sabato, gennaio 12, 2019

L'amarezza di un volto







Commesse che lavorano dalle sei di mattina alle dieci di sera. Paghe da fame. Nessun diritto sindacale e frequenti abusi. Dietro le luci delle vetrine, ci sono spesso condizioni di vero sfruttamento e di illegalità.
Da quando è iniziata la recessione, sono entrati in crisi non solo i piccoli negozi ma anche i supermercati e i centri commerciali sostituiti dalle bancarelle dove si compra un maglione a tre euro. Ora vanno a fare shopping, senza vergogna, anche quelli che una volta rappresentavano il “ceto medio”
I supermercati e i centri commerciali sono luoghi terribili ,le casse nei loro passaggi obbligati costringono ad interminabili attimi di stupida sospensione, così gli uomini devono guardare altri uomini. Non c'è l'attesa della fila delle Poste, o lo straniamento della metro, lì sei in un budello di terra e un treno corre veloce, le porte si aprono e l'umanità ha pensieri visibili. Alle casse dei supermercati, il tempo si spacca e la stupidità della fila ci rende abietti. Ho visto un uomo con un volto amaro, così sferzatamene rancoroso, così eloquentemente in disaccordo con il resto del mondo. Una foto d'altri tempi, in bianco e nero, la scriminatura perfetta sui capelli radi e perfettamente ordinati, il viso magro di chi si porta sulle spalle qualcosa di pesante  e quella smorfia di disgusto nella piega della bocca che attraversava una guancia come una piaga incurabile. Quale vita avrà attraversato quell'uomo? Ho allungato lo sguardo sul corpo, sui pantaloni marroni che dilagavano su gambe inesistenti  a causa della sua magrezza. Ho pensato a qualche malattia con la morte già prevista. Qualche mese, un anno al massimo.









85 commenti:

  1. http://espresso.repubblica.it/attualita/cronaca/2013/02/12/news/centri-commerciali-il-buco-nero-1.50783

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  2. Io non vado quasi mai nei centri commerciali che rappresentano la metafora del consumismo. Si vendono oggetti inutili, la musica assordante.
    Guardo la gente e può capitare di non vedere qualcosa di bello.

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  3. Mi raccontava un'amica:

    Eravamo partiti in 112, alla fine ci scelsero in tre: mi sentii gasatissima. Ho lasciato dopo appena un mese, non so descrivere quello che provavo andando in quel posto, forse lo hai delineato tu: ma la notte sognavo Bauman incacchiatissimo, sognavo lui che mi brandiva davanti il suo "Does ethic have a chance in a world of consumers?" e mi chiedeva se era quella la vita che volevo... E sono andata via; certo, non avevo ancora dei figli, una famiglia: eravamo io e i miei ideali, la mia etica, le mie linee guide ad una vita che avesse per me un senso e soprattutto un significato individuale...

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  4. Ciao Gus, anch'io non amo i centri commerciali...se posso, li evito acquistando quello che mi serve in piccoli alimentari dove si trovano ancora i prodotti tipici! è vero però che i centri commerciali offrono posti di lavoro, seppur con stipendi bassi... sempre meglio di niente, non credi?

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    1. Il lavoro è importantissimo, ma non si giustifica lo sfruttamento del lavoratore.
      Da quando la Cgil ha aperto il sito dissociati.it , gli "associati in partecipazione" hanno cominciato a venire allo scoperto, inviando testimonianze che rivelano anni di prepotenze, frustrazioni e abusi. "Orari che vanno dalle 6.30 del mattino fino alle 22, turni massacranti per un monte ore che supera in taluni casi le 40 ore settimanali, straordinari non pagati", scrive il commesso di una catena di librerie. "Io sono arrivata a guadagnare in un mese 295 euro - denuncia l'addetta di un negozio di biancheria per la casa - Pur essendo presente tutti i giorni nel punto vendita, otto ore al giorno che diventavano dodici, tredici o anche quattordici nei periodi dei saldi o sotto Natale".
      Da quando la Cgil ha aperto il sito dissociati.it , gli "associati in partecipazione" hanno cominciato a venire allo scoperto, inviando testimonianze che rivelano anni di prepotenze, frustrazioni e abusi. "Orari che vanno dalle 6.30 del mattino fino alle 22, turni massacranti per un monte ore che supera in taluni casi le 40 ore settimanali, straordinari non pagati", scrive il commesso di una catena di librerie. "Io sono arrivata a guadagnare in un mese 295 euro - denuncia l'addetta di un negozio di biancheria per la casa - Pur essendo presente tutti i giorni nel punto vendita, otto ore al giorno che diventavano dodici, tredici o anche quattordici nei periodi dei saldi o sotto Natale".
      Ciao Roberta.

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  5. Io quando sono in coda al supermercato generalmente guardo la spesa altrui.
    Non amo affatto le code, ma alle poste in genere prendo il mio bigliettino e aspetto mettendomi lontano dalla folla.
    Quando aspettavo il treno invece la mente era impegnata dai classici "pensieri": treno in anticipo, treno in ritardo, dove mi siedo..ahah..
    Sull'uomo che hai incontrato al supermercato: credo che sia così, la tua interpretazione mi sembra (purtroppo) corretta.
    Invece nelle bancarelle da tre euro ci va a fare la spesa talvolta anche chi poi gira con il macchinone o fa un mese di vacanza...(poi per carità, ognuno spende i soldi come vuole)

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    1. Da sempre il centro commerciale mi mette tristezza. Le commesse dietro una cassa come possono realizzarsi in quella confusione.
      A me piace vedere le persone allegre e quel signore era veramente conciato male.

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  6. E' vero anch'io la penso come te ...ci saranno anche isole felici ma anche posti dove le persone sono numeri, postazioni. Tu ha la dote di guardare le persone, di capirle, intuire il vissuto, i problemi e se riesci ad entrare in contatto col suo mondo... diventa ancora più pesante -- è una vita che lavoro a contatto col pubblico ...ho iniziato da bambina ....a volte mi sento ubriaca ...ora devo smaltire il tuo mondo è molto umano buona serata Gus

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    1. Ma che fai, ti trasformi in donna e ti commenti da solo? 😂😂😂😂

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    2. Non posso dire chi è. Sono maschio DOC e non mi commento da solo.
      Io seguito a eliminare e forse alla fine dovrò commentarmi da solo.

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    3. Oggi è domenica. La gente va a spasso, soprattutto i giovani. Gli anziani stanno attaccati al pc a commentare. Dai tempo ...

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    4. Strano il tuo blog Gus, ha ragione Farfalla...succedono cose strane...

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    5. E avevo ragione anche qui. Franco Battaglia è facilmente rintracciabile. Dovrei chiedergli due cosine 😁😂

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  7. Il culmine dell’intelligenza umana consiste veramente nello sfondare, proiettandosi verso l’infinito mistero, anche gli spazi ristretti nei quali spesso l’uomo è costretto a vivere. Solo così la ragione “culmina nel sospiro e nel presentimento che l’infinito si riveli”. Nel sospiro e nel presentimento che il mistero si riveli, l’intelligenza umana valica il proprio limite. Il sospiro è un modo di sentire le cose pieno di attesa, di desiderio e di commozione. Ma il sospiro non può che essere un desiderio velato di malinconia. Il sospiro è trafitto da “gemiti inesprimibili”. Il presentimento è la facoltà positiva e liberamente impegnata di percepire che la realtà è un insieme di segni che rimandano ad altro; talvolta siamo in grado di scioglierli, ma spesso non ci è dato di farlo. Non per questo la ragione viene a soffrirne, purché si adatti a riconoscere che oltre la realtà “c’è altro”, di cui la realtà è il segno visibile.

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  8. La realtà virtuale apre nuove strade alla creatività
    e all’educazione, rimettendo anche in discussione
    le forme tradizionali di comunicazione, con serie
    implicazioni antropologiche.
    La città moderna è relativista: tutto è legittimo, e
    possiamo cadere nella tentazione di credere che, per
    non discriminare, per includere tutti, a volte
    dobbiamo relativizzare la Verità.
    Ma questo non è giusto.
    Dobbiamo smettere di nascondere
    il dolore delle nostre perdite e assumerci la
    responsabilità dei nostri crimini, della nostra apatia
    e delle nostre bugie, perché soltanto attraverso
    una riconciliazione riparatrice saremo resuscitati
    e, in questo modo, non avremo più paura di noi stessi.
    Anche la Chiesa è consapevole della responsabilità
    che tutti portiamo verso questo mondo, verso
    l’intero creato, che dobbiamo amare e custodire.
    Noi possiamo fare molto per il bene di chi è più
    povero, di chi è debole e di chi soffre, per favorire
    la giustizia, per costruire la pace.

    

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  9. Quello che è accaduto a Gela in provincia di Caltanissetta fa pensare
    che la storia che sto scrivendo non possa che riguardare fatti di
    mafia o di racket.


    Invece, non è così.


    Quello che è accaduto nella cittadina siciliana oscilla
    tra un soffio di romanticismo e una ventata di solitudine.

    Nella villa comunale tra palme e ficus si incontravano colf,

    bambinaie, badanti dell'Est e vecchietti soli che avevano un

    passatempo.


    Veloci toccatine a gambe, tette e chiappe di ragazze romene,
    polacche, albanesi e croate. Il problema è che il divertimento aveva
    un costo e un tariffario.


    Cinque euro per una pacca sul sedere, due per sfiorare le gambe e
    dieci per palpare un seno.


    Forse la vicenda sarebbe durata in eterno se un medico di Gela non
    avesse denunciato tutto al sindaco.


    Non lo ha fatto per becero moralismo. Il fatto è che i vecchietti
    pensionati Inps spendevano tutti i soldi che avevano per il loro gioco
    preferito.


    Forse ho inventato tutto.

    Ma può esistere una storia così?


