giovedì, giugno 29, 2023

Amo Roma

 





I miei genitori erano maestri di Scuola elementare e in particolare mio padre (siciliano) amava Roma. Si fece trasferire trascinandosi mia madre. La mia scuola era in una zona di Montesacro dove scorre l'Aniene, un affluente del Tevere. Il mio maestro si portava dietro un fiaschetto di vino e appena ubriaco io uscivo di scuola e andavo in un campetto vicino al fiume a giocare a pallone. Effettivamente Roma è bellissima e mio padre "stufarello". Dopo aver cambiato un paio di quartieri, bello il Testaccio, decise di tornare a Pescara. Il tragico fu che lui appena si accorse che io promosso in quinta era un vero "asino" mi retrocesse alla quarta. Tremendo, il mio maestro era lui. E teneva pure la bacchetta. Io a Roma avevo una fidanzatina, Liù. Ieri, rovistando in un vecchio armadio, ho trovato letterine affettuose che mi scriveva Liù. In quel posto sono ritornato una volta sola, dopo averlo lasciato, molti anni dopo. La Garbatella è irriconoscibile, molte case allora piccole e colorate, non c'erano più, la campagna che prima era lì dietro l'angolo dell'ultima casa, scomparsa sotto una miriade di edifici costruiti ad alveare.
Era sparito anche il piccolo cinema dell'oratorio che proiettava vecchissimi film americani (se ne potevano vedere due di seguito il sabato e la domenica per pochi soldi) e qualche film edificante in cui la bontà trionfava sempre alla fine. Il lieto fine era d'obbligo.
E si compravano anche lunghissime stringhe di liquirizia e bastoncini di legno dolce, da succhiare lentamente. Per la tristezza sono quasi scappato.
Ho percepito la sensazione acuta e dolorosa di aver perduto qualcosa per sempre.
Nel quartiere, allegro, caciarone, misto, c'era un po' di tutto, dalla vecchia contessa esile come una canna di bambù alla molto decorosa insegnante di scuola elementare, dal ladro di biciclette al venditore ambulante e al sussiegoso funzionario delle imposte.
I grandi sì, così distanti e un po' misteriosi per me.
Pensandoci dopo come tutto era "falso", false le persone, falso il posto. Eppure, come tutto era vero, i ruoli erano più veri della verità delle persone.
E poi tanti ragazzini e ragazzine scatenati con le gambe arrossate dal freddo in inverno e ginocchia perennemente sbucciate.
Tempo fa ogni sabato andavo a Roma per il fine settimana.
Da Villa Borghese ancora frequentata dalle ultime donne allegre cominciavo a salire incontrando i ragazzi che scendevano per andare a scuola e mi mettevano molta allegria. Salendo si trova la Casina Valadier e poi il Pincio. Si scende verso la Scalinata di Trinità dei Monti, Piazza di Spagna, Fontana di Trevi, Via Margutta. In primavera, con il sole, è un incanto.     






lunedì, giugno 26, 2023

Certezza esistenziale






Io credo che l'intelligenza si fermi dove non può arrivare. Ad esempio, guardando il cielo e cercando di capire tra quei gorghi di stelle e buio dove si possa mai andare a finire. Ecco, lì l'intelligenza si ferma. Almeno per ora. Oltre quel limite noi ci andiamo col cuore, con la fede, con la speranza... sospiri, percezioni e presentimenti sono di altra sostanza, siamo su "un altro campo di gioco, e pure giocando un altro sport".
Certamente c'è altro, per carità, solo uno sciocco potrebbe negarlo.
Ma in base a cosa rinunciamo, vagando per le stelle e quel buio profondo, a figurarci altri mondi e altre costellazioni? In base a cosa, se non all'intelligenza?
Il culmine dell’intelligenza umana consiste nello sfondare, proiettandosi verso l’infinito mistero, anche gli spazi ristretti nei quali spesso l’uomo è costretto a vivere.
Solo così la ragione “culmina nel sospiro e nel presentimento che l’infinito si riveli”.
Nel sospiro e nel presentimento che il mistero si riveli, l’intelligenza umana valica il proprio limite. Il sospiro è un modo di sentire le cose piene di attesa, di desiderio e di commozione.
Ma il sospiro non può che essere un desiderio velato di malinconia.
Il sospiro è trafitto da “gemiti inesprimibili”. Il presentimento è la facoltà positiva e liberamente impegnata di percepire che la realtà è un insieme di segni che rimandano ad altro; talvolta siamo in grado di scioglierli, ma spesso non ci è dato di farlo. Non per questo la ragione viene a soffrirne, purché si adatti a riconoscere che oltre la realtà “c’è altro”, di cui la realtà è il segno visibile.


