lunedì, novembre 06, 2023

Ciò che aliena l'uomo

 


C'è una frattura, una divisione troppo netta tra chi comanda e decide le sorti del cittadino, e il cittadino stesso. Insomma, manca l'empatia. Anche io dico spesso "Se andassi io al Governo"... ma il problema è che non ci andrò mai. O se dovessi arrivarci, potrebbe avvenire solo attraverso un percorso di accomodamenti, tali da avermi cambiato totalmente.
Distribuzione della ricchezza? Per carità. Del resto, si sa che una cosa è spartirsi una torta in due, un'altra è farlo in dieci.
Negli anni ci siamo abituati a considerare normale e dovuto avere più di una casa, più di una automobile, fare fine settimana fuori casa, ci siamo abituati al ristorante almeno una volta la settimana o al mese, ci siamo abituati al teatro, al cinema, al divertimento, all'aperitivo prima di cena, ai viaggi, alla cura esagerata del corpo, al telefono di ultima generazione, allo shopping a ogni cambio di stagione e via discorrendo e quando non si possono più avere soldi per questo ci si reputa poveri e indigenti, si ricorre ai prestiti, ai debiti pur di ottenerli, ci si dispera.
Il pensiero di Guy-Ernest Debord, filosofo immenso, sviluppa essenzialmente i concetti di alienazione e reificazione, già centrali nelle riflessioni di Karl Marx, ma reinterpretati alla luce delle trasformazioni della società europea nel secondo dopoguerra. Lo sviluppo dell'economia nell'età contemporanea, con l'emergere dei nuovi fenomeni sociali del consumismo e della centralità dei mass media, avrebbe segnato infatti una nuova fase nella storia dell'oppressione della società capitalista: la prima fase del dominio dell'economia sulla vita sociale aveva determinato nella definizione di ogni realizzazione umana un'evidente degradazione dell'essere in avere. La fase presente dell'occupazione totale della vita sociale da parte dei risultati accumulati dell'economia conduce a uno slittamento generalizzato dell'avere nell'apparire, da cui ogni avere effettivo deve trarre il suo prestigio immediato e la sua funzione ultima. Ciò che aliena l'uomo, ciò che lo allontana dal libero sviluppo delle sue facoltà naturali non è più, come accadeva ai tempi di Marx, l'oppressione diretta del padrone ed il feticismo delle merci, bensì è lo spettacolo, che Debord identifica come un rapporto sociale fra individui mediato dalle immagini. Una forma di assoggettamento psicologico totale, in cui ogni singolo individuo è isolato dagli altri e assiste nella più totale passività allo svilupparsi di un discorso ininterrotto che l'ordine presente tiene su sé stesso, cioè, il suo monologo elogiativo.
Lo spettacolo, di cui i mass media sono solo una delle molte espressioni, è parte fondante della società contemporanea, ed il responsabile della perdita da parte del singolo di ogni tipo di individualità, personalità, creatività umane: la passività e la contemplazione caratterizzano l'attuale condizione umana.

69 commenti:

  1. La stragrande maggioranza delle persone ha come obiettivo quotidiano e a lungo termine quello di *godersi la vita*, che poi deve essere assolutamente raccontata nei dettagli sui vari social per sentirsi parte di quel mondo dove tutti si sorride, tutti si fa viaggi da favola, tutti si è felici e contenti.
    Purtroppo, invece, dietro la maschera dei social la realtà per molti è assai diversa. Dietro ci stanno debiti su debiti, prestiti, persino per l’acquisto del telefono, ma di ultima generazione, solitudini, mancanza di veri interessi, ma soprattutto ci sta la mancanza di consapevolezza di ciò che si fa e di ciò che si potrebbe fare una volta liberi da tutti quei condizionamenti.

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  2. Ciò che aliena l’essere umano penso sia il non avere interessi e il non saper godere delle piccole cose di ogni giorno, ormai tutti pensano che tutto sia dovuto, basterebbe riflettere su ciò che accade quotidianamente nel mondo e sentirsi grati, grati per ogni cosa. Ciao Gus.
    sinforosa

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    1. L'umiltà non è caratteristica dell'essere umano
      Ciao Sinforosa.

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  3. Non so se sono umile, io vivo nell' essenziale, dignitoso ovviamente.
    Mi accontento, ecco.

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  4. Gus, ogni volta che posto la foto del profilo mi dice cosi: Spiacenti. Questo è un errore.
    Ci scusiamo per il disagio.

    Prova ad aggiornare la pagina per vedere se tutto è tornato a posto.

    Se hai ancora problemi, ecco cosa puoi fare:

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    Controlla se qualcun altro ha il tuo stesso problema: esegui una ricerca per il codice di errore bX-3lst81 nel forum di assistenza di Blogger.
    La cosa strana è che succede solo nel tuo blog.

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    4. Non ho capito nulla. Non sono esperta, Gus. Caricherò su altri blog che non mi danno problemi. Grazie della spiegazione

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    5. Non ho conoscenza di altri blog che subiscono il tuo trattamento.

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    6. Come si toglie il blocco pop up?
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    7. Che subiscano pure.
      Buona notte

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    8. Il tuo blog è strampalato, Gus. 💛
      Ora subisce. 🙂

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  5. A mio modesto parere, siamo già alienati nel momento stesso in cui nasciamo. La vita stessa è un'alienazione. Bisognerebbe tornare alla vita dei nostri antenati ominidi o giù di lì. Buona giornata a te

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    1. Una tesi accettabile. Appena nati si urla a squarciagola.

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    2. Alienazione che aumenta crescendo. Pensa ai bimbi che vivono nei territori di guerra. Se non saranno alienati loro da adulti... ❤️👋

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    3. I nostri antenati, gli ominidi, non avevano alienazioni, a mio parere, perché dovevano mettere le loro energie e capacità mentali per sopravvivere. ❤️👋

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    4. Io di ominidi ne incontro moltissimi.

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    5. Anche nei blog.
      Gente che non ti parla senza motivo.

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    6. Amici degli amici... 🤣🤣🤣

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    7. Cosa pretendi dagli ominidi?

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    8. Nulla. Ormai io personalmente io ho fatto il callo.
      Cmq mi indichi qualche libro? L'alienazione è un argomento molto interessante. Da approfondire. Grazie. ❤️👋

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    9. Prova a vedere questo film *Sorry We Missed You*

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    10. Non dimenticare la trilogia di Michelangelo Antonioni (L’Avventura (1960), La Notte (1961), L’Eclissi (1962).

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    11. Trovati su raiplay e youtube. Grazieee 👋❤️

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  6. Ieri sera, assieme ad altri amici, siamo andati a vedere il docufilm su Giorgio Gaber, il quale alla fine sottolineava come l'esistenza stesse fallendo appresso alle mode e ai falsi miti, andava scemando la "partecipazione" e la coscienza.. e dichiarava di aver fallito come generazione.. alla fine, noi nostalgici, stavamo uscendo da una delle multisale più esclusive di Roma, contribuendo esattamente a quello che Gaber condannava.. a volte è come essere intrappolati in un circolo vizioso della cui via d'uscita non siamo più neanche coscienti.. oppure la individuiamo ma restiamo comunque incastrati..

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    1. Per te una ricerca:


      L’alienazione dell’uomo: tra storia e letteratura
      By Liceo classico e scientifico Socrate

      L’argomento centrale, che si snoda lungo la storia di due secoli, e che arriva a interessare anche il campo della letteratura, è l’omologazione dell’individuo, e l’influenza della scienza e della tecnologia su tutti gli aspetti della vita dell’uomo. Lo sfondo storico in cui si fa strada il concetto di “alienazione” è quello della Seconda Rivoluzione Industriale, che nell’800 sconvolse la vita dell’uomo trasformandolo da libero artigiano a operaio in fabbrica. Ebbe due fasi: la prima con lo sfruttamento del ferro e del carbone nell’industrie siderurgiche, meccaniche e tessili; e la seconda fase, iniziata nel 1850, con l’energia elettrica, il motore a scoppio, l’acciaio utilizzati in fabbriche elettromeccaniche e chimiche. Il paese guida fu l’Inghilterra, seguito da Germania, Francia e Belgio.