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  10. I giovani di oggi hanno un'esigenza di autenticità
    che è sottilmente più acuta rispetto a un tempo.
    Ma l'impeto di autenticità che ha preso forma
    per contrasto con l'ipocrisia viene subito travolto
    da un nuovo conformismo.
    Allora l'agitarsi di questi giovani è
    molto più rabbia che un impegno.
    La conclamazione di valori ideologici
    strumentalizzati dal Potere finisce per stordire
    i giovani sempre più smarriti per l'insicurezza
    del loro cammino e l'impaccio nell'identificare
    una propria esigenza prevalente.
    Mancando un obiettivo di medio
    e lungo periodo alla fine vengono ingabbiati
    all'interno di un bisogno dominante che
    sembra quello immediatistico che
    si consuma giorno dopo giorno
    facendo scomparire l'autenticità iniziale.

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  11. Quando leggevo Leopardi non mi era amico. Rappresentava molto meglio di quello che avrei saputo fare io ,quello che io sentivo, ma non mi era amico: era un'autorità fuori di me. Un po' per curiosità, un po' per dovere ho incominciato a capire certe cose. Leopardi mi spiegava le ragioni del suo essere malinconico e io non condividevo. I suoi lamenti li sentivo veri ma aumentavano la mia malinconia. Un motivo in più per essere in contrasto con lui, ma non solo non ero in contrasto, anzi mi diventava amico. Avevo compreso che uno ti diventa amico nella misura in cui tu lo interiorizzi, vale a dire, comprendi le ragioni del perché lui ti rappresenta. Dostoevskij iniziò a scrivere "l'Idiota" e buttò giù molte delle riflessioni e degli appunti che lo portarono a "I Fratelli Karamazov" e al suo incompiuto disegno di grande romanzo. Dostoevskij supera l'ipotesi che sorge in Nietzsche di un nichilismo lieve, o gaio, propagandato come modo di vivere da "turista", un po' distaccato e scettico tra le cose belle e le difficoltà del mondo. Secondo Dostoevskij l'abisso dell'animo umano non si risolve nell'individuare una buona idea o una norma giusta, ma nel mistero della presenza di Cristo.

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  12. Veramente autorevoli sono le persone che ci coinvolgono con il loro cuore, con il loro dinamismo e con il loro gusto, nati dalla fede.
    Ma autorevolezza reale è allora la definizione dell'amicizia.
    L'amicizia vera è la compagnia profonda al nostro destino, al destino del nostro volto.
    E non è questione di temperamento.
    Ve ne può essere uno più effusivo e uno più discreto e cauto.
    L'amicizia vera si sente nel cuore della parola e nel gesto della presenza.
    Quell'autorevolezza lì, nasce dall'intima adesione alla verità, e secondo me e ci si riconosce nel silenzio della verità vera.
    Tanti anni fa lessi un preziosissimo libretto di Cantalamessa 'Obbedienza' dove spiegava che l'autorevolezza di Gesù nasceva dalla sua profonda sottomissione alla volontà del Padre e gli altri lo percepivano, e le sue non erano parole ma frutto di un'obbedienza reale alle parole pronunciate, vita vera, insomma.

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  13. Emmanuel Lévinas ha parlato della "tentazione della tentazione". È lo stato dell’essere tentato ciò che in realtà desideriamo, non l'oggetto che la tentazione promette di consegnarci. Desideriamo quello stato, perché è un'apertura nella routine. Nel momento in cui siamo tentati ci sembra di essere liberi: stiamo già guardando oltre la routine, ma non abbiamo ancora ceduto alla tentazione, non abbiamo ancora raggiunto il punto di non ritorno. Un attimo più tardi, se cediamo, la libertà svanisce e viene sostituita da una nuova routine. La tentazione è un'imboscata nella quale tendiamo a cadere gioiosamente e volontariamente.
    I "legami umani" in un mondo che consuma tutto sono un intralcio?
    "Sono stati sostituiti dalle "connessioni". Mentre i legami richiedono impegno, "connettere" e "disconnettere"è un gioco da bambini. Su Facebook si possono avere centinaia di amici muovendo un dito. Farsi degli amici offline è più complicato. Ciò che si guadagna in quantità si perde in qualità. Ciò che si guadagna in facilità (scambiata per libertà) si perde in sicurezza.

