L'ambiente?
Stiamo viaggiando con i conti in rosso, consumiamo più risorse di quelle che la natura fornisce in modo rinnovabile. Ci stiamo mangiando il capitale biologico accumulato in oltre tre miliardi di anni di evoluzione della vita: nemmeno un super intervento come quello del governo degli Stati Uniti per tappare i buchi delle banche americane basterebbe a riequilibrare il nostro rapporto con il pianeta. L'Earth Overshoot Day: l'ora della bancarotta ecologica è in agguato. Il giorno in cui il reddito annuale a nostra disposizione finisce e gli esseri umani viventi continuano a sopravvivere chiedendo un prestito al futuro, cioè togliendo ricchezza ai figli e ai nipoti. La data è stata calcolata dal Global Footprint Network, l'associazione che misura l'impronta ecologica, cioè il segno che ognuno di noi lascia sul pianeta prelevando ciò di cui ha bisogno per vivere ed eliminando ciò che non gli serve più, i rifiuti. Nel 2020 l'Earth Overshoot Day è caduto il 22 agosto: consumiamo quasi il 40 per cento in più di quello che la natura può offrirci senza impoverirsi. Secondo le proiezioni delle Nazioni Unite, l'anno in cui - se non si prenderanno provvedimenti - il rosso scatterà il primo luglio sarà il 2050. Alla metà del secolo avremo bisogno di un secondo pianeta a disposizione. E, visto che è difficile ipotizzare per quell'epoca un trasferimento planetario, bisognerà arginare il sovra consumo agendo su un doppio fronte: tecnologie e stili di vita. Lo sforzo innovativo dell'industria di punta ha prodotto un primo salto tecnologico rilevante: nel campo degli elettrodomestici, dell'illuminazione, del riscaldamento delle case, della fabbricazione di alcune merci i consumi si sono notevolmente ridotti. Ma anche gli stili di vita giocano un ruolo rilevante. Per convincersene basta confrontare il debito ecologico di paesi in cui i livelli di benessere sono simili. Se il modello degli Stati Uniti venisse esteso a tutto il pianeta ci vorrebbero 5,4 Terre. Con lo stile Regno Unito si scende a 3,1 Terre. Con la Germania a 2,5. Con l'Italia a 2,2. "Abbiamo un debito ecologico pari a meno della metà di quello degli States anche per il nostro attaccamento alle radici della produzione tradizionale e per la leadership nel campo dell'agricoltura biologica, quella a minor impatto ambientale", spiega Roberto Brambilla, della rete Lilliput che, assieme al Wwf, cura la diffusione dei calcoli dell'impronta ecologica. "Ma anche per noi la strada verso l'obiettivo della sostenibilità è lunga: servono meno opere dannose. Per millenni l'impatto dell'umanità, a livello globale, è stato trascurabile: un numero irrilevante rispetto all'azione prodotta dagli eventi naturali che hanno modellato il pianeta. Con la crescita della popolazione (il Novecento è cominciato con 1,6 miliardi di esseri umani e si è concluso con 6 miliardi di esseri umani) e con la crescita dei consumi (quelli energetici sono aumentati di 16 volte durante il secolo scorso) il quadro è cambiato in tempi che, dal punto di vista della storia geologica, rappresentano una frazione di secondo. Nel 1961 metà della Terra era sufficiente per soddisfare le nostre necessità. Il primo anno in cui l'umanità ha utilizzato più risorse di quelle offerte dalla biocapacità del pianeta è stato il 1986, ma quella volta il cartellino rosso si alzò il 31 dicembre: il danno era ancora moderato. Nel 1995 la fase del sovra consumo aveva già mangiato più di un mese di calendario: a partire dal 21 novembre la quantità di legname, fibre, animali, verdure divorati andava oltre la capacità degli ecosistemi di rigenerarsi; il prelievo cominciava a divorare il capitale a disposizione, in un circuito vizioso che riduce gli utili a disposizione e costringe ad anticipare sempre più il momento del debito.
Grazie, Gus!
