domenica, febbraio 12, 2017

Sylvia Plath






Chi era Sylvia Plath: poetessa, icona e anima triste
di Noemi Milani | 22.01.2017
Chi era Sylvia Plath, la poetessa icona, morta suicida a soli trent'anni, che ha ispirato ben due romanzi negli ultimi mesi. Spesso citata sui social, i suoi versi hanno conquistato l'immaginario pop e le ragazze di oggi.
Chi era Sylvia Plath, la poetessa morta suicida a soli trent’anni nel 1963?
Citata spesso in opere pop, perfino Lisa Simpson ha letto il suo unico romanzo, La campana di vetro. E tantissime ragazze online, da Tumblr a Facebook, hanno indicato passaggi delle sue poesie.
Negli ultimi mesi sono stati pubblicati anche due romanzi liberamente ispirati a Sylvia Plath e alle vicende che hanno caratterizzato la sua vita. Quello che non sai di me di Meg Wolitzer, pubblicato nella collana crossover de Il Castoro, e Il dolore è una cosa con le piume di Max Porter (Guanda).
L’autrice, nata a Boston da una famiglia di origine tedesca, fin dalla giovane età ha vissuto momenti di grande felicità alternati a periodi di depressione, culminati con un tentativo di suicidio. Studentessa presso lo Smith College, interrompe gli studi perché, in seguito al tirocinio in una rivista femminile, ha un tracollo nervoso che la porta al ricovero. In ospedale le viene diagnosticato il disturbo bipolare. Nonostante ciò nel 1955 si laurea col massimo dei voti e vince una borsa di studio per Cambridge.
Nell’inverno del 1962 Sylvia Plath scrive il suo unico romanzo, La campana di vetro, in cui narra la storia di una giovane donna molto simile alla se stessa di un decennio prima: studentessa brillante, tenta il suicidio in seguito a un tirocinio in una rivista e viene ricoverata in un ospedale psichiatrico.
La campana di vetro è anche alla base del romanzo young adult Quello che non sai di me. Ambientato in una scuola per ragazzi con problemi di umore e depressione, racconta di una classe di letteratura inglese molto speciale, in cui l’anziana insegnante fa leggere ai ragazzi l’opera di Sylvia Plath per catalizzare la sofferenza.
La vita inglese dell’autrice, invece, è caratterizzata dalla poesia: proprio a Cambridge conosce il poeta Ted Hughes con cui si sposa nel 1956. I due si trasferiscono per breve tempo negli USA dove Plath insegna allo Smith College e intanto frequenta un corso di scrittura creativa in cui conosce Anne Sexton.
Incinta, decide di tornare in Inghilterra col marito e vivono per un po’ a Londra per poi trasferirsi in campagna, nel Devon. Nel 1960 l’autrice pubblica la sua prima raccolta di poesie, Il Colosso. In seguito a un aborto la vita di coppia inizia ad andare a rotoli e, dopo la nascita del secondo figlio, Hughes e Plath si separano anche per via dei tradimenti di lui.
L’inverno 1962, che l’autrice dedica alla stesura del suo romanzo pubblicato con lo pseudonimo di Victoria Lucas, è molto felice: Sylvia Plath e i due figli vivono a Londra, in quella che era la casa di Richard Butler Yeats. Ma il buon umore finisce presto, solo un anno dopo, nel 1963, Sylvia Plath si toglie la vita, lasciando i due figli e l’ex marito. A questo fatto è ispirato il romanzo di Max Porter, in cui è narrata la storia di uno studioso di Ted Hughes da poco rimasto vedovo e con due figli ancora piccoli da crescere.

40 commenti:

  1. Se è vera questa tesi il suicidio avverrà sicuramente. Si trova sempre un motivo scatenante l'atto tragico.

    L'amico più caro che ho avuto si è suicidato in incognito. Io lo so e la moglie lo sospetta.
    Un giorno andai a casa sua e stava leggendo un libro di Musil, L'uomo senza qualità, e mi disse: "Augù, ho trovato la soluzione dei miei problemi".

    Una settimana dopo fu trovato morto sul greto di un torrente in località Passolanciano.
    Era troppo esperto per smarrirsi e non tornare in albergo dove l'aspettava la moglie.
    Questo fatto mi procurò un dolore fortissimo. Per 10 anni ho sognato quel torrente e lui che mi diceva: "Hai visto, è facile". So anche il motivo che è servito ad assecondare l'atto inconsulto.