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  14. Non si può guardare un uomo senza uno sguardo teso verso la prospettiva del suo destino.
    Solo da lì, dalla consapevolezza, dalla visione vera dell'altro, nascono i sentimenti più alti, ed è così che si manifesta l'Amore incondizionato: quello solo capace di rinnegare se stesso e di rinunciare al proprio ego a favore dell'altrui bene, ultimo andando a proiettarsi nell’attesa del domani seguendo al contempo la filosofia intrinseca del tutto nell'ora per allora. Se qualche volta trovate il tempo di andare in auto a ovest in County Clare, lungo la Flaggy Shore, a settembre o ottobre, quando il vento e la luce si azzuffano così che da un parte l'oceano è pazzo di schiuma e bagliori, e all’interno fra le pietre la superficie di un lago color ardesia è illuminata dal lampo terrestre di uno stormo di cigni, le piume scompigliate e soffiate, bianco su bianco, le teste adulte dall'aria ostinata
    sommerse o affioranti o indaffarate sott'acqua.
    Inutile pensare di posteggiare e cogliere la scena più completamente.
    Passano cose note e ignote mentre forti morbide folate prendono l'auto di sbieco e sorprendono il cuore sovrappensiero e lo aprono d'un soffio.
    Anche qualche pensiero di Seamus Heaney

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  15. Forse sono le 'scelte' a fare la differenza. La maggior parte del mondo abituale sta con il nero e il bianco insieme, insomma un coperchio per ogni pentola pur di aver una vita tranquilla, ma l'adrenalina che distingue i giorni (spesso anche nella sofferenza) è la fedeltà e la sequela a una 'scelta' che ti costringe a schierarti e a rimanere 'vivo', come diceva Oriana Fallaci, sempre con il fucile in mano alla finestra, a difesa dei tuoi valori.
    Vero è che spesso le persone a sostegno delle stesse scelte, possono fare la differenza, anzi, ci sono momenti in cui sono necessari per non “mollare il passo” ma l'Amico per eccellenza è sempre uno solo e quello e Lui non ci abbandona.
    Credo che sia questa la condizione umana: non poter avere mai la visione d'insieme.
    D'altra parte in questo modo ciascuno si esprime tutto quello che accoglie e capta della realtà in cui siamo immersi.
    L'individualità ci rende persone, belle o brutte, secondo le nostre scelte.
    Diamo per scontato di avere fede. Ci siamo abituati alla Messa domenicale o giornaliera. Sì facciamo tutto per abitudine fino a quando un'autocoscienza, che prima di tutto è una percezione chiara e amorosa di sé, non ci fa capire che l'Amore a Dio deve rinnovarsi ogni giorno. Rinnovare la consapevolezza al proprio destino.


    

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  16. L'habitus mentis della filosofia è il non credere a ciò che si vede: l'esempio che si riporta è il bastone immerso nell'acqua che al nostro occhio appare piegato. Occorre farlo riemergere per accorgersi che è diritto.
    Viceversa la fede deve credere a ciò che non si vede. Senza questa fiducia priori, non sarebbe fede.

    Sono due ambiti legittimi, autonomi nei loro confini. Come due parallele che non s'incontrano e potrebbero confrontarsi, anche condividere alcuni punti non oltrepassando le rispettive competenze.

    Ultimamente in numerosi saggi spesso proposti dalle gerarchie ecclesiali è palese la pretesa di compatibilità, ma sottintendendo la supremazia della Verità rivelata, anche con implicazioni scientifiche, come il creazionismo, Il Disegno Intelligente, ecc.

    Nelle università prende piede il pensiero post metafisico, salvo qualche residuo del vecchio accademismo anti relativista.
    Il senso comune scambia ancora la filosofia per ancella della teologia con conseguenze anche sul dibattito etico, sulle nuove etiche e bioetica.

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  17. Nel romanzo "Furia" Salman Rushdie definisce New York una città di mezze verità ed echi che in qualche modo domina la terra. Si può odiare questo dominio oppure si può celebrarlo, o ancora rassegnarvisi, ma resta un fatto: New York è il plesso culturale della realtà americana, in tutto il suo eclettismo, la sua emotività, la decadenza, l'intelligenza e il potere. Le mezze verità non sono sufficienti perché l'uomo occidentale, nonostante il suo sapere corre il rischio di arrendersi davanti alla questione della verità. New York è la città ideale per chiedere:" Voi cosa state cercando?" e chiedersi: "Io cosa sto cercando?". La curiosità di una domanda allarga la ragione perché dilata l'orizzonte del conoscibile. Il cuore intuisce già che l'orizzonte è più ampio di quanto il mondo oggi affermi. La nostra capacità di indagare le cose con la ragione è ispirata dal presentimento del cuore che esiste qualcosa di più grande. Si chiama esigenza di infinito o brama di verità.

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  18. Molti dei giovani che hanno commesso gli attentati in Francia erano nati in quel Paese, erano francesi di seconda o terza generazione.Eppure sono arrivati a una situazione in cui non hanno potuto percepire nella società francese qualcosa che risultasse per loro più interessante della violenza.
    La secolarizzazione è il risultato dell'incapacità dei cristiani occidentali di trasmettere in modo attraente la fede cristiana. E' accaduto a noi e a loro, e dallo stesso vuoto, degli uni e degli altri, può nascere il fascino del terrorismo. O le persone incontrano qualcosa per cui valga la pena vivere o, in caso contrario, possono abbandonarsi all'estremismo. La vita di una persona non cambia con dei richiami etici. Le persone devono vedere che qualcuno li aiuta, si preoccupa di loro, offre loro gratuitamente la possibilità di imparare (Julián Carrón).

