lunedì, dicembre 13, 2021

Lo studente annoiato

 




Se qualche insegnante invece di snocciolare date, conquiste e battaglie dell'impero romano pensasse a raccontare ai discenti come vivevano le donne e i maschi romani, come vestivano, i negozi, i giochi e l'uso del tempo libero, forse qualche ragazzo potrebbe confrontare due realtà diverse: quella di ieri e quella di oggi. Incuriosirsi e cominciare a leggere qualche pagina del libro di storia.
Solo la curiosità riesce a trovare la bellezza nei luoghi più nascosti.
L'insegnante, ruolo ormai surclassato da altri modelli, sicuramente è una delle figure fondamentali di ogni bambino/ragazzo.
Quella figura portante, con la quale tu condividi ore seduto dietro a un banchetto con la possibilità di seguire, ascoltare o fuggire e pensare ad altro con la mente.
Ho avuti molti docenti, ma alcuni di questi resteranno dentro di me per il modo di aver catturato la mia attenzione. Uno dei miei sogni sarebbe proprio questo: riuscire con tutto me stesso attrarre l'attenzione di un bambino/ragazzo e come la principessa Shahrazàd, tener desta la loro curiosità al punto di muoverli a cercar oltre.
Secondo me il problema della scuola oggi è che da un lato ci sono sistemi ammuffiti che non creano appunto interesse, ma dall'altro c'è chi cerca di ovviare con insegnamenti "alternativi" dimenticandosi di quelli di base. In parole povere è inutile insegnare ad usare un pc se prima non si insegna la grammatica italiana!
Lamentarsi è una forma insana di innalzare la pila di problemi.
I prof lamentano uno stipendio inadeguato alle responsabilità...che non osano quindi assumersi.
Non credo che un aumento di stipendio guarisca il loro assenteismo.
La fermezza costruttiva e il cuore spugnoso che elargisce sapere non appartiene loro...ma a chi appartiene ormai?! Che tristezza.
Bisogna risvegliare un interesse per la bellezza che sta dentro le cose che si insegnano.
Bisogna accendere il desiderio.
C'è in giro troppa rassegnazione, la cinica convinzione che non vale la pena impegnarsi, che è meglio adattarsi a fare gli impiegati della pubblica istruzione.


29 commenti:

  1. Immagine:

    Possible ricerca correlata: alunni annoiati.

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  2. A me è parsa interessante la Scuola di Servizio Sociale, cioè il modello di scuola che scaturisce dall'esperienza di Barbiana. Parlo dell'idea di don Lorenzo Milani.
    A questa scuola andrebbero quelli che sono orientati a spendere la vita per gli altri: che vorranno fare il prete, il maestro, il sindacalista, il politico.
    E' una scuola senza voti, senza vacanze, senza gioco e senza aspirazioni di carrierismo.

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  3. Provate a leggere questo libro: "Lettera a una professoressa", composto da 8 allievi della scuola di Barbiana sotto la guida di don Lorenzo Milani, che riflette e racconta l'interessante esperienza scolastica.

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  4. La scuola deve non insegnare il noziosismo, ma insegnare ai ragazzi ad avere senso critico, a capire ciò che leggono, a rielaborarlo, a farsi una propria opinione.
    In questo la scuola non perderà mai il suo ruolo.
    Sull'educazione invece credo che ci siano delle difficoltà: l'educazione primaria dei genitori latita spesso nei valori, così anche l'educazione secondaria impartita dagli insegnanti vacilla.
    Non c'è il rispetto dell'autorità e gli insegnanti vedono sgretolarsi la propria autorevolezza.

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    1. La Scuola, considerato lo sfascio della società potrebbe essere l'unica ancora per la salvezza per i giovani attraverso la cultura. Ma, sia nell'organizzazione che nei programmi altro non è che un carrozzone costoso.

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    2. Ha visto giusto Karl Menninger: ciò che l'insegnante è, è più importante di ciò che insegna.
      Quando insegnare diventa solo uno sbocco occupazionale e non una vocazione diventa inevitabile che lo studente, piuttosto che sentire chiacchiere oziose, preferisca sonnecchiare.

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  5. A volte può capitare, soprattutto nelle scuole private, qualcosa di peggio.
    Le chiamano «ragazze doccia» e sono adolescenti, in genere di famiglie benestanti, che si prostituiscono nei bagni delle scuole in cambio di oggetti. Il fenomeno è stato scoperto dall'equipe del prof. Luca Bernardo, direttore del reparto di pediatria dell’ospedale Fatebenefratelli di Milano.
    Secondo il dossier le ragazzine hanno tra i 14 e i 16 anni, vengono perlopiù da scuole private.
    Le chiamano ragazze-doccia perché così come ci si fa la doccia tutti i giorni, loro quotidianamente fanno sesso.

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  6. Sai che io ero molto brava in Storia...ai miei tempi si studiava nel dettaglio e ricordo ancora l'ottimo voto che mi diede l'insegnante quando mi interrogò sui Fenici. Da ragazzina studiai così bene a memoria le poesie del Pascoli, Leopardi e Carducci che le ricordo nonostante il tempo trascorso ancora oggi I studenti odierni, purtroppo, non conoscono nemmeno quante e quali sono le province italiane. Ottima riflessione Gus...complimenti e buona giornata.

