sabato, maggio 23, 2015

L'incanto della pioggia










Se piove, mi chiami accanto e mi indichi attraverso i vetri quel che succede fuori, distorto dai goccioloni sulla finestra, da quell'idea di mosso che ha la pioggia quando bagna come di virtualità tutto quello che scopre, toccandolo, appoggiandovisi sopra. – Guarda, piove, mi dici e mi convinci ci sia qualcosa da guardare, rannicchiati spalla contro spalla sul davanzale, e io ti dico – Tutte le volte la stessa storia, ma è una finestra, un po’ di pioggia! Dici – Zitto, e guarda; apri la finestra con l’acqua che rimbalza sul marmo e ci colpisce di riflesso. – Dai, che dopo ci tocca asciugare; ma dici che ti piace l’odore fertile dell’acqua, ti piacciono le persone in pantaloncini che camminano svelte, indecise tra il fastidio e il sollievo, guardi i palazzi di fronte, ti piace il nome dell’inverno pronunciato dalla bocca dell’estate, il brivido sulla pelle fuori stagione, il fatto che non si possa uscire, gli amici che chiamano per disdire la serata alla discoteca all'aperto, la televisione spenta.  E io insisto – È pioggia, è solo pioggia: non può piacerti, è una cosa stupida. Tu dici che non c’è niente di male a essere stupida. E’ che la pioggia ti piace proprio, le gocce sul naso, o su una ciglia. Io vorrei prenderti e tu non vuoi.  Il rumore delle auto sul fondo bagnato, le onde che alzano piano, ti piace quell'odore e colore di cenere che non è un fuoco spento, non è rovina, ma è una proprietà dell’acqua, è la cromatura d’una città sottomarina, ma senza i fronzoli dei coralli, è calma e bellezza, il segreto in un’ostrica. – Sei scema; ti dico all'orecchio, scrolli e ridi per togliermi la parola, il mento sulle mani, una freschezza sulla pelle. Resteresti a guardare la pioggia per ore, ne sei capace, poi fai una doccia, metti l’accappatoio, l’asciugamano attorno alla testa, e se piove ancora ti rimetti a guardala, incantata, che donna particolare che sei! – Chiudiamo?  E’ un lago qua per terra, attenta ai piedi. La chiudiamo per metà, la tua parte rimane aperta, allora io mi sposto dietro di te, ti abbraccio e poggio il mento sulla spalla, e sei contenta se me ne sto zitto e guardiamo la pioggia, le persone che corrono nelle portiere in macchina, gli ombrelli infelici, pensavano se ne riparlasse tra mesi.  Ma è possibile che non hai niente da fare, da startene a guardare la pioggia?  - È un acquazzone, una cosa passeggera; mi piace starti avvolto contro, mi piace accarezzarti le braccia, il corpo, mi piace amarti senza fare l’amore, mentre guardi la pioggia e dici che ti piace guardarla, che non ti stancheresti mai, che è una cosa stupida e che non c’è niente di male, nelle cose stupide. Mi viene male alla schiena, mi formicolano le gambe. Chiudo la finestra, prendo uno straccio dalla cucina e asciugo il pavimento, rimango a guardare mentre piove, ma se non ci sei tu a guardare la pioggia mi diventa oltre che stupida, mi diventa inutile e insulsa, e non la guardo più.





16 commenti:

  1. Gus è tua?
    Fantastica!!!
    Inizia a piacermi la pioggia...;)))

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    1. Nell'originale c'è molto di più.
      Ciao Pia.

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  2. Poesia, bellezza, profumo, incanto e amore. C'è tutto. Io amo la pioggia, lel finestre che piangono lacrime e donano al paesaggio un senso di "miraggio" Le monachine in fila vanno veloci verso il primo tombino e sembra scompaiano, ma ecco che altre le sostituiscono, ma anche loro hanno fretta....mi piacciono le monachine, mi piace la bimba che nell'impermeabile giallo attraversa la strada per mano alla sua mamma. Anche oggi è piovuto e io, sì, oggi, ho tanta tristezza.....all'età della "giovinezza" nessuno più chiede perchè guardo la pioggia, e mi accarezza le braccia.
    Buonanotte amico caro, grazie per i momenti che hai descritto.

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    1. E' un post passionale. Ho fatto due tagli di una bellezza feroce perché non avevo nessuna voglia di rovinare la giornata ai perbenisti.
      Ciao Lucia.

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  3. E' bellissimo Gus.. "mi piace amarti senza fare l'amore".. e quella pioggia.. mi dispiace che non riesci a guardarla con lo stesso occhio affascinato. E' memoria di magia anche quella però...

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  4. Ciao Gus, ho letto ieri questo tuo scritto, prima che apparissero tutti i commenti, ed ho pensato, che uno scritto cosi profondo e amorevole, non poteva essere "copiato" da nessuna parte, ma uscito direttamente da cuore e dai ricordi di una persona che ha amato molto la sua altra parte del cielo.
    Ecco questo e' il Gus che mi piace, il Gus più vero, quello che a me, mi "si avvicina" maggiormente, quello di una persona che apre il suo "diario" senza mettere in campo altro, solo il suo cuore e il suo vissuto.
    Ciao.

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  5. Grazie Fiorella.
    Ti voglio bene.

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  6. Un vestito logoro appeso ad una gruccia. E non è presenza.
    E' il ricordo di una presenza.
    Ho un giacca, va bhè, un golf blu di Valeria. Io indosso quel golf che non è logoro, ma che mi avvolge e mi scalda come un abbraccio.
    Pantaloni beige di velluto a coste piccole: ho portato anche quelli fino all'usura e poi l'ho ritirati con altri indumenti suoi. Perchè? Non so perchè, so che per me andava bene così. Era presenza. Cercavo il suo profumo.
    Valeria aveva un metodo di studio che io le avevo suggerito. La sera prima dell'incidente, studiava storia. Seduta sul divano in salone. Il mangianastri accanto. Registrava la sua lezione che poi avrebbe risentito prima di andare a letto.
    Ho ascoltato una sola volta quella cassetta, si sente anche la mia voce: la chiamo perchè venga a tavola, e lei mi risponde: uffa!.Poi più niente.....non oso più ascoltarla....non si può. E' un dolore che trafigge....la sua amata dolce voce .....e lei...
    e lei.....Buonanotte se riuscirò a dormire sognandola......

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  7. Gus, parla, dimmi qualcosa. Qualcosa di più di poco, di nulla. Paolo dorme. a lui non racconto i miei pensieri.....sono miei e un po' vostri....Il mio cuore è stanco.....Gocce di pioggia le lacrime amare e silenziose che nessuno mai vedrà. Una preghiera anche questa è solitudine.....

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    1. Il Mistero l'ha chiamata a sé.
      Dimostra di avere fede.

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  8. Il vestito logoro è una metafora. Un qualcosa che nemmeno ricordi e forse hai dimenticato cosa sia.
    Nel tuo caso il golf di Valeria è una memoria che è presenza e vive nel tuo cuore.
    E sarà presenza fino a quando provi dolore. Sembra un assurdo, invece l'indifferenza del golfino di Valeria sarebbe dimenticanza, morte.
    Buona notte.

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  9. Post e commenti da brividi oggi... grazie a voi..

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  10. La prima volta l'ho letto di sfuggita, non avevo avvertito tutto l'amore che c'era.

    Oggi sì, sono riuscita a coglierlo. Ed è bellissimo.

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    1. C'è un amore immenso.
      Grazie Pippa.
      Ciao.

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