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  19. Se c'è una cosa che ho capito è che nei momenti di difficoltà e di dubbi collettivi la chiacchiera s'impenna vertiginosamente. Chiunque chiacchiera sotto l'effetto macabro di qualcosa e propone una soluzione qualsiasi direttamente o indirettamente, una via assolutamente giusta di considerare le cose anche in buona fede, spesso sta prendendo in giro se stesso. Il vento esiziale della chiacchiera sul testamento biologico come antidepressivo giornaliero è la nuova ricompensa al vivere da guerci in cui il Potere ci ha costretto per secoli e secoli. Adesso finalmente siamo più liberi e capaci di sdoganare frasi del tipo “nei tuoi occhi vedo la luna; ho deciso di volerti bene; quando sarai moribonda, ci sarò io accanto a te”. Il primo appuntamento da innamorati si farà allo spaccio di un qualsiasi policlinico o in qualche distretto dell'Ausl ,ordinando un doppio misto di paccottiglia con salsa piccante il tutto gustato sotto forma d' alimentazione forzata .Lo scambio di sondini naso gastrici in un'atmosfera pulp servirà a dirsi “ti amo” ci si parlerà- guardandosi negli occhi- del futuro stato di coma in cui prima o poi uno dei due dovrà trovarsi. Gli argomenti piccanti e i momenti più focosi saranno su come e quando staccare la spina. Il venerdì, a lei porta sfiga e nemmeno il 17 va bene a lui, mentre il sabato sera per entrambi sarà fichissimo. Alle belle giornate non bisognerà togliere nulla e il testamentino fine-vita, servirà da passe-partout per lo stadio, o al teatro per le prime file. L'unica accortezza in tutto questo new deal dell'amore macabro è di non imprecare mai tornando a casa dopo una giornata di lavoro andata per il verso storto frasi del tipo: “Non ce la faccio più o sono stanco morto”.


    

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  20. Gus, sei rimasto solo?
    Ci sono io tranquillo ❣️
    Gus... io non posso dire di aver subito tanto. Ho avuto una vita ingrata,questo si, una famiglia con tanti problemi di salute che mi ha fatto crescere in fretta
    La mia forza si vede dallo sguardo. Dagli occhi. Non mi sono mai arresa nemmeno alle malattie Ai disonesti e presuntuosi, e sono sempre in prima linea a difendere i più sfortunati.

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  21. Ciao Sissi.
    Ho trovato i resti di un aggregatore con alcuni post interessanti. Li ho copiati e ho chiuso l'aggregatore obsoleto.
    Lo so che sei forte.

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    1. Ah adesso capisco. Ma non era più semplice farne dei post, invece di metterli come commenti? Buon pomeriggio domenicale.

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    2. Io forte? E invece sono molto fragile Gus.
      Bacio 😘

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  22. Sissi, ieri sera ho visto la Juve in Coppitalia e un film con James Dean. Il ragazzo che ha cambiato il modo di recitare. Veramente un innovatore. Nei film si capisce che lui vive in un modo disordinato. Va con le donne, per esempio Marylin Monroe, ma sta bene anche con i maschi. Con Marlon Brando, che aveva qualche anno più di lui, intreccia un rapporto sado-maso bestiale. E' morto a soli 23 anni in un incidente stradale.

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    1. La feccia del calcio e poi un gran bel film. Bello mischiare.

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    2. Piaceva anche a te James Dean?

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    3. Ho visto il film "Bohemian Rhapsody",mi sono sempre piaciuti i Queen, ma Freddy era divino, resterà a tutti nei ricordi di sempre. Immortale.
      Lo ascolto e riascolto tutte le sere. Ma quando ho ascoltato le sue risposte alle interviste sono rimasta troppo delusa...risposte banali, era troppo agitato, fumava e beveva continuamente, parlava velocemente, sembrava uno... schizzato, forse già lo era.
      Io non capirò mai il perché personaggi molto fortunati e di enorme talento spesso finiscono male, malissimo. L'uomo deve sempre superare l'artista. Peccato, era davvero un grande, indimenticabile.

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    4. A me Dean proprio no, troppo "signorine" come DiCaprio, Pitt, ecc...
      Ha ragione il bellissimo (da giovane) Delon che sosteneva che la generazione dei nuovi attori non sono veri uomini (qualcuno ha vinto anche l'oscar) Lui era troppo bello per vincere ☺️. L'uomo più bello delmondo resiste ancora per me.
      Ha avuto una vita molto travagliata, non facile. A 16, 17 anni si era già arruolato nella legione straniera diretto in Indochina. Ci è stato 2 o 3 anni credo, poi ha svolto lavori umili prima di incontrare fama e successo. Ha subito invidie e cattiverie, guai con la giustizia senza mai ripudiare le sue amicizie. Dopo il declino e l'inevitabile depressione resiste ancora a 83 anni. Vive solo con i suo amati cani a Ginevra. Forse per i suoi eccessi è invecchiato male, mentre altri attori, dopo gli "anta", sono diventati più affascinanti.

