lunedì, dicembre 17, 2018

La banalità dell'esibizionismo










Il Financial Times, lo sappiamo tutti che si occupa di economia e finanza, ma si diverte, anche, a censurare le cattive abitudini degli europei, ha pubblicato un servizio secondo il quale l'Italia è il paese più nudo d'Europa, intendendo la nudità esibita non solo nelle strade, ma in televisione, nella pubblicità, al cinema.
Lanciare un frigorifero con una donna poco vestita è diventato una specie di must dal quale i nostri geni della comunicazione non sono capaci di sganciarsi.
Ci si chiede: "Perché la donna si mette in mostra?".
Per piacere personale o per piacere di mostrarsi al prossimo?
Il filosofo e il semiologo non sanno dare risposte precise a questo interrogativo, forse retorico ma corrispondente a una realtà che stiamo vivendo giorno dopo giorno e non soltanto da adesso.
il capitalismo è maschio e fa del mercato il suo dirigibile e sistemizza l'induzione al consumo tramite i media (tutti diretti da maschi). Risultato: una merce materiale ed immateriale vendibile ai maschi in cui le donne trovano azione da attrici: quindi vanno bene vallette, veline, ecc. Il potenziale di acquisto è sempre maschile, cioè quello che prevalentemente ha reddito e che caccia i soldi per l'acquisto del frigo. E dato che il sistema ha un congegno anestetizzante così ben fatto che nessuno si accorge di essere funzionale al mero denaro. Mi chiedo: le donne quando inizieremo seriamente a protestare?
Molti pensano che soltanto mostrando il proprio corpo sia possibile attirare l'attenzione e l'interesse popolare con il risultato di scatenare le critiche di chi vorrebbe altri spettacoli e di chi per interesse che non è morale, come il settimanale inglese, non lascia passare occasione senza metterci alla berlina.
Ma la strada è questa e forse dovremo percorrerla fino al traguardo della banalità.
Non mi stancherò mai di dire che ormai viviamo in una società dove conta solo l'apparire, non la sostanza, e il corpo nudo è il simbolo stesso della mercificazione che ormai si fa anche dell'essere umano.
Le donne non fanno nulla per invertire questa tendenza: anzi si preoccupano sempre più del loro aspetto e si mettono in competizione tra di loro, anziché rivendicare il diritto ad essere considerate persone e non oggetti.


19 commenti:

  1. Migliore ipotesi per questa immagine: mitsubishi pajero

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  2. L'Italia è il paese più nudo? Sai che non lo direi...anzi, per molte cose siamo molto bacchettoni. Siamo bacchettoni e morbosi, allo stesso tempo, proprio per questo puritanesimo che ha sempre contraddistinto la nostra società.
    Invece in televisione e soprattutto nella pubblicità c'è sempre stata l'ostentazione di donne in costume e donne sexy. Direi che la tua ricostruzione sia decisamente corretta.
    Poi il corpo è sì sintomo di questa società troppo legata all'apparire, ma il corpo è anche bellezza, come ci ricorda la storia dell'arte fin dagli albori...

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    1. Il corpo nei dipinti di Modigliani?
      L'affermazione del paese più nudo è del Financial Times.
      Dicono il falso?

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    2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    3. Nel senso che hai dato tu all'espressione "il paese più nudo d'Europa", riferendoti a pubblicità e tv, senza dubbio è vero.
      Nel complesso direi di no :)

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    4. Sicuro. Non mi è mai capitato di vedere donne che vanno nude per le strade. Gli inglesi ci contestano l'uso massiccio del corpo della donna per enfatizzare la bontà di un prodotto.

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  3. Concordo su tutto. Post perfetto.
    Per un mesetto dalle mie parti per pubblicizzare lubrificanti per mezzi pesanti sono stati affissi mega-cartelloni con una donna praticamente nuda con espressione da prima notte.
    Non per fare il bacchettone o BIZZOCO ma non sarebbe ora di smetterla. Tutto ciò offende le donne ma anche gli uomini con la U maiuscola.
    Si dovrebbe formare un movimento (se c'è già non ne sono a conoscenza) che tenti di invertire la rotta.
    OT Movimento me too è il primo passo poi però bisogna stare attenti a non creare la caccia alle streghe come nel caso di alcuni registi accusati di molestie e poi scagionati.
    Ricordo il grande Maurizio Costanzo quando anni fa disse che il mondo dello spettacolo è un bordello con uomini che chiedono e DONNE che si propongono.

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  4. Forse è l'unica cosa che l'ed piduista ha indovinato.
    Io conosco Maurizio Costanzo.
    Lavoravo in un Ente che aveva organizzato un premio per atti unici. Il Presidente si "sfogava" come. "Lo sai che Costanzo vuol vincere per forza e ha presentato una cazzata?" E io: Presidè, fammi entrare nella giuria e lo sistemo io, a me non può ricattarmi con la P2".

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  5. La società dell'apparire e non dell'essere ....che tristezza!!!

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  6. Tristezza è la parola giusta. Un fenomeno negativo che costringerà i "non alla moda" di buttarsi dalla finestra".
    Ciao.