mercoledì, giugno 21, 2023

Ho scelto Moravia

 




Ci sono diverse situazioni che portano alla noia. Moravia ne parla ampiamente.

«Mi farebbe molto più piacere sapere che sei mia non soltanto sotto e sopra, ma anche dentro.» «Dentro dove?» «Dentro.»

La vidi ridere, con quel suo riso un po’ infantile che le sollevava le labbra sui canini aguzzi: «Dentro non sono di nessuno. Dentro ci sono i polmoni, il cuore, il fegato, gli intestini. Che te ne faresti?
La frase della conoscenza sopra sotto e non dentro svela il disagio del protagonista Dino, trentacinquenne che si è annoiato anche del sesso per quel dentro insipido della bellissima Cecilia che ha 17 anni.
Dino era ricco.  Abitava in via Margutta. Cecilia aveva un viso dalla carnagione pallida, incorniciato da una folta chioma mora e crespa, una bocca infantile, due piccole rughe e due grandi occhi scuri, che tradivano l’infantilità nascosta invece dal suo corpo.
Dino vince la noia, attraverso la gelosia.
Io non mi annoio, cerco però momenti di ozio..sono la parte migliore di me perché sono i miei spazi, quelli in cui inventi tutto oppure fissi un punto nel vuoto..adoro lo sbadiglio è come una pennellata che cancella tutto e ti senti subito meglio.
La noia è, a mio avviso, sinonimo di pigrizia mentale e fisica.
La noia è una sensazione di vuoto momentaneo, provocato dal fatto che la nostra mente è alla continua ricerca di stimoli.
Più siamo allenati a tenere attiva la nostra mente, più raccogliamo informazioni, più siamo propensi all'azione, alla progettazione del nostro presente e futuro, più siamo ricchi di idee, interessi, voglia di conoscere imparare o e voglia di vivere in tutti i sensi, meno saranno le probabilità che la noia ci faccia precipitare nel senso di vuoto, d'impotenza, di tempo perso.
La noia è collegata al tempo, pensiamo quando siamo in coda ad un semaforo, o in un ufficio postale, diventiamo subito impazienti, perché annoiandoci pensiamo sia tempo perso. Ma si possono combattere anche i momenti più stupidi di noia, guardandoci intorno, a volte basta guardare i movimenti di una formica. Si possono annoiare i giovani, per carenza di idee e di stimoli e si possono annoiare gli anziani, ai quali tutto può sembrare un film già visto.
In realtà la vita offre a qualsiasi età un numero enorme di stimoli e di occasioni d'interesse. Sta solo a noi saperli cogliere per superare brillantemente i brevi o lunghi periodi in cui siamo costretti a lasciar scorrere il tempo inutilmente.
Per allontanare la noia basta fare una passeggiata, camminare fa bene alla salute e distrae la mente, leggere un libro, lasciare internet.
Chi è “noioso”? Chi replica copioni invariati, inamovibile dalle sue idee da aggiornare, chi non distingue ciò che è importante, e infarcisce un racconto con particolari superflui o svianti, ignora l'ironia e l'umorismo, non abbandona un argomento trito e senza proporre visioni alternative. Non conosce lo stile comunicativo modulato secondo le circostanze e duttile. Potrà possedere altre doti, ma non la sensibilità per accorgersi che sta tediando


sabato, giugno 17, 2023

La bellezza è il simbolo della verità

 