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    5. Mi ha commosso la straordinaria vita di Freddie. Ho pensato alle difficoltà incontrate a cominciare dagli incisivi sporgenti da coniglio e finire con la sua prematura scomparsa.
      Mi ha commosso un uomo che si presenta con coraggio per quello che è. Una persona che magicamente è un impasto di femminile e di maschile che convivono come l'attinia e il paguro. Ma la cosa più importante è che ho conosciuto anche me stesso, il Gus che era cresciuto in sensibilità e umanità.
      Certo, il cantante è bravo. La sua voce è quella di "Rombo di tuono" e non ha i toni melodici di Michael Jackson, ma ha grande fascino.

      Risposta al commento di Sissi.

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    6. Il 30 settembre 1955 moriva a soli 24 anni l’icona per eccellenza del cinema di Hollywood. Incarnazione della ribellione giovanile, segnato da una vita tormentata e turbolenta, ha lasciato un segno indelebile nella storia del cinema con soli tre film e una fine precoce che l’ha consegnato all’immortalità.
      Bastano tre film girati in un anno a renderti una star immortale? La risposta è sì, se ti chiami James Dean. Forse il Mito per eccellenza di quella magia di sogni e celluloide che si chiama cinema, insieme a Marilyn Monroe: a dimostrarlo è il fatto che a sessant'anni esatti dalla sua morte tragica avvenuta il 30 settembre 1955, il mondo lo celebra ancora come un'icona eterna. A quel ciuffo biondo, a quell'aria ribelle che rivoluzionò lo stile di un'intera generazione, è bastato un terzetto di pellicole e una "gioventù bruciata" a soli 24 anni da un fatale scontro automobilistico. Da allora, l'universo di celluloide non è più stato lo stesso.

      continua su: https://cinema.fanpage.it/james-dean-a-60-anni-dalla-morte-il-divo-anticonformista-che-divenne-mito/
      http://cinema.fanpage.it/


      Risposta al commento di Sissi.

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  23. Riguardo al post, mi ricorda tanto quella multinazionale che vende online, famosa che in Italia non riconosce i diritti dei lavoratori. I dirigenti si sono stupiti quando i dipendenti hanno fatto sciopero. Non metto il nome per evitare di fare pubblicità ma sono sicura che hai capito a chi mi riferisco. La globalizzazione: brutta in invenzione

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  24. Ti sei pentito di aver scoperto il mio blog segreto?

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    1. Dimenticavo il mio abbraccio siempre

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    2. Il blogroll non funziona tanto. Guardo l'Elenco di lettura.

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    3. Farfalla, ricordi James Dean?

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    4. Tranquillo, era così per dirti qualcosa, la truppa è uscita ed io mi godo un po' il web. Ciao😄

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    5. Certo che lo ricordo è mi ricordo anche i suoi film. Purtroppo non ho sky e quindi...

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    6. Io guardo solo Sky. Il resto è immondizia ridondante di odiose pubblicità.

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    7. Concordo con te, infatti io e marito stavamo valutando la possibilità di mettere anche noi Sky. Mediaset è da allontanare, Rai tranne il terzo canale fa pena...Mah vedremo.

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    8. Per dire, ieri la partita di Coppa Italia Bologna Juve la trasmettevano su RAI 1 digitale terrestre HD.
      La voce era bassissima, la telecronaca scadente e c'era la fastidiosa presenza dei sottotitoli che commentavano l'incontro oscurando il tempo della partita. Non basta. Proprio durante l'incontro si doveva subire l'assalto della pubblicità. Per esempio, Dybala prendeva un calcione allo stinco, si contorceva per terra e loro reclamizzavano l'aspirina.

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    9. ...e avrebbero dovuto reclamizzare un circo...pensa tu...

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  25. Al supermercato, nonostante la fila, non mi sono mai messa a guardare gli altri.
    In metro si, sul bus si. Ma al supermercato non mi viene voglia.
    Buona serata.

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  26. Fammi mettere un metro a Pescara e anche io mi metto a guardare e mi passa la voglia di farlo al centro commerciale.

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  27. Non osservo mai nessuno quelle volte che esco, perché non voglio essere osservata.
    Anche fuori si respira un'aria tossica, eh?

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    1. Void, se vuoi conoscere la realtà devi sapere come si comportano le persone. Per me osservare è come uno studio. Non mi infastidisce essere osservato.
      L'aria tossica nasce in noi sia nella solitudine e anche fuori guardando come gira il mondo.
      Anche nella rete, leggendo i blog, si percepisce l'aria tossica, dalla voglia di qualcuno di piantare un piede sul petto degli altri.
      Ciao.

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    2. Te ne sei accorto anche tu dell'aria tossica? Allora siamo in due. Davanti ti sorridono e di dietro... Lascio a te finire. Non hanno pace nel loro cuore ed allora come fare pace nel web? Buon risveglio

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    3. C'è un errore di fondo nel "Premio". E' come uno che si mette dietro la cattedra e comincia a sentenziare. Giudica per sentirsi al di sopra degli altri.
      Io ho un blogroll che nasce da persone che vogliono seguirmi, cioè parlare con me e non faccio classifiche. Non ho l'autorità per farlo e la classifica offende che viene escluso.
      Anche questo è aria tossica.

