mercoledì, novembre 29, 2017

L'incontro con il dolore



 Il tragico greco si declinava con la difficoltà di evitare la contraddizione di un agire, agendo, di un fare, facendo; si poteva peccare solo facendo: il “meden agan” è monito al “peccato” dell’agire, è limite reale, di cose, di materia. 
Aggiungerei, di soppiatto, che, siccome il “peccato” era una turbativa dell’equilibrio, “l’espiazione” non poteva essere altro che lo sprigionarsi di forze idonee al suo ripristino.
Non è un caso che l’aldilà dei greci fosse un al di qua, ove i morti non diventavano una specie di spiriti celesti, ma ombre, simulacri di se stessi e, pur tuttavia, ancora e sempre pienamente consapevoli di sé e della vita.
Nel mondo greco chi pecca di hybris mantiene una sua innocenza che induce a una tremenda pietà. Di questa innocenza siamo privi, e sappiamo bene il limite in aticipo; ma aumenta la pietà per chi lo varca.
Il concetto di hýbris sta alla base del sistema di valori proprio del mondo greco arcaico. Il termine originariamente significava “violenza”, “tracotanza” e si riferiva ad un comportamento particolarmente biasimevole perché lesivo dell'onore altrui. L'uso giuridico si unisce poi alla valenza religiosa: l'hybritès è colpevole involontariamente, perché spinto ad agire dal volere del fato. L'hýbris è un accecamento mentale che impedisce all'uomo di riconoscere i propri limiti e di commisurare le proprie forze: chi ha ambizioni troppo elevate e osa oltrepassare il confine posto dagli dei pecca di hýbris e incorre in quella che viene chiamata “invidia degli dei” (fthònos theòn); allo stesso modo chi non utilizza le proprie capacità, esce dalla sfera umana per ricadere in una ben più infima, quella bestiale.
« La religione, ha scritto Burckhardt, non era per i greci «al di sopra o accanto alla pólis, perché culto e vita» erano «una sola cosa». O erano quantomeno strettissimamente intrecciati. Ogni pasto, ogni simposio, ogni battaglia cominciava con un sacrificio; ogni assemblea popolare con una preghiera. Gli argomenti di natura religiosa erano in cima all’ordine del giorno. Le sottosezioni della cittadinanza si incontravano attorno agli altari, celebravano i loro culti e poi, per esempio, accoglievano i neonati nelle loro file, offrivano sacrifici e mangiavano solennemente le carni degli animali sacrificati. La volontà degli dèi era accuratamente sondata dai veggenti. Uomini e donne, padri di famiglia e dignitari della comunità non perdevano d’occhio gli dèi e si adoperavano per renderseli benevoli, sia quando c’era una ragione particolare per farlo, sia perché così voleva la regola. »
(Christian Meier. Cultura, libertà e democrazia. Alle origini dell’Europa, l’antica Grecia. Milano, Garzanti, 2009, p. 144)





50 commenti:

  1. Migliore ipotesi per questa immagine: furie mytologie

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    1. Se la pagina (pesante) di hibris non si apre conviene fare una nuova ricerca.

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    2. Il post è "un mattone"
      Si sconsiglia la ricerca ai bambini di età inferiore a 12 anni.
      Secondo Sky a tredici anni si può vedere un film come l'Amante, tratto dal romanzo di Marguerite Duras.

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  3. Non è un mattone. È interessante ciò che scrivi e come lo scrivi.

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  4. Noi monoteisti come dovremmo affrontarlo il dolore, se non anche come affronteremo uno tsunami mentre sorseggiamo uno spritz?
    Io sono fatalista. Diciamo che ho fatto amicizia con la mia bella infezione e me la tengo lì buona..

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    1. Il dolore arriva e più se ne parla e maggiormente si acuisce. Il dolore forse ha qualche significato che a noi resta sconosciuto. Una coppia si sposa e il primo figlio è mongoloide. Qual è il senso di questo dolore?

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    2. Io ci ho fatto un blog. Non so se mi spiego...

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    3. Il dolore arriva quando ti paragoni ad altri e a quel punto anche quel poco di buono che hai sparisce.

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    4. Fai i blog con tutto. Sei brava.