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    1. Il mio inizio di scuola è stato molto tormentato. Mi sembrava un carcere e le maestre aguzzine. Cambiavo banco continuamente. I miei genitori erano maestri nelle Elementari. Ero ancora piccolino quando la famiglia si trasferì a Roma. A me capitò un maestro che si ubriacava. Io sgaiattolavo fuori per raggiungere un campetto di calcio vicino al fiume Aniene.
      Logicamente non conoscevo nemmeno l'alfabeto. La cosa non sfuggì a mio padre, e malgrado la promozione alla quinta elementare, mi prese con se che insegnava nella quarta.
      Anche le medie furono in disastro. Nelle superiori, grazie all'aiuto di qualche professoressa sensibile, cominciai a studiare fino a diventare il primo della classe.
      Ciao Vivì.

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  7. Quando guardo questa foto, mi ricordo di essere una studentessa universitario. Penso che questo studente non sia annoiato, è solo stanco. Anche lo studio è un lavoro duro. Ricordo quanto ero stanco.

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    1. La ricerca Google dice che si tratta di un ragazzo annoiato.
      A te lo studio causava stanchezza, ma eri sicuramente bravissima.
      Ciao Irina.

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  8. Tra i miei insegnati ricordo perfettamente solo il mio maestro delle elementari, perché mi ha istillato curiosità e passione, elementi che permettono di vivere appieno, sognare e non stancarsi mai. Ricordo che odiavo le poesie a memoria, forse allora iniziai a scriverne, e ovviamente non ne so a memoria neanche una.

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    1. Ora capisco perché scrivi molto bene. Le elementari sono fondamentali pe scrittura e linguaggio.

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  9. Concordo sicuramene con te Gus nel dire che quello dell'insegnante è un ruolo cardine nella nostra società, ed aiuta a formare i bambini/ragazzi uomini e donne del futuro. Certo ci sono stati grandi insegnati nella storia della scuola italiana, però devo dire che negli ultimi 15/20 anni la qualità della maggior parte degli insegnanti e scadente e scaduta in maniera impressionante. Quando un bambino dopo 20/(40 anni si ricorda con affetto di un'insegnate che ha avuto alle elementari o alle scuole superiori è perchè quella persona gli ha dato qualche cosa di importante, oltre alle lezioni della materia che insegnava. Ha aiutato i suoi allivevi a ragionare col loro cervello e gli ha fornito im-put importanti. Molti al giorno d'oggi sono insegnati ma non lo sono davvero, insegnano per vivere, male, senza appassionare gli allievi senza dargli quel plus che sarebbe quello fondamentale per crescere meglio. Anche io Franco ho studiato le poesie a memoria, sicuramente non le ricordo tutte, ma qualcuna, forse quelle che più mi piacevano o quelle più ripetute, sono tutt'ora nella mia memoria. In ogni modo gli insegnati moderni dovrebbero capire che l'insegnamento non è un lavoro ma una difficile missione che richiede tanto impegno, stimoli e soprattutto passione.

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    1. Scrive il teologo Luigi Giussani:

      Il vero aspetto negativo della scuola è quello di non far conoscere l'umano attraverso i valori che troppo spesso, tanto inutilmente, maneggiamo: mentre in ogni azione l'uomo rivela la sua indole, appare ridicolo che a scuola attraverso lo studio delle varie manifestazioni degli uomini, si percorrano millenni di civiltà senza saper ricostruire con sufficiente precisione la figura dell'uomo e il suo significato nella realtà.
      Quando la scuola sarà chiamata al banco degli imputati non sarà accusata perché non in grado di formare buoni tecnici, bravi specialisti e gente competente. La scuola dovrà spiegare perché non è riuscita a formare veri uomini, a meno che non capiti che questi *non uomini* commettano qualche sciocchezza clamorosa, come ad esempio un episodio di intolleranza razziale.

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    2. I giovani oggi vivono bombardati dalla cultura dell’immagine, dall'appagamento dei propri piaceri, senza rispettare gli altri e se stessi.
      La conoscenza offerta dalla scuola da loro viene considerata di scarso rilievo dal momento che non prevede una gratificazione immediata, e di scarso rilievo, visto che non fornisce strumenti per un accesso a un semplice impiego. Questo è per loro demotivante. Se si aggiunge poi che non è stato insegnato loro lo spirito di sacrificio, di allenamento alla pazienza… loro vogliono –tutto –subito. I docenti,sono anche educatori, per cui l’istruzione non dovrebbe essere una mera distribuzione del sapere. Docente e alunno devono giungere a una reciproca comprensione, e favorire l’incontro per l’instaurazione di legami, veri, per farne uomini e donne capaci di affrontare il futuro.

