lunedì, gennaio 08, 2018

L'etica come prima filosofia






Dopo la guerra, Lévinas divenne un pensatore di punta in Francia, emergendo dal circolo degli intellettuali che circondavano Jean Wahl. La sua opera si basa sull'etica dell'Altro o, come direbbe Levinas, egli ricerca "l'etica come prima filosofia". Per Lévinas, l'Altro non è conoscibile e non può esser ridotto ad un oggetto per sé, come è detto dalla metafisica tradizionale (chiamata ontologia da Levinas). Lévinas preferisce pensare la filosofia come la 'conoscenza dell'amore' piuttosto che l'amore della conoscenza. Nel suo sistema, l'etica diventa un'entità indipendente dalla soggettività al punto che la responsabilità è intrinseca al soggetto; per questo un'etica di responsabilità precede qualunque 'oggettiva ricerca della verità'. Lévinas fa derivare la preminenza della sua etica dall'esperienza dell'incontro con l'Altro. Per Lévinas l'incontro faccia a faccia con un altro essere umano è un fenomeno privilegiato nel quale la prossimità dell'altra persona e la distanza sono entrambi fortemente sentiti. Alla rivelazione del volto il primo desiderio naturale di una persona è di uccidere l'Altro. Allo stesso tempo, la rivelazione del volto costringe l'immediato riconoscimento dell'incapacità di una persona di farlo. Ogni uomo deve istantaneamente riconoscere l'inviolabilità e l'autonomia dell'Altro.
"Il povero, lo straniero si presenta come eguale. La sua uguaglianza in questa povertà essenziale consiste nel riferirsi al terzo, così presente all'incontro e che, nella sua miseria, è già servito da Altri. Egli si unisce a me. Ogni relazione sociale, al pari di una derivata, risale alla presentazione dell'Altro al Medesimo, senza nessuna mediazione di immagini o di segni, ma grazie alla sola espressione del volto".
"Il nostro rapporto col mondo, prima ancora di essere un rapporto con le cose, è un rapporto con l'Altro. E' un rapporto prioritario che la tradizione metafisica occidentale ha occultato, cercando di assorbire e identificare l'altro a sé, spogliandolo della sua alterità.  "

11 commenti:

  1. Emmanuel Lévinas
    Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.


    « La morte dell'altro uomo mi chiama in causa e mi mette in questione, come se io diventassi, per la mia eventuale indifferenza, il complice di questa morte, invisibile all'altro che vi si espone; e come se, ancora prima di esserle io stesso destinato, avessi da rispondere di questa morte dell'altro: come se dovessi non lasciarlo solo nella sua solitudine mortale. »
    (E. Lévinas-A. Peperzak, Etica come filosofia prima [1989], trad. it. di F. Ciaramelli, Guerini e Associati, Milano 2001, III, 4, p. 56.)


    Emmanuel Lévinas.

    Premio Albert Schweitzer per la filosofia 1971.
    Premio Internazionale Friedrich Nietzsche 1985.
    Premio Balzan 1989.
    Emmanuel Lévinas (o Levìnas) (Kaunas, 12 gennaio 1906 – Parigi, 25 dicembre 1995) è stato un filosofo francese di origini ebraico-lituane.

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  2. Visto che mi hai coinvolta in una tua diatriba, abbi almeno la compiacenza di pubblicare TUTTI i miei commenti e non solo quelli che ti fanno comodo. Tanto per essere precisi.

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    1. Farfalla, non è una mia diatriba, ma accuse chiare che Larissa fa nei tuoi confronti e nel tuo interesse devi spiegazioni chiare.
      Hai cominciato a farlo e poi hai cancellato.
      Hai detto che mi pagavano per commenti fatti?