RispondiEliminaLa consapevolezza che la natura determina la nostra vita, il nostro futuro è piuttosto evidente nelle giovani generazioni, molto meno a chi giovane non è più. Potremmo vivere tutti con molto meno, ma non ci accontentiamo mai, viziati ed egocentrici. Prima o poi capiremo, speriamo che non sia troppo tardi...Ciao
RispondiEliminaCiao Ninin.
EliminaIl problema non ha terapie indolori.
Produciamo roba inutile. Uno pensa chiudiamo la fabbrica. Sembra facile, ma gli operai che ci lavorano diventano disoccupati.
Si dovrebbe programmare una riconversione industriale con adattamento di impianti o attrezzature esistenti a nuovi tipi di produzione, oppure a trasformazioni o innovazioni tecnologiche.
Produrre di meno, produrre meglio.
RispondiEliminaCiao Irina.
In molti si domandano chi è e dove sta il diavolo. Eppure dorme nel loro letto.
RispondiEliminaCerto, la ricchezza non dà la felicità, ma la povertà ti ammazza.
Il diavolo sei tu falso moralista. Vivi nel peccato.
RispondiEliminaGrazie. Sei molto gentile.
EliminaLo scrivi spesso che un po' di gentilezza ci vuole sempre.
Gus... È vero che sei un falso moralista. Si, vero?
EliminaBuon giorno 😘
Stasera ti leggo
È vero lo scrive sempre, poi ne fa di tutti i colori
EliminaNon chiedere al macellaio se la carne è buona.
EliminaQuale macellaio tu o lei?
Elimina"Gus... È vero che sei un falso moralista. Si, vero?
EliminaBuon giorno 😘
Stasera ti leggo"
Sono io che dovrei lodarmi. Non vale.
Su questa storia ho idee molto chiare. Le tengo per me e tiro la catenella dello sciacquone.
Non ho capito...
EliminaConosciamo tutti il ritornello, o almeno tutti quelli che per un motivo o per l'altro hanno accanto i neo-adulti. Voi figli del boom economico post guerra – ci dicono – avevate mille possibilità, un mondo in crescita, speranza nel futuro, floride casse pubbliche, e a differenza dei vostri genitori (cioè dei loro nonni) potevate studiare e scegliere il lavoro che volevate. E noi giovani, invece? Un mondo in rovina, in decrescita, lavori precari che non consentono di progettare una vita una famiglia o una casa, uno Stato in bancarotta che taglia tutto, dalla sanità alle pensioni, e chi dovremmo ringraziare se non chi ci ha preceduto? Diciamolo, qualcosa di vero c'è. E anche se il fango dovrebbe casomai ricadere su chi ha avuto le redini e la borsa in mano (in ogni campo pubblico o privato), dobbiamo comunque chiederci se avevamo delegato le persone giuste. Ma in un mondo che è passato dalla radio a Internet e dal paesello alla globalizzazione e alle speculazioni finanziarie, che ha visto cadere il muro di Berlino e tutte le vecchie ideologie e i grandi ideali, si può dare a noi poveri italiani cinquanta/sessantenni tutte le responsabilità? Compito degli adulti, tuttavia, è anche accogliere la rabbia dei giovani. E restare solidi. Ma c'è un ultimo errore che possiamo evitare: proteggerli. Loro hanno due grandi risorse su cui contare, la fiducia in se stessi e l'energia vitale. Viziarli, anticipare ogni loro desiderio, eliminare gli ostacoli a priori, indebolirli nella loro capacità di reagire e cavarsela da soli, sarebbe l'ultimo letale sbaglio che noi figli del boom commetteremmo. Quindi niente sensi di colpa e meno paure. Altrimenti chi resta, se non loro, a correggere il mondo che gli abbiamo lasciato?
EliminaNotte... Sto male. 🤗
EliminaPassa, ma non suicidarti per le banalità.
EliminaSticazzi. Ero in ospedale stamattina
EliminaPerché vai a scrivere in blog che sospetti?
EliminaPerché i sentimenti superano tutto. E tu hai bisogno di bene.
Elimina😍
Va meglio, ora sono al "voltiano" a camminare.
Baciotto.
Per me conta la ragione. Nella vita si incontrano personaggi strani. Bisogna evitarli.
