La classe dell’infermiera
di
Massimo Gramellini | 19 dicembre 2020 Corsera
Daniela ha appena saputo da una circolare che la scuola media milanese di suo figlio «sospenderà le attività didattiche nei giorni 21 e 22 dicembre» per scivolare dolcemente al giorno 23, quando cominceranno le vacanze vere. Cioè ha saputo che suo figlio, già orfano nei mesi scorsi di un numero insopportabile di lezioni, non entrerà più in classe fino al 7 gennaio (se tutto andrà bene). La circolare tace pudicamente sulle ragioni della sospensione: permettere agli insegnanti di ricongiungersi ai familiari lontani. Daniela è a dir poco indignata. Sono infermiera in un pronto soccorso, mi scrive, ma giustamente a nessuno è venuto in mente di chiudere gli ospedali per consentire ai miei colleghi non lombardi di partire. Il diritto all’istruzione vale forse meno di quello alla salute? E conclude: ho sempre insegnato a mio figlio che i professori meritano rispetto, ma con quale coraggio continuerò a farlo, dopo una simile prova di menefreghismo? Diciamo che, come sempre, la politica ha fornito ottimi alibi. Sarebbero bastate indicazioni chiare, così da evitare la fuga anticipata di massa nel fine settimana, ma si è preferito cambiare colore di continuo alle zone come i camaleonti. L’unico colore che non cambia mai è il rosso-senza-vergogna di chi durante l’anno non ha mai pensato alla scuola e ai ragazzi nemmeno per un minuto. A riprova che, del futuro di questo Paese, a coloro che hanno la ventura e la sventura di dirigerlo importa meno di un tweet.
PESCARA. L’Abruzzo, da domani, rimarrà l’unica regione italiana in zona arancione. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, infatti, non firmerà nuove ordinanze. Altre regioni passeranno in fascia gialla, ma solo perché scade il provvedimento in vigore. Per l’Abruzzo, invece, sulla base dell’ordinanza ministeriale del 13 dicembre, le misure andranno avanti fino al 26 dicembre.
RispondiEliminaPoi scatteranno le regole introdotte per Natale e l’Abruzzo, alla fine, non potrà vedere la zona gialla prima del 7 gennaio. Se dal 24 dicembre al 6 gennaio le regole sono uguali in tutta Italia, l’eventuale zona gialla avrebbe significato due cose per l’Abruzzo. Da un lato la riapertura di bar e ristoranti fino alle 18 per quattro giorni, cioè dal 20 al 23 dicembre. Dall’altro, gli abruzzesi avrebbero potuto sfruttare la finestra temporale di 24 ore che avrebbe consentito gli spostamenti tra regioni, permessi nelle aree gialle fino alla mezzanotte di domani. Invece così i rientri, come illustrato da ilCentro.it, sono sempre più difficili per chi non è residente in Abruzzo e vorrebbe tornare comunque dai familiari per le Feste.
il Centro
Il 7 gennaio mia figlia che vive a Brescia torna a lavorare, quindi grazie all'illustre ministro della salute (non)Speranza Roberto dovrei rivederla a ferragosto, che sicuramente sarà giorno di fuoco rosso -niente viaggi- niente figlia e nipotina.
RispondiEliminaNoi vogliamo tanto bene ai Ministri dello Stato.
Noi vogliamo tanto bene a questi figli di............
Sei in pensione.. perché dovresti aspettare ferragosto per rivedere figlia e nipote?
EliminaE poi perché avresti messo in foto l'infermiera da film di Vanzina?!
EliminaPerché è bella.
EliminaCon l'Abruzzo zona gialla, oggi, potevo tranquillamente andare a Brescia. Ma la burocrazia ha lasciato l'Abruzzo in zona arancione.
EliminaDa domani, fino al 6 gennaio non si può muovere nessuno. Il sette, con l'Italia infettata il doppio, l'avvocato Conte sarà costretto a emanare un nuovo DPCM valido fino al mese di agosto e
niente viaggi.
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EliminaSe l'Italia si infetterà il doppio sarà colpa delle vostre lagne...
EliminaFranco, io critico questo governo farsa, ma rispetto le leggi.
EliminaNon confondere la critica con il lamento. Nel mio biglietto da visita c'è una vita esemplare. Ma di cosa parli?
..intanto ti lamenti delle strafighe sui cofani delle auto da vendere, e poi metti una infermiera ammiccante in copertina... bah!
EliminaÈ una lettera straziante quella che un’infermiera del San Luigi di Orbassano ha scritto al sindaco di Volvera Ivan Marusich e che lui ha pubblicato sulla bacheca del proprio profilo Facebook: un “diario dalla prima linea, quella umana, del cuore”, come scrive la professionista che ogni giorno assiste pazienti con Covid-19. Nella lunga missiva la donna descrive l’ultima videochiamata di una paziente ai suoi quattro figli. Lo scopo è quello di far capire il dramma che stanno vivendo alcune persone sulla propria pelle, mentre altre - a casa - si lamentano: “Siamo un paese che sa solo lamentarsi per qualsiasi cosa, mai contenti di nulla. Sembra che la quarantena sia un castigo anziché una protezione per ognuno di noi”, scrive.
RispondiEliminaL’infermiera parte raccontando i primi dialoghi avuti con la donna, alla quale poco rimaneva da vivere: “Ho quattro figli e sono sempre stati tanto mammoni - le diceva -. Un rapporto bellissimo, anche perché gli ho fatto da madre e da padre, visto che sono rimasta vedova da giovane. Non ho paura di morire, non vorrei solo soffrire. Ma un giorno, uno dei miei figli è venuto a trovarmi e non lo hanno più fatto entrare.. è stato obbligato, non una scelta. Non ho potuto vedere più i nipoti, le nuore nessuno. Io qui, loro a casa.”.
Continua
″‘Li chiamo ogni giorno, li sento che stanno soffrendo perché non possono stare con me fino alla fine’. Entra il medico, la visita e squilla il telefono, è uno dei figli - continua la lettera -. La paziente gli dice ‘c’è il medico, te lo passo’. Il medico descrive al figlio la situazione. È davvero critica. Alla signora viene detto che dovrà essere intubata presto e che non ha molto da vivere. Il figlio chiede di poterla vedere per un ultimo, breve saluto. Non è possibile. il Covid non decide su chi posarsi, si insinua su chiunque”.
RispondiEliminaA far soffrire ancora di più i pazienti in terapia intensiva è l’impossibilità di poter parlare facilmente con i propri cari, neanche al telefono. “Il medico esce dalla stanza e la signora piange disperata - scrive l’infermiera -. Mentre è ancora al telefono con il figlio, il figlio piange con lei. Lei ha sempre su di te quello sguardo implorante, come volesse chiederti di fare qualcosa e chiedi di passarle il telefono. La signora ha un telefono vecchio, non è anziana, ma nemmeno tecnologica, non puoi avvicinare il telefono all’orecchio, quindi non sai cosa ti risponde il figlio, ma quello sguardo ti ha trapanato e non sei soltanto un operatore, sei mamma, sei figlia”.
Da lì l’idea della videochiamata: “Dici al figlio: ‘Radunatevi tutti e quattro, ma proteggetevi con le mascherine. Fatelo prima che potete e poi chiamate in video chiamata questo numero’. E gli dai il tuo e vi farò vedere mamma. È poca cosa, ma almeno non sarà una cosa interrotta di netto, e la potrete vedere”.
Non passa molto e i figli si radunano: “Apri la video-chiamata e tutti e quattro i figli lì. La paziente non se lo aspettava ed è felice come una Pasqua e tu con lei. Si parlano un bel po’, si raccontano, si dicono ti amo e lei desatura spesso perché si sta affaticando, ma sai il destino nefasto, non te la senti di chiedere di chiudere. Già una volta sono stati obbligati a tagliare, ora vuoi che la decisione sia la loro”.
“La chiamata dura circa mezz’ora ed è come se un cerchio si fosse chiuso, quello che doveva essere è stato… lei aveva resistito solo per loro, per vederli, per salutarli. Hai il cuore in mille pezzi. Pensi a te e ai tuoi figli e comprendi tutto..ogni sua preoccupazione. Ti prende la mano, ti dice grazie, veglierò su di te, per quello che hai fatto. E fai fatica a non piangere. La paziente si spegne. Decidi di uscire e lasciare ai colleghi il resto. E vedi che, come le procedure prevedono, la cospargono di disinfettante, la avvolgono in un lenzuolo e la portano in camera mortuaria. Sola..sola..i suoi effetti personali messi in triplice sacco nero andranno inceneriti”.