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    2. Ti rinnovo il mio consiglio: non risponderle, non risponderle... e cancella i commenti dove non si attiene all'argomento del tuo post.
      Ha solo tempo da perdere e lo fa perdere anche a te, a me, o a chiunque altro le capita sotto mano.
      Ascoltami, ti prego.
      Sono anni che va avanti così. Se ricordo bene un sei o sette anni, da Tiscali. Quanti anni dovranno ancora passare perchè cessino tutte queste fregnacce?
      Abbraccio siempre

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    3. Gus - Ti lascio questo link, leggilo e capisci cosa ho voluto dirti finora: http://www.itakadigital.it/articoli/difendersi-dai-troll/
      Abbraccio e una buona serata a te

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  3. "l'incontro faccia a faccia con un altro essere umano è un fenomeno privilegiato"
    Dipende chi è l'altro essere umano. Se è un migrante che rischia la vita per conquistarsi un pezzetto di serenità e di sopravvivenza su questa terra, è un privilegio conoscerlo e quindi diamogli il benvenuto tra noi
    Abbraccio siempre

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  4. Ammesso e non concesso che abbia letto beme mi trovo d'accordo con il proprio pensiero (espresso in modo complicato)

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    1. Emmanuel Lévinas è molto acuto e forse un po' complicato.
      Comunque grazie di aver scritto.
      Bacio.

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  5. Un pensiero che appare contorto, ma solo nella presentazione, perché appare poi un pensiero che io condivido appieno.
    Ciao August, non perdere serenità, butta tutto ciò che è in più.
    Un abbraccio, serenoso!
    Dani

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  6. Mah. La teoria un po' strampalata (fatti pochi) del maschio in quanto tale, oggi, pare che sia in grande confusione, dei ruoli, soprattutto. Quando si descrive l'uomo poverino... distrutto, sfruttato, sfrattato, derubato dagli affetti e difetti... di legge mi lascia perplessa.
    Eppure, soprattutto ultimamente, molti uomini si scoprono gay, vanno a trans oppure con amanti a gogò.... I troioni e tanto altro, (ecco la definizione esatta per dirla proprio tutta) e solo per non pensare ai malati pervertiti diventati bisex per moda e sconvolti poi del proprio inaspettato... cambiamento. Di questo ha colpa la zoccola?
    Ovvio che poi tante donne rifiutano di indossare i ruoli imposti e costruiti ad hoc dalla società e quando si innamorano di un uomo tendono a sopraffarlo imponendosi. Il problema subentra solo quando lui è un broccolo tonto... e povero se solo si permette di dire che le donne sono tutte troie. Insomma, l' omo per essere omo non deve solo puzza', ma fare davvero l’uomo che la natura gli ha donato il giorno della sua nascita, deve essere il pilastro della coppia, deve essere maschio in tutti i sensi. E davvero molte donne saranno contente di ciò in quanto vogliono essere comandate e sottomesse ? Forse si, forse no... altrimenti cercheranno un altro uomo.
    Sinceramente la pressione mediatica su tale fenomeno non ha senso. Potrei dire che per una donna uccisa, seviziata, violentata da quattro uomini ( succede spesso) ci sono cinque uomini depressi, suicidati perché ridotti in mutande da una legge che tutela troppo le donne e poco gli uomini? Eh?

    Il pregiudizio di fondo "omo" mi spiace ma è corretto, a parte qualche eccezione che non confermava regola, i figli devono principalmente stare con la madre. Mi sento soprattutto di dire che appartengono più alla madre proprio perché non sono mai stati dentro di voi e nemmeno potete mai partorirli...e non solo rose e viole.
    Ai padri verrebbe consentito di esercitare i propri diritti e doveri e i figli stare come naturalmente è stato con la madre... Ovviamente la madre, entrambi i genitori devono essere idonei a esercitare le loro responsabilità.
    Mi sono sempre chiesta se davvero si vogliono figli per altruismo? ... soprattutto oggi è palese come il devastante egoismo abbia abbassato notevolmente la percentuale delle nascite.
    E non diciamo sciocchezze: la donna, proprio perché è mamma è sempre stata penalizzata anche nel campo del lavoro. Forse proprio in questi tempi bui qualcosa sta cambiando.
    Buona notte



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