutto. Sotto un mobile del garage è stato trovato il coltello da caccia. Giovanni Francesco è accusato di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere.




Crediti

Testi e ricerche Laura Zangarini

Sviluppo grafico Grafici Corriere Online





lunedì, novembre 22, 2021

L'azione finale

 



Credo che il suicidio sia una questione economico-culturale.
Con l'evoluzione economica sia ha più tempo per pensare, per perdersi nel pensiero inutile.
E gli esperti sono ormai tutti concordi che l'eccessivo allontanamento dalla vita presente e concreta per rifugiarsi in un mondo di pensiero sia la principale causa della depressione e quindi del suicidio.
L'uomo finalmente libero dalle urgenza della sopravvivenza può abbandonarsi sui rimpianti del passato e le angosce del futuro. Ho letto da qualche parte che l'uomo delle caverne, concentrato al 100% sulla sopravvivenza quotidiana, seguiva libero le sue pulsioni primordiali, senza freni inibitori, né scrupoli morali.
Pare che non ci si suicidasse molto a quei tempi.
Poi con i primi progressi materiali, l'uomo poté concedersi il lusso di erigersi un totem, cioè il super-io, con tutto il suo corredo di angherie.


                                 Ogni uomo deve capire che tutto
                                 può sparire molto in fretta:
                                il gatto, la donna, il lavoro,
                                la ruota davanti,
                               il letto, le pareti,
                              la stanza;
                              tutte le nostre necessità,
                              amore compreso,
                             poggiano su fondamenta di sabbia.
           
                                             (Charles Bukowski)


Su tutto sembra prevalere l'immagine tragica dell'ultimo uomo che insieme alla sua donna osserva declinare il sole per l'ultimo tramonto della storia, così come la fissa Giosuè Carducci in una sua poesia "Su Monte Mario".
Il punto di arrivo dell’uomo d’oggi è il cinismo appassionato della cultura laica che fa considerare il mondo come un grande gioco, talvolta tragico, sempre venato di un sorriso amaro.
I mezzi di comunicazioni riportano solo i fatti delittuosi, la barbarie del maschilismo, stupri, pedofilia. L'uomo è sicuro che si può vivere senza Valori.
Il suicidio secondo me ha spesso, ma non sempre, alla base un disagio mentale. Affrontare situazioni problematiche per il loro futuro, perché chi fa questa scelta, non vede Nulla nel suo futuro, tanto, che molto spesso prima di suicidarsi tolgono la vita a chi è loro più prossimo, persone, anche se in modo anomalo, amano.
Sarebbe opportuno un’attenta lettura, di chi fa parte della nostra famiglia, di amici, di coloro che frequentiamo a diversi titoli, di conoscenti, a ravvisare dei segnali inconfondibili che lanciano.
Cercare di entrare nella loro testa ma soprattutto nel cuore, per capire, ed eventualmente aiutare, prima che sia troppo tardi.
In questi tempi, sono tante le motivazioni che possono destabilizzare, non possiamo fare discorsi saggi e poi lasciarli in balìa di loro stessi. In quei momenti hanno bisogno di un atteggiamento che li faccia sentire importanti, poi arriva tutto il resto.




giovedì, novembre 18, 2021

L'eclissi dell'amore



È evidente che non si possa fare un paragone con il passato, troppo distanti sono le realtà che ci separano da quando i "miei" nonni si sono scelti e sposati (primi del 900) all'oggi in cui i figli decidono di convivere o di sposarsi a quarant'anni o giù di lì.
Le società cambiano e cambieranno ed è giusto così, semmai dobbiamo cercare di instillare il pregio e il valore dei valori, che a differenza delle società restano immutati e cioè il rispetto verso l'altro, chiunque esso sia e da qualunque parte arrivi, cominciando dal più prossimo, il rispetto delle idee altrui, il rispetto dell'ambiente, l'onestà, la sincerità e la rettitudine nel compiere azioni e nel pronunciare parole. Se riuscissimo a fare solo questo vivremmo già in paradiso e questo è compito anzitutto delle famiglie e poi, di seguito, di tutte le agenzie educative.