Il “dopo” è ancora più tragico: ″È domenica mattina. L’agenzia di pompe funebri è venuta a prendere la salma. Uno solo dei figli presente, a debita distanza. Non l’ha più vista da quella video chiamata. Dà indicazioni all’incaricato e vanno via… la sua macchina svolta a destra, la salma va a sinistra..sola. Non ce la fai, quello è troppo. E se fino ad ora non avevi pianto, ora non ce la fai”, si legge nella lettera.
L’episodio ha dato modo all’infermiera di riflettere e l’ha convinta a condividere l’esperienza affinché le persone possano essere più consapevoli di ciò che accade davvero negli ospedali: “A casa apri Facebook. Lamentele ovunque. Vi hanno negato la libertà, il bimbo non può andare più al parco, il cane passeggia troppo in là da casa e non si trova più lievito. Quanta ignoranza, quanti pochi problemi ha la gente, ma su una cosa ancora siamo fortunati: a noi ci saranno state anche negate delle cose, dovremmo anche fare sacrifici, ma almeno noi abbiamo ancora la dignità, un diritto che il Covid-19 ti toglie, senza poterti lamentare”.
Siamo solo capaci di lamentarci senza fare nulla. Io mi logoro ogni giorno per ciò che vedo e sento. Soffro tutti i giorni e mi lamento, certo . Dovrei dire che sto bene come fanno molti ipocriti? È un lamentarsi sano per chi come me sa anche ascoltare. Dire "bene" mi costa il doppio della fatica.
RispondiEliminaNon è segno di buona salute fisica e mentale essere ben inseriti in questo mondo malato. Cit
Chi non ha più gli affetti cari morti di covid, ma non solo, non credo si lamenteranno...
La descrizione di una realtà negativa non è un lamento.
EliminaPraticamente hai scritto un post.
RispondiEliminaComplimenti. Tu sfortunatamente sei di casa negli ospedali e conosci bene il lavoro sfiancante delle infermiere.
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EliminaGus io non sono una tipa che quando muore un Vincenzo qualsiasi e c'è ne sono tanti esprimo solo apprezzamenti positivi. Ricordi quante aggressioni pesanti ho subito da lui che nemmeno conoscevo, che nemmeno avevo chiesto un suo parere. Avevo scritto anch'io un commento da Sinforosa ma non l'ha pubblicato. E poi ti ricordi quello della presunta fiorella?
EliminaIpocriti
I dottori, quasi tutti, hanno il loro studio a pagamento e guadagnano una barca di euro. Per questo non parlo di loro. Le infermiere non hanno uno studio privato. Tornano a casa distrutte per il lavoro.
EliminaTania, chi non risponde o non pubblica un commento deve vergognarsi. Ancora di più chi ti offende.
EliminaCiao.
Che tua figlia e tua nipote siano felici! Ciao, Gus!
RispondiEliminaGrazie Irina.
EliminaLisa non si dà pace dell'impossibilità di venire a trovarmi.
Tania, io rispondo a tutti. Non leggo nemmeno i nomi.
EliminaRispondo anche a qualche anonimo che mi offende.
T
RispondiEliminaSì.
RispondiEliminaTania, il Covid infinito esiste veramente.
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EliminaCon l'applicazione di Mediaset potrà venirti la berlusconite, mai il Covid. Stai tranquilla.
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EliminaL’Aquila. “Il ministro decide di ‘non decidere’, e mentre in Consiglio dei ministri approvano un decreto-legge per chiudere tutta l’Italia, mettendo sullo stesso piano le Regioni in cui la diffusione del contagio è in diminuzione e quelle dove invece crescono ricoveri e indice di replicazione (Rt), l’Abruzzo si ritrova ad essere l’unica Regione in arancione”. Così oggi il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, commenta la nuova stretta sul Natale e il decreto legge dopo la conferenza stampa di ieri del premier Giuseppe Conte.
