Il nichilismo non è una terapia astratta. È la mancanza di senso del vivere che coinvolge tutti. Prende una persona, la intorbidisce, la ovatta. Occorre qualcosa che riesca a cacciarla dal nostro cuore, facendo tornare il desiderio di rimettersi in moto. Credo che tutto questo sia davvero giusto e importante. Che occorra un impegno culturale a tutti i livelli. Riscoprire studio e lettura e, con essi, i grandi principi dell'antichità. Mi riferisco soprattutto all' "alterum non laedere" e a l"unicuique suum tribuere". Ma anche i valori di solidarietà e correttezza umana dettate dalle morali cattoliche, laiche e socialiste. Oggi più che mai risollevare la "questione morale" è fondamentale. Giusto sottolineare che la nostra società attuale da una parte incoraggio l'uniformità, dall'altra faccia da motore per l'individualismo più sfrenato. Adesso tocca a noi: esaltare il concetto sano di individualismo, cioè ciò che noi individui possiamo portare di buono agli altri e alla società. Nel contempo contrasteremo anche l'uniformità a cui ci vogliono relegare. Lasciamo la nostra firma, in sostanza, sul mondo, la nostra impronta anzi. Non è facile, certo, tuttavia bisogna avere "quel" coraggio non per giudicare o condannare il soggetto dell'azione, ma l'azione. L'omologazione non può essere giustificata. Dobbiamo ragionare con la nostra testa, capire cosa e chi sbaglia. Anche da pulpiti eccezionali. E farci carico. Noi nel nostro piccolo, altri nel loro grande. Le nuove tecnologie sicuramente hanno portato enormi progressi ma anche tanti nuovi problemi che non possiamo sottovalutare. Alla base di ogni essere umano ci deve essere buon senso ma sempre più spesso i fatti e le circostanze dimostrano il contrario...speriamo in un divenire di speranza. Si vive commettendo errori: è impossibile non sbagliare, ma l'errore dovrebbe essere un'occasione di apprendimento che arricchisce il nostro bagaglio di esperienze. La verità è un concetto astratto che naturalmente quando viene declinata nella realtà, assume un valore relativo. Non esiste una verità, esistono molte verità. Solo convogliando le diversità in un'etica unica si potrebbe evitare la confusione e dare un senso al nichilismo.
Il nichilismo ha diverse ramificazioni. In effetti rappresenta la distruzione degli ideali tradizionali, per rendere possibile l'affermazione di nuovi valori.
L'errore è che bisognerebbe esaminare i valori tradizionali, prendere quelli buoni e buttare nel cestino le certezze che sono in effetti un luogo comune falso.
Immagine:
RispondiEliminaLa perdita dei valori causata dal nichilismo.
Ricambiando la visita e rifacendomi al commento che mi hai lasciato sul blog, il nichilismo assoluto e generalizzato si diffonde perché mancano i buoni esempi: valori predicati a casa, a scuola, in chiesa, in politica ma regolarmente disattesi proprio da chi li proclama con tanta superiorità.
RispondiEliminaSempre di più il nichilismo perde quella funzione positiva che giustamente gli attribuisci nelle ultime righe del post, per ridursi invece a un generico menefreghismo, a un "let it burn" come direbbero dall'altro lato dell'Atlantico, ed è tanto triste quanto preoccupante.
Concordo.
RispondiEliminaIl nichilismo sta fallendo perché dopo aver distrutto i valori tradizionali non riesce a trovare valori nuovi. Così si arriva alla conclusione che tutto è buono, tutto è lecito, anche ammazzare una compagna che ti lascia per un altro.
Trovo che, in questa società, si vada troppo ognuno per la propria strada. Ognuno persegue i propri interessi e, per farlo, è pure disposto a calpestare il prossimo. Manca soprattutto la solidarietà e ciò porta a scarsa partecipazione e altrettanto scarsa assunzione di responsabilità verso sé stessi e gli altri.
RispondiEliminaFabio, la solidarietà è un valore, uno dei tanti eliminato dal nichilismo.
RispondiEliminaNichilismo attivo, nella filosofia di F. Nietzsche (1844-1900), quello che promuove e accelera il processo di distruzione degli ideali tradizionali, per rendere possibile l'affermazione di nuovi valori.
RispondiEliminaIo denuncio la filosofia nichilista proprio per l'incapacità di dar vita a nuovi valori.
RispondiEliminaIn tutti gli ambiti di povertà si scoprono sempre le verità più profonde...per questo forse il nostro mondo ricco la odia tanto....
EliminaUn giorno una famosa teologa carismatica (nel senso appartenente ai carismatici) disse che un segno certo del degrado della nostra
società-progresso è che si paga per qualsiasi cosa, anche per andare in bagno ed entrare nelle chiese!
Più che dramma, qui s'annida la speranza, la tragedia della libertà. Io l'ho vista , l'ho toccata l'anno scorso quando al passare del Corpus Domini un bel maschietto con tanto di femminuccia accanto ai tavolini di un bar all'aperto , lui tentennava un po', imbarazzato da quella possente Presenza e da quel corteo, poi come Adamo ha ceduto, lei invece non gliene fotteva nulla di chi gli stava davanti neanche il minimo cenno di alzare lo sguardo, ha continuato a mangiarsi la sua granita con tanto di brioche e ridacchiando si è riempita pure la pancia.
E' un mondo scristianizzato e senza nemmeno uno straccio di valore etico. Il grande ateismo nasce con Marx e Nietzsche. Un ateismo teoretico, politico e pratico. Il punto d'arrivo è che oggi si ride di chi crede in Dio. A partire dagli anni Settanta con la crisi del gramscismo inizia la dissoluzione dei valori che accompagna il processo della società opulenta. Il marxismo abbandona l'idea di rivoluzione, sostituisce all'idea della lotta contro il capitale quella di lotta contro il clerico-fascismo. Così facendo la sinistra diviene strumento dell'ideologia borghese, neoilluminista, per la quale il progresso risiede nella critica dei valori tradizionali. Il risultato è il nichilismo da un lato e, dall'altro il trionfo di un neocapitalismo per il quale dissacrazione e mercificazione coincidono. L'accaduto è ampiamente previsto da Pier Paolo Pasolini.
Valeria, io non so niente del lutto, ma i miei sentimenti d'affetto verso di te sono immutati. Hai sbagliato per inesperienza. Ora sai che devi bloccare l'intruso alla fonte, cioè nella richiesta di commentare. Non leggere perché ti fa male e fai il suo gioco che è quello di impaurirti.
RispondiEliminaUn abbraccio.
Valeria, ieri ho cancellato perché non ero certo di chi inviava i commenti.
RispondiEliminaTanta gioia Gus. Una settima piena. Lo fatto e penso tanti. Un abbraccio Gus!
RispondiEliminaGrazie Francesco.
EliminaTi abbraccio.
La realtà virtuale apre nuove strade alla creatività
RispondiEliminae all’educazione, rimettendo anche in discussione
le forme tradizionali di comunicazione, con serie
implicazioni antropologiche.
La città moderna è relativista: tutto è legittimo, e
possiamo cadere nella tentazione di credere che, per
non discriminare, per includere tutti, a volte
dobbiamo relativizzare la Verità.
Ma questo non è giusto.
Dobbiamo smettere di nascondere
il dolore delle nostre perdite e assumerci la
responsabilità dei nostri crimini, della nostra apatia
e delle nostre bugie, perché soltanto attraverso
una riconciliazione riparatrice usciremo fuori dal
tunnel dell'orrore e, in questo modo,
non avremo più paura di noi stessi.
Dobbiamo essere consapevoli della responsabilità
che tutti abbiamo verso questo mondo, verso
l’intero creato, che dobbiamo amare e custodire.
Noi possiamo fare molto per il bene di chi è più
povero, di chi è debole e di chi soffre per favorire
la giustizia.
A volte si tende a credere che sia tutto concesso,
che siccome siamo
tutti diversi certi fatti possano essere scusati.
Credo anche io che sia necessario prendersi le proprie
responsabilità, interrogarsi sulle proprie azioni
errate - quando le si è compiute - e in qualche
modo evitare di ricaderci o di farsi perdonare qualora
abbiano leso gli altri.
Ieri sera hai scritto e dal mio commento risulta che il mio affetto verso di te è immutato e grande.
RispondiEliminaNon devi dirmi le cose che dicono di me. E' una storia che dura da 10 anni. Ora, basta con le menzogne e scrivo in moderazione.
Tu non devi dirmi quello che scrivono su gus perché permetti che l'utente possa seguitare a insultarmi.
Io ti apprezzo, seguita a raccontare le tue splendide storie.
Ignoriamo le persone moleste.
RispondiEliminaCiao Valeria.
Ciao Gus, condivido tutte le cose che hai scritto. I valori di solidarietà, correttezza, rispetto degli altri mi sembrano fondamentali e non dobbiamo mai smettere di praticarli! Avendo lavorato in campo educativo tanti anni, mi è capitato purtroppo di incontrare anche persone che avrebbero dovuto educare e che invece "lasciavano fare", forse per stanchezza o demotivazione, senza correggere...beh, questi atteggiamenti di indifferenza mi svuotavano, per fortuna ci sono ancora tante figure di riferimento che lavorano credendoci.
RispondiEliminaIl nichilismo agisce come un serpente e appena può morde il malcapitato.
RispondiEliminaLa solidarietà è il valore più importante che unisce gli uomini, aspira alla pace e detesta le guerre.
Per questo il mio post cerca di fare chiarezza sull'effetto devastante del nichilismo che da Nietzsche, passando per Severino e Vattimo è arrivato anche in Italia.
Non ho mai avuto idea che il nichilismo cerchi valori nuovi, ho sempre pensato che voglia abolirli del tutto o, più che altro, tenda a smettere di crederci.
RispondiEliminaNietzsche distingue un nichilismo passivo (avvertire la morte di Dio come perdita irreparabile) e un nichilismo attivo, attraverso il quale smascherare i falsi valori della cultura occidentale e creare le premesse per una nuova fase, nella quale all’uomo, incapace di sopportare la vita senza ricorrere a menzogne metafisiche o religiose, subentrerà il superuomo (Übermensch), ossia un essere umano capace di accettare la vita nella sua caoticità e di imporre a essa la propria volontà di potenza.
EliminaNietzsche è il precursore del nazismo e Hitler incarna la figura del superuomo.
RispondiEliminaIl mio suggerimento è accettare il nichilismo nella sua lotta ai valori dolciastri, scartare l'idea del superuomo, e dare vita a valori nuovi.
RispondiEliminaGus mi hai messo a dura prove con le ricerche sul nichilismo. dopo aver letto qualcosa nel merito .........io non faccio parte a questo temine difficile.
RispondiEliminaIl nichilismo è una corrente di pensiero che considera la vita un qualcosa che non ha nessun scopo e per questo regole, morale ed etica diventano inutili e dannose alla libertà senza confini.
EliminaCi sono varie sfaccettature, anche in contrasto fra loro.
Nel linguaggio filosofico, con il termine nichilismo (dal latino nihil «nulla») si indicano tutte le dottrine che negano completamente i valori e i significati elaborati dai diversi sistemi religiosi, morali e filosofici.
EliminaA maggior ragione è un termine che non mi appartiene ..... ho sempre detto e scritto ..... che in quel niente(termine usato comunemente dall'uomo) c'è un mondo che non conosciamo,.perchè non lo vediamo.
EliminaNoi non siamo nichilisti, ma lottiamo contro questa corrente di pensiero che ha eliminato la solidarietà e introdotto il terrorismo.
EliminaMolti pensatori e scrittori che hanno trattato il nichilismo a vario titolo sono Giacomo Leopardi, Emil Cioran, Umberto Galimberti, Sigmund Freud, Michel Onfray, il Marchese de Sade, Jean-Paul Sartre, Albert Camus, Guido Ceronetti, Oswald Spengler, e Franz Kafka.
RispondiEliminaDio è morto non è inteso letteralmente, come Dio è fisicamente morto, piuttosto è la maniera usata da Nietzsche per dire che l'idea di Dio non è più fonte di alcun codice morale o teleologico.
RispondiEliminaIn un certo senso il filosofo prevede l'imminente fine del cristianesimo, non perché sia sbagliato, ma a causa della natura dell'uomo che cerca la libertà senza confini.
Io non credo che Dio sia l'artefice di un uomo negativo, ma non abbastanza forte per vivere senza peccato, debole quando si trova ad affrontare una tentazione.
Adamo ed Eva erano perfetti, ma usando il libero arbitrio sono tentati di liberarsi dalla naturale dipendenza verso il creatore e commettono il peccato più grande e perdono la purezza, si sentono nudi e cercano di coprirsi.
Cristo dimostrerà che affrontando da uomo è possibile vincere la tentazione con la certezza della fede. Vacilla, ma non cade, solo una volta quando nell'Orto degli ulivi chiede al Padre di non morire sulla Croce.
Io sono d'accordo con tutto ciò che hai scritto , Ho sempre creduto nel rispetto e nella solidarietà. In una società che sembra dominata dall'indifferenza e dall'egoismo, mi pare che sia importante cercare, nel proprio piccolo, di cambiare per una società più umana . Saluti
RispondiEliminaSì, non possiamo guardare questa società come se fossimo spettatori, perché noi siamo i protagonisti e l'impegno a restituire dignità e valori distrutti dal nichilismo è un nostro dovere.
EliminaCiao Mirtillo.
Stavo pensando come tanti individui possono essere massa o popolo e la differenza può farla proprio l'essere tutