Il governo Rumor, classica coalizione di un centrosinistra declinante, varò i provvedimenti contro la crisi petrolifera il 22 novembre 1973, un mese e mezzo dopo lo scoppio della guerra arabo-israeliana. Era come se un' immane saracinesca dovesse scendere sul paese del sole: un oscuramento, anzi, un autentico "effetto notte" come nel film di Truffaut uscito quell' anno. Con l' illuminazione pubblica ridotta del 40 per cento, ai colori di un autunno desolato si sarebbe aggiunto il buio precoce determinato dalla chiusura dei cinema e dei teatri alle 23, così come prescritto per bar e ristoranti, mentre l' orario limite per i negozi fu fissato alle 19, con l' obbligo di spegnere le insegne e di oscurare le vetrine. Il tg del primo canale, che era sempre andato in onda alle 20.30, un tipico orario mediterraneo, fu anticipato di mezz' ora. La crisi petrolifera era precipitata su un' Italia vagamente attonita, sospesa, impreparata: sono gli anni Settanta, «gli anni della maturità che non sapemmo avere», secondo Giuliano Amato. Il paese aveva accusato la crisi sorda del centrosinistra "storico", e la sua incapacità di fare le riforme che la società e l' establishment attendevano. Il Sessantotto e l' autunno caldo avevano spazzato via le ultime illusioni. In numerose frange della sinistra, non soltanto quella extraparlamentare, si era formata la convinzione che il modello di sviluppo capitalistico fosse arrivato al capolinea. Anziché perseguire la crescita e la formazione della ricchezza, il paradigma più in voga predicava di distribuire equamente la povertà. Sotto questo aspetto il petrolio era qualcosa di oscuramente simbolico: era l' oro nero, il sangue minerale sottratto ai paesi derelitti, ai «dannati della terra» dell' ideologo terzomondista Franz Fanon, il prodotto della grande rapina dei ricchi ai danni poveri. O perlomeno un agente malefico del degrado ambientale. E se dunque la guerra del Ramadan, o del Kippur, secondo i punti di vista, minacciava di lasciare a secco il capitalismo avanzato, tanto peggio per il capitalismo: e per la società dei consumi. Al posto del progresso, totem tradizionale della sinistra, aveva preso forma la concezione di un mondo tristemente stazionario, con il salario "variabile indipendente", e il pensiero messianico del "nuovo modo di fare l' automobile". Metà moderno e metà drammaticamente arretrato, il paese era effettivamente in bilico. E non soltanto perché alcune fazioni della sinistra avevano sottoscritto l' idea che esistesse una condizione rivoluzionaria, e che dunque alle avanguardie operaie fosse consentito far partire l' esperimento sovversivo. Ma era l' intero paese a trovarsi in una condizione irreale, nel guado fra la modernità e la disperazione civile: tanto per dire, nell' estate del 1973 c' era stata la devastazione morale dell' epidemia di colera a Napoli, il segno di un tragico fallimento sanitario e di governo, un caso di folklore noir come piaga infamante su un' Italia inguaribile. Lo shock petrolifero sembrò rappresentare un colpo mortale all' Italia dell' industrializzazione precaria, afflitta da un' inflazione "non europea", superiore al 10 per cento e dalla prospettiva di una situazione politica paralizzata. L' embargo dell' Opec diede la sensazione che la catastrofe ventura fosse l' unica realtà con cui fare i conti. Certo, il pessimismo aveva le sue ragioni. La tragedia cilena di Salvador Allende, avvenuta l' 11 settembre, aveva lasciato uno strascico emotivo fortissimo, inutilmente ribaltato nel paradosso dal canto sentimental-politico degli Inti Illimani: «El pueblo unido jamas sera vencido». Non c' era in fondo da stupirsi se l' Italia era considerata "l' homme malade" del continente: ne fa fede una copertina di Time, con l' immagine di Enrico Berlinguer su uno sfondo rosso e lo strillo "The Red Threat", la minaccia rossa. Ma in quel ' 73 la minaccia era economica prima che politica. Con il prezzo del barile alle stelle, e con la benzina che avrebbe toccato un prezzo vicino agli attuali due euro al litro, e non c' è dubbio che la crisi era autentica, di portata mondiale, ineludibile. Eppure la terapia fu davvero italiana, basata sulla certezza che a una malattia reale si potesse rispondere con una cura figurativa. Certo, anche gli altri paesi occidentali reagirono alla crisi con misure che toccavano lo stile di vita collettivo: ma qui da noi ci si mise un sovrappiù di paternalismo, come se si trattasse di una giusta punizione per gli sprechi del passato, per le irresponsabilità di chi si era fatto travolgere dalla motorizzazione e irretire dal consumismo. Il bianco e nero della televisione di Stato appariva perfetto per restituire il colore dell' epoca, una sfumatura di grigi, un clima psicologico moralistico, quasi punitivo. Si trattava del trionfo inaspettato dell' "austerity", un termine che era stato ripescato da Aldo Moro ai tempi della "congiuntura" di dieci anni prima, allorché il duo Carli-Colombo aveva imposto una dura stretta finanziaria a un paese troppo allegro, e che adesso ridiventava parola corrente. Pronunciata all' inglese, l' austerità aveva un che di churchilliano e di inevitabile, con tracce doverose di sangue, sudore, lacrime e patriottismo. L' austerity era l' ineluttabile. Non una scelta governativa, bensì un obbligo imposto dalla durezza delle circostanze. Tuttavia era anche in sintonia con il clima generale del paese: se gli anni Sessanta sono testimoniati dall' euforia artificiale de La dolce vita o del Sorpasso, i Settanta, anni di piombo e al momento anni di (scarso) petrolio producono un capolavoro come Amarcord, in cui Federico Fellini guarda a ritroso, a una Rimini trasognata e nebbiosa, provinciale ed eterna, oppure l' epopea funebre realizzata da Luchino Visconti con Ludwig, che fissa la trilogia decadente, anzi mortuaria, composta da La caduta degli dei e Morte a Venezia.
di EDMONDO BERSELLI
Repubblica.it
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RispondiEliminaPossible ricerca correlata: crisi petrolifera 1973
Domani un altro post: il metano ti dà una mano.
EliminaUn Paese felicemente denuclearizzato e che ha smesso di trovare metano e petrolio.
RispondiEliminaEssì, tanto ce lo vende Putin.
30 anni fa ne estraevamo 30 miliardi di m³ l'anno, ora circa 4 e importiamo dalla Russia quasi il 40% di quello che consumiamo. Cosa cambia con l'invasione dell'Ucraina?
RispondiEliminaEccome se me la ricordo l'Austerity di quegli anni. La recessione economica andò avanti in tutto l'Occidente per un certo numero di anni (credo sino all'inizio degli anni '80) la crisi del petrolio, il golpe in Cile.
RispondiEliminaA Genova nel quartiere dove abitavo c'era la Casa dello Studente che accolse un gran numero di studenti universitari cileni in fuga. Il porto petroli di Genova andò in crisi e mandò in crisi l'intera città, la regione e gran parte delle industrie del nord Italia.
Interessante il dato che hai fornito sull'estrazione del gas in Italia. Infatti anche nei porti di Genova e La Spezia arrivavano da sempre le navi gasiere dal nord africa (principalmente Algeria e Tunisia) ma anche tanto gas proveniva dalle estrazioni create in Italia da Enrico Mattei (Agip e poi Eni).
Affidarsi al gas russo con il 40% di consumi è stato un errore enorme, depauperando ciò che l'Italia già faceva in questo settore, un errore geopolitico enorme. Adesso, come in altri casi, bisogna inseguire l'emergenza. Forse è la volta buona che si creino le basi per un nuovo sistema di creazione di fonti energetiche? Da questo punto di vista leggo parecchie novità in Italia e in Europa. Ma ci vogliono i rigassificatori, gli stoccaggi e altro sistemi...
Bella lettura quella di oggi.
Un salutone
Grazie Acca.
EliminaLa cosa più triste è che con il gas che importiamo dalla Russia incassano circa 100milioni di euro al giorno. Sommando la Germania e altri Paesi dell'Unione Europea con questi soldi facciamo sopravvivere i russi che comprano armi per ammazzare gli ucraini. Non siamo preparati all'emergenza su gas e petrolio e la faccenda seguiterà almeno per un anno, a meno che Putin chiuda i rubinetti verso l'Europa.
Non abbiamo una via di fuga alternativa. E' una tragedia.
La guerra economica gli USA la reggono perché hanno più gas e petrolio della Russia, mentre l'Europa è messa male.
Un salutone.
E voi, tutti i paesi della NATO, inviate armi in Ucraina gratuitamente e inviate i vostri mercenari a uccidere russi e ucraini.
EliminaDurante la seconda guerra mondiale, l'Italia ha combattuto dalla parte di Hitler, e ora l'Italia, nella tua persona, sostiene i nazisti ucraini.
Non sai niente. Non hai visto un solo rifugiato dall'Ucraina, non hai parlato con queste persone. Non sai la verità sull'Ucraina e su Zelensky. I tuoi media ti stanno mentendo.
Irina, tu devi capire che c'è una differenza tra democrazia e dittatura.
EliminaA te piace l'uomo che somiglia agli Zar, mentre per me gli abitanti di un Paese hanno il diritto di esprimere pe proprie opinioni.
In Russia non si può fare. Chi ci prova va in carcere, anche bambini e vecchi, mentre i meno fortunati vengono ammazzati.
In Ucraina, nelle ultime elezioni il partito di destra ha ottenuto solo l'uno per cento dei voti.
Se c'è una persona che non sa, sei proprio tu.
L'Italia ha subito Mussolini, ma i partigiani hanno liberato la Patria dal fascista.
Pensa a quello che ha combinato Stalin e goditi Putin e gli oligarchi russi.
Nel tuo Pese non esiste informazione che non sia governativa.
EliminaLa Russia ha invaso una nazione perché vuol entrare nell'Unione Europea e nella Nato.
Scrivi sciocchezze.
Non ho vissuto in quegli anni, ma conosco questa storia buia. Però a quei tempi l'Italia non era così dipendente dalla Russia per quanto riguarda il gas. Oggi non è concepibile, credo, l'austerità come fu pensata in quel periodo. Tra l'altro se ci stacchiamo dalla Russia, gli altri paesi ci venderebbero il gas a prezzi decisamente superiori, almeno triplicati rispetto a quelli che paghiamo ora.Insomma non siamo messi per niente bene. Proprio ieri Ursula Von Der Layen ha presentato il piano per tagliare le importazioni del gas russo, ma a partire dal 2027...questo la dice lunga su quanto è complicata la situazione.
RispondiEliminaIo ricordo che un giorno potevano circolare le automobili con le targhe pari e l'altro quelle con le targhe dispari.
EliminaRicordo anche che il gas era prodotto usando il carbone.
Da quando è scoppiata la guerra tra Russia e Ucraina il metano ci costa quattro volte di più.
Nel trimestre corrente (Gennaio-Marzo 2022), l'ARERA ha fissato il prezzo gas al metro cubo a 0,879436 €/Smc. Nella tabella sottostante possiamo vedere lo storico dei prezzi gas nel 2021:
Trimestre
Prezzo gas
Gen-Mar 2021
0,173305 €/Smc
Apr - Giu 2021
0,197884 €/Smc
Lug - Sett 2021
0,285805 €/Smc
Ott - Dic 2021
0,499211 €/Smc
Gen - Mar 2022
0,879436 €/Smc
Io l'unico grave rischio di buio lo vedo se di fronte a questa terribile guerra non apriamo gli occhi sul fatto che vogliono votare l'estensione del Green Pass per altri 18 mesi.
RispondiEliminaAnche le vaccinazioni saranno obbligatorie per almeno due anni.
EliminaRicordo quell'anno, ma allora ero molto giovane e non ero pienamente consapevole di tutto ciò che ruotava attorno a quell'austerity, ora le cose mi sono molto più chiare e la vedo "buia" per il tempo a venire e per tutti noi.
RispondiEliminasinforosa
Mangiare anche un piatto di spaghetti diventerò un lusso.
EliminaTorneremo alla polenta.
Io ricordo bene gli ani dell'austerity.Tu dici che mangeremo polenta,io la preferisco al pane.Ciao
RispondiEliminaHo solo un vago ricordo della polenta.
EliminaCiao OLga.
Secondo una valutazione pessimistica, gli italiani avevano trasformato una tragedia in un picnic; per i meno maldisposti verso il carattere italiano, la cupezza dell' inverno del 1973 era stata illuminata dalla fantasia nazionale. Con un graffio d' ironia surreale, l' indimenticato Rino Gaetano avrebbe sintetizzato cantando: «Il riscaldamento centralizzato più ti scalda più ti conviene / Niente carbone, mai più metano / pace, prosperità e lunga vita al sultano»
EliminaLa Russia odierna, che non poggia su nessuna base ideologica in particolare, non può vantare alleati che ne condividano i valori politici, ma solo Stati clientelari e Stati dipendenti.
EliminaQuindi questa Russia perdendo il marxismo non ha più potere aggregante. Anche la Cina prende le distanze dalla Russia.
Nell'Occidente i Paesi raggiungono la coesione in nome della democrazia.
La guerra fredda che sta caratterizzando il mondo attuale è diversa dalle precedente. La Russia ha già perso e vive dentro una bolla che le pesanti sanzioni America-Europa faranno scoppiare.
La frenesia di Putin nel voler distruggere l'Ucraina diventa un suicidio politico.
Ha sbagliato il Comune. Raggruppate persone e fate vedere al Sindaco che sta sbagliando e non ascolta il nostro Governo:
RispondiEliminaRoberto Cingolani: "Non abbiamo bisogno di abbassare i termosifoni. Invece anticipiamo il riempimento degli stoccaggi di gas"
di
Giuseppe Colombo
Intervista al ministro della Transizione ecologica: "Ieri abbiamo addirittura esportato metano e i flussi che arrivano dalla Russia non solo sono regolari, ma più abbondanti di un mese fa"
11 Marzo 2022
"Tutti parlano di abbassare i termosifoni e di ridurre l'illuminazione pubblica, ma al momento non ce n'è bisogno. Ieri, dopo tanto tempo, abbiamo addirittura esportato il gas e i flussi che arrivano dalla Russia non solo sono regolari, ma addirittura più abbondanti di un mese fa". È il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani a spiegare perché non è il momento di parlare di un razionamento dei consumi energetici.
Il costo del metano è aumentato di quattro volte. Bisogna resistere perché questi aumenti finiranno quando cesserà il conflitto Russia-Ucraina.
RispondiEliminaDagli anni '70 ad oggi sono cambiati solo i suonatori la musica resta la stessa..forse c'è un difetto di base(di sviluppo)??????
RispondiEliminaBuona giornata gus
La musica è peggiorata e i suonatori si sono adeguati.
RispondiEliminaIn casa mia, da quando sono nati i miei figli (1960 e un pezzetto) la parola d'ordine era "risparmio" e lo è ancora oggi! Bacio Gus
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