La società educa ad un concetto soggettivo di bellezza, che è basato esclusivamente sull’apparenza, quindi sull’esteriorità, da qui l’omologazione di un corpo perfetto, se non lo è lo si ha, si effettuano vari ritocchi chirurgici, plastiche, protesi.
Ma questa è vera bellezza? E quanto dura? Questa bellezza è effimera, è inconsistente e dà un piacere momentaneo, e si dilegua col trascorrere del tempo. Ma, là dove non c’è indifferenza, non c’è egoismo, c’è un cuore che pulsa, che si lascia coinvolgere da ciò che ci circonda, un fiore, una foglia, un tramonto, un bambino, e con umiltà guarda l’altro, e allevia il dolore e la sofferenza, dona gioia e condivisione. Questa è vera bellezza!
Secondo Piero Ferrucci la Bellezza è il frutto di un cuore ardente che si offre come cibo all'anima.
È la guida luminosa per la progressione spirituale, ci trasmette il senso del colore e dell'armonia universale, e va ricercata e attinta nelle intuizioni di luce che penetrano in ogni aspetto della vita. C'è una "luce" speciale che irradia dagli occhi di chi ama l'oggetto dello sguardo.
Anche un piccolo fiore, una coccinella che ti accarezza il palmo della mano, il quadro che osserviamo e a cui vorremmo tendere le braccia per potervi entrare. Quanta bellezza nel nostro mondo, nella nostra terra! E l'artefice di tutto questo? La Bellezza in persona che con armonia ha creato ciò che noi possiamo abbracciare in queste notti magiche: un cielo blu zeppo di stelle!
Ha scritto Andrej Tarkovskij che nessuno sa che cos'è la bellezza. L'idea che la gente si fa della bellezza, il concetto stesso di bellezza, mutano nel corso della storia assieme alle pretese filosofiche e al semplice sviluppo dell'uomo nel corso della sua vita personale. E questo mi spinge a pensare che, effettivamente, la bellezza è il simbolo di qualcos'altro. Ma di cosa esattamente? La bellezza è simbolo della verità. Non dico nel senso della contraddizione "verità/menzogna", ma nel senso di cammino di verità, che l'uomo sceglie.
La verità, manifestata dalla bellezza, è enigmatica; essa non può essere né decifrata né spiegata con le parole, ma quando un essere umano, una persona si trova accanto a questa bellezza, si imbatte in questa bellezza, sta di fronte a questa bellezza, essa fa sentire la sua presenza, almeno con quei brividi che corrono lungo la schiena. La bellezza è come un miracolo, del quale l'uomo diventa involontariamente testimone.
Per questo il principe Miškin nell’Idiota di Dostoevskij afferma:” La bellezza salverà il mondo”.


lunedì, giugno 12, 2023

Contro l'omologazione

 


