Ci sono dolori e dolori, quelli per i quali possiamo e dobbiamo fare qualcosa, pensiamo ai bambini costretti a lavori o sfruttati sessualmente, venduti o massacrati, pensiamo alle guerre, alle ingiustizie che l'egoismo umano crea; questi sono dolori che infliggiamo noi agli altri chiudendo gli occhi e a volte facendo finta di non vedere.
Ma qui parliamo di "quel" dolore che fa parte della vita di tutti e ciascuno, nessuno escluso, e allora da persona di fede mi domando perché il dolore?
E mi accorgo che il primo a salire sulla croce è stato proprio Lui, il Signore e allora il Signore non ci ha promesso di salvarci dal dolore, ma nel dolore.
La croce o è una pietra di inciampo o una pietra su cui innalzarci, chiediamo al Signore di darci la forza di sentirlo accanto nell'ora del dolore.
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Il dolore è compagno fedele, ma spesso è solo, e cerca solo amicizia. Concedergliela allevia la sofferenza e ci rende forti. Poi c'è la depressione, il male del secolo, colpisce chi si stanca, chi non ha passioni, curiosità, voglia di sorridere. Si affronta tutto, questa l'unica soluzione, non con la superbia o la sfida, ma con la consapevolezza e la pacatezza d'animo.
RispondiEliminaSai Gus, le riflessioni che fai mi aiutano spesso a pensare ad aspetti delle cose che normalmente non considero. Quasi sempre rimango con un vortice di pensieri che non si esauriscono in una risposta o in un commento rapido. Per esempio questa cosa che il dolore è lì e capita di incontrarlo è una cosa su cui voglio riflettere, perchè forse è davvero così. Grazie per gli spunti! Ciao!
RispondiEliminaDalla Mitologia greca c'è molto da imparare.
EliminaE' importante comprendere quello che accade durante la nostra vita per poi fronteggiarlo quando c'è l'impatto con il dolore.
Ti ringrazio per il tuo apprezzamento al mio lavoro di ricerca.
Ciao.
Un post che definisco saggio. Il dolore fa parte della nostra vita, esiste e non possiamo evitarlo. Tutte le persone della Terra, anche le più ricche e le più potenti, nella loro vita incontrano il dolore. C’è poco da fare, dobbiamo imparare a convivere con il dolore. Certi dolori hanno una fine, altri durano per tutta la nostra vita, se non lo si accetta finisce la vita. Bene e male, piacere e dolore sono “vicini di casa”.
RispondiEliminaA volte il dolore ha un senso e può cambiare la nostra vita.
EliminaE' importante arrivare a percepire che la sofferenza deve evolversi in sacrificio e accettarlo nel nome di Cristo e seguitare a vivere con una ritrovata serenità.
Perché dimenticarlo? Sarebbe come dimenticare la Storia. Le brutte cose devono rimanere, per esaltare ancor di più i bei ricordi.
EliminaSì, la memoria del superamento di un dolore diventa una presenza positiva nel cammino della nostra vita.
EliminaUna di notte, paralizzato, coma e in mattina e non capivo e dove non sapevo. Il mio dolore è presente, ronzio, cerco e ducare la mente per scrivere. Ma la mia malattia c'è e non penso il mio dolore sempre la gioia! Buona notte Gus. Scusa Gus cerco per capire, il tuo post, e tanti e belli, ti leggo.......
RispondiEliminaFrancesco, tu sai che il tuo sacrificio ha un senso.
EliminaCiao caro amico.Dolore e gioia: mancanza e pienezza. Pace profonda e vero piacere vivificati da piccoli morsi di inquietudine.Mi piacciono anche i tuoi lettori, è una porta aperta e tu ci accogli quasi sempre con affetto. Bacio.
RispondiEliminaRiceviamo e diamo affetto.
EliminaBacio Lucia.
Il peggior dolore è quando i tuoi cari muoiono.
RispondiEliminaSi tratta di perdite dolorose.
RispondiEliminaCiao Irina.
Non esiste dolore senza gioia, io molto umilmente e non volendomi attrarre gli strali tuoi e dei filosofi di nome e prestigio ;.))), direi che però, in tanti altri casi, esiste il dolore ed esiste la gioia, ed il passaggio diretto da uno stato d'animo spento a quello di felicità piena ed immensa accade è come un flash immediato, davvero rarissimo ma posso essere triste e sconsolato e la gioia che giunge ad illuminare il mio volto potrebbe essere avulsa e per nulla legata all'avvenimento che continua a destare in me ansia e tristezza. Ciononostante la cosa stessa pure non essendo il risultato di un'equazione perfetta tra evento scatenante la tristezza e l'avvenimento in se per se può quindi non essere un'equazione perfetta e pertanto noi possiamo provare gioia a prescindere dal fatto che sia tutto o bianco o nero ossia possiamo gioire per una ragione diversa da quella per cui soffriamo o ancora stiamo più soffrendo e ancora possiamo provare una gioia anche se non si è per essa o In generale provato il dolore, anzi la gioia che provi a seguito di un dolore collegato ad essa o scollegato è molto diversa: la gioia dopo il dolore o la gioia staccata dal dolore provato in passato ma che risente ancora di quella sofferenza è meno piena è più malinconica e forse meno sguaiata e più consapevole ma non è la gioia del bambino quella scevra da ogni dolore della vita, quella quando la provi è indimenticabile proprio perchè non rispetta la legge "Senza dolore non esiste gioia"
RispondiEliminaLa tua bontà è molto più forte della malattia. Ascolta i medici nella speranza che siano onesti e preparati.