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
EliminaIl problema oltre che politico è di natura etica. Egoismo, sfruttamento, ingiustizia, menefreghismo e poi facciamo raccolte per i paesi poveri, assistiamo a trasmissioni dove si parla della povertà nei paesi poveri. Ci nutriamo di tanta ipocrisia e falsità.
RispondiEliminaL'economista Herman Daly definisce lo sviluppo sostenibile come «... svilupparsi mantenendosi entro la capacità di carico degli ecosistemi» e quindi secondo le seguenti condizioni generali, concernenti l'uso delle risorse naturali da parte dell'uomo:
RispondiEliminail peso dell'impatto antropico sui sistemi naturali non deve superare la capacità di carico della natura;
il tasso di utilizzo delle risorse rinnovabili non deve essere superiore alla loro velocità di rigenerazione;
l'immissione di sostanze inquinanti e di scorie non deve superare la capacità di assorbimento dell'ambiente;
il prelievo di risorse non rinnovabili deve essere compensato dalla produzione di una pari quantità di risorse rinnovabili, in grado di sostituirle.
In tale definizione, viene introdotto anche un concetto di "equilibrio" auspicabile tra uomo ed ecosistema, alla base di un'idea di economia per la quale il consumo di una determinata risorsa non deve superare la sua produzione nello stesso periodo.
Nel 1994, l'ICLEI (International Council for Local Environmental Initiatives) ha fornito un'ulteriore definizione di sviluppo sostenibile: «Sviluppo che offre servizi ambientali, sociali ed economici di base a tutti i membri di una comunità, senza minacciare l'operabilità dei sistemi naturali, edificato e sociale da cui dipende la fornitura di tali servizi».
Ciò significa che le tre dimensioni, economica, sociale e ambientale, sono strettamente correlate, e ogni intervento di programmazione deve tenere conto delle reciproche interrelazioni.
L'ICLEI, infatti, definisce lo sviluppo sostenibile come lo sviluppo che fornisce elementi ecologici, sociali e opportunità economiche a tutti gli abitanti di una comunità, senza creare una minaccia alla vitalità del sistema naturale, urbano e sociale che da queste opportunità dipendono.
Nel 2001, l'UNESCO ha ampliato il concetto di sviluppo sostenibile indicando che «...la diversità culturale è necessaria per l'umanità quanto la biodiversità per la natura (...) la diversità culturale è una delle radici dello sviluppo inteso non solo come crescita economica, ma anche come un mezzo per condurre una esistenza più soddisfacente sul piano intellettuale, emozionale, morale e spirituale». (Art 1 e 3, Dichiarazione Universale sulla Diversità Culturale, UNESCO, 2001). In questa visione, la diversità culturale diventa il quarto pilastro dello sviluppo sostenibile, accanto al tradizionale equilibrio delle tre E.
Il rapporto Brundtland dal 1987 ha ispirato alcune importanti conferenze delle Nazioni Unite, documenti di programmazione economica e legislazioni nazionali e internazionali.
Per favorire lo sviluppo sostenibile sono in atto molteplici attività ricollegabili sia alle politiche ambientali dei singoli Stati e delle organizzazioni sovranazionali sia a specifiche attività collegate ai vari settori dell'ambiente naturale. In particolare, il nuovo concetto di sviluppo sostenibile proposto dall'UNESCO ha contribuito a generare approcci multidisciplinari sia nelle iniziative politiche sia nella ricerca.
E' un grosso problema.Buon pomeriggio
RispondiEliminaIl 2050, è la data limite pronosticata da tutti. Fame, surriscaldamento, tragedie varie... difficilmente mi riguarderà... spiace per i nipoti..
RispondiEliminaNon vuoi arrivare nemmeno a 100 anni?
EliminaAcciaccato e a carico del sistema sanitario? No, grazie.
EliminaNo! Prendi una badante come Nicole Kidman.
EliminaProblemi con molteplici risvolti, difficilmente risolvibili se non ci si mette tutti insieme a cercare soluzioni. Saluti belli Gus.
RispondiEliminasinforosa
I politici pensano solo al potere e la gente nemmeno conosce questi problemi.