RispondiElimina“Avevamo chiesto di prendere atto dei dati positivi che registriamo da settimane, per potere sfruttare almeno da domenica 20 a mercoledì 23 in zona gialla e dare respiro all’economia e possibilità di movimento ai cittadini”. “La ‘finestra’ di domenica”, prosegue Marsilio, “avrebbe dato la possibilità, a quei pochi in condizione di farlo, di trasferirsi nelle seconde case per il periodo festivo. Invece, dal ministero nessuna risposta nel merito e ottusità burocratica. Resterebbe in piedi solo la possibilità di emanare un’ordinanza efficace per il solo 23 (sempre che il ministro confermi l’intesa), prima che entri in vigore la disciplina restrittiva per le festività approvata dal Governo. Con la conseguenza che l’Abruzzo sarebbe arancione il 22, giallo il 23 e rosso il 24”.
Marsilio rinnova quindi l’appello a “ristorare seriamente le attività danneggiate, cosa non garantita dal decreto legge di ieri: tutti sanno che fare riferimento al decreto rilancio non vuol dire affatto ristorare il 100% della perdita di fatturato di Natale, ma appena il 15% di quello di aprile. E a pagare il prezzo delle chiusure non sono solo bar e ristoranti, ma intere filiere, dai produttori agricoli ai distributori ai fornitori”.
Marsilio è del partito della Meloni e chiaramente è un ingenuo.
"La pervicace azione del governo produce come risultato l'insensato e schizofrenico ritorno in zona rossa, per un giorno, di una regione che da due settimane mostra valori stabilmente arancioni", ha commentato a caldo governatore dell'Abruzzo, Marco Marsilio, che aggiunge: "Dopo che il Tar ha negato per due giorni l'esistenza di un ‘pericolo' così grave da giustificare un provvedimento d'urgenza, era chiaro che oggi il governo avrebbe potuto provocare solo il risultato di vedere una Regione cambiare colore tre volte in tre giorni. Incuranti delle conseguenze pratiche nella vita delle persone, pur di poter esibire lo scalpo del reprobo Abruzzo".
EliminaIl covid ha messo in evidenza parecchi nervi scoperti della nostra società.
RispondiEliminaL'istruzione ritengo sia fondamentale e purtroppo stiamo perdo tempo prezioso che difficilmente i nostri giorni riusciranno a recuperare ... un anno, un anno di scuola praticamente volatilizzato.
Un governo che come Ministro degli esteri (Di Maio) mette un tipetto che si è fermato al liceo classico, chiaramente ignora l'istruzione.
EliminaSe vuoi partecipare a un concorso per dirigente in qualsiasi Ente pubblico, invece, ti serve la laurea.
EliminaEpperò è stato onesto: non si è laureato alla "FedericoII" 🙄
RispondiEliminaPoi c'è chi si laurea con la lode alla sapienza... Da quelle parti c'è tanta roba per questo e per l'altro stiamo affondando.
Ma poi scusa non sei anche tu un rosso con i soldi in tasca? Non lamentarti, sei un privilegiato.
Noi arancione.
EliminaSecondo i dati della Johns Hopkins University, l’Italia ha 111,23 morti ogni 100 mila abitanti: ed è prima, seguita da Spagna, Gran Bretagna e Stati Uniti,
A tutti gli addetti ai lavori un regalo di colori rosso-vergogna.
RossoPD...
EliminaAggiungo solo due righe, in punta di piedi. Ho enorme stima per i professionisti che oggi ci curano. Ho avuto in questi ultimi anni esperienza di grandi competenze e vera umanità inserite in giovani vite dedicate al lavoro sanitario (infermieri e medici). Sono rimasta positivamente meravigliata da loro, dalla loro dedizione e capacità. E' necessario rispettarli e ammirarli oltre che ringraziarli per i loro sacrifici.
RispondiEliminaMi auguro e ti auguro, Gus, che tu possa vedere al più presto (non a Ferragosto che è troppo lontano) tua figlia e la tua nipotina.
p.s. oh-oh le righe sono più di due!
Grazie Ninin.
EliminaVedrai che il 7 gennaio 2021, alla scadenza del DPCM, ne seguirà un altro valido fino a ferragosto.
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RispondiEliminaTerrificante. A me i medici hanno ammazzato mia madre e mia moglie.
EliminaA mia madre hanno fatto un termografia per un nodulo al seno. Non c'è stato aumento di calore e niente mammografia.