martedì, novembre 16, 2021

La fedeltà è una vocazione





Se non si ha la piena stima sulla persona che ti vive accanto è meglio restare soli. Tutto questo parte dal concetto dell'amore straordinario che dura anche dopo la vita. Senza sacrificio non ci può essere verità in un rapporto d’amore, perché vuol dire che l'altro non è valorizzato secondo la sua natura. E’ invece affermato per il tuo gusto, per il tuo istinto. Affermare una presenza è amore, afferrarla vuol dire piegarla a te, renderla schiava. Il sacrificio non è il non andare con un'altra donna, il sacrificio è respingere tutte le negatività che sono dentro di te.
La fedeltà è solo la conseguenza dell'affermazione dell'altro, dell'amore verso l'altro.
Il sacrificio non è sospendere la volontà di qualche cosa, ma arrestare la volontà che non è secondo la natura di un rapporto. Il sacrificio è andare contro la menzogna, fare la cosa in modo vero, leale, sincero, giusto.
Per fare il vero, occorre il sacrificio: devi strapparti alla menzogna.
La fedeltà è una promessa spontanea, leale e impegnativa verso un'unione frutto di una libera scelta.
E' la conseguenza del dono di se stessi che gli sposi si fanno l'uno all'altro. Può sembrare difficile, persino impossibile, legarsi per tutta la vita a un essere umano. Bisogna superare lo scetticismo della società. Un’esperienza che la mentalità comune disistima e talvolta censura. Si ritiene che l’amore debba cessare e quindi la separazione tra gli sposi finisca per diventare inevitabile. E’ un modo per sfuggire ad una realtà che può essere fatta anche di sacrifici e rinunce. L’amore coniugale comporta una totalità in cui entrano tutte le componenti della persona. Richiamo del corpo e dell’istinto, forza dell’affettività, aspirazione dello spirito e della volontà. La fedeltà coniugale è un’esperienza ragionevole e piena di fascino. Dà un senso compiuto alla tua vita. Potrei anche affermare che è una vocazione.
Molte persone considerano l'innamoramento come fosse amore. La differenza tra i due sentimenti è però sostanziale, sia in ciò che si prova, sia in ciò che muove i due partner. Infatti, quando si è innamorati si tende a vedere l'altro come presumibilmente non è. Non sempre, ma spesso l'innamoramento crea una maschera per l'altra persona, un'idea che si espande nella mente che non rispecchia la realtà. Quando si ama un'altra persona, invece, si ha in mente il bene di questa e non si mette se stessi e il proprio sentimento davanti a tutto. Io penso che nel mondo di oggi l'uomo un po' alla volta finisce per nascondersi all'altro e anche con gli affetti più intimi si presenta sempre con una maschera. C'è qualcosa che blocca l'essere umano, come una diffidenza che ti porta a eclissarti per sfuggire a una valutazione che l'altro può fare. Sarà che questo tipo di società caratterizzata dalla competizione che ti obbliga a restare sulla difensiva. Per questo gli amori nascono con la scadenza, cioè sono a tempo, per questo la famiglia spaventa e nella coppia non c'è nemmeno il desiderio di avere un figlio. Quando si incontra una persona importante per la propria vita, c'è sempre un primo momento che ci fa percepire un presentimento che qualcosa in noi è messo alle strette dall'evidenza di un riconoscimento ineludibile: "Ecco, è lui, ecco, è lei". Ma solo lo spazio dato dal ripetersi di questo avvenimento carica l'impressione di peso esistenziale. Cioè, solo la convivenza lo fa entrare sempre più radicalmente e profondamente in noi, fino a che, ad un certo punto è assoluto. Ma non basta.
La conoscenza sarà una persuasione che avverrà lentamente e nessun passo successivo smentirà i precedenti. Dalla convivenza (nel senso di conoscenza) deriverà una conferma di quella eccezionalità dell'evento accaduto., Si sperimenta ciò non come una vaga eventualità, ma nella sua evidenza stringente. Abbiamo bisogno subito di capire che l'amore è fatto dal ripetersi di tanti riconoscimenti, cui occorre dare uno spazio e un tempo perché avvengano. L'uomo di oggi ha fretta o inganna se stesso.
Per questo l'amore diventa solo un gioco che prima o poi finisce per annoiarci. Penso che dall'innamoramento all'amore non esista un passaggio automatico, un automatismo. L'amore è la gioia di stare con una persona. Ci sarà una componente misteriosa, ma la felicità che ti dà una presenza non può essere casuale. Concordo sul fatto che al giorno d'oggi lo sviluppo dell'amore sia impossibile a causa di un convulso modo di vivere. Mi diceva un mio caro amico prete-teologo:
" Per caso ci si incontra e può nascere l'amore, ma poi l'amore non vive o si sviluppa per caso".