EliminaE' una situazione che il difficile diventa quasi impossibile.
Ciao sinforosa.
Io sono contento che ci sia una maggior sensibilità sui temi dell'ambiente, dimostrata anche da alcune amministrazioni comunali. Ma ho paura che sia impossibile tornare indietro e temo anche io che i nostri nipoti siano destinati a fronteggiare più di un'emergenza.
RispondiEliminaSoprattutto la cementificazione dei decenni scorsi è stata fatale.
Oggi le grandi città in estate si trasformano in isole di calore.
Con questo virus siamo tornati indietro e soffriamo. Anche per gli altri problemi accadrà lo stesso.
RispondiEliminaSe per esempio riuscissimo a ridurre di un quarto le porzioni di patatine, cioccolatini, bibite e snack poco sani diminuirebbe di circa il 9 per cento l’introito calorico quotidiano, poco meno di 200 calorie; sostituire questi alimenti inutili con prodotti basilari per una dieta sana come frutta e verdura, latticini, cereali integrali o carni magre porterebbe a un risparmio calorico pari a circa la metà e si taglierebbero considerevolmente altre voci pericolose per il benessere come gli zuccheri aggiunti (che calerebbero addirittura del 20 per cento) o il sale (meno 4 per cento). Altrettanto utile dire addio alle bibite per passare alla semplice acqua o ad altre bevande senza calorie (come tè o tisane senza zucchero): l’apporto quotidiano di calorie scende di poco, appena il 3 per cento, ma quello di zuccheri aggiunti crolla di quasi il 30 per cento.
RispondiEliminaNelle miniere ci vanno i pover e non i ricchi. L'enfatizzazione del capitalismo cinico invece disprezza l'ecologia. Il ragionamento è semplice. Lo fa Trump. Inquiniamo con allegria tanto quando la terra avrà le stesse temperature di Venere io non ci sarò. E' l'unico che si oppone alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica e ha negato l'esistenza dell'effetto serra perché negli States, zona nord. c'era neve abbondante e temperature di -50 gradi.
RispondiEliminaQuello che l'uomo non capisce che la data di scadenza nostra per causa di un Earth overshoot day sempre più ravvicinato non è tra cent'anni ma di fatto già ora. Eppure non sembra che lo si comprenda. Ora poi con il covid tutto passa in secondo piano, anche l'ambiente ma sarà lui a presentarci il conto quando avremo sconfitto questo virus che di naturale ha ben poco se non nulla. La natura invece quando ci presenterà il conto sarà paragonabile ad un esecutore giudiziario severissimo e crudele e ci prenderà tutto, anche la vita.
RispondiEliminaEarth overshoot day è monitorato puntualmente. Certo se si aggiunge Covid-19 siamo già in ballo.
Elimina..anche i blog e i pc accesi aumentano il riscaldamento globale...lo sapevi?
EliminaConviene scrivere poco. Si dicono meno sciocchezze e la Terra non si surriscalda.
EliminaCaro Gus, sai qual è stato sempre il problema? Che a comandare ci sono sempre stati personaggi che quel futuro terribile (e scontato, ormai) non lo vedranno mai. Insomma, problemi che, in fondo, non li riguardano davvero. Hanno altro a cui pensare...
RispondiEliminaNoi dobbiamo combattere la follia demoniaca senza chiederci se il problema è superabile, oppure non c'è più niente da fare.
EliminaS. quando arriva il fango il primo problema è liberarsene e poi vedere da dove viene.
RispondiEliminaA domani.
RispondiEliminaMi devo preoccupare?
RispondiElimina❣️ T.V.B
Ora stai bene?
EliminaBenino.
RispondiEliminaCiao Gus...stiamo vivendo tempi assai bui e devastanti. Occorre stringere i denti e guardare oltre la nube che oscura l'orizzonte, Un briciolo di speranza può aiutarci a superare questo scoglio irsuto che ostacola il nostro cammino. Un abbraccio e un sorriso di cuore.
RispondiEliminaCiao Vivì. Il pianeta Terra ha subito danni gravi. Ci saranno conseguenze.
EliminaAbbraccio.