La ricchezza non è una colpa, ma il problema è che non è nemmeno un merito. Se fossi capo del Governo farei una bella tosatura con un'imposta di successione corposa con il 50% in favore della disoccupazione. Io penso che la politica debba riprendere la direzione del Paese e disciplinare l'economia in senso democratico. Cioè tornare alle origini: la prima definizione di "politica" risale ad Aristotele ed è legata all'etimologia del termine; secondo il filosofo, "politica" significava l'amministrazione della "polis" per il bene di tutti, la determinazione di uno spazio pubblico al quale tutti i cittadini partecipano. Dalla metà degli anni 50 alla metà degli anni 60 avviene un passaggio velocissimo da un mondo tradizionale fondato su una concezione umanistica e solidale a un altro in cui trionfano egoismo, apparenza, vuoto morale. È il mondo del Nuovo Potere che nella sua ingannevole tolleranza persegue un'omologazione generalizzata. Negli anni ci siamo abituati a considerare "normale" e "dovuto" avere più di una casa, più di una automobile, fare fine settimana fuori casa, ci siamo abituati al ristorante almeno una volta la settimana o al mese, ci siamo abituati al teatro, al cinema, al divertimento, all'aperitivo prima di cena, ai viaggi, alla cura esagerata del corpo, al telefono di ultima generazione, allo shopping a ogni cambio di stagione e via discorrendo e quando non si possono più avere soldi per questo ci si reputa poveri e indigenti, si ricorre ai prestiti, ai debiti pur di ottenerli, ci si dispera. Questo non per dire che non esiste disuguaglianza, purtroppo c'è e ci sarà sempre, piuttosto per affermare che molti, forse la maggioranza, ha investito in queste cose futili e non magari in una istruzione migliore, in una università piuttosto che un'altra, insomma per molti "quella" e solo "quella" è vita e investire sul futuro della famiglia, dei figli è superfluo. Il male del capitalismo è soprattutto la perdita dei valori culturali e dell'appartenenza a una società. Tutte le spese elencate sono il cinico frutto dei media che ci insegnano un certo modo di vivere con il solo scopo di incrementare i guadagni delle aziende industriali, commerciali e dello svago. Le coppie per una automobile rinunciano a un figlio. Si desidera la donna d'altri, la roba d'altri, si ammazza per raccattare anche 100 euro. Chi ha insegnato la qualità della vita viene considerato un personaggio inventato dalla Chiesa, mai esistito con una credibilità inferiore a quella che ha babbo natale. È proprio il futile che muove l'ingranaggio del capitalismo che trasforma l'uomo da soggetto a oggetto di consumo. I paesi più poveri sono paesi per lo più agricoli. Purtroppo, anche quelli che hanno buone produzioni restano poveri per le difficoltà di commerciare e sfruttare davvero tali produzioni. Mi spiego: lo zucchero europeo è prodotto in quantità eccessive e non solo non importiamo zucchero da altri, ma ne esportiamo abbondantemente nei paesi poveri, anche in quelli che sono produttori di zucchero. Il nostro costa meno del loro, perché i nostri governi offrono ai coltivatori degli aiuti di stato, che, naturalmente, i paesi poveri non possono permettersi. Così gli stronchiamo le gambe. Il capitalismo è competizione disumana. Non può sopravvivere se aiuta concretamente i paesi poveri. La politica dei produttori di zucchero è un esempio chiaro. Il capitalismo fa solo elemosina. Non può e non vuole aiutare la concorrenza. Nel frattempo, distrugge valori e ambiente. Il capitalismo teorizza il primato dell'economia sulla politica e va avanti con lo sfruttamento dell'uomo, il massiccio ricorso al lavoro minorile. Causa lo sviluppo degli integralismi religiosi e quindi intolleranza. Crea sacche di povertà anche nei paesi ricchi. In Europa i disoccupati superano i diciotto milioni. I governi sono corrotti, le città non sono vivibili e le periferie centri di raccolta degli emarginati. L'uomo è ridotto ad un animale di consumo. Il problema è politico. Riprendersi il primato sull'economia. Produrre di meno, ma qualitativamente meglio, nel rispetto rigoroso dell'ambiente. Non siamo in una società meritocratica che offre le stesse opportunità a tutti. Vanno avanti i ricchi, i figli di, gli amici di... i soliti raccomandati, a scapito di chi magari potrebbe operare sul serio per migliorare il nostro Paese. La distribuzione della ricchezza trovo che non ci sia mai stata: il ricco sarà sempre più ricco, alle spalle del povero.
Perché?
Perché chi sta ai vertici non vuole perdere il suo status, per cui l'evasore continuerà a evadere le tasse, il politico continuerà a guadagnare cifre esorbitanti senza fare niente, c'è chi continuerà a intascare bustarelle per chiudere tutti e due gli occhi...E intanto la disoccupazione aumenta, i poveri sono sempre più poveri, aumentano i poveri che vengono qui per cercare una vita dignitosa e cosa trovano? Niente, solo altri poveri.


venerdì, giugno 09, 2023

Oltre l'individualismo

 


Questa lettera è stata inviata da Antonio Gramsci il 10 maggio 1928 alla madre, poco prima della sua condanna a 20 anni, 4 mesi e 5 giorni di reclusione.

