martedì, giugno 23, 2015

Quando l'incontro ha una particolare attrattiva





Il coraggio di dire Io avviene in una situazione
particolare che si chiama incontro.
Solo nel fenomeno dell'incontro si dà la
possibilità all'Io di decidere, di rendersi capace
di riconoscere ed accogliere la verità,
e la verità è una presenza.
Tutto, per ciascuno di noi, è cominciato con un incontro.
La fede nasce come grazia di un incontro che
gratuitamente sorprende.
Quando si è colpiti dall'incontro la vita cambia,
senza che ci si ponga innanzitutto il problema di cambiarla.
L'incontro con Cristo, come narra il Vangelo, ha fatto
venir voglia di seguirlo, non immediatamente
di cambiare la vita.
In quell'inizio, l'ultimo pensiero per Giovanni, Simone e Andrea,
era quello di cambiare la vita.
Seguendo la Presenza incontrata si impara
che cos'è la vita morale, essa viene resa possibile.
Perché se il termine della nostra considerazione
fosse cambiare la vita o il diventar più morali,
come esortano gli esponenti del partito degli onesti,
l'attenzione si sposterebbe inevitabilmente su di sé
invece che sulla Presenza, e ciò non farebbe cambiare.


9 commenti:

  1. Gv 1, 35-42

    Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l'agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.
    Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbi - che, tradotto, significa maestro -, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui: erano circa le quattro del pomeriggio.
    Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» - che si traduce Cristo - e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa», che significa Pietro.

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  2. Perché hai messo una gnocca in foto? Perché avessimo sempre presente la "tentazione" di un incontro "sviante" da non approfondire? Hai fatto bene... ;)

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    1. Il percorso di quella dona è solo di cento metri e poi affoga.

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    2. ..e noi, chimericamente attratti, con lei.. ;)

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    3. Noi sappiamo nuotare.

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  3. Hai scritto dona: hai dimenticato la "N" involontariamente? Letto come continua la frase penso che la signorina ritratta non abbia nessuna intenzione di bagnarsi a meno che leggendo il tuo commento voglia suicidarsi.........ah, mi ha detto che è campionessa di nuoto!!!!!

    L'incontro è Grazia. (mi pare di averlo già scritto!!)
    Perché non esiste verità più grande e dolce ed esaltante di scoprire che gli incontri, che Egli ha creati per far parte del Suo regno gli uomini sono dono altamente puro, che la nostra natura non avrebbe neanche potuto immaginare, prevedere: dono puro al di sopra di ogni capacità della nostra vita, «Grazia». Ciao nuotatore!

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    1. E' Franco che ha cacciato fuori l'argomento della gnocca.
      Problemi suoi.
      Quell'immagine è casuale.

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  4. ......huella, ma non scherzi mai? Ti regalo il toro del commento "scritto in sù" A me non piacciono, come i bisonti....non li trovo graziosi...pensa un po'!
    Ti mando un bacio......Perugina! Buonanotte Gus.

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