martedì, agosto 29, 2023

Cerchiamo aiuto all'inconscio

 



Il capitalismo nella sua ricerca assillante del consumo ha convogliato tutti noi verso l'acquisto appagante e per farlo ha provveduto a distruggere ogni valore che non sia collegato al denaro. È una tragedia. Non si vuol cambiare e tentare una forma umana di un nuovo sistema economico.
La famosa terza via tra capitalismo e comunismo suggerita da Enrico Berlinguer dopo lo sfascio dell'esperienza del socialismo reale nell'Unione Sovietica.
“Continuiamo a bere del pessimo vino preoccupati che i calici siano di cristallo”.
Questa frase di Mirco Stefanon fa riflettere su quanto l’apparire, in questo momento storico, abbia una valenza di gran lunga maggiore rispetto all’essere.
Siamo tutti d’accordo sul fatto che l’immagine sia la prima cosa che si usa nell’interagire con l’altro. È logico che, vivendo di relazioni, l’apparenza diventi una manifestazione necessaria.
Da sempre l’uomo, in quanto essere sociale, ha avuto bisogno di essere accettato, amato e stimato. Ma ora non staremo esagerando a proiettarci con così tanta insistenza in un mondo virtuale per il quale l’apparenza è un aspetto fondamentale? Un mondo composto nella maggior parte dei casi da persone che nemmeno conosciamo?
In Italia, oltre 39 milioni di utenti utilizzano internet e 31 milioni sono attivi sui social media, ovvero il 52% del totale. Di questi, 28 milioni accedono ai propri social preferiti tramite mobile (47% dell’intera popolazione), evidenziando come questi strumenti siano sempre più parte integrante della quotidianità.
Il desiderio, se sfruttato nel suo senso più logico, può spingere l'uomo a fare anche grandi cose. Bisogna ovviamente coltivarlo, crederci e avere tanta pazienza. In tutto. Purtroppo, il desiderio di carattere materiale e vizioso ha decisamente rovinato lo scopo che ognuno di noi dovrebbe avere. Il post spero serva da riflessione in un periodo molto difficile soprattutto come questo.
Per ogni essere umano, in principio era l’ES. Il neonato, infatti, è governato dall’energia psichica e dalle forze pulsionali dell’ES. Ma cosa sono l’es, l’io e il super io? Es, io e super io sono le tre istanze ipotizzate da Freud per spiegare la personalità. Cerchiamo di capire meglio di cosa stiamo parlando.
Innanzitutto, facciamo una premessa: all’inizio del secolo scorso i teorici della personalità ritenevano che il comportamento venisse stimolato da “forze interne” di cui non siamo consapevoli (inconscio). Queste “forze interne” si sono plasmate durante le esperienze dell’infanzia. Inizialmente, lo stesso Freud distingueva nel soggetto solo due dimensioni: il conscio e l’inconscio. Per descrivere meglio la struttura della personalità, Freud si spinse oltre fino a descrivere una complessa teoria secondo la quale la personalità è composta da tre istanze separate ma interagenti tra loro: l’es ,io, super io.
Queste tre istanze possono essere rappresentate graficamente per mostrare la loro relazione con l’inconscio e il conscio, cioè con ciò che è “consapevole” e “inconsapevole”.


sabato, agosto 26, 2023

Alla ricerca della parola sincera

 


La verità è un meccanismo di simbiosi con il reale che ti permette di avere una tua idea simile se non uguale a ciò che accade o è accaduto realmente. Naturalmente, di persona in persona, la verità cambia, poiché questa è soggettiva per cui, ognuno, di un episodio accaduto ha una sua versione, che può essere considerata falsa da alcuni e accettata come vera da altri. In Rashomon, capolavoro assoluto, senza età e senza censure del grandissimo autore giapponese Akira Kurosawa, la verità è il tema centrale, da cui partono i numerosi rami cinematografici che innesca l’autore in un interessante e difficile meccanismo a catena.
Il film Rashomon è un classico sempre citato quale esempio. La trama è nota: un samurai viene assassinato e le tre testimonianze appaiono al tempo stesso vere e false. Perché ognuna è dominata dagli interessi di chi le racconta. Gli angoli visuali incidono in modo determinante sulla rappresentazione, sulle derivate narrazioni e conseguente stessa costruzione, o creazione, della “realtà”. Vista come appare a soggetti diversi. Ciò che si riporta con le parole, pure da conoscenze approfondite e da testimonianze davanti a realtà in apparenza non ambigue, è solo interpretazione.
La verità riguarda soprattutto chi afferma un qualcosa in perfetta onestà, sia in una posizione di laico che in quella di religioso.
La verità diventa maligna quando nell'affermazione c'è la tendenza a incanalarla nel proprio percorso preferito.
Lo scrittore G. Carofiglio dedica una riflessione alla difficile arte, secondo lui creativa, di porre le domande giuste, e solo essenziali, durante gli interrogatori. Tra l'altro esamina il problema del rapporto tra comunicazione e realtà. Non sotto aspetti filosofici o metafisici, scientifici o fantascientifici, spesso oziosi, ma più significativamente comunicativi.
La traduzione in parole condiziona la struttura stessa dei fatti, della conoscenza, di quella che per tradizione convenzionale – e illudendoci – chiamiamo “realtà?” Ci s'inganna specialmente sulla fiducia che ne esista una sola, quando ne possiamo mettere a confronto molte versioni, di cui alcune contraddittorie. Tutte risultano dalla comunicazione, spesso distorcente, e non da impossibili riflessi di verità oggettive ed eterne.
In realtà siamo governati dalla dittatura del singolo pensiero, in assenza di intelligenza emotiva multifocale, la stessa ripetizione di un modo di pensare ci rende sonnambuli. Penso che ci sia un effetto collaterale su Internet, esattamente la ripetizione del collegato senza ulteriori analisi elimina l'effetto cognitivo per l'evoluzione del pensiero.


