mercoledì, febbraio 21, 2018

Rincorrere la realtà






Avverte Luigi Giussani che la realtà si lascia facilmente colonizzare dall'abitudine, dalle abitudini che l'uomo acquisisce nella vita quotidiana.
E quasi scompare.
Nel reticolo delle abitudini, la realtà non si realizza, si nasconde, svanisce.
La coscienza non rimane più sveglia e si occupa soltanto di quello che ha davanti, di quello che capta sul momento.
Il tempo si contrae, si divide e il suo fluire diventa impercettibile.
La coscienza si spegne, perde intensità, e l'essere stesso, l'essere a cui questa coscienza appartiene si nasconde altrettanto, o ancora più della realtà.
Forse è perché sono le 'scelte' a fare la differenza ... la maggior parte del mondo abituale sta con il nero e il bianco insieme, insomma un coperchio per ogni pentola pur di aver una vita tranquilla, ma l'adrenalina che distingue i giorni (spesso anche nella sofferenza) è la fedeltà e la sequela a una 'scelta' che ti costringe a schierarti e a rimanere 'vivo', come diceva Oriana Fallaci, sempre con il fucile in mano alla finestra, a difesa dei tuoi valori.
Vero è che spesso le persone a sostegno delle stesse scelte, possono fare la differenza, anzi, ci sono momenti in cui sono necessari per non "mollare il passo", ma l'Amico per eccellenza è sempre uno solo e non ci abbandona mai.
A me un mondo che spegne la coscienza, appare chiaro, poi tutto è relativo e soprattutto siamo liberi di chiamare 'bene' anche un mondo che genera questi effetti .... nella dinamica di Dio tutto concorre a un bene superiore, chiamiamoli 'lavori in corso' di un lavoro molto più complesso e che sicuramente sfugge alla nostra limitata visione di qualsiasi cosa ci circondi e ci comprenda, contenga.
La felicità non può essere una felicità perduta. E ci resta, anche se dentro una ferita. Il mio dolore, quel mio dolore, è il terribile modo di averla ancora vicino a me, di averla ancora con me.


14 commenti:

  1. Migliore ipotesi per questa immagine: Barbara Palvin Rosa Clara

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  2. Vediamo ora chi è Barbara Palvin.

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  3. Barbara Palvin è una supermodella ungherese. Barbara Palvin nasce a Budapest, in Ungheria, l'8 ottobre 1993. Ha una sorella maggiore di nome Anita. Ha frequentato la scuola elementare Erkel Ferenc e la scuola superiore Szinyei Merse di Budapest. Sin da piccola si è sempre definita un "maschiaccio", infatti ha iniziato a praticare calcio e canto, considerati da lei stessa i suoi passatempi preferiti.

    Wikipedia

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  4. Infatti. Nessuno guarda la realtà al di fuori dal nostro piccolo mondo.

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  5. http://www.lashdream.it/wp-content/uploads/2014/09/trucco-barbara-palvin.jpg


    E questa è un'immagine di Barbara.

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    1. Poi leggo e commento, ma lasciami dire che Barbara Palvin è veramente spaziale :D

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    2. Barbara sa truccarsi bene.
      Se fai la ricerca su Google vedrai che ha mille volti.
      Ciao.

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  6. Ci sono alcune abitudini a cui io non rinuncerei mai: per esempio il caffè dopo pranzo. E infatti diceva un filosofo, di cui ora non ricordo il nome, che "si cambia più facilmente religione che caffè". :-)

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    1. Il caffè fa parte della nostra alimentazione. Non è un'abitudine :)

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  7. Io credo che ci si debba riferire non ad abitudini individuali, quanto ad abitudini collettive. All'uniformarsi che poi appunto finisce per snaturare la nostra coscienza.

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    1. Sì, svendere la propria coscienza per assecondare l'andazzo.

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  8. "Il mio dolore, quel mio dolore, è il terribile modo di averla ancora vicino a me, di averla ancora con me."
    Sicuro che sia dolore? Se così fosse tu non la sentiresti vicina a te, perchè il dolore è la sensazione che si prova quando si è certi che qualcosa o qualcuno è perduto per sempre.
    Io la chiamerei consapevolezza visto che dici che la senti vicino a te...
    Scusami se mi sono intromessa nella tua sfera privata. Cosa che mi sono ripromessa di non fare più con nessuno del web. Abbraccio siempre

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    1. Il ricordo finisce per scivolare negli eventi negativi dell'ultimo giorno e quei momenti sono molto dolorosi.
      Abbraccio Farfalla.

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