Carissima mamma, non ti vorrei ripetere ciò che ti ho spesso scritto per rassicurarti sulle mie condizioni fisiche e morali. Vorrei, per essere proprio tranquillo, che tu non ti spaventassi o ti turbassi troppo qualunque condanna siano per darmi.

Che tu comprendessi bene, anche col sentimento, che io sono un detenuto politico e sarò un condannato politico, che non ho e non avrò mai da vergognarmi di questa situazione.

Che, in fondo, la detenzione e la condanna le ho volute io stesso, in certo modo, perché non ho mai voluto mutare le mie opinioni, per le quali sarei disposto a dare la vita e non solo a stare in prigione. Che perciò io non posso che essere tranquillo e contento di me stesso. Cara mamma, vorrei proprio abbracciarti stretta stretta perché sentissi quanto ti voglio bene e come vorrei consolarti di questo dispiacere che ti ho dato: ma non potevo fare diversamente.

La vita è così, molto dura, e i figli qualche volta devono dare dei grandi dolori alle loro mamme, se vogliono conservare il loro onore e la loro dignità di uomini.

Ti abbraccio teneramente.

Nino.


Le lettere sono uno dei più grandi e sconvolgenti documenti, o inconsapevoli "pezzi" di grande letteratura del 1900.

Da Gramsci che sfida il regime e viene arrestato all'uomo cha fa un viaggio in Italia attraverso le prigioni. Dall'uomo che scopre la dimensione barbara della segregazione allo studioso che polemizza con Croce, studia Machiavelli, divora Padre Brown, guarda a Gandhi. Dal padre che affascina i figli con le immagini colorate degli animali della foresta, o coi ricordi dell'infanzia della caccia alle rane al marito, al cognato e al figlio, che cerca ragioni di amore e di vita.

Eric Hobsbawm ha scritto:" L'elenco degli autori di tutto il mondo le cui opere sono più frequentemente citate nella letteratura internazionale di arte e di umanità contiene pochi nomi italiani, di cui soltanto cinque nati dopo il XVI secolo. In questo elenco non è compreso Vico e nemmeno Machiavelli, mentre è citato Antonio Gramsci".


mercoledì, giugno 07, 2023

Sono fatto così






Sicuramente l’amicizia nasce dall’amore. Se uno però non ama sé stesso non può neanche amare un altro, perché l’amore verso il prossimo si costruisce sul modello dell’amore che ha per sé. Ma non si ama l'uomo che esige per sé e si propone qualcosa di turpe e di disonesto.
Il primo passo dunque consiste nel purificare sé stessi, non indulgendo a niente che sia indegno, né togliendo nulla di quanto può essere utile.
Chi ama sé stesso in questo modo, può amare anche il prossimo, seguendo la stessa regola.
Ma dal momento che questo amore abbraccia molte persone, dobbiamo scegliere tra queste chi possiamo ammettere con un vincolo più familiare nell’intimità dell’amicizia riversando abbondantemente il nostro affetto, aprendo il nostro cuore fino a mettere a nudo, i suoi pensieri e i suoi desideri più profondi.
La scelta va fatta però non dietro l’impulso instabile del sentimento ma con l’acutezza della ragione, in base alla somiglianza dei temperamenti e tenendo conto delle virtù.
Offriamoci generosamente per l’amico quindi, evitando ogni superficialità. Tutto deve portare alla gioia, né devono mancare l’aiuto, il rispetto e la cortesia che nascono da una benevolenza e da una carità ben ordinate.
Una persona non può donare ciò che non possiede, è per questo che prima di giudicare gli altri dovremmo almeno conoscerli a fondo (ma chi conosce a fondo un'altra persona? È ben difficile) e se una persona non ha mai ricevuto amore o lo ha ricevuto in modo "tossico" non può certo né amare né comprendere il significato di tale parola.
Lo sforzo di migliorarci, tuttavia, dovrebbe essere l'intento di tutti gli esseri pensanti, soprattutto di coloro che si dicono cristiani in quanto la Scrittura ci esorta a farlo "Siate santi come Dio è santo", molte volte, però, alla critica verso il nostro modo di porci diciamo "sono fatto/a così", come se l'essere umano non fosse in grado di migliorarsi.
Se non abbiamo amore nel cuore non possiamo donarlo a nessuno, e di certo non possiamo pretendere di riceverlo. L’amore vero o l’amicizia vera però non si concede a tutti, altrimenti non sarebbe tale. Possiamo voler bene a tante persone, ma l’amore si sente solo per quelli più affini a noi. 
Per caso ci si incontra e si diventa amici, ma poi l'amicizia non vive o si sviluppa per caso.