      In Italia la politica e l’economia della penisola ritardarono lo sviluppo industriale, infatti fino al 1861 i piccoli Stati difendevano il rigido sistema doganale, che colpiva con forti dazi le merci che entravano nel territorio, ostacolando il commercio; inoltre nel Mezzogiorno mancava la classe borghese e il potere era in mano ai grandi latifondisti.

      Al centro del sistema “capitalistico” c’era la figura dell’imprenditore, che investiva il proprio capitale per costruire le fabbriche e acquistare i macchinari, costituendo società per azioni e chiedendo prestiti alle banche, mentre gli operai venivano costretti a condizioni di lavoro precarie. Nelle aree meno industrializziate del Mezzogiorno nasce la “Questione meridionale” che fa emergere il problema del proletariato urbano e il basso tenore di vita della classe contadina. La classe operaia svolgeva nelle fabbriche un lavoro durissimo, lavorando anche 14/15 ore al giorno, con scarsa igiene e sicurezza, arrivando allo sfruttamento del lavoro minorile. Secondo la teoria liberista, alla quale si ispiravano i governi e i capitalisti, il lavoratore cedeva il proprio lavoro come se fosse una merce e quindi il suo salario doveva corrispondere al prezzo della merce. Il prezzo secondo i liberisti doveva essere appunto lasciato “libero”, determinato solo dall’andamento del mercato (legge della domanda e dell’offerta). Tanto più era alta la domanda di una merce tanto avrebbe dovuto essere il salario dell’operaio che la produceva. Quindi l’imprenditore, mantenendo basso il costo del lavoro, poteva tener basso il prezzo finale della merce e trarne maggior profitto. Le dure condizioni di lavoro della classe operaia portarono gli operai a riunirsi in associazioni e nel 1864 nacque la Prima Internazionale che riuniva le organizzazioni di diversi Paesi Europei. Nella seconda metà dell’800 queste associazioni presero la forma di sindacati, organizzazioni permanenti che si occupavano di un certo settore, richiedendo salari più alti, il miglioramento della sicurezza e orari di lavoro meno pesanti. Da citare è sicuramente Karl Marx, che costituì il maggiore ispiratore del movimento operaio, secondo il quale le condizioni materiali, ossia le condizioni economiche, determinano il corso della storia dell’uomo e ne influenzano ogni aspetto, sia culturale che spirituale. Anche la Chiesa si espresse sulla “Questione Sociale” e Papa Leone XIII con “l’Enciclica Rerum Novarum” nel 1891 auspicò una cooperazione tra capitalisti e lavoratori, una giusta retribuzione ai lavoratori con orari di lavoro più sopportabili e il riposo nel giorno festivo.

      Tra gli eventi che caratterizzarono i primi anni del ‘900, invece, vi fu sicuramente quello della nascita delle Avanguardie: artisti e poeti

      Tommaso Romanò 4D cl

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  7. Ci sono persone che necessitano del superfluo e ormai non ne possono far a meno . Sembra un "must" della società dell'apparire e del non essere. A volte quando vedo alcune persone che hanno questo tipo di vita sento un vuoto enorme in loro. Manca tutto e c'è una marea di cose superflue.

    Oppure mi basta vedere il carrello della spesa al supermercato, anche quello è indicativo di una certa realtà. Il mio carrello ha l'essenziale per vivere e mangiare per una quindicina di giorni, altri carrelli strabordano di tutta una serie di cose tipiche del consumismo globale e l'elenco sarebbe lungo.

    Forse l'educazione da cui provengo, quella ricevuta dai miei genitori, ha avuto sempre il suo peso: mai strafare, mai esagerare, mantieniti sempre libero, non dipendere da altri. Questi insegnamenti valgono materialmente e mentalmente.

