lunedì, maggio 16, 2022

It's just my reflection

 




La festa liturgica della "conversiti sancti Pauli", che appare già nel VI secolo, è propria della Chiesa latina. Poiché il martirio dell'apostolo delle Genti viene commemorato a giugno, questo cambiamento offre l'opportunità di considerare da vicino la poliedrica figura dell'Apostolo per eccellenza, che scrisse di se stesso: "Io ho lavorato più di tutti gli altri apostoli", ma anche: "io sono il minimo fra gli apostoli, un aborto, indegno anche d'essere chiamato apostolo".
Adduce egli stesso le credenziali che gli garantiscono il buon diritto di essere considerato apostolo: egli ha visto il Signore, Cristo Risorto, ed è, perciò, testimone della risurrezione; egli pure è stato inviato direttamente da Cristo, come i Dodici: visione, vocazione, missione, tre requisiti che egli possiede, per i quali quel miracolo della grazia avvenuto sulla via di Damasco, dove Cristo lo costringe a una incondizionata capitolazione, sicché egli grida: "Signore, che vuoi che io faccia?". Nelle parole di Cristo è rivelato il segreto della sua anima: "Ti è duro ricalcitrare contro il pungolo". E’ vero che Saulo cercava "in tutte le sinagoghe di costringere i cristiani con minacce a bestemmiare", ma egli lo faceva in buona fede e quando si agisce per amore di Dio, il malinteso non può durare a lungo. Affiora l'inquietudine, cioè "il pungolo" della grazia, il guizzo della luce di verità: "Chi sei tu, Signore?"; "Io sono Gesù che tu perseguiti". Questa mistica irruzione di Cristo nella vita di Paolo è il crisma del suo apostolato e la scintilla che gli svelerà la mirabile verità della inscindibile unità di Cristo con i credenti.
Questa esperienza di Cristo alle porte di Damasco, che egli paragona con l'esperienza pasquale dei Dodici e con il fulgore della prima luce della creazione, sarà il "leit motiv" della sua predicazione orale e scritta. Le quattordici lettere che ci sono pervenute, ognuna delle quali mette a nudo la sua anima con rapide accensioni, ci fanno intravedere il miracolo della grazia operato sulla via di Damasco, incomprensibile per chi voglia cercarne una spiegazione puramente psicologica, ricorrendo magari all'estasi religiosa o, peggio, all'allucinazione. Paolo trarrà dalla sua esperienza questa consolante conclusione: "Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei quali io sono il primo. Appunto per questo ho trovato misericordia. In me specialmente ha voluto Gesù Cristo mostrare tutta la sua longanimità, affinché io sia di esempio per coloro che nella fede in Lui otterranno d'ora innanzi la vita eterna".




Autore: Piero Bargellini

17 commenti:

  1. Immagine:

    Arrampicata sportiva regolamentata a livello internazionale dall'International Federation of Sport Climbing.

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  2. Si può lavorare su stessi per migliorare, ma mi chiedo quanto influisca la cattiveria? Possono entrare sentimenti buoni nell’anima di una persona per natura cattiva? Forse tu mi dirai che è possibile con la conversione, ma si può realmente cambiare? Di solito si dice che chi nasce tondo non muore quadro.

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    1. Esistono tante persone cattive che non sanno di esserlo, Credono fermamente di agire nel giusto procurando disagi e dispiaceri. E sono le peggiori. E se tu pensi profondamente di essere nel giusto, la conversione è qualcosa che non ti poni neanche lontanamtente come obiettivo.

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    2. Il modo di vivere può essere ritenuto giusto anche se non lo è.
      Si comincia a sbagliare e fermarsi diventa impossibile.

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  3. La festa liturgica della "conversiti sancti Pauli", che appare già nel VI secolo, è propria della Chiesa latina. Poiché il martirio dell'apostolo delle Genti viene commemorato a giugno, questo cambiamento offre l'opportunità di considerare da vicino la poliedrica figura dell'Apostolo per eccellenza, che scrisse di se stesso: "Io ho lavorato più di tutti gli altri apostoli", ma anche: "io sono il minimo fra gli apostoli, un aborto, indegno anche d'essere chiamato apostolo".
    Adduce egli stesso le credenziali che gli garantiscono il buon diritto di essere considerato apostolo: egli ha visto il Signore, Cristo Risorto, ed è, perciò, testimone della risurrezione; egli pure è stato inviato direttamente da Cristo, come i Dodici: visione, vocazione, missione, tre requisiti che egli possiede, per i quali quel miracolo della grazia avvenuto sulla via di Damasco, dove Cristo lo costringe a una incondizionata capitolazione, sicché egli grida: "Signore, che vuoi che io faccia?". Nelle parole di Cristo è rivelato il segreto della sua anima: "Ti è duro ricalcitrare contro il pungolo". E’ vero che Saulo cercava "in tutte le sinagoghe di costringere i cristiani con minacce a bestemmiare", ma egli lo faceva in buona fede e quando si agisce per amore di Dio, il malinteso non può durare a lungo. Affiora l'inquietudine, cioè "il pungolo" della grazia, il guizzo della luce di verità: "Chi sei tu, Signore?"; "Io sono Gesù che tu perseguiti". Questa mistica irruzione di Cristo nella vita di Paolo è il crisma del suo apostolato e la scintilla che gli svelerà la mirabile verità della inscindibile unità di Cristo con i credenti.
    Questa esperienza di Cristo alle porte di Damasco, che egli paragona con l'esperienza pasquale dei Dodici e con il fulgore della prima luce della creazione, sarà il "leit motiv" della sua predicazione orale e scritta. Le quattordici lettere che ci sono pervenute, ognuna delle quali mette a nudo la sua anima con rapide accensioni, ci fanno intravedere il miracolo della grazia operato sulla via di Damasco, incomprensibile per chi voglia cercarne una spiegazione puramente psicologica, ricorrendo magari all'estasi religiosa o, peggio, all'allucinazione. Paolo trarrà dalla sua esperienza questa consolante conclusione: "Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei quali io sono il primo. Appunto per questo ho trovato misericordia. In me specialmente ha voluto Gesù Cristo mostrare tutta la sua longanimità, affinché io sia di esempio per coloro che nella fede in Lui otterranno d'ora innanzi la vita eterna".

