Tra cristianesimo e marxismo c'è una profonda e sotterranea parentela che non consiste tanto nella pretesa di educare l'umanità, quanto in una concezione del tempo, non più cadenzato sui cicli della natura, come lo era per i Greci, ma sui processi della storia carichi di promesse salvifiche, utopiche e rivoluzionarie. Se non si comprende questo, si rimane, come i più rimangono, in quella visione superficiale che contrappone il cristianesimo al marxismo sulla base dell'affermazione o della negazione dell'esistenza di Dio, che marca la differenza e nasconde quella sotterranea visione del mondo che li accomuna. A differenza dei Greci, per i quali il tempo, in quanto eterna ripetizione dei cicli della natura, non ospitava alcun senso, per la tradizione giudaico-cristiana, il tempo è fornito di "senso" dove «alla fine si realizza ciò che all'inizio era stato annunciato». E quando il tempo è fornito di un senso, nasce la "storia", dimensione del tutto assente nel mondo greco, dove gli "storici" Erodoto, Tucidide, si limitano a narrare le vicende di cui furono testimoni. Del resto la parola "hìstor". in greco, significa "testimone". Una volta tradotto in storia, gli eventi che accadono nel tempo sono sottratti alla loro insignificanza e proiettati verso una finalità: che per il cristianesimo è la salvezza che si realizza nell'altro mondo e per il marxismo il miglioramento della condizione umana da realizzare in questo mondo. Per quanto differenti siano gli obiettivi, ad accomunare le due visioni del mondo è la visione "escatologica" del tempo, dove alla fine (éschaton) si realizza quello che il cristianesimo annuncia e il marxismo si ripromette. La promessa cristiana non ha verifiche e la promessa marxista è storicamente fallita, ma non è esaurita la visione ottimistica della storia con cui il cristianesimo ha animato l'Occidente, contagiando col suo ottimismo la scienza che guarda il futuro non alla maniera greca come eterna ripetizione del passato, ma come "progresso", la sociologia come miglioramento delle condizioni umane, e in generale tutti i saperi le cui ricerche sono promosse dalla fiducia nel futuro che il cristianesimo e non altri ha istillato nella nostra cultura. Ma se è vero come ha annunciato Nietzsche che «Dio è morto», perché «non fa più mondo», dal momento che se tolgo la parola "Dio" non ho difficoltà comprendere il mondo contemporaneo, mentre se tolgo la parola "denaro" o la parola "tecnica" con tutta probabilità non capirei più come si muove il mondo, allora anche l'ottimismo che il cristianesimo ha immesso nella cultura occidentale, si spegne e. dalla "storia" carica di senso, si torna al "tempo" come successione di giorni senza finalità. Il denaro e la tecnica, infatti, non hanno altro scopo che il proprio accumulo (il denaro) e il proprio auto potenziamento (la tecnica), per cui non sono più "mezzi" per conseguire una finalità, ma, come oggi constatiamo sulla nostra pelle, "fini" da raggiungere in sé e per sé. Per chi non si rassegna a vivere in un tempo senza finalità, per chi non rinuncia a una visione escatologica del tempo come il cristianesimo e come il marxismo, non vedo che difficoltà si frapponga a un loro incontro, magari in nome del Vangelo, dove ai poveri era promesso un riscatto in «nuovi cieli e in nuove terre» per il cristianesimo, su questa terra per Marx.
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RispondiEliminaPossible ricerca correlata: Edvard Munch inger on the beach
Donna malinconica sulla spiaggia.
Penso che la disamina che hai fatto sia perfetta. Ciò spiega anche le sofferenze mentali del nostro tempo. Viviamo in un tempo fine a se stesso che non mira a uno scopo che dia un senso a questa vita ( anche se per il Cristianesimo il fine ultimo si trova in una dimensione spirituale, questo fine offre comunque un senso alla vita terrena). Non abbiamo più uno scopo a cui tendere, un fine ultimo verso le quali si indirizzano le nostre azioni. È per questo che ci sentiamo barcollare nel vuoto, è per questo che non troviamo più appigli sicuri a cui aggrapparci. Perché tutto ci sembra senza senso, per cui non vale più far sacrifici per niente, c’è solo la corsa sfrenata verso il denaro. Il denaro serve a soddisfare bisogni primari e piaceri, ma intanto l’enorme buco nell’anima non può essere riempito con i soldi, e siamo sempre più soli e infelici. Ovviamente sto facendo un discorso generico, che vale per le messe. Poi se parliamo di singoli individui, è naturale che ci siano ancora ( per fortuna) persone che fanno eccezione.
RispondiEliminaFine ultimo verso il quale si indirizzano *… mi correggo, avevo sbagliato a scrivere.
RispondiEliminaMasse al posto di messe. Quando scrivo dal cellulare la tastiera intelligente mi complica le cose 😅
Caterina, tu sei perfetta. Commenti illuminanti senza la minima sbavatura.
EliminaUn bellissimo post che condivido. Quando la vita perde di senso non ha più senso vivere, questo è il più grande dramma che può colpire un essere umano.