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  7. Il Financial Times dovrebbe ricordarsi delle parole di Cristo e controllare la trave che c'è nel suo occhio prima di criticare la pagliazza presente negli altrui occhi.
    Siamo una società sessista, basata sulle apparenze che celebra tutto ciò che esiste di deprecabile?
    Sì, è un fenomeno globale.
    Allora piuttosto che criticare, ciascuno dovrebbe fare dei piccoli ma importanti passi per cambiare le cose concretamente in meglio.
    Le critiche ormai servono a poco.
    Un grande abbraccio!

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  8. Lo so che è solo buttare fango e poi pulirsi le mani.
    Abbraccio Francesca.

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  9. Avranno fatto dei test ai saloni di auto. Una macchina con una modella discinta sdraiata sul cofano vende di più di un'auto senza modella a strusciarsi sopra? Evidentemente si.
    In quel caso non posso attribuire colpe né alla marca di automobili che vende, né alla modella che guadagna, ma solo al pirla che compra.

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  10. L'Italia un paese di veline, le donne sono solo oggetti"


    L'accusa del Financial Times: "Dimenticato il femminismo". Per il giornale sono trattate peggio solo a Cipro, Egitto e Corea (Enrico Franceschini)

    Fin dal titolo, è un'accusa senza mezzi termini: "La terra che ha dimenticato il femminismo", sovraimpresso sul noto cartellone pubblicitario di Telecom Italia in cui Elisabetta Canalis, seduta a gambe incrociate con un telefonino in mano, piega il busto in avanti, in una posizione non proprio comodissima, rivelando una generosa scollatura. E' la copertina dell'inserto patinato del Financial Times di ieri, che in un articolo di quattro pagine denuncia severamente il trattamento riservato alle donne nel nostro paese: l'uso di vallette seminude in ogni genere di programma televisivo, gli spot pubblicitari dominati da allusioni sessuali, il prevalere della donna come oggetto, destinata a stuzzicare "i genitali dell'uomo, anziché il cervello". Non solo: secondo l'autore del servizio, Adrian Michaels, corrispondente da Milano dell'autorevole quotidiano finanziario, potrebbe esserci un legame fra l'onnipresenza di maggiorate in abiti discinti sui nostri mezzi di comunicazione e la scarsità di donne ai vertici della politica, del business, delle professioni in Italia.

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  11. Altri fattori aumentano le difficoltà delle donne ad avere una diversa posizione sociale, osserva il quotidiano londinese: il lavoro part-time è raro in Italia (15 per cento della forza lavoro rispetto al 21 in Germania e al 36 in Olanda), cosicché le donne che cercano di giostrarsi tra famiglia e carriera sono spesso costrette a scegliere l'una o l'altra. L'articolo ricorda un discorso del governatore della Banca d'Italia Draghi secondo cui il nostro è uno dei paesi europei in cui meno donne tornano all'occupazione dopo la maternità.

    Un altro motivo è che gli orari dei negozi ("impossibile fare la spesa il lunedì mattina, il giovedì pomeriggio, la sera e la domenica") complicano la vita della donna che lavora, su cui continua comunque a pesare la responsabilità di casa. La lettera di Veronica Berlusconi pubblicata da Repubblica, in cui chiedeva le pubbliche scuse di Silvio per il suo comportamento con le donne, potrebbe segnalare l'inizio di un cambiamento, ipotizza Michaels. Ma uno dei pubblicitari da lui intervistati avverte: "L'Italia è indietro nel modo in cui sono trattate le donne rispetto ad altri paesi, ma abbiamo un metro per giudicare cos'è accettabile diverso dal vostro. Gli uomini e le donne italiani non saranno mai come gli uomini e le donne britannici".

    (Repubblica.it)

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  12. Non mi accorgo di tutto questo, forse perché vedo pochissima tv e non bado mai alle pubblicità.

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    1. Gli inglesi guardano solo la pubblicità. I punk si vergognavano di vivere in un paese con la monarchia.
      I punkabbestia!

      Scrive l’ autrice del romanzo “Devozione” (Einaudi 2011)




      Da cosa si riconosce un punkabbestia? Dallo spaesamento nei confronti del normale? Dalla musica che ascolta, le persone che frequenta, le droghe che usa? Dai vestiti, dal luogo in cui vive – per strada in uno squat, in una casa? Dal lavoro che ha o che non ha? Dalla tristezza? Dai cani, e da come si chiamano, se sono grossi, se hanno o meno il guinzaglio? Dall’ora in cui si sveglia?

      Non c’è città italiana, periferia o centro non fa differenza, che non abbia punti di ritrovo per questi randagi metropolitani dal look riconoscibile. Molto spesso dietro quei piercing c’è una scelta di vita oppure la prova del fallimento di un sistema incapace di assicurare un futuro – no future recita lo slogan punk . Sono solo giovani “completamente smarriti” come dice Lattanzi oppure no?

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  13. Quando rido in faccia a certe con le labbrone a canotto restano annutolite ma forse qualche interrogativo se lo iniziano a porre...
    Ecco... ridiamogli in faccia ;)

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