Come si arriva all'amicizia?

Ho trovato due frasi folgoranti: la prima di Proust " L'amicizia è la negazione di quella solitudine senza rimedio alla quale è condannato ogni essere umano". La seconda: " L'amicizia è un espediente sociale, come la tappezzeria o la distribuzione di bidoni di immondizie!" ( Beckett).

Parto dalla prima frase: Ci sono stati momenti, nella mia vita in cui mi sono sentito condannato ad una solitudine senza rimedio. L'amicizia non è affatto una solitudine senza rimedio: il rimedio è proprio la possibilità di condividere con altri il cammino verso il proprio compimento. Questa per me è l'amicizia.

La seconda frase rappresenta una critica di Beckett a Proust . Certo ogni rapporto può essere vissuto con superficialità oppure con una comunione di destino così profonda che fa sentire la compagna, o il compagno, di cammino, veramente come un sostegno indispensabile: proprio un amico/a.

Sempre cercando qui e là ho trovato che un certo Aelredo di Rievaulx (1110-1167) ha scritto uno splendido trattato intitolato L'amicizia spirituale.

Aelredo è un realista, sa che "l'amicizia può essere carnale, mondana, spirituale. Quella carnale nasce dalla sintonia del vizio; quella mondana si accende per la speranza di un guadagno; quella spirituale si cementa tra coloro che sono buoni, in base a una uguaglianza di vita, abitudini, gusti, aspirazioni."

Considero quest'ultima la più realista. E aggiungo che nell'amicizia spirituale c'è un desiderio, un gusto di tenerezza di dolcezza che si potrebbe chiamare sentimento interiore, o più profondamente potremmo chiamarlo amore.

Ci sono esempi di persone che pensano che l'ideale sia vivere senza dover consolare nessuno, senza essere di peso o causa di dolore per chi hanno vicino, senza trarre gioia dal bene degli altri, stando bene attenti a non amare nessuno e a non curarsi di essere amati da qualcuno.

Questo è l'errore che impedisce la vera amicizia.







domenica, giugno 04, 2023

Il marito sporcaccione

 



Beh! alle volte è meglio nei tempi passati, quando le ragazze andavano vergini e il giorno dopo la prima notte tornavano urlando dalla mamma dicendo che quello sporcaccione del marito voleva fare tutte le cose che erano sempre state dichiarate sporche, proibite o addirittura peccaminose.
Ogni volta che si fuoriesce dal cammino che si è faticosamente tracciato si perde qualcosa. Io non lo voglio chiamare peccato perché al peccato non credo.
Credo nelle scelte che possono essere sbagliate. Nelle debolezze, nel perdersi in mezzo ad una via quando si è confusi. Credo che siamo essere imperfetti, tentati da quello che ci circonda perché sappiamo che la vita è soltanto una e che a volte bisogna sbattere la testa nelle cose per comprendere al meglio se la scelta primaria che abbiamo intrapreso è quella giusta.
Quelli che vengono chiamati peccatori sono persone come le altre, che a volte hanno bisogno di entrare in contatto con la parte più animale di sé stesse.
Ci sono stati periodi storici in cui il peccato dei peccati sembrava essere quello contro il sesto comandamento, ma noi sappiamo che il Signore è venuto per portare a compimento la Legge antica affermando a chiare lettere che i comandamenti sono riassumibili in "ama il signore tuo dio con tutto il tuo cuore... e ama il prossimo tuo come te stesso", questo implica il non giudizio su chicchessia.
Mi sembra chiaro che il giudizio non spetta a noi ma bisogna rispettare anche le leggi di uno stato civile. Con il reato di pedofilia si rischia l'ergastolo.
I vescovi che non denunciano questa barbarie alle autorità civili, ma si limitano a spostare i preti, secondo non rispettano il comandamento che riassume tutti gli altri.
Da bordo dell'aereo papale – Papa Bergoglio è dispiaciuto per avere arrecato dolore alle vittime dei preti pedofili, per averli feriti con una frase infelice che ha fatto il giro del mondo (mi devono portare delle prove altrimenti sono calunnie). Di ritorno a Roma chiarisce quello che intendeva dire e chiede scusa. Poi ricorda che sta portando avanti la linea della tolleranza zero sulla pedofilia iniziata con Benedetto XVI, dice di non avere mai firmato una richiesta di grazia di un prete orco e che nella Chiesa c'è corruzione.
Il cammino della vita è irto e pieno di pietre d’inciampo, l’uomo è fragile e cade, bisogna rialzarsi e riprendere la strada, il coraggio e la forza la attingi dal Signore, da Lui solo avrai la pienezza della vita. Non è facile, ma possibile solo in Lui.