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    5. Il paragonarsi è infantilismo e causa disperazione e rancore.

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    6. Ci sono persone che attraverso l'amore accettano la sofferenza con un amore che viene da Dio, anche se altri si vergognano di mostrare il figlio disabile, come se fosse una colpa.

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  5. Bhè un po'"mattone"lo è. ...tutto è interessante di ciò che scrivi....a volte capita di imparare (io) termini nuovi.
    .vedi hibris.....
    Oggi fa freddo e tu sei estremamente e intelligentemente spiritoso!....grazie caro Gus. Bacio

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    1. Ho molto tempo a disposizione. Sono praticamente solo e leggere libri è un modo di utilizzare il tempo.
      Bacio Lucia.

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  6. Gus grazie. Non conoscevo Meier e sono andata a curiosare.
    Non ho compreso però cosa vuoi comunicarci di preciso con questo scritto. Scusa la mia incapacità. Abbraccio.

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    1. La cultura greca non dava particolare significato al dolore. Il cattolico dovrebbe immediatamente trasformarlo in sacrificio. Cioè da cosa bestiale a comunanza con Cristo.

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  7. "La tragedia esistenziale greca non consiste nella ricerca di senso del dolore: i greci, ben noti cultori del limite, non si chiedevano che senso avesse il Peloponneso non meno che il meltemi agostano: si “limitavano” a prenderne atto".
    Questo accade ancora nelle culture in cui l'uomo sa di non essere dio bensì una creatura limitata e in virtù di questo accoglie la morte come evento naturale della vita.
    sinforosa.

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  8. Tu sai benissimo che Cristo attraverso il dolore diventato Sacrificio ha vinto la morte. Ha liberato le anime congelate dal peccato originale. Si sono aperti i sepolcri.
    Ciao Sinforosa.

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  9. Gli amici di Google plus:


    Gus O.

    +Costantina Nioi
    Grazie.


    Gus O.

    +Maria Piotrowicz
    Grazie.



    Gus O.

    +Patty
    Grazie.



    Gus O.

    +Maria Zampano
    Grazie.


    Gus O.

    +Gio B.
    Grazie.



    Gus O.
    +1
    +maria luisa bordoni
    Grazie.


    Gus O.
    +1
    +Francesco Grieco
    Grazie.



    Gus O.

    +Lara
    Grazie.




    Gus O.
    +1
    +sarah scarponi
    Grazie.



    sarah scarponi

    +Gus O. Grazie a.te.una buona serata



    Gus O.

    +Mara Zambon
    Grazie.

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  12. Fammi capire. Tu hai un account Google formato dall'username (indirizzo mail) e da una password.
    La password la cambi da Google, nel senso che ne metti una nuova scelta da te e Google la convalida.
    Ecco, la provenienza non so cosa sia. Puoi spiegarmela.

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  13. Ho capito. Tu usi l'Ipad e campi la password con il mobile.
    Ebbene, io non ho i tablet e non so come funziona il cambiamento della password.

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  14. Piuttosto la telecom permette con una spesa molto bassa di usare internet senza usufruire della linea telefonica. In questo modo compri un modem ( 25 euro), scegli un sistema operativo che non costa niente e offre il firewall e l'antivirus e puoi aprire un blog normale senza preoccuparti che qualcuno possa entrarci dentro.

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    3. Generalmente chi entra in un blog lo fa per aprirlo e non per commentare gli altri dal profilo.
      Usa un linguaggio corretto, tieni presente che nella pia bacheca compaiono i post di quelli che seguo e hanno il blog. Chi usa il profilo non vede niente.

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  15. Internet ADSL senza servizio telefonico

    TIM

    Internet Senza Limiti è l'offerta di TIM che, con 22,90 euro - ogni 4 settimane - per sempre, permette di avere una connessione ADSL illimitata a 7 Mega, canone e attivazione sono compresi.

    L'offerta è attivabile solo online e ufficialmente comprende comunque la linea telefonica a consumo, con chiamate a costo zero al minuto, ma con scatto alla risposta di 16,13 cent; però è sufficiente non utilizzare il telefono di casa per pagare soltanto la connessione internet con un prezzo molto competitivo anche in confronto ad altre offerte, che invece non comprendono l'attivazione della linea telefonica. È l'opzione ideale anche per chi vuole sentirsi libero di cambiare idea e vuole tornare a utilizzare il telefono di casa o a tenerlo soltanto per le chiamate di emergenza.