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  2. Stupenda

    La donna è la perfezione.
    Il suo morto
    Corpo ha il sorriso del compimento,
    un’illusione di greca necessità
    scorre lungo i drappeggi della sua toga,
    i suoi nudi
    piedi sembran dire:
    abbiamo tanto camminato, è finita.
    Si sono rannicchiati i morti infanti ciascuno
    come un bianco serpente a una delle due piccole
    tazze del latte, ora vuote.
    Lei li ha riavvolti
    Dentro il suo corpo come petali
    di una rosa richiusa quando il giardino
    s’intorpidisce e sanguinano odori
    dalle dolci, profonde gole del fiore della notte.
    Niente di cui rattristarsi ha la luna
    che guarda dal suo cappuccio d’osso.
    A certe cose è ormai abituata.
    Crepitano, si tendono le sue macchie nere.

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  3. La donna è la perfezione.
    Il suo morto
    Corpo ha il sorriso del compimento,
    un’illusione di greca necessità
    scorre lungo i drappeggi della sua toga,
    i suoi nudi
    piedi sembran dire:
    abbiamo tanto camminato, è finita.

    Si era finita anche per me. Il diavolo aveva messo la sua lunga coda

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  4. La Chiesa che è contraria al suicidio non ha mai rifiutato i funerali religiosi a chi per causa della terribile sofferenza non poteva seguitare a vivere.
    Piergiorgio Welby non ha avuto diritto a funerali cattolici perché il suo suicidio è stato concepito e realizzato con l’obiettivo di promuovere una legge sull’eutanasia.

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    1. Bene, sarà perdonato e glorificato in cielo.
      Ma comprendi che l' eutanasia, in tacito accordo, la praticano tutti i giorni. Se tu voi solo capire la tua non sarà mai una verità.

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    2. Per me è necessaria una legge che regoli l'eutanasia.
      Lo stato non può essere confessionale e imporre una volontà esclusivamente religiosa.
      Dio che accoglie è una gioia per noi.

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    3. Mio zio con una metastasi al fegato per il dolore fortissimo è andato avanti con la morfina. Il medico ha poi somministrato un farmaco diverso perché non avrebbe retto a un'altra puntura di morfina. Ha sofferto bestialmente altri sette giorni prima di morire.

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    4. Era un medico incapace. La morfina, se fatta con i dosaggi giusti, ti fa smettere di soffrire in pochissimo tempo. Può essere che tuo zio si lamentasse, ma senza accusare alcun dolore.
      Mio nonno è morto benissimo. Ciaoooo

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  5. Tanti, tantissimi altri hanno trovato la pace con Dio. Credimi. E Dio non vuole che soffriamo troppo. Hai un'idea contorta del Cristianesimo. "Porta la tua croce e vieni con me" ha diversi significati. Altrimenti saremmo crocifissi tutti. Poi se uno si sente peccatore e vuole soffrire è esclusivamente un problema suo. Se invece vorrebbe migliorare, essere davvero consapevole dei propri peccati (non sbagli)...be, ci sono tante strade che portano alla salvezza. Ma si ricomincia da qui, in terra.
    La strategia del peccare per poi pentirsi non porterà mai da nessuna parte. Niente crescita, niente evoluzione.
    E poi ora devo andare ciao.

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    1. La scelta di vita cattolica dipende quasi esclusivamente dalle parole di Cristo perché il mio Io ha trovato quello che cercava. Sarei cattolico anche se Cristo non fosse esistito solo per quello che ho letto nei Vangeli. Non mi pongo domande sulla volontà di Dio. Penso che tutto quello che mi accade è per il mio bene.

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    2. Te le poni eccome proprio perché, come risposta, pensi che quello che ti accadrà sarà per il tuo bene.
      Sempre altruista comunque.
      Buona serata.

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  7. Francesco mentisce le tue affermazioni:

    Per la storiografia religiosa ufficiale il primo uomo a manifestare questi segni viene considerato San Francesco d'Assisi.
    Secondo le agiografie, il 14 settembre 1224[33], due anni prima della morte, mentre si trovava a pregare sul monte della Verna (luogo su cui in futuro sorgerà l'omonimo santuario), Francesco ebbe una visione al termine della quale gli erano comparse le stigmate: «sulle mani e sui piedi presenta delle ferite e delle escrescenze carnose, che ricordano dei chiodi e dai quali sanguina spesso».
    Queste agiografie raccontano inoltre che sul fianco destro aveva una ferita, come quella di un colpo di lancia. Fino alla sua morte, comunque, Francesco cercò sempre di tenere nascoste queste sue ferite.


    Wiki.

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  9. Grande poetessa ma non fu la sola poetessa a suicidarsi. Da noi ci fu Antonia Pozzi, poetessa che personalmente amo in modo particolare. Le poetesse dotate di maggior sensibilità sono anche quelle più fragili e credo che la loro scelta di porre fine alla loro vita sia scontata.
    Buon proseguimento di giornata.

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    1. La Pozzi ci lascia poesie bellissime, come questa:


      Preghiera

      Signore, tu lo senti
      ch’io non ho voce più
      per ridire
      il tuo canto segreto.
      Signore, tu lo vedi
      ch’io non ho occhi più
      per i tuoi cieli, per le nuvole tue
      consolatrici.

      Signore, per tutto il mio pianto,
      ridammi una stilla di Te
      ch’io riviva.

      Perché tu sai, Signore,
      che in un tempo lontano
      anch’io tenni nel cuore
      tutto un lago, un grande lago,
      specchio di Te.
      Ma tutta l’acqua mi fu bevuta,
      o Dio,
      ed ora dentro il cuore
      ho una caverna vuota
      cieca di Te.

      Signore, per tutto il mio pianto,
      ridammi una stilla di Te,
      ch’io riviva.

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    2. Contenta che anche tu apprezzi questa poetessa un pò dimenticata. :D

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  10. Chi arriva a suicidarsi è perché soffre in modo terribile, una sofferenza indicibile.
    Il Signore non può che accoglierli nel suo regno.
    Buona domenica Gus.
    sinforosa

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  11. A San Francesco e San Pio sono devota.
    Tutti e due avevano le stimmate. Francesco ha rinunciato a tutto senza farsi mancare nulla. San Pio un martire contemporaneo che abbiamo CONOSCIUTO in tanti. Le sue stimmate rimangono nel mistero come quelle fi San Pio.
    Non è la croce che portiamo che pesa ma la ruggine dei chiodi che mi rende perplessa.
    Per dirla tutta non credo alle stimmate. Credo però che San Pio ha donato tutta la sua enorme sofferenza a Dio camminando con il...diavolo vicino

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    1. Le stimmate di Francesco sono particolari. Avrai letto la mia descrizione. Padre Pio le aveva al centro della mano, al palmo e non era quello il punto dove piantavano i chiodi perché il tessuto non avrebbe retto strappando la mano e la persona sulla croce sarebbe morta dissanguata.
      Le stimmate erano sulla parte alta della mano, la più resistente, appunto come è accaduto a Francesco.

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    2. La parte alta della mano? Vuoi dire i polsi? Sarebbe comunque morto dissanguato. E forse sarebbe morto ancor prima che si dissanguasse.
      San Pio era un uomo gravemente malato. San Francesco (apparentemente) stava benissimo.

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  12. Vai su google, in tutte le immagini (prese dalla bibbia) risulta San Francesco con le stimmate al centro delle mani. Ciao

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    1. La Chiesa cattolica non si è mai pronunciata definitivamente di fronte a queste manifestazioni limitandosi a indagare singolarmente i soggetti che se ne dicevano portatori. Padre Agostino Gemelli, presidente dal 1937 al 1959 della Pontificia Accademia delle Scienze, asserì, nel contesto delle sue indagini su padre Pio, che San Francesco d'Assisi doveva essere considerato il solo stigmatizzato della storia cristiana, ovvero il solo in cui si potesse dimostrare un'origine divina di queste manifestazioni.

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    2. Assi? Ma Gemelli ha conosciuto personalmente e visto le mani di San Francesco?? Oltre a quelle di San Pio? Ma non diciamo sciocchezze.
      Oggi è stata una giornata pesante.
      Mamy, finalmente, torna a casa martedi ❤

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    4. San Francesco fu, semplicemente un "altro Cristo".
      Un abbraccio alla mamma che torna.

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    5. Non nominare altro Dio all'infuori di me. Prego scrivi cristo con la c minuscola. Se leggono le donne pie ad-dolorate stai fresco tu.

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    6. E una cucciolina viziatissima. ❤❤

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    7. Pero' sei davvero ingrato gus. Francesco viaggiava con la Santa vicino. Padre Pio col diavolo.
      Notte 😚

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    8. Errata corrige: "viaggiava" con una Santa. 😐

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  13. https://s31.postimg.org/pwfrls24b/stimmate1.jpg

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  14. Devo inserire anch'io i tanti link? No! Non lo faccio.
    P.s per cortesia mi dici perché il cell mi duplica i commenti? 😐 Grazie⚘

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    1. Non lo so, ma ho visto che chi ha il cell duplica facilmente. Non preoccuparti, tanto ci penso io a togliere il doppione. Non inserire i link? Fai bene.

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    2. Guarda che lo faccio eh...scommetti?

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  15. Ah se ci pensi tu posso stare tranquilla 🤗

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  16. Quando chiuderai il luchettino? A Pasqua?

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    1. Io scrivo e i lucchetti fanno il bello e il cattivo tempo.
      Non ubbidiscono. Prova a chiuderlo tu.

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    2. Solo a te? Ma povero.

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  17. Non saprei come ringraziarti.

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