venerdì, ottobre 05, 2018

Qualcosa che quieti l'anima







Ci sono poche cose che ci aiutano ad intuire, facilmente, cos'è quel "misterio eterno dell'esser nostro", come  Leopardi chiamava l'io di ciascuno di noi, come l'ascoltare la musicalità di un canto, la bellezza dello stesso, che riesce a far vibrare il cuore.
Leopardi la chiama "la sublimità del sentire".
Pensiamo all'emozione ,alla commozione che prova il cuore di chi ama la musica, se non è distratto da inutile cose, di chi ama ciò che lo sguardo incontra: il reale.
"Misterio eterno dell'esser nostro", Leopardi con questa frase riafferma la positività del Destino in ciascuno di noi e il grido del cuore dell'uomo è così forte e potente e bello che non si può non sentirsi trascinati e dire "già, è vero
Noi che non cerchiamo qualsiasi cosa, ma cerchiamo un bene, anche in mezzo alla confusione, cerchiamo qualcosa che "quieti" il nostro animo.
Dante (purgatorio XVII): "Ciascun confusamente un bene apprende/ nel qual si queti l'animo e desira;/ per che di giunger Lui ciascun contende.
Cerchiamo un bene, ma non riusciamo a definirlo; ma la ragione ci dice che ognuno di noi vorrebbe giungere a Lui. E la vita diventa un'avventura.
La vita è un'avventura, perché è la ricerca di quel bene nel quale il nostro animo si quieti.
Certo che se uno vive in un nascondiglio, come fa a vivere l'avventura in cui noi siamo destinati?

Dante è unico. Leopardi molto complesso. 
La sua avventura finisce male e diventa il precursore del nichilismo.
Quando leggevo Leopardi non mi era amico. 
Rappresentava molto meglio di quello che avrei saputo fare io, 
quello che io sentivo, ma non mi era amico: era un'autorità fuori di me.
 Un po' per curiosità, un po' per dovere ho incominciato a capire certe cose. 
Leopardi mi spiegava le ragioni del suo essere malinconico 
e io non condividevo. I suoi lamenti li sentivo veri ma aumentavano
 la mia malinconia. Un motivo in più per essere in contrasto con lui,
 ma non solo non ero in contrasto, anzi mi diventava amico. 
Avevo compreso che uno ti diventa amico nella misura in cui tu lo interiorizzi, 
vale a dire, comprendi le ragioni del perché lui ti rappresenta.


29 commenti:

  1. Ci vuole un intelligenza non conune per arrivareva tanto. Sia di chi insegna avendo scritto e sia di chi apprende avendo letto.

    RispondiElimina
  2. Bellissimo questo tue righe sul tuo rapporto con Leopardi.

    Venendo al tema principale del post, la musica è uno strumento "potentissimo" per quietare l'anima, per provare sensazioni rigeneranti e anche per sfogare e scaricare il malessere che portiamo dentro

    RispondiElimina
    Risposte
    1. *bellissime queste tue righe (avevo iniziato pensando di scrivere bellissimo questo tuo pensiero)

      Elimina
    2. Concordo Riky.
      Assodato l'effetto di chi ascolta musica bisognerebbe indagare sulle sensazioni che percepisce chi la compone.

      Elimina
  3. Lara05/10/18, 13:32

    ... Ci sono poche cose che ci aiutano ad intuire, facilmente, cos'è quel "misterio eterno dell'esser nostro".
    E ci sono poche persone che non riescono a intuire..l'intuizione non è un dono, ma un continuo confrontarsi nel mondo interiore e non solo. A volte fa soffrire. A volte si muore senza essere "padroni" del proprio destino e potrebbe essere davvero un vero peccato.
    Leopardi....nell'infinito il giovane favoloso

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì. Sensibilità e confronto con gli altri, oltre l'osservazione della realtà.

      Elimina
  4. In questo post hai portato davvero tante cose interessanti, come il problema delle affinità (cito volutamente Goethe) che dovrebbero spingerci a legarci a qualcuno e interiorizzare qualcosa di lui in noi per creare un rapporto unico.
    Volevo però discorrere sul fatto del "trovare pace": io credo che noi siamo, come Odisseo, alla ricerca di qualcosa perché è la nostra natura che ci spinge a farlo.
    Siamo scopritori, indagatori della realtà, abbiamo un'innata curiosità che ci spinge a evolverci e cambiare (con risultati più o meno discutibili).
    Secondo me il bello di questo gioco col destino è di trovare la pace solo quando il viaggio della vita è finito e allora abbassiamo le vele, altrimenti è sempre meraviglioso essere insaziabili.
    Un abbraccio e buon fine settimana!

    RispondiElimina
  5. “Forza va avanti, ce l’abbiamo fatta anche noi, eravamo anche noi uomini e donne, come voi. Abbiamo fatto sbagli nella nostra vita, come avete fatto voi, ma non fermatevi per questo.”

    “il cuore non trova pace fino a quando non riposa in Te”. Sant'Agostino

    Bel post, Gus.
    sinforosa

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie sinforosa.
      Se le cose terrene non ci danno la quiete significa che c'è qualcosa d'altro.

      Elimina
  6. Mi è piaciuta la chiosa finale, e sono d'accordo.
    Quanto a cercare qualcosa che quieti il nostro animo, credo sia la ricerca di ogni uomo, a volte una ricerca compulsiva, a volte futile.

    Moz-

    RispondiElimina
  7. “Più che vivere, fingiamo di vivere”.
    Questa tua frase, unita al resto del post molto complesso e bello, mi ha profondamente colpita perché mi porta a domandarmi quanto costa vivere davvero e rinunciare alle maschere, ai fronzoli, ai compromessi.
    Io sono in un periodo della mia vita dove sto cercando: da una parte sento il richiamo della Fede, dall’altra la voce della Scienza e mi sento persa perché non riesco a capire come far conciliare le due cose.
    Dovrei fare come fece Leopardi e interiorizzare tutto, rischiando però di perdermi in un vuoto cosmico come il suo, o dovrei procedere in questa ricerca che non so dove mi porterà?
    Che l’Illuminismo ha fallito, finendo col ripiegarsi sulla sua stessa razionalità e cedendo il passo al Romanticismo, è un dato di fatto.
    Oggi però esiste un compromesso tra Fede e Scienza?
    Questo non lo so, ancora non ho trovato un punto d’incontro.
    Se do retta alla parte razionale dovrei negare l’esistenza di Dio, ma dall’altra parte c’è una scintilla in me che mi dice che Qualcuno c’è al di là di noi sennò la ricerca della spiritualità, dell’altro come punto di contatto non avrebbe un senso.
    Io continuo la mia ricerca, scusami se ho approfittato del tuo post per parlare anche dei miei dubbi!
    Ciao, Gus!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La scienza non si pone il problema dell'esistenza o meno di Dio e va avanti per la sua strada.
      La fede è Cristo che propone un modo di vivere. Puoi dire sì, oppure no.

      Elimina
  8. Ho frequentato l'Università di Ancona e quando tornavo a Pescara se l'esame era andato bene mi fermavo nei luoghi che hanno ispirato il Poeta.
    Il panorama sul Monte Tabor è magnifico ( L'Infinito). La Casa di Teresa Fattorino ( A Silvia ), La Chiesa di S. Agostino ( Torre del Passero Solitario).

    RispondiElimina
  9. Dedica un po' di tempo alle Operette Morali di Leopardi, scoprirai un altro scrittore...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ho già parlato di Leopardi come precursore del nichilismo.

      Elimina
  10. Soffri' tutta la vita, la tua estrema intelligenza superò molti preconcetti. Infondo sara'il peggiore persecutore di se stesso. Ci sono interpretazioni contrastanti sul nichilismo.
    Di quali operette parla Franco? :)

    RispondiElimina
  11. Persecutore ...
    nichilismo
    ni·chi·lì·ṣmo/
    sostantivo maschile
    Ogni posizione filosofica che concepisca la realtà in genere o alcuni suoi aspetti essenziali, dai valori etici alle credenze religiose, dalla verità all'esistenza, nella loro nullità.
    PARTICOLARMENTE
    Movimento russo della seconda metà dell'Ottocento, negatore della morale tradizionale e propugnatore della soppressione violenta dell'ordinamento sociale e politico.
    Nichilismo attivo, nella filosofia di F. Nietzsche (1844-1900), quello che promuove e accelera il processo di distruzione degli ideali tradizionali, per rendere possibile l'affermazione di nuovi valori.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il termine nichilismo, o nihilismo (dal latino classico nihil, "nulla"), è stato utilizzato a partire dalla fine del XVIII secolo per designare quelle dottrine che si facevano negatrici non solo di un determinato sistema di valori, ma anche, più radicalmente, della stessa esistenza di una realtà oggettiva. Tale termine è usato più spesso con riferimento al pensiero di Friedrich Nietzsche (1844-1900) per indicare l'inevitabile decadenza della cultura occidentale e dei suoi valori.

      Elimina
  12. Mi piace ricordarlo con questa frase

    Così che il poco e il nulla è negli oggetti e non nella ragione (benché gli oggetti sieno, e sieno grandi a qualunqu’altra cosa, eccetto solamente ch’alla ragione). Perciocch’ella per se può vedere assaissimo, ma in atto ella tanto meno vede quanto più vede. Vede però tutto il visibile, e in tanto in quanto esso è e può mai esser visibile a qualsivoglia vista»

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il mio rapporto con Leopardi è sempre lo stesso. Lui mi rappresenta con le opere giovanili.

      Elimina
  13. La sublimità del sentire per il pensiero realista (lo preferisco a pessimista)del Leopardi è destinata comunque a finire.
    Quale sapore abbia la vita sia disgustoso o sublime è destinato a finire.
    L'amore forse è l'unico desiderio a cui tu io o chiunque altro non possiamo rinunciare.
    Ma il genio poetico di Leopardi sta di elevarci sopra la desolazione pur continuando a cantare la desolazione.
    Parlare di positività del destino riferendoti al poeta di Recanati mi lascia un pò perplesso.
    Come perplesso mi lascia la ricerca di quel bene che quieti l'animo.
    Ti auguro di trovarlo al piu' presto ;)
    Magari trovo più sul pezzo Dante.
    Per google + ti rispondo sull'altro commento.
    Ciao

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Leopardi nelle prime opere si avvicina molto al pensiero giovanile. Con le Opere Morali precipita nel pessimismo cosmico.
      La "quiete" è una ricerca ben sapendo che riguarda esclusivamente l'Aldilà.

      Elimina
  14. La musica per me è puro idillio, pura estesi. Certo non tutta la musica è uguale e non sempre riesco a perpetrare la mia anima, ascoltandola.
    Ma quando trovo qualcosa che mi è simile...allora mi lascio davvero coinvolgere, emotivamente.

    Leopardi è complesso, a me era simpatico, ma non sempre sono riuscita ad amarlo. Comunque resta un pezzo fondamentale della mia crescita. Buona giornata.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, la musica deve rappresentare le tue emozioni.
      Leopardi rappresenta il giovane nei suoi tormenti.

      Elimina