È tutto.


 



venerdì, giugno 02, 2023

Sesso in vendita

 


Il pericolo più grave della nostra società, dal punto di vista della formazione dell'uomo, è il prevalere dell'ideologia sull'osservazione.
Invece di essere abituati a sviluppare l'attenzione alla modalità concreta delle proprie esigenze umane si è abituati ad ovviare al grido che portano tali esigenze ripetendo definizioni e discorsi già fatti.
È come se si staccasse l'uomo da sé stesso.
Questa separazione dal proprio io originale rende operante un clima di menzogna.
La menzogna è la connotazione più diseducativa della nostra società.
Ed è divenuta, proprio perché la nostra società è ideologizzata e determinata quindi da elementi di propaganda, sempre più normale, addirittura normativa.
I giovani sono sempre più disorientati perché tutto intorno a loro è usa e getta, dagli oggetti, ai sentimenti, ai valori, alle finte ideologie, e ci vogliono far credere che questa sia modernità.
La menzogna annulla la coscienza e gli esempi di depravazione sono eclatanti.
Le chiamano «ragazze doccia» e sono adolescenti, in genere di famiglie benestanti, che si prostituiscono nei bagni delle scuole in cambio di oggetti. Il fenomeno è stato scoperto dall’equipe del prof. Luca Bernardo, direttore del reparto di pediatria dell’ospedale Fatebenefratelli di Milano.
Secondo il dossier le ragazzine hanno tra i 14 e i 16 anni, vengono perlopiù da scuole private. «Abbiamo individuato per ora otto ragazze ma ci risulta che il fenomeno sia molto più esteso – spiega – Le chiamano ragazze-doccia perché così come ci si fa la doccia tutti i giorni, loro quotidianamente fanno sesso. I maschietti–clienti vengono scelti in base a ciò che possono dare in cambio alle ragazze. Durante le lezioni delle prime ore sui telefonini gira il menù con prestazioni, richieste e orari per gli appuntamenti nei bagni, dove avvengono i rapporti sessuali. Le ragazze offrono le loro prestazioni anche a più persone. Per loro è una specie di gioco, un gioco molto pericoloso nel quale pensano di dominare e irretire i loro clienti. Finora abbiamo accertato i otto casi, sette di ragazze di “famiglia bene” del centro di Milano e una invece proveniente dalla periferia. Le scuole coinvolte nel “giro” sono prevalentemente istituti privati.
C'è un disegno evidente di distruggere la morale fino a rendere istituzionale il comportamento amorale e ottenere il piacere pagando il tutto con il corpo che non ha più un valore da amare, ma un mezzo per barattarlo con oggetti inutili. Il tutto avviene senza avere neanche un minimo senso di disagio.
La ragazza doccia è solo un esempio di una mentalità vergognosa.
In tutti i settori la bellezza viene usata per ritagliarsi uno spazio di celebrità.