RispondiEliminaCiao Valeria.
Anche i bambini soffrono per malformazioni e malattie.
RispondiElimina"Senza dolore non esiste gioia" non è una legge, ma una realtà della nostra vita. Il dolore c'è e incattivirsi per la sua esistenza lo rende insopportabile.
Basta leggere il commento di Valeria per comprendere l'accettazione del dolore con immensa serenità. Valeria sente e vede il bello e la gioia.
io non nego che esista dico solo che può esistere magari anche provandola due sole volte in tutta la tua vita quella felicità, quella gioia piena ancora non contaminata dal dolore. Io da piccolo queste gioie scevre dal dolore le ho provate ad esempio. Poi si cresce ed allora i dolori si vivono si affrontano si accettano, per quanto ne siamo capaci e quindi la gioia che e se arriva è una gioia più consapevole meno festosa ma cmq importante.
EliminaMa veramente il dolore è una contaminazione?
Eliminacontaminazione nel senso musicale del termine: gioia e dolore possono essere anche due facce della stessa medaglia ma sono separate. Se provi una gioia senza aver provato prima un dolore la gioia è pura nel senso che non contiene altri elementi mentre se si è già provato un dolore la gioia non è più solo spensieratezza ma è una gioia che avrà sempre una punta di malinconia o se preferisci di malinconica consapevolezza è la gioia di quando si cresce è più complessa più ampia ma in cambio perde quella freschezza che ha un bimbo. Quindi contaminazione non nel senso nefasto di una malattia ma nel senso usato in musica quando si parla di "contaminazione di generi"
EliminaVabbé, tu sei un poeta e certe cose non posso capirle.
EliminaIl dolore fa parte della vita. Ha proposito di malati terminali è molto doloroso perdere un proprio caro o un amico/a ma è sorprendente come queste persone riescono ad affrontare con forza e serenità gli ultimi giorni
RispondiEliminaIn fondo è una liberazione che cessa quando la morte è già arrivata e non può nemmeno farti paura.
EliminaSpesso il dolore può segnarti una vita intera.
RispondiEliminaDipende dalla nostra reazione.
EliminaQuella del dolore è una questione molto delicata e importante che ciascuno vive a suo modo, come giustamente dici tu. Di certo, prima o poi, ci dobbiamo fare i conti.
RispondiEliminaGeneralmente tutti siamo destinati ad incontrarlo.
EliminaDirei che si può vivere nonostante il dolore e questa è una bella scoperta che ho fatto, un'altra bella scoperta è che dentro al dolore c'è anche un seme di gioia, così come dentro alla gioia c'è un seme di dolore.
RispondiEliminaE' un'osservazione acuta.
EliminaCiao Pia.
Il dolore, al di là del tipo, è una situazione che si vive in maniera soggettiva. Certo è che, come dici, senza dolore non si potrebbero apprezzare in pieno le gioie.
RispondiEliminaIo..non so. Soffro troppo per la perdita della mia famiglia. Posso dire che per noi non c'è mai stata pace. Ora dovrei credere che loro sono felici? La fede... o la nostra mente a volte crede nell'impossibile. Eppure un caro Parroco che conosco bene aveva previsto, il giorno prima,la morte di mio fratello... Gli ho creduto perché purtroppo è successo davvero.
RispondiEliminaPochi giorni fa ho portato una amica da lui. Dopo aver parlato con il parroco è uscita felicissima, mi ha ringraziato anche troppo perché in quel momento lei era serena sapendo che suo padre era in pace con Dio (perché prima noo?).
Io ero perplessa, eppure la mia amica è una donna colta, ma se, nel caso contrario, suo padre ora fosse all'inferno il Don l'avrebbe saputo? e se fosse stato davvero così l'avrebbe detto proprio a lei?
Quello che succede dopo la morte è sconosciuto a tutti.
RispondiEliminaI vangeli parlano di vita eterna e noi non sappiamo cosa sia.
La fede è credere, non inventarsi quello che non ci è stato detto.
Oltre il dolore mi sono ritrovata libera.
RispondiEliminaTieniti stretta la tua libertà.
EliminaCiao.
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