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    4. Se il prezzo da pagare è essere osservati a propria volta, preferisco farne a meno, di capire la realtà. Mi vergogno troppo degli occhi degli altri, associo in automatico lo sguardo al giudizio, alla penetrazione in un mondo estraneo.
      E' alla solitudine e alle condizioni di malcontento e insoddisfazione che hai descritto in questo post che mi riferivo con quell' 'aria tossica'. Qui sul web (su Blogger) ci sono le stesse persone incavolate nere, depresse e scontente che troviamo fuori, ma tutti ci tengono ad ammantarsi di allegria, spensieratezza e vitalità.

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    5. Come non essere d'accordo con Void, nell'ultima parte del suo commento?

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    6. Il web è lo specchio del reale. L'unica differenza è che nel virtuale non ci vediamo fisicamente. Ciao

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    7. Io non sono ipocrita ne cacciaballe. Sono quel che sono in vita reale e virtuale. Ma qui pare che più persone, sempre le stesse, con altri loro blog cambiano, volutamente o meno, la propria personalità. Quante volte ho dimostrato vere e proprie contraddizioni? Coerenza,
      legata' e sincerità signori. Altrimenti cosa servono i libri? Solo a non fare errori di ortografia o grammatica? No. Non credo.

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    8. Non tutti sono uguali nel reale e nel virtuale.

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    9. E chi te lo dice che non sono uguali? Li conosci personalmente? Fai supposizione solo su ciò che scrivono? Un po' pochino per fare questa tua affermazione. Non trovi?

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    10. E comunque mi ritengo ignorante (ossia ignoro tante cose) e ci soffro molto, ma non stupida. Anche da ragazzina mi impegnavo molto a studiare ma facevo fatica a memorizzare e soprattutto a concentrarmi. Di libri ne leggo pochi ma qualcuno mi ha appassionato, anche le poesie. Il fatto che ha peggiorato il tutto è che ho avuto pessimi insegnanti che cambiavano istituti andando in altre città ogni due o tre mesi.
      Ma questa non è una scusa.

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    11. Mai comprato diplomi comunque. Non avrei il coraggio di lavorare nelle pubbliche amministrazioni dove emerge un'ignoranza spaventosa solo nel sendirli parlare .. E lavorano in certi settori da anni.

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    12. A molte persone converrebbe essere diverse almeno nel virtuale.

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    13. Molti ci provano a essere diversi nel virtuale, ma basta una virgola messa nel posto sbagliato e viene fuori il vero volto dell'utente.
      Ciao Void.

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    14. Assi? Intendi davvero una virgola? Cribbio, viene a me questa tua affermazione? 😏 Il vero volto è sempre il mio e lo conosci bene. Non mi pare di aver nascosto mai nulla,☺️ cavolo, però!! 😑
      Ciao, vado a dormire non sto tanto bene.😘

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    15. La virgola sta per "Un'inezia". Riposati se c'è stanchezza in agguato.
      Anche io non sono tanto in forma.
      Ciao.

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  28. 🥀☺️❣️
    Troppo stanca ma sorrido col cuore. Questa è la mia forza.
    B.notte Gus.

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  29. Io controllo cosa comprano gli altri sbirciando i carrelli...puoi scoprire molto della loro vita...come quando invitato a casa di altri dai un'occhiata ai dorsi dei libri esposti...ammesso che ne abbiano... ;)

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  30. Hai mai pensato cosa pensano di te quando vengono a casa tua? Pensaci.
    In Italia, ma non solo, ci sono più scrittori che lettori. Probabilmente piace più scrivere che leggere. Ecco perché siamo tra i più asini in Europa, poi dipende anche da chi insegna e da che libri si leggono.

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    1. E' così Sissi. Tutti vogliono scrivere credendo di affiancarsi anche a Fëdor Michajlovič Dostoevskij e se dici che tu non puoi perdere tempo a leggere i dilettanti e preferisci rileggere per la decima volta l'Odissea, automaticamente si offendono.

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    2. Dipende anche da come lo dici, Gus. Scusami la franchezza. Io ho letto certi tuoi commenti che non sono rose e fiori. Un po' di autocritica suvvia. Riscusami la franchezza. Senza polemica solo una mia opinione. Buon proseguimento di giornata.

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    3. Quando era il caso ho chiesto scusa, altre volte ho smesso di relazionarmi con le persone false.

