lunedì, febbraio 26, 2018

Riconquistare il proprio Io










Bauman ha dedicato la vita a questi problemi.
Non puoi liquidare il suo pensiero come un'opinione. "Lui ha la sua e io la mia" Intanto non è giusto che la donna venga vista come un'immensa vagina a disposizione dei maschi.
Perché il Potere non si limita a questo. Non sono tanti anni che la donna può recarsi alle urne per eleggere il Parlamento del suo paese. Quando una ragazza vuol fare l'indossatrice deve essere in carne come uno stuzzicadenti e qualche squallido personaggio obbliga l'impiego delle anfetamine che tolgono l'appetito.
Ora aboliranno le ombrelline nella formula uno e poi toccherà alle moto. Dopo tante proteste delle femministe hanno capito che fare la cortigiana a un maschietto non è per niente "Uno dei tantissimi ruoli possibili"
L'uso delle grid girls e delle ombrelline non sono in linea con i valori e le norme sociali moderne. Questa è la motivazione.

sabato, febbraio 24, 2018

L'assenza dell'affettività











In quel tempo, Pietro disse a Gesù: "Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguìto". Gesù gli rispose: "In verità vi dico: "non c’è nessuno, che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o campi a causa mia e a causa del Vangelo, che non riceva il centuplo adesso, in questo tempo, in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, con persecuzioni, (Lc dice: che non riceva molto di più in questo tempo) e la vita eterna nel secolo che viene" (Mc 10,29-30; parall. Mt 19,28-29; Lc 18,28-3o).

giovedì, febbraio 22, 2018

L'amore che evapora nel nulla








Pessimisticamente parlando, credo che oggi contino più le apparenze. Le qualità interiori si fanno andare bene, se l'esteriorità è perfetta. Anzi, paradossalmente se l'esteriorità è perfetta, di riflesso lo sono anche le qualità interiori.

mercoledì, febbraio 21, 2018

Rincorrere la realtà






Avverte Luigi Giussani che la realtà si lascia facilmente colonizzare dall'abitudine, dalle abitudini che l'uomo acquisisce nella vita quotidiana.
E quasi scompare.
Nel reticolo delle abitudini, la realtà non si realizza, si nasconde, svanisce.
La coscienza non rimane più sveglia e si occupa soltanto di quello che ha davanti, di quello che capta sul momento.
Il tempo si contrae, si divide e il suo fluire diventa impercettibile.
La coscienza si spegne, perde intensità, e l'essere stesso, l'essere a cui questa coscienza appartiene si nasconde altrettanto, o ancora più della realtà.
Forse è perché sono le 'scelte' a fare la differenza ... la maggior parte del mondo abituale sta con il nero e il bianco insieme, insomma un coperchio per ogni pentola pur di aver una vita tranquilla, ma l'adrenalina che distingue i giorni (spesso anche nella sofferenza) è la fedeltà e la sequela a una 'scelta' che ti costringe a schierarti e a rimanere 'vivo', come diceva Oriana Fallaci, sempre con il fucile in mano alla finestra, a difesa dei tuoi valori.
Vero è che spesso le persone a sostegno delle stesse scelte, possono fare la differenza, anzi, ci sono momenti in cui sono necessari per non "mollare il passo", ma l'Amico per eccellenza è sempre uno solo e non ci abbandona mai.
A me un mondo che spegne la coscienza, appare chiaro, poi tutto è relativo e soprattutto siamo liberi di chiamare 'bene' anche un mondo che genera questi effetti .... nella dinamica di Dio tutto concorre a un bene superiore, chiamiamoli 'lavori in corso' di un lavoro molto più complesso e che sicuramente sfugge alla nostra limitata visione di qualsiasi cosa ci circondi e ci comprenda, contenga.
La felicità non può essere una felicità perduta. E ci resta, anche se dentro una ferita. Il mio dolore, quel mio dolore, è il terribile modo di averla ancora vicino a me, di averla ancora con me.