 

domenica, novembre 14, 2021

La danza dei valori




 


Considero valore ogni forma di vita, la neve,

la fragola, la mosca.

Considero valore il regno minerale,

l'assemblea delle stelle.

Considero valore il vino finché dura il pasto,

un sorriso involontario, la stanchezza di chi non si è risparmiato, due vecchi che si amano.

Considero valore quello che domani non varrà più niente e quello che oggi vale ancora poco.

Considero valore tutte le ferite.

Considero valore risparmiare acqua, riparare un paio di scarpe, tacere in tempo, accorrere a un grido, chiedere permesso prima di sedersi, provare gratitudine senza ricordare di che.

Considero valore sapere in una stanza dov'è il nord, qual è il nome del vento che sta asciugando il bucato.

Considero valore il viaggio del vagabondo,

la clausura della monaca, la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.

Considero valore l'uso del verbo amare.    


(     Erri De Luca     )     


venerdì, novembre 12, 2021

Platone: si impara per imitazione

 


Si impara osservando, si impara dall'esempio, ma anche dalle parole, dallo studio, dall'esperienza e rimanere sé stessi in ogni dove, anche nel mondo virtuale, è il compimento di questo apprendere. 

giovedì, novembre 11, 2021

Elena


 



                                      Daniele scrive: 

 



La mia idea parte proprio dalla considerazione che spesso tutti facciamo e cioè che di un tema non se ne deve parlare solo il giorno a lui dedicato. Allora ho pensato che per il femminicidio  o la violenza psicologica o cmq ogni forma di violenza ed abuso sulle donne, potremmo fare con altri blogger  ossia altri di voi che mi seguono :-))) e che spero aderiranno alla proposta, un giorno al mese per tutto il 2021 dove ciascuno dei blogger partecipanti, pubblicherà un post su questo tema.



                                        Femminicidio




La mia idea parte proprio dalla considerazione che spesso tutti facciamo e cioè che di un tema non se ne deve parlare solo il giorno a lui dedicato. Allora ho pensato che per il femminicidio  o la violenza psicologica o cmq ogni forma di violenza ed abuso sulle donne, potremmo fare con altri blogger  ossia altri di voi che mi seguono :-))) e che spero aderiranno alla proposta, un giorno al mese per tutto il 2021 dove ciascuno dei blogger partecipanti, pubblicherà un post su questo tema.


Elena, mamma di una ragazza di 17, operaia all'Iveco in città, è stata uccisa a martellate dall'ex compagno Ezio Galesi, 59 anni, che ha confessato il femminicidio. I due si sono incrociati in un negozio nel tardo pomeriggio. Dopodiché Galesi ha aspettato Elena fuori casa, le ha bloccato ogni via di fuga parcheggiando la sua auto dietro a quella dell'ex compagna. Ha infranto il finestrino, trascinato a forza Elena fuori dalla macchina e poi l'ha colpita, stando agli esiti dell'autopsia, con almeno 16 martellate che le hanno sfondato la teca cranica. Uno dei testimoni del delitto è stato tra i primi a intervenire: «Elena era a terra, Galesi era davanti a lei, fermo, la guardava. Mi ha detto: ho fatto quello che dovevo fare». Elena aveva lasciato Galesi un anno fa e aveva trovato un nuovo compagno. Ma l'ex, già separato e con due figli adulti, la stalkerizzava da mesi. «Mi sentivo preso in giro da lei», ha detto subito dopo l'arresto, facendo riferimento a un credito di mille euro che a suo dire Elena gli doveva per alcuni lavori di giardinaggio da lui effettuati. Il conto, in parte, era già stato saldato, ma Galesi voleva l'intera somma e per sollecitare la ex aveva usato le maniere forti. Prima la scritta sul muro vicino a casa, «Goditela mille euro», e poi «a gennaio le ho bucato le gomme dell'auto». Elena non aveva però mai denunciato Galesi. Pochi minuti dopo la tragedia, sono arrivati in strada anche l'ex marito di Elena e la figlia 17enne. Hanno visto tutto. «Elena era a terra, lui era lì accanto, fermo immobile, fumava una sigaretta. Ho capito che era successo qualcosa di grave, ho pensato solo a portare via mia figlia» ha raccontato l'ex marito di Elena. I colleghi di lavoro all'Iveco di Brescia hanno avviato una raccolta fondi per aiutare la giovane rimasta orfana della madre.