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    3. Ricevendo il premio Nobel, Giorgio Parisi ha ringraziato il proprio maestro, come altri grandi personaggi avevano fatto prima di lui.
      Noi dobbiamo ringraziare anche quei tanti maestri anonimi che, in una capanna africana o in un’aula di una ricca città, cambiano in silenzio la vita dei loro studenti. Oggi lo stiamo dimenticando: la buona scuola l’hanno fatta e la faranno solo i buoni insegnanti. Non le piattaforme digitali o i computer. Punto.

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  10. Purtroppo molti insegnanti scelgono la scuola come ultima spiaggia e non daranno nulla ai ragazzi se non la frustrazione di un lavoro che non hanno scelto..io ho avuto la fortuna di avere una professoressa che per i cinque anni delle superiori insegnava italiano: geografia storia grammatica antologia epica.. tutto concentrato in lei..la vedevamo tutti i giorni almeno per due ore..mi è rimasta nel cuore ❤️ mai una sua lezione è risultata inutile o noiosa.. fuori dalla scuola era regista ed attrice di teatro..una classe omogenea tutti con la voglia di scoprire non di studiare.. alla maturità il suo lungo lavoro è stato ripagato da tutta la classe con una media molto alta..le scuole dovrebbero essere piene di insegnanti così..
    Buongiorno gus buona giornata

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    1. Sì. Ha visto giusto Karl Menninger: ciò che l'insegnante è, è più importante di ciò che insegna.

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  11. Son d'accordo con te, l'insegnante deve suscitare l'interesse. I bambini, a parte quelli a cui piace tant studiare, non sono portati ad aprire i libri. La mia maestra di storia delle elementari ci ha sempre fatto appassionare agli argomenti che ancora oggi ricordo, ci sono partcolari della storia che ricordo dalle elementari e per questo posso ringraziare solo la mia maestra. E voglio aggiungere che lezioni devono essere caratterizzate da un pò di divertimento. Se la noia prende il sopravvento il bambino si distrae. Quello dell'insegnante è un lavoro davvero difficile ed è il lavoro cardine grazie al quale si forma la società.

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    1. L'insegnante deve capire la mentalità dello studente.
      Io mi accomodavo all'ultimo banco e leggevo la Gazzetta dello sport.
      Dopo la spiegazione cominciò con le interrogazione. Mi chiamò invitandomi a parlare della poesia del Manzoni il 5 maggio.
      Risposi che la poesia era decisamente brutta e ruffiana, ma l'inizio: Ei fu, era interessante nel contrasto tra l'EI maestoso e il nulla del fu. Mi guardò negli occhi: "Bravo, non hai sentito nemmeno una parola della mia spiegazione, ma quella intuizione dell'inizio, EI fu, mi piace. Vieni al primo banco, c'è uno spazio per te. Naturalmente non potevo leggere il giornale sportivo, e nemmeno evitare di ascoltare la lezione. Ebbene, cominciai anche a studiare.

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  12. Non insegnano il coraggio,ma la rassegnazione e l'omerta'. Vivono di paure, insoddisfazioni, frustrazioni e ribellioni. Manca la volontà e hanno paura delle novità.
    Sono schematici e ragionano poco.

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    1. L'omertà è la connotazione più deleteria.
      Don Milani diceva che la scuola cura i sani e abbandona i malati.

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    2. I malati in che senso? Non ci pensano i dottori?... auguro ai ragazzi tanta fortuna. Sappiamo quanti ragazzini e ragazzine sono stati violentati per anni. Possibile che la scuola, gli insegnanti non se ne siano mai accorti? Un esempio dei tanti: la bimba fatta volare dalla finestra e prima ancora l'altro bimbo...ma riuscivano a sedersi a scuola?
      Se ne guardano bene di denunciare.

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    3. Don Milani identificava tre elementi per valutare il classismo e l'esclusione delle scuole: la dispersione scolastica, lo scoraggiamento e il (mancato) recupero degli studenti in difficoltà. ... Ciò avviene anche attraverso strumenti come l'alternanza scuola-lavoro che vengono applicati in funzione del lavoro. Nella scuola pubblica ci sono ragazzi di famiglie ricche e i figli dei contadini.
      Nel momento che l'insegnate preferisce la crescita dei ragazzi-bene e trascura i poveri, in pratica cura i sani e abbandona i malati.

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  13. Io ricordo molto bene e con affetto la prof di lettere e storia alle medie, sempre alle medie il prof. di geografia che ci fece chiudere il libro ci dettava le caratteristiche principali degli stati prese dalla Garzantina. Poi ci dava una ricerca e la volta seguente oltre ad interrogare chiedeva poi se altri avessero, in relazione alla ricerca da lui dataci, altre cose da aggiungere oltre a quelle degli interrogati. Era interessante fu l'unico anno nel quale ho amato la geografia, che non fu da lui ridotta al solito" La Francia confina a nord... ecc..."

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    1. Ognuno di noi ha incontrato insegnanti appassionate del lavoro che fanno. Hanno favorito la nostra crescita, mentre molti colleghi erano mediocri e svogliati.

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    2. Ma non hai risposto alla mia domanda. Perché non denunciano?

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    3. L'omertà è la componente più negativa dell'uomo.

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