martedì, febbraio 20, 2018

Sentirsi solo e la solitudine






La solitude ça n'existe pas
La solitude ça n'existe pas
La solitude ça n'existe pas
La solitude ça n'existe pas
Chez moi il n'y a plus que moi
Et pourtant ça ne me fait pas peur
La radio, la télé sont là
Pour me donner le temps et l'heure
J'ai ma chaise au Café du Nord
J'ai mes compagnons de flipper
Et quand il fait trop froid dehors
Je vais chez les petites sœurs des cœurs
La solitude ça n'existe pas
La solitude ça n'existe pas
Peut-être encore pour quelques loups
Quelques malheureux sangliers
Quelques baladins, quelques fous
Quelques poètes démodés
Il y a toujours quelqu'un pour quelqu'un
Il y a toujours une société
Non, ce n'est pas fait pour les chiens
Le Club Méditerranée
La solitude ça n'existe pas
La solitude ça n'existe pas
Tu te trompes, petite fille
Si tu me crois désespéré
Ma nature a horreur du vide
L'univers t'a remplacée
Si je veux, je peux m'en aller
A Hawaii, à Woodstock ou ailleurs
Et y retrouver des milliers
Qui chantent pour avoir moins peur
La solitude ça n'existe pas


domenica, febbraio 18, 2018

Il danzare dei ricordi





Bisogna vedere i film. Io questa sera sono venuto a conoscenza che l'ultimo Scia di Persia ordinava il pranzo a Parigi e arrivava con un Concorde a casa sua, e la gente moriva di fame.
Mohammed Reza Pahlavi, Shah di Persia, 1941 - 1979. Nel 1971 il "Re dei Re" spese 100 milioni di dollari per festeggiare l'anniversario dei 2.500 anni dalla nascita della monarchia persiana. Nel menù petto di pavone, servito su porcellane di Limoges, che gli invitati hanno degustato in una tendopoli di 160 acri a Persepoli. La sua superba collezione di auto sportive può essere vista al National Car Museum, assieme ai modelli personalizzati di Mercedes e Porsche del figlio.

venerdì, febbraio 16, 2018

Le persone che cambiano







Il male è una spirale e si vince sempre e solo con il bene.
Non ci sono bravi e cattivi ci sono anime che tante volte sbagliano.
L'abbraccio con il nostro prossimo viene normalmente trascurato, anzi dal nostro cuore escono sentimenti di palese negatività.

mercoledì, febbraio 14, 2018

I romani a fumetti




Anni fa il quotidiano "Il Messaggero" settimanalmente inseriva un inserto di Enzo Biagi: "La storia d'Italia a fumetti". Io ho rilegato tutti gli inserti e ora ho due libri molto interessanti. Oggi voglio parlarvi dei Romani.
La casa del ricco ha molte comodità. C’è il triclinio che è la sala da pranzo, con tre o quattro divani su cui si stendono i commensali. C’è il tablino, una stanza dove si riceve e il peristilio che è una zona coperta per passeggiare. Chi ha soldi fa dipingere affreschi e decorare i pavimenti con festosi mosaici. Quasi sempre nell’ingresso ce n’è uno che raffigura un cane, con la scritta “Cave canem”.
Ben diversa è l’abitazione dei poveri che stanno in casamenti cadenti su vicoli stretti, senz’acqua né impianti igienici e con bracieri a carbonella per riscaldarsi. La camera da letto si compone di uno o due giacigli e di uno sgabello. Le donne filano la lana e tessono la stoffa. Dalla finestra pende la biancheria lavata.
Ora guardiamo da vicino i romani. La moda che spesso cambia almeno per quello che si riferisce alle acconciature. Non solo le donne si arricciano i capelli, ma qualche volta anche gli uomini. E per tenere le chiome in ordine usano olio e grasso.
Le schiave aiutano la padrona a truccarsi e dispongono di bottigliette d’onice per i profumi, di specchi di bronzo, pettini d’avorio e spatole di argento per applicare i cosmetici. Per il rossetto usano la feccia di vino,  per le ciglia la polvere di antimonio, e per fare la bionda sego di capra e cenere di faggio. L’abito consueto è la stola che è una lunga tunica sopra la quale s’indossa per uscire, la Palla, una specie di toga di colore allegro che con un lembo può coprire il capo.
L’uomo porta la tunica, una veste di lana corta e senza maniche, e quando va fuori casa la toga, che drappeggia attorno al corpo. Radersi la barba è molto doloroso perché il rasoio è quasi un coltellaccio.
I romani mangiano gli antipasti, salsicce piccanti, olive, salse, uova, crostacei, carne di bue, di agnello, di cinghiale, di maiale, lucci, murene, rombi allevati in appositi vivai, galline faraone, uccelli di ogni specie, ghiri ingrassati appositamente.
Tra i passatempi prediletti c’è il bagno pubblico che è anche palestra, biblioteca, giardino e bottega. Ci sono il frigidario, molto freddo, il tepidario e il calidario.
Non hanno ancora inventato il sapone, così si spalmano d’olio che raschiano poi via con la sporcizia. Gli sport preferiti sono la corsa dei carri e la lotta tra gladiatori.
Le donne sono generose e dopo il pranzo si infilano insieme agli amanti sotto i tappeti per fare l’amore.