    Caterina, si cambia grazie ad un incontro eccezionale, qualcuno che si fa capire e ti svela come si raggiunge la gioia per una coscienza che ha aperto la porta alla Verità.


    Autore: Piero Bargellini

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  4. Mi torna in mente in mente la canzone dei Maneskin "Torna a casa" .

    Cammino per la mia città dove il vento soffia forte
    Mi son lasciato tutto indietro e il sole all'orizzonte
    Vedo le case, da lontano, hanno chiuso le porte
    Ma per fortuna ho la sua mano e le sue guance rosse
    Lei mi ha raccolto da per terra coperto di spine
    Coi morsi di mille serpenti fermo per le spire......

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  5. Madre Teresa non meditava. Agiva. Qui si medita troppo. Valeria agisce, non medita. A pensarci troppo sulle cose si rischia la stasi contemplativa. Paradiso, Inferno, Comandamenti, Liturgie.. siamo distratti da mille ammenicoli e lasciamo il povero in strada. Tutti.

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    1. Certo, agiva, ma la mattina prima di uscire pregava quattro ore.
      Dalla preghiera scaturisce il desiderio di fare.

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    2. I muoversi contorto è quello che disturba. Uno dice che la Russia ha ragione solo perché teme che Putin chiuda i rubinetti del metano. Non è così. La Russia ha torto perché ha invaso una Nazione con pieno diritto di fare delle scelte. La Russia ha massacrato i civili, stuprato tantissime donne da 14 anni in su.

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  6. Scusa Gus, io non prego quasi mai, ma voglio bene a Dio perché faccio che posso per aiutare, ma concretamente, il prossimo come ha fatto Lui. E non mi sembra di peccare così tanto. Gus, le preghiere non fanno miracoli. Si deve avere il coraggio e l' empatia di agire, di aiutare nel modo giusto... Si devono creare situazioni favorevoli dove non puoi sbagliare perché un fallimento vorrebbe dire donare illusioni ad una persona già in grave difficoltà. Io non sono soddisfatta quando prego, ma solo quando riesco a fare qualcosa di positivo, dinamico.
    Eppure ci è stato detto che non si deve nemmeno provare soddisfazioni perché così alimentiamo il nostro ego...🙄 ma pensa un po'. Tutti bocciati al corso di volontariato ( durato un anno) sul tema " perché siamo volontari"
    Si deve fare, punto. E' un dovere, dovrebbe essere un dovere per tutti. 🤗

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    1. Non sta a me valutare la tua fede.
      L'ho detto tante volte. Io cerco di essere aderente ai Comandamenti e leggere, meditando, la vita di Cristo descritta nei Vangeli.
      La preghiera è un parlare con Dio che sicuramente ascolta.

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  7. * faccio quello che posso.

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    1. Certo, ognuno di noi fa quello che arriva a fare.

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    2. Eh, senza nemmeno dire " almeno la mia vita è servita a qualcuno". È un peccato...cavolo. non puoi essere felice della felicità di un altro....mica scherzano quelli li

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  8. Solo Lui può ed è sempre pronto a soccorrerci

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    1. Riceviamo molti soccorsi, ma non riusciamo a capirli. Ne sono certo.
      Ciao Simona.

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  9. Cambiare... sì se mi volto indietro sono forse cambiato anche se direi che è stato più un processo di evoluzione. Le domande che ti e ci poni sono importanti, profonde, ma presuppongono forse un certo livello di fede e quindi se non lo si ha rispondere è complicato. Agire e pregare, in teoria i due aspetti sono entrambi fondamentali, ma pregare come? Dicendo un Padre Nostro distrattamente per mettersi in pace con la propria coscienza oppure parlando con Dio senza dire una preghiera specifica, ma raccontandogli la giornata trascorsa e poi se necessario chiedendo aiuto più che per se stesso per gli altri. Quanto alla tua ultima domanda, non so rispondere, io credo di farlo non dico ogni giorno ma almeno tre volte alla settimana sì ma lo dico io quindi posso in questo caso specifico, non avere quell'obiettività che di solito mi caratterizza. Mi fermo qui anche perchè non so nemmeno quanto abbia avuto il diritto di esprimere il mio pensiero visto che un uomo di fede sicuramente ha risposte più alte., giuste, ispirate. Spero mi perdonerai, e lo dico senza ironia, se non sono stato all'altezza del tuo posto.

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