Crediti

Testi e ricerche Laura Zangarini

Sviluppo grafico Grafici Corriere Online

sabato, novembre 06, 2021

Riflessione malinconica



 

Tra cristianesimo e marxismo c'è una profonda e sotterranea parentela che non consiste tanto nella pretesa di educare l'umanità, quanto in una concezione del tempo, non più cadenzato sui cicli della natura, come lo era per i Greci, ma sui processi della storia carichi di promesse salvifiche, utopiche e rivoluzionarie. Se non si comprende questo, si rimane, come i più rimangono, in quella visione superficiale che contrappone il cristianesimo al marxismo sulla base dell'affermazione o della negazione dell'esistenza di Dio, che marca la differenza e nasconde quella sotterranea visione del mondo che li accomuna. A differenza dei Greci, per i quali il tempo, in quanto eterna ripetizione dei cicli della natura, non ospitava alcun senso, per la tradizione giudaico-cristiana, il tempo è fornito di "senso" dove «alla fine si realizza ciò che all'inizio era stato annunciato». E quando il tempo è fornito di un senso, nasce la "storia", dimensione del tutto assente nel mondo greco, dove gli "storici" Erodoto, Tucidide, si limitano a narrare le vicende di cui furono testimoni. Del resto la parola "hìstor". in greco, significa "testimone". Una volta tradotto in storia, gli eventi che accadono nel tempo sono sottratti alla loro insignificanza e proiettati verso una finalità: che per il cristianesimo è la salvezza che si realizza nell'altro mondo e per il marxismo il miglioramento della condizione umana da realizzare in questo mondo. Per quanto differenti siano gli obiettivi, ad accomunare le due visioni del mondo è la visione "escatologica" del tempo, dove alla fine (éschaton) si realizza quello che il cristianesimo annuncia e il marxismo si ripromette. La promessa cristiana non ha verifiche e la promessa marxista è storicamente fallita, ma non è esaurita la visione ottimistica della storia con cui il cristianesimo ha animato l'Occidente, contagiando col suo ottimismo la scienza che guarda il futuro non alla maniera greca come eterna ripetizione del passato, ma come "progresso", la sociologia come miglioramento delle condizioni umane, e in generale tutti i saperi le cui ricerche sono promosse dalla fiducia nel futuro che il cristianesimo e non altri ha istillato nella nostra cultura. Ma se è vero come ha annunciato Nietzsche che «Dio è morto», perché «non fa più mondo», dal momento che se tolgo la parola "Dio" non ho difficoltà comprendere il mondo contemporaneo, mentre se tolgo la parola "denaro" o la parola "tecnica" con tutta probabilità non capirei più come si muove il mondo, allora anche l'ottimismo che il cristianesimo ha immesso nella cultura occidentale, si spegne e. dalla "storia" carica di senso, si torna al "tempo" come successione di giorni senza finalità. Il denaro e la tecnica, infatti, non hanno altro scopo che il proprio accumulo (il denaro) e il proprio auto potenziamento (la tecnica), per cui non sono più "mezzi" per conseguire una finalità, ma, come oggi constatiamo sulla nostra pelle, "fini" da raggiungere in sé e per sé. Per chi non si rassegna a vivere in un tempo senza finalità, per chi non rinuncia a una visione escatologica del tempo come il cristianesimo e come il marxismo, non vedo che difficoltà si frapponga a un loro incontro, magari in nome del Vangelo, dove ai poveri era promesso un riscatto in «nuovi cieli e in nuove terre» per il cristianesimo, su questa terra per Marx.


giovedì, novembre 04, 2021

La morte del finalismo



Ci sono delle risposte che la scienza non può darci, o forse ancora non è in grado di farlo, e su queste risposte interviene la fede. La scienza non conosce il perché, la fede ti aiuta a cercare di comprendere il perché, anche se i dubbi restano. La fede è un fatto personale, non ha una valenza universale e ciò che afferma non è dimostrabile, però senza fede, senza una spinta spirituale, afferrare il senso della vita diventa davvero difficile.

martedì, novembre 02, 2021

Il sonno della ragione

 



Purtroppo noi italiani abbiamo "qualità" che ci dequalificano sempre di più agli occhi del mondo intero, c'è solo da vergognarsi, ma pare che la maggioranza non si vergogni affatto.