martedì, febbraio 13, 2018

Il danno e la beffa








Separarsi o divorziare è diventato un lusso, negli ultimi dieci anni i 'nuovi poveri' sono ex mariti, ex conviventi, spesso genitori. Secondo i dati diffusi dall'Ami, l'Associazione matrimonialisti italiani, in Italia il 25 per cento degli ospiti delle mense dei poveri sono separati e divorziati. Nell'80 per cento dei casi si tratta di padri obbligati a mantenere mogli e figli e che finiscono per ritrovarsi a non avere più risorse per sopravvivere.
L'avvocato Gian Ettore Gassani, presidente nazionale dell'Ami, spiega che ogni anno in Italia si separano circa 160 mila persone e i divorziati arrivano fino a 100 mila. "E' un fenomeno che riguarda per lo più operai, impiegati e insegnanti. Le separazioni e i divorzi, dati gli obblighi economici e le spese che determinano - aggiunge Gassani - trasformano i lavoratori in veri e propri 'clochard'
Molti finiscono per dormire in auto, i più fortunati (circa 500 mila) riescono a tornare ospiti delle loro famiglie d'origine. "Sono numeri che fanno rabbrividire - continua l'avvocato Gassani - Urge una nuova politica sociale che restituisca dignità a quanti sono stati sfortunati nel loro matrimonio, che hanno perso tutto e che vivono da emarginati. Occorrono misure atte a garantire alloggi a questo popolo di nuovi poveri, anche aiuti economici. Perché quando si perde la dignità si rischia di non essere nemmeno buoni genitori".


lunedì, febbraio 12, 2018

L'idiozia diventa verità








Un po' come i proverbi, i luoghi comuni hanno assunto una sorta di veridicità sociale difficile da controbattere. Tuttavia, proprio perché "comuni", non possono basarsi sull'interezza delle situazioni umane né sulla totalità degli aspetti da prendere in considerazione.

sabato, febbraio 10, 2018

giovedì, febbraio 08, 2018

Gli eventi che accadono nel tempo







« Dio è morto! Dio resta morto! E noi l'abbiamo ucciso! Come potremmo sentirci a posto, noi assassini di tutti gli assassini? Nulla esisteva di più sacro e grande in tutto il mondo, ed ora è sanguinante sotto le nostre ginocchia: chi ci ripulirà dal sangue? Che acqua useremo per lavarci? Che festività di perdono, che sacro gioco dovremo inventarci? Non è forse la grandezza di questa morte troppo grande per noi? Non dovremmo forse diventare divinità semplicemente per esserne degni? »

mercoledì, febbraio 07, 2018

Venere è vicina







L'inquinamento atmosferico da anidride carbonica provoca l'effetto serra. Sono le industrie a inquinare e c'è un piano di riconversione che dovrebbe riportare a valori normali l'atmosfera. Farlo significa creare disoccupazione, essere meno competitivi con la concorrenza. Gente come Trump è pronta a distruggere il mondo pur di non essere impopolare.
Ha definito l’effetto serra come una “truffa” contro l’economia americana, orchestrata dalla Cina. Ha proposto di decimare il budget dell’Agenzia per la protezione ambientale americana e al suo comando ha nominato l’uomo che l’aveva combattuta e portata in tribunale. Il clima è un “ponte” difficile sul quale costruire - o cominciare a costruire - una rinnovata partnership internazionale con Donald Trump. Ma è diventata questa, più dell’unità contro il terrorismo o della riaffermazione del ruolo della Nato, la posta in gioco dei summit in Europa tra le grandi potenze nei quali culmina il primo viaggio estero del presidente americano.
Su questo, già a Bruxelles e ancor più a Taormina nel G7, sono concentrati gli sforzi per evitare strappi e salvare Parigi - o meglio l’accordo sulla lotta al cambiamento climatico sottoscritto nella capitale francese nel 2015 sotto l’egida dell’Onu da parte di 200 Paesi e firmato per gli Stati Uniti dal predecessore e nemesi di Trump, Barack Obama.