RispondiEliminasinforosa
Il fine ultimo abbraccia tutte le azioni dell'uomo. Se non lo conosce, oppure è sballottato di qua e di là dal dubbio, comincia a barcollare per poi cadere.
EliminaCiao Gus, buon pomeriggio. Riflessioni le tue assai ben espresse che condivido nella sostanza. Proprio Nietzsche affermava: “Chi ha un perché abbastanza forte... può superare qualsiasi come”.
RispondiEliminaOggi le prospettive marxiste e cristiane - per ragioni che non sto qui a ribadire perché scriverei un post nel post -andrebbero recuperate in un orizzonte post marxista e post cristiano. E andrebbe trovato un senso basato sulla salvaguardia del pianeta, sulla riscoperta della fratellanza e della solidarietà universale, come hanno scritto Hans Jonas ed Edgar Morin. Grazie ancora per le tue riflessioni, ricche di valenza esistenziale e antropologico-storica, più che malinconiche!
Il marxismo, nella sua visione finale, ipotizza una società con uomini di pari dignità. Purtroppo alla prova dei fatti l'idea si è dimostrata un'utopia.
EliminaLa prospettiva cristiana deve superare il muro dell'egoismo per trovare dall'altre parte l'Amore.
"La promessa cristiana non ha verifiche e la promessa marxista è storicamente fallita". Sempre un po' troppo radicale a mio avviso.
RispondiEliminaUn affermazione simile sarebbe valida se avessimo la certificazione che il mondo finisca domani. Lascia stare che stiamo andando nel burrone a ruota libera, questo sono il primo a constatarlo.
Ma posso dire a cuore aperto che non abbiamo verifiche in entrambi i casi, possiamo solo avere fede e speranza, e quelle non moriranno mai, neanche con le più catastrofiche previsioni.
Franco, i nazisti, 30 milioni di russi morti, la bomba atomica sono accadimenti del comandamento dell'Amore. La fede è il rispetto dei Comandamenti e la Speranza è una virtù che deve poggiare su un presente incoraggiante.
EliminaIl socialismo reale si è dimostrato come dittatura feroce.
Non ti sembrano verifiche?
Finché batte il cuore, no.
EliminaCosì è, anche se non ti piace.
EliminaCiao Gus! Buona domenica!
RispondiEliminaGrazie Irina.
EliminaBuona domenica del Signore.
Il senso "ultimo" della vita resta l'amore.. l'amore verso tutto ciò che gira intorno alla vita. Bisogna toccare sempre il fondo per potersi dare una spinta verso l'alto, verso una ripresa..mi trovo d'accordo con il pensiero di Franco, abbiamo ancora una possibilità di riscatto..io al contrario di molti credo invece che ci sia una nuova sensibilità, che sta nascendo e che deve solidificare..è la nostra generazione che si pone tante domande e questa nuova presa di coscienza è trasmessa ai figli..non abbiamo la palla di vetro per il futuro ma le basi ci stiamo provando a metterle..
RispondiEliminaBuongiorno Gus, buona domenica
Ges, io non ho la palla di vetro, ma nemmeno gli altri la posseggono.
EliminaIo parlo della realtà, del vissuto, e non sono un sognatore.
Ciao.
Ti trovo particolarmente "scientifico" oggi.. ;)
EliminaLa Speranza è *già e non ancora*. Mancando il già tutto diventa un sogno.
EliminaIl senso della vita, qual è?
RispondiEliminaVivere per lavorare, accumulare ricchezza, o qualcosa di molto più alto?
I giovani di oggi forse hanno trovato la strada, lo scopo che dovrebbe accumulare tutti noi: proteggere la terra per preservare noi stessi.
Al ricco che accumulava tesori Gesù disse di vendere tutto e darlo ai poveri.
EliminaCiao Stefania.
Riflessione molto interessante, più che malinconica :D
RispondiEliminaGrazie Guido.
RispondiEliminaCiao.
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RispondiEliminaInteressantissima affermazione quella che riporti nel post e cioè che ridurre il rapporto tra Marxismo e Cristianesimo soltanto alla negazione del primo dell'esistenza di Dio nonché aggiungerei alla famosa affermazione di Marx che la religione è sempre stata l'oppio dei popoli, sarebbe tristemente riduttivo. Credo che certe forzature del marxismo fossero e risultino ancora oggi pericolose ed insensate, altri concetti forse, soprattutto il riferimento ad una equa redistribuzione della ricchezza, più giusta, non erano non sarebbero neanche adesso così sbagliate. Quanto al Cristianesimo, è in effetti una affermazione di speranza o meglio di fede e come tale non. dimostrabile ma al contempo anche capace di infondere luce nell'animo di chi ci crede. Diventa oppio dei popoli quando diventa legge al posto di precetti e dettami giuridici laici, oppure quando viene strumentalizzato dalle persone che dimostrano di non essere attente all'essenza del medesimo limitandosi ad osservare solo e soltanto un orizzonte ristretto rispetto all'infinito che hanno davanti ai loro stessi occhi.
RispondiEliminaLa religione è una percezione personale e deve restare fuori dalla politica.
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