Il fatto è che per le donne che superano i 55 anni, anche con il carcinoma, non scatta il calore.
Bruna a Padova doveva fare bypass dopo aver individuato con l'angiografia le occlusioni sulle arterie di una gamba. Il problema si è posto quando dopo aver tagliato la zona con le occlusioni con una protesi sintetica hanno cercato di cucirla sull'arteria non occlusa, ma non sono riusciti a farlo perché l'arteria era consumata e si spaccava. Quindi nuova preparazione della protesi, una giornata in rianimazione e alla fine hanno usato la vena safena. Un errore bestiale perché impedisce altri interventi. Rivascolarizzazione fallita con le conseguenza dell'amputazione dell'arto. E' morta prima per arresto cardiaco.
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RispondiEliminaIo ho un modulo di contatto. Si scrive e dopo si inserisce l'account Google per Blogger ( logicamente senza password).
RispondiEliminaIo rispondo è spunta la mia e-mail
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RispondiEliminaQuando scrivi nel modulo di contatto devi mettere l'indirizzo dell'account Google per scrivere su Blogger.
EliminaIo rispondo a quell'indirizzo.
Fatto.
Fatto da un po' non leggo la tua mail
RispondiEliminaCioè devo scrivere nel modulo di contatto a destra dove leggo messaggi? Gus non farmi incazzare
RispondiEliminaIl modulo di contatto si trova nella colonna dei gadget.
RispondiEliminaMi sono arrivati due messaggi con indirizzi diversi.
Ora ho risposto all'ultimo. Se l'indirizzo è tuo arriverà la mia risposta. Se si tratta di una bufala non può arrivarti niente.
Il mio modulo contatti l'ho già provato con Riky.
Funziona.
È il secondo
RispondiEliminaNon è una bufala nell'ultimo account Google "minni" per intenderci a me non è arrivato nulla. Gus, smettila.
RispondiEliminaIl tuo messaggio è arrivato. Ho risposto a minni da poco.
RispondiEliminaNon so se i messaggi scritti da un pc fisso arrivano ai cellulari.
Ciao.
Quello che dico ho fato. Non fare la diffidente. Sai che non mi piace.
RispondiEliminaHo risposto. Hai letto?
RispondiEliminaSì.
RispondiElimina'notte.
Buongiorno Gus. e buona domenica!
RispondiEliminaGrazie Francesco.
EliminaDevo dire che la scuola è una questione delicata.
RispondiEliminaDa una parte sarebbe stato meglio neanche aprire, quanto meno superiori e medie, dall'altra i ragazzini hanno bisogno di fare scuola in presenza, per motivi noti a tutti.
Solidarietà all'infermiera, ma sospendere le lezioni due giorni prima non è una tragedia.
Qualsiasi dipendente della P.A. per assentarsi dal lavoro deve chiedere il congedo ordinario. Se la concessione è di massa porta alla chiusura di un'attività. Questo è accaduto a Milano ed è uno schifo.
EliminaL'altro schifo è se una persona il 19 e 20 dicembre da Milano prende il treno per passare il Natale dal padre non c'è nessun problema. Se lo fa il 21 dicembre rischia di infettare il padre.
Questo governo di pupazzi ragiona così. Hanno stabilito anche il numero delle persone a tavola e le pietanze che non possono essere più di due.
Piemonte, il giallo dei 200 mila tamponi cancellati dal ministero: non erano test molecolari
EliminaIl totale, secondo la Salute, era la somma dei molecolari con i rapidi. Un’operazione di aritmetica che avrebbe modificato il colore della Regione, da arancione a giallo
di Giovanna Cavalli e Giulia Ricci
20 dicembre 2020 | 02:12
Io avrei chiuso tutto e tutti. Siamo imbecilli e spero che giornali e tv sputtanino tutti quelli che durante le feste tenteranno (riuscendoci) di gabbare i divieti.
RispondiEliminaBen detto.
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RispondiEliminaTecla, alle mail ho risposto. Se non ti arrivano non è una mia colpa.
EliminaOra ti scrivo via mail. Fammi sapere se arriva.
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RispondiEliminaHo letto le tue mail e poi ho cancellato. Erano dati sensibili.
RispondiEliminaNon scoraggiarti te la caverai.
Chiedi al tuo gestore perché non ti arrivano le mail da un pc fisso.
Ciao.
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RispondiEliminaTre parole...
RispondiEliminaHo scritto solo Ciao.
EliminaQuello che hai mandato tu l'ho capito benissimo, del resto è scritto da una dottoressa.
Si tratta di cose serie. Non ti arrendi e andrà tutto bene.
Era scritto:un gran casino. Mi dispiace sil...
EliminaMi riferivo alla mail del mio amico alla dottoressa.
EliminaSe non hai risposto come ti ho scritto sopra non eri tu.
Gus... Tu non sai l'ultimo grave errore di diagnosi che poteva finire malissimo. Per fortuna ho un caro amico ingegnere... Non so come ma lui ha capito la mia vera diagnosi. Un medico prima di essere medico deve laurearsi in ingegneria perché la facoltà ti insegna a ragionare con la tua testa. I dottori sono solo schematici... Mi spiace che non hai una mail... Ti scriverei cosa ha scritto lui a chi mi ha in cura. Gus finiva male. Ma lui, l'ingegnere è davvero un genio
EliminaTi auguro di vedere presto figlia e nipotina.Buon pomeriggio
RispondiEliminaGrazie.
EliminaCiao OLga.
Io non devo fidarmi di te. Nonostante le perplessità ci casco sempre. Tutto ritorna e non solo a te ma anche alla tua amica. Sei tu che mi hai detto di non scrivere a Joanna?
RispondiEliminaQuello che scrivo in una mail non dovresti riportarlo nel blog. Non riesci cambiare, mi consideri amico di chi non lo è.
EliminaSei stupidamente diffidente.
Io do consigli per il tuo bene. Le liti sono inutili. Se non ti piace una persona non relazionarti con lei.
Il fatto che non stai bene non ti autorizza a comportarti male con me. Se non ti fidi di gus non scrivere nel mio blog.
Ma perché usate il blog...scrivetevi per mail..
EliminaCerto che molte persone hanno un odio spropositato dentro se stesse. E sentenziano, aggrediscono, giudicano, insultano come se nulla fosse.
Elimina...viene a me?
EliminaTu non offendi, ma la diffidenza ti porta a pensare cose che non esistono.
EliminaGramellini è sempre molto attento e brillante. Una notizia che lascia davvero di sasso. Un caro saluto a te.
RispondiEliminadi Annamaria Lazzari
RispondiEliminae Marianna Vazzana
La grande fuga da Nord a Sud nell’ultimo weekend del ’liberi tutti’, prima dell’Italia tutta arancio-rossa. Aeroporti e stazioni, da Torino a Milano, da Bologna a Firenze fino a Roma, sono stati presi d’assalto. Traffico e code, invece, si sono registrati sulle autostrade per chi voleva raggiungere la Liguria, coda di 13 km sull’A1 per un incidente fra Piacenza e Fiorenzuola, aumento del traffico negli aeroporti (80mila i passeggeri a Linate e Malpensa nel weekend, l’88% in meno dello scorso anno ma comunque un quarto in più dell’intera scorsa settimana). E anche se non si è verificato l’assalto dello scorso marzo, prima che scattasse il lockdown (anche perché i treni viaggiano al 50% della capienza per le norme anticovid), pure i treni hanno registrato il tutto esaurito.
Dalla Lombardia si calcolano partenze per 200mila persone.
Non è questione di due giorni di scuola di meno. E' una vigliaccata.
Un salutone Fabio.
La situazione è molto complessa. Penso, in definitiva, che qualsiasi decisione si prenda si corre il rischio (anzi la certezza) di penalizzare questa o quella categoria.
RispondiEliminaIl Governo è inadeguato.
EliminaOgni decisione è una scelta per favorire un partito.
Comprendo lo sfogo ell'infermiera ma non saranno certo quei 2 giorni a fare la differenza e probabilmente si è presa tale decisione anche vedendo che forse neanche un terzo degli alunni della scuola, a scuola sarebbero andati perché anche i genitori dovevano partire
RispondiEliminaNon conosco Gramellini e non posso informarlo della tua opinione.
EliminaPrima di te ha commentato Fabio e gli ho risposto.