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  16. Ho fatto diverse ricerche per trovare l'offerta Tim. Lo sai che io non faccio pubblicità e se pensi che quello che scrivo è per i miei interessi faresti bene a non frequentarmi. Detesto i diffidenti.

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  17. Non trasformiamo un blog con un argomento importante in una borsa per la spesa. Basta interventi ot.
    Ciao.

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  18. Il dolore, per me, non ha mai senso. Se non in quei rari casi in cui ci deve insegnare qualcosa.

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    1. Forse non sono rari i casi in cui il dolore insegna, cioè ti fa crescere.

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    2. Eccome che ti fa crescere! E ti fa capire che non vale la pena arrabbiarsi, prendersela perchè tutto ciò che c'è in terra è effimero difronte alla perdita di una persona amata. Abbraccio a te Gus

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    3. Si, Farfalla, il dolore fa crescere se uno smette di lamentarsi.
      Abbraccio.

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    1. Perché non mi conosci. A me fa piacere ricevere commenti che io non saprei scrivere. Il blog non è scontro di galli, ma incontro di sensibilità diverse.

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    3. Sensibilità senza cuore è un ossimoro. Infatti non dobbiamo dimenticare che il cuore è solo una pompa e grazie alla caratteristica di reagire con l'aumento delle frequenze cardiache a uno stimolo si è accaparrato il ruolo dell'affettività, cioè l'istinto.
      L'istinto è per sua natura irragionevole e potrebbe combinare un sacco di guai. Allora è la ragione che fa da filtro all'istinto e lo fa passare solo quando è felicità che non arreca danni a te e agli altri.
      Il cristianesimo è il massimo della ragionevolezza. Tu scegli il modo di vivere che ti fa stare meglio. L'affettività non ragionevole è la tomba delle nostre azioni.
      Imita Cristo. L'adultere doveva essere lapidata perché quella era la legge. Ma la legge è impersonale e non tiene conto ella persona ma solo all'azione compiuta. Allora cosa fa Cristo? Ecco la ragione in movimento: "Chi è senza peccato scagli la prima pietra", nel frattempo fa stani segni sulla sabbia. Se ne vanno tutti ben sapendo che sono peccatori. E l'adultera guarda Cristo che la perdona e aggiunge: "Va' e non peccare più". Quindi Cristo ammette il peccato e lapidarla era obbedienza alla legge. Ma Cristo viene prima della Verità e conoscendo la vita sfortunata della donna la perdona. Come vedi non puoi dirmi che capisco solo con la ragione e non con il cuore.

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    6. Il cuore puoi anche virgolettarlo ma è sempre l'affettività che cambia nome.

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    7. Non cambia il nome cambia la persona, le emizioni... la vita.
      Tu non cambierai mai.
      Non dire mai più che io ho sdoppiamenti di personalità. Non ti permettere. Io sono sempre stata io. Non racconto menzogne. La blogsfera è piena rasa di queste persone e lo sai venissimo.
      Il mio rapporto nel virtuale non è didascalico, dico solo quello che penso e non vengo pagata a commento Che sia chiaro.

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  20. Puoi mettere l'anonimato grazie. Ma perché sono così perseguitata? Sembro Giovanni battista dei giorni nostri.

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    1. No, niente anonimato. Ce ne sono già tanti e fanno confusione e metti in moto ripicche, sdoppiamento personalità, cattiverie. Preferisco il profilo.

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    2. Ripicche io? Quali? Pensaci un attimo. Da mi anni commento da te, qui sono passare diverse bloggers, donne soprattutto. Più di una riconoscibilissime che commentano con diversi link. Non commentavano qui a caso. Mi hanno seguito ovunque. La mia password esempio... Addirittura da Napoli... Ovviamente tu non ne sai nulla vero? Mi dici che commento con l'Ipad e cambio la password con il mobile... Ma non ti vergogni? So bene che dalla bacheca vedi benissimo il mio sistema operativo e cellulare. Ma tu pensi di aver a che dare con una scema? M comunque meglio sceme che hacker.

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