giovedì, agosto 10, 2023

L'immortale istinto del Bello

 



Afferma Charles Baudelaire che questo ammirevole, questo immortale istinto del Bello ci permette di considerare la terra e i suoi spettacoli come una corrispondenza del Cielo. La sete insaziabile per tutto ciò che è al di là, e che rivela la vita, è la prova più viva della nostra immortalità.
È insieme alla poesia e attraverso la poesia, con e attraverso la musica che l'anima intravede gli splendori situati oltre la tomba.
E quando una squisita poesia fa salire le lacrime agli occhi, queste lacrime non sono la prova di un eccesso di godimento, quanto invece la testimonianza di una malinconia irritata, di un postulato dei nervi, di una natura esiliata nell'imperfetto e che vorrebbe impadronirsi immediatamente, su questa terra stessa, di un paradiso rivelato.
La malinconia sale agli occhi laddove questi non sanno oltrepassare la caducità del significato permanente.
Qui ed ora. E nulla più.
Non sempre, ed è giusto sia così, si ha possibilità di scorgere varchi di quell'oltre che risana e placa gli “spiriti terreni”.
In terra si sosta in una unità il cui compito dovrebbe essere la coniugazione tra spirito e corpo. Molto spesso prevale la logica “corporea “. E quindi quello sguardo resta incapace di oltrepassare la realtà di questa Terra.




.....sotto l'azzurro fitto

del cielo qualche uccello di mare se ne va;

né sosta mai: perché tutte le immagini portano scritto:

"più in là!............



Così termina la poesia di Montale "Maestrale".

Bellissimi questi versi del poeta per la capacità di rendere il mare, le rocce e gli uccelli cose vere, profondamente comprensibili al nostro pensiero.

C'è profumo di infinito.

Noi siamo gli uccelli e a noi è data la possibilità di scegliere di stare appollaiati sul ramo di un albero ad ammirare le montagne e la linea dell'orizzonte, oppure di aprire le ali e svoltare dietro la montagna e varcare l'orizzonte per scoprire ciò che prima non immaginavamo.


giovedì, agosto 03, 2023

Il ruolo educativo dei genitori

 



Se una generazione non è in grado di educare e fornire dei valori a quella successiva, la società non può che degradare.
Non è giusto che i genitori non sempre sentano, che non sappiano come regolarsi. Allora, credo, che la necessità di tutti genitori sia quella di crescere, cambiare, mettersi a confronto con il mondo con "sincerità" ed esprimere sulla realtà che ci circonda un giudizio di valore.
E donarlo ai figli come quello che si ha di più prezioso, sapendo, credendo profondamente che starà poi a loro trovare la loro verità. Questo si fa e questo no. Ecco le piccole regole e i grandi valori snocciolati a parole.
Negli anni '80 non so se i valori siano crollati, o cambiati (sì, qualcosa si è perso) Di sicuro è stato un periodo di benessere. I figli come me crescevano nella bambagia, ma con molte aspettative. Aspettative che nel corso degli anni hanno pesato e tolto certezze a quelli che sono appunto i genitori di oggi, che magari si sentono inadeguati alle prime difficoltà, nel loro percorso genitoriale. Purtroppo, non basta, tutti i genitori amano i propri figli, ora come nelle generazioni passate, il problema è che sovente li amano di un amore malato. A sensazione, l'errore più grande dei genitori di oggi, mi sembra quello di non responsabilizzare i figli a sufficienza. Non significa buttare i figli fuori di casa, significa semplicemente non prendere le loro difese quando non lo meritano.
Poi è altrettanto vero che oggi la nostra società sembra aver perso dei valori.
Ma i buoni genitori, che sanno trasmettere i valori, esistono anche oggi, eccome.
Diventa sempre più difficile essere buoni genitori. Oggi, a differenza di decenni fa in cui la società era più omogenea nell'enunciare i concetti di "buono, accettabile, non buono, cattivo", è molto più fluida e quelle enunciazioni, riconosciute all'unanimità da famiglia e da tutte le agenzie educative, oggi si intersecano, si confondono le une con le altre e quindi diventa più difficile individuarle e proporle. Senza alcun dubbio per certi versi il tutto è andato migliorando, ma in fatto di impegno educativo-genitoriale questo implica maggiore difficoltà; urge più consapevolezza del ruolo educativo-genitoriale.