lunedì, febbraio 05, 2018

Rispettare il vero






Se la filologia è quel complesso d’attività che cercano di riportare un testo alla sua forma originaria e, quindi, al suo significato originario ,almeno quello letterale ,ogni interpretazione estemporanea ne dovrebbe tener conto.
Se, per un delirio d’interpretazione, rinominassi Renzo Tramaglino con un nome diverso, mettiamo Lucio, di fatto Lucio diventerebbe il protagonista dei Promessi Sposi e Renzo scomparirebbe. Chiunque leggesse la mia versione delirante dei Promessi Sposi, e che non avesse curiosità e sensibilità filologica, sarebbe indotto a credere che Lucio è il personaggio che sposerà Lucia e che tanti peripezie dovrà patire: sarebbe pure pronto a scommettere la vita che il romanzo “I Promessi Sposi” racconta le vicende di un tale Lucio e di una tale Lucia.
Supponiamo che, sempre seguendo il mio delirio divulgativo interpretativo, trasformassi don Abbondio in un uomo coraggioso e rissoso. Di conseguenza, dovrei inserire pure una bella rissa, allorquando il nuovo don Abbondio, seccato per l’interruzione della lettura del breviario, non potrebbe far altro che scambiare ceffoni con i bravi.
Ma ancora; il delirio mi induce a cambiare pure il punto di vista, trasformando l’incipit dei Promessi Sposi in una descrizione singhiozzante con la quale Lucia spacca le palle del rematore della barchetta, anzi, cosa dico? del timoniere del motoscafo, ché sto mezzo mi pare più adatto che non una barchetta a remi, mentre Lucio, il suo promesso sposo, si dispera per un attacco improvviso di gastroenterite.
Chi leggesse la mia delirante versione dei fatti, che, per ipotesi, ho messo in Internet, crederà di leggere i Promessi Sposi e, molto probabilmente, sarebbe disposto a scommettere la vita su quelle circostanze narrative.
Supponiamo pure che si diffondesse la versione delirante dei Promessi Sposi: il primo effetto sarebbe la scomparsa del vero “I Promessi Sposi”; il secondo, che esiste la possibilità di raccontare qualsiasi cosa e che torme di babbei sono pronti a crederci.
Ancor oggi, qualche idiota ci crede ancora! E non venite a raccontarmi che fa dell’ironia, perché per fare dell’ironia è necessario accertarsi che entrambi i contraenti della comunicazione possiedano lo stesso registro decodificativo dell’ironico.


domenica, febbraio 04, 2018

Il pioppo nero





La natura spacca tutto. Come le foglioline sulla mia rampa cementata di garage


sabato, febbraio 03, 2018

Cavillando sull'amore







Può sembrare difficile, persino impossibile, legarsi per tutta la vita ad un essere umano. Bisogna superare lo scetticismo della società. Un'esperienza che la mentalità comune disistima e talvolta censura. Si ritiene che l'amore debba cessare e quindi la separazione tra gli sposi finisca per diventare inevitabile. E' un modo per sfuggire ad una realtà che può essere fatta anche di sacrifici e rinunce. L'amore coniugale comporta una totalità in cui entrano tutte le componenti della persona. Richiamo del corpo e dell'istinto, forza dell'affettività. Aspirazione dello spirito e della volontà. L'amore coniugale è un'esperienza ragionevole e piena di fascino. Dà un senso compiuto alla tua vita. Più che di eletti potrei affermare che è una vocazione.
Sì, è difficile abbandonare i propri egoismi e imparare a donarsi, muoversi verso l'altro, capire le sue esigenze e soddisfarle. E' necessario un cambiamento radicale nel proprio modo di vivere.





giovedì, febbraio 01, 2018

Non riesco a piangere









Allarmato da un tuo recentissimo post con il quale rispondevi ad un’amica comune, ho saputo da poco tempo del terribile dolore che stai soffrendo; ti prego, credimi, non si è trattato di pettegolezzo da forum, ma di un mio presentimento.
Sembrava che il forum fosse un “mondo” speciale dove il dolore non avesse spazio né presenza se non come argomento di chiacchierate.
Invece quella notizia, anzi il dolore che quella notizia incorporava, hanno riportato il mondo virtuale nella sua realtà.
Questa notte, mentre leggevo un libro che riporta poesie e meditazioni di Roberta de Monticelli, mi sei venuto in mente tu, il tuo dolore e l’impossibilità, tutta umana, di consolarlo.
La poesia è una specie di Requiem, sulla falsariga dell’Eterno riposo che, forse, da bambini recitavamo prima di addormentarci.