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    4. Consiglio da amica, se lo vuoi seguire sta poi a te. Visto che tu ci tieni a stare sul web perché ti piace, comincia ad affacciarti nei commenti, su altre piattaforme tipo WP (faccio pubblicità senza guadagno. Meglio specificarlo, non si sa mai) o altre. Vedrai il cambiamento in meglio. Blogger ormai è satura di gruppi e gruppetti dove... (non concludo per evitare discussioni, ma sono certa che tu mi hai capita) Mo vado a preparare davvero il pranzo. A stasera

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    5. Cribbio, ma qualcuno ha davvero perso la memoria. Dovrei aprire il mio libro nero e dedicarlo a... "poesie" folli e scurrili rivolte alla sottoscritta. Le tue, Gus, sono melodie a confronto. Non c'è mai peggio al peggio quando si è inconsapevoli che la... tossicità viene proprio da loro.
      Se mi gira copio e incollo qui quello che è stato detto senza mai metterci la faccia e il numero di cellulare, senza mai dire (ma lo so per certo) che certe povere blogger venivano pagate per offendermi. I risultati si sono visti poi. Ha litigato con tutti. Se poi quel nick da qualche mese ha trovato la tisana giusta, si... sfoga in altri, sempre suoi con nomi diversi. Sono tantissimi. È sempre riconoscibilissima, purtroppo.

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    6. @Gus. Come volevasi dimostrare. È ormai una piattaforma dovesi cerca solo il litigio ma non si riesce ad andare oltre. E stranamente io la Sissi(e i suoi vari nick) l'aspettavo proprio al varco e ti confesso che mi sembrava anormale la sua tranquillità. Gus, io il mio consiglio te l'ho dato, se davvero ci tieni a continuare a scrivere post e a partecipare ai vari blog che ancora ci sono nel web. Aspetto un altro tuo post. Abbraccio siempre

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    7. Un'ultima informazione. Ho rimesso la moderazione perché so già che verrà sui miei blog a farci la sua passeggiata. Quindi non chiedermi più il perché. Io la penso esattamente come Elettra. Riabbraccio siempre

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    8. Ah, ti sei riconosciuta dunque. Ma forse non parlavo di te. ☺️
      Io sono sempre io, tutti lo sanno e non l'ho mai nascosto se non per allontanarmi da certa gente che non può fare a meno di curiosare in casa di altri. Ho cambiato anche piattaforme e sono sempre stata rintracciata. Ero anche su fb. Fammi vedere la vera faccina, dammi il tuo numero di telefono che facciamo due chiacchere. Voi il mio? Lo scrivo subito se vuoi. Non ho nulla da nascondere. Male non fare paura non avere. Veramente eri tu che aspettavo al varco. E hai abboccato. 😁
      Andare oltre? Il domani sarà peggio. Per tutti.

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    9. Mai andata da lei. Perquesto rosica. Non mi è mai interessata. I commenti non erano moderati? Ecco lo sai solo tu e chi ti segue. Mi pare chiaro.
      Ciao Gus, ho meglio da fare.
      Ps quante volte ti ho detto di stare attento al tuo nick? Hai sempre negato. Stavolta la verità si legge.

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  31. Devo pensare a cosa pensano quando vengono a casa mia, Sissi? Che obiezione sciocca fai? Io guardo a casa degli altri e gli altri non potrebbero guardare e farsi un'idea in casa mia?
    Come ti vengono certi dubbi?! In base a quali astrusi ragionamenti?
    Dai..vediamo se riusciamo a parlarne qua, ospiti di Gus...

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  32. Questo post è chiuso.
    Chi scrive verrà cancellato.

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  33. Pensavo ad una amica che non avrei mai riconosciuto da quanto era invecchiata. Una sensazione istantanea senza pregiudizi al momento. Lei si era preoccupata del perché io non ero andata alla cena dei "coscritti" del 64. Ha commentato su tutti e tutte, vestiti, volti invecchiati, modi di porsi, di parlare, senza rendersi conto minimamente a quello che è lei, e di come ha voluto giocare con la vita a differenza di altri: il fumo,l'obesità, la cattiveria Immotivata forse prende qualche ... integratore... Si vede a occhio, troppo agitata, logorroica. Ecco la differenza tra lei e altri... Mi sono permessa di pensarlo. Il discorso vale quanto un appartamento.
    Intanto io ho comprato una casa da sola, onestamente, lavorando tanto. Comprata quasi tutta in contanti quando gli appartamenti non erano salutati.
    Ha le miei caratteristiche:è dignitosa,ONESTÀ, (poco accogliente ai pettegoli, ma piacevole a chi viene a trovare me. ) È anche carina e confortevole, con un graziosissimo giardino che in primavera mi rallegra.
    I quadri di Caravaggio non li ho, ovviamente, però ho le immagini di mia mamma e papà ovunque. Che mi riempiono il cuore di amore, saggezza e umiltà. Proprio come erano loro.
    Compreso la differenza? Credo di no. Non è tutto oro quello che luccica. Questa è l'essenza della mia risposta.
    Scusa Gus ultimo commento.
    Dovevo rispondere a chi mi ha fatto una domanda. Comunque i gusti, le preferenze, emozioni e sensazioni sono sempre soggettive. Ma le cose davvero belle, oggi, piacciono a pochi.
    Per questo e altro stiamo affondando.

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