mercoledì, novembre 21, 2018

Il fallimento educativo







Un genitore fallisce, più o meno, come fallisce un imprenditore: faciloneria, calcoli sbagliati, eccesso di fiducia nelle proprie idee, sfiga.
Definirei "sfiga" l'insieme dei fattori ambientali e umani che sfuggono al nostro controllo. Le "cattive compagnie" sono un esempio di sfiga. L'insegnante balordo è un altro esempio. Se consideriamo le malattie, gli incidenti, i traumi psichici eccetera, facciamo una casistica che non finisce più.
Fare l'imprenditore, però, è molto più facile che fare il genitore. L'impresa opera in un ambiente amorale (non immorale: attenzione!), regolato dalle norme impersonali del mercato. L'impresa segue l'andamento dell'economia e, se la congiuntura è buona, bisogna essere proprio degli idioti per fallire.
Il genitore, invece, deve misurarsi con l'etica. Che cosa è Bene e che cosa è Male? Boh. Cinquant'anni fa, tutti sapevano distinguere il Bene dal Male. Dio, Patria e Famiglia erano il Bene; Satana, l'Anarchia e l'Adulterio erano il Male. Poi c'è stata l'atomica della rivoluzione culturale che ha fatto esplodere la nostra cultura polverizzando i valori.
Chi dice che non ci sono più valori sbaglia di grosso. I valori ci sono ancora, solo che ce ne sono a miliardi perché ogni individuo ha i suoi.
La frammentazione dei valori è il vero problema, non la loro assenza. Di tutte le sfighe che contribuiscono al fallimento di un genitore, la frammentazione dei valori è quella più tremenda.
Potremo mai "ricompattare" la nostra cultura attorno a un nucleo forte di valori condivisi?
Secondo me, no.
Siamo dunque condannati a fallire come genitori, come coniugi, come insegnanti, come predicatori...



 


20 commenti:

  1. Migliore ipotesi per questa immagine: ilustraciones by Lisa Falzon

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  2. L'uomo è un essere strutturalmente aperto, definito dal compito inesauribile di "divenire ciò che è", come diceva Nietzsche.
    Rispetto a tutti gli altri essere viventi ha una caratteristica del tutto particolare: ha bisogno per la propria formazione di una "educazione" eccezionalmente lunga. Mentre gli animali, in tempo breve, sono in grado di attuare automamente tutti i comportamenti di cui geneticamente dispongono, per l'uomo vi è la necessità di una lunga traiettoria educativa.
    La stabilità rella relazione generativo-educativa è richiesta dalle caratteristiche stesse dell'itinerario di sviluppo della vita umana personale.
    Tale processo non implica solo la diade madre-bambino, bensì anche la figura maschile-paterna.
    L'emergenza dell'identità del soggetto umano ha un essenziale bisogno di avvalersi di differenza, complementarietà e chiarezza delle figure e dei ruoli rappresentati dall'uomo e dalla donna.

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  3. Io penso che il calo pauroso delle nascite sia dovuto anche al timore dei genitori di non essere in grado di educare un figlio.

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    1. In parte sì.
      In parte ci sono minori certezze dal punto di vista economico, ma anche, bisogna riconoscerlo, più egoismo dell'uomo moderno che magari non è disposto a qualche sacrificio economico per crescere un figlio.
      E poi magari c'è la paura di non riuscire a garantire al figlio gli oggetti dell'apparire che oggi sono fondamentali nella società dell'apparenza.
      Ma anche quando ero un ragazzino io, i ragazzini valutavano gli altri dando valore a quelli che portavano le felpe firmate.

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    2. In un film americano il marito diceva alla moglie di non volere un figlio per non dividere l'amore in due e farlo diventare in tre, quindi un po' annacquato.
      Per crescere un figlio si devono fare sacrifici "bestiali" e la gente che vedi in giro non è che va a lavorare nelle miniere.

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    1. Se concordi non è possibile nemmeno scatenare una lite -;)

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  5. Oggi, c'è crisi evidente nei giovani perché la figura paterna è quasi scomparsa. Il padre si limita a imitare la moglie e il bambino cresce senza la componete maschile dell'individuo.

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  6. E' banale dirlo ma fare i genitori è un compito molto arduo.
    Farlo bene è quasi impossibile.
    I genitori sono destinati a sbagliare, tante volte senza neanche accorgersene o pensando di fare il bene.
    Un fallimento è quando si vanno a creare, nel figlio, i presupposti per crescere delinquente o infelice. Tutto il resto a mio avviso si può perdonare, tranne la violenza familiare, sia essa fisica o psicologica.

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    1. Sara, hai perfettamente ragione. Si sbagliava anche prima ma non c'era la droga che è in forte aumento.

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  7. Mah, secondo me i genitori falliscono oggi come fallivano una volta.
    Non tutti, ovviamente, una volta come oggi.
    Che poi due genitori possono esser perfetti, ma - tu appunto parli di sfiga - uno a 18 anni prende un giro "sbagliato", va a vivere da solo e finisce nei guai.
    Non è da escludere, anche se dovrebbe essere difficile con due genitori abili educatori.
    Non credo particolarmente nella frammentazione dei valori, io credo più che questi valori siano semplicemente messi un po' in secondo piano.

    Sai qual è secondo me la due chiavi di lettura del (presunto) fallimento educativo odierno?

    La prima è che i genitori spesso non abbiano tempo per pensare bene ai figli (che appunto si rifugiano nel babysitter elettronico).
    La seconda è che i genitori facciano crescere (e abbiano la pretesa) di far crescere troppo presto i loro figli, sotto ogni profilo.
    Hanno paura del 'bamboccione' e quindi lasciano al figlio maggiori libertà, rispetto a quelle che venivano concesse anni fa.

    Ma a 18 anni non si ha esperienza di vita, figuriamoci a 16,14, 12...

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  8. Per vivere e consumare a piacimento lavorano moglie e marito e un figlio viene parcheggiato nel primo posto che capita.

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  9. Genitori non si nasce e si impara facendo, facendo anche errori, tuttavia ci dovrebbero essere solide basi e solida consapevolezza dei propri limiti e propri pregi nei due futuri genitori. Diciamolo, i figli sono una gioia incommensurabile, non c'è una gioia più grande di questa, in questa vita, ma è anche un impegno che dura per sempre. Il bello è che i cosiddetti "sacrifici" per i figli cambiano nome in amore.
    sinforosa

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    1. Il problema è proprio il cambiamento di nome. Per me resta solo il sacrificio.
      Ci sono genitori che lasciano il piccolino nell'auto che scotta per il sole e lo ritrovano morto. Cosa non hanno imparato?
      Ciao sinforosa.

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  10. Considerando le cose, capisco il tuo pessimismo. Ma io di carattere sono ottimista e pongo le mie speranze nella nuova generazione, come i miei e i tuoi nipoti che sono stati educati secondo i giusti valori in cui crediamo noi. Non dobbiamo perdere noi la fiducia, altrimenti sì che anche loro andranno alla deriva. Abbraccio siempre

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  11. Tu fai un commento. Buono, serio di apprezzamento e dopo averlo cancellato passi alle minacce senza permettere agli altri utenti di valutare il tuo commento. E' intollerabile, vergognoso.

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    1. Ma stai rispondendo a me?

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    2. No. Devi indovinarlo

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    3. Scusami Gus ma, a leggere certi commenti, sono andata anche io in tilt. Coraggio, e passa oltre.

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