    Un salutone Amico Gus
    e alla prossima

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    1. Vero. Da un carrello della spesa puoi vedere quanto siamo preda del nulla. Che poi, già prendere un carrello, è un condizionamento psicologico che induce all'acquisto compulsivo. L'ideale è andare a mani libere così dopo che hai preso la carta igienica non sai proprio dove mettere il superfluo.. ;)

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    2. Il carrello è inutile.

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    3. Ho fatto un post... ❤️👋

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    4. Tu hai scritto e io ho risposto.

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  8. Fenomeni visivi dell'alienazione.
    Salutone, amico mio.

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  9. Viviamo in una società alienata, chi pensa diversamente spesso viene emarginato.

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  10. Tu scrivi: "Se andassi io al Governo"... ma il problema è che non ci andrò mai. O se dovessi arrivarci, potrebbe avvenire solo attraverso un percorso di accomodamenti, tali da avermi cambiato totalmente". E se il problema fosse in realtà nel popolo? Se tu cercassi di cambiare le cose e chiedessi il voto per avere mano libera altrimenti dovresti anche tu dire che devi accettare compromessi ma il popolo non ti ascoltasse perché i favori ed i do ut des tuttosommato li adora quando lo riguardano, beh non è colpa anche di chi dovrebbe voler sempre e cmq giustizia ? ......................................................................................

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  11. Veranente non so quanto mi appartiene questa alienazione ......l'essere umano d'oggi lo trovo assorbito da una società consumistica è spettacolare esibizionista.

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    1. L'uomo ha perso la sua identità e ogni decisione è gestita dal Potere

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    2. Avere la forza di arrivare a cambiare rimanendo sé stesso

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  12. Penso che esercitare il potere sia alienante a prescindere. Lo dimostrano tutti coloro che inizialmente sembravano dotati delle migliori intenzioni e poi hanno miseramente fallito. La società è sempre più complessa, l'uomo sempre più orientato verso l'annullamento dei valori.

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    1. Forse è più alienato chi subisce il potere.
      Il nichilismo ha contribuito a disfarsi dei valori.

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    2. OT Hai visto il milan? finalmenteee

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    3. Bene il Milan. Un riscatto inaspettato.

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    4. Inaspettato no. Deve solo convincersi.

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    5. Il Milan perde spesso

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  13. Riflessioni assai interessanti, me le segno. Grazie. Buona giornata.

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  14. Riflessioni assai interessanti. Me le annoto, grazie. Buona giornata.

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  15. Proprio questa mattina ho partecipato alla manifestazio:no funivia.Chi comanda non ascolta i cittadini che sono impauriti perché questo mostro per raggiungere un forte attraversa un intero quartiere. Piloni alti 70 metri vicino alle finestre delle case. È come combattere contro i mulini a vento. Comune e Regione ha deciso e i cittadini non contano niente.
    Mi puoi dire quale immagine ti è piaciuta del mio post? Sono curiosa.

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    1. Giusto. Il Potere travolge tutto e non si interessa della gente.
      L'immagine è quella della vista di una scalinata immersa dalla nebbia.

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    2. Grazie, è la scalinata che conduce alla chiesa.

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  16. Ciao Gus. Io penso che l'unico potere esercitabile sia quello "puro", quello cioè che effettivamente provenga da parti politiche e/o partitiche che davvero abbiano interesse a migliorare l'esistenza dei popoli consentendo loro la corretta "estrinsecazione" nei veri sentieri del vivere democratico, cioè benessere fisico, mentale, culturale, economico e sociologico. Purtroppo parliamo solo di "utopie" e questo è riscontrabile nell'attualità e in tutto quello che quotidianamente viviamo e subiamo da essa. Povertà, guerre, disagi economici, famiglie che si separano, ignoranza, tornacontismi, incomprensioni, mancanza dialogo, egoismi, cattiveria, edonismo, mancanza assoluta di solidarietà, di comprensione verso il prossimo, di ascolto, di quieto vivere e serenità. Senza tutto questo e altro ancora, a mio avviso, non è possibile parlare di progresso e di politiche economiche e sociologiche veramente a vantaggio della gente, specie di chi non arriva a fine mese e dei pensionati che non sanno ancora cosa fare con le oro ridicole pensioni, se mangiare, curarsi o pagarsi le bollette. Il Mondo è diviso in due e non solo il nostro Paese. C'è chi ha entrate e pensioni pazzesche e chi si diverte e vive. C'è di contro chi non può permettersi niente, vive male e osserva il divertimento e la bella vita degli altri. C'è chi è andato in pensione chi forse non ci andrà mai. Uno squilibrio storico, evidente e profondo.

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  17. A me fa paura l'inerzia della gente che sta male, ma aspetta un aiuto del governo. Quale governo? Quello fantoccio creato dagli sfruttatori dei poveri.
    Ciao Claudio.

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  18. Io, invece, non vorrei mai essere al Governo, ma proprio mai. Dovere prendere decisioni fondamentali che è difficile possano accontentare tutti, assumersi responsabilità enormi... non dormirei la notte! Significa che il potere non mi affascina per niente. Chi lo esercita non riesce a gestirlo quasi mai: il potere imbruttisce le persone, anche le migliori.
    Il dramma è che oggi il potere vero non è più in mano a persone fisiche, ma a organismi complessi che hanno in mano tutto, esercitano il controllo su ogni cosa e lo fanno in modo subdolo; trasformandoci in vittime sempre più inconsapevoli.

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    1. Tu sei una scrittrice e forse la politica non ti interessa.
      De Gasperi e forse Moro sono gli unici statisti italiani di valore.
      Oggi il Potere governa per interessi propri servandosi di figure sciatte.

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  19. La politica non dovrebbe proprio esistere.

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    1. Certo. Così quando vai in un ospedale devi pagare.
      Niente anarchia e molta buona politica.

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  20. Condivido in pieno. Gli esseri umani hanno ormai interiorizzato il modus operandi della società capitalistica al punto di pensare che per socializzare o partecipare alle vita sociale sia necessario mettere in mostra tutto, la vita privata e persino la nostra anima.

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    1. È già tanto che permettono critiche soft.

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  21. Ho avuto un rimborso redditi di 865 euro solo per visite specialistiche. E continuano a danneggiarmi, ma cosa potrei fare?

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  22. Meloni ha fatto tagli alla Sanità.

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  23. È da anni che ci sono tagli alla sanità.

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  24. Il governo ha stimato che quest’anno le risorse per la sanità si aggireranno intorno ai 134,7 miliardi di euro, contro i 131,1 miliardi del 2022. Queste risorse scenderanno però a circa 133 miliardi di euro nel 2024. Nel 2025 ci sarà poi una risalita a 136,7 miliardi e nel 2026 fino a quasi 139 miliardi. In rapporto al Pil questi numeri corrispondono rispettivamente a una spesa pari al 6,6 per cento nel 2023, al 6,2 per cento sia nel 2024 sia nel 2025, e al 6,1 per cento nel 2026.

    Secondo i partiti di opposizione questi dati dimostrerebbero che il governo ha tagliato i soldi alla sanità. In realtà i numeri vanno letti con attenzione. Innanzitutto va chiarito che queste stime fanno riferimento allo scenario chiamato “a legislazione vigente”. Come suggerisce il nome, questo significa che il governo ha considerato come si evolverà la spesa sanitaria sulla base delle norme attualmente in vigore, frutto non solo di scelte di questo governo ma di quelli precedenti.

    Per intenderci, queste cifre non tengono in considerazione le nuove risorse che il governo potrà stanziare con la prossima legge di Bilancio, che deve ancora essere approvata dal Consiglio dei ministri e approvata dal Parlamento entro la fine dell’anno.

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  25. Il referendum confermativo ci libererà da questo squallido personaggio.

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  26. Ciao Gus. tvb. giornate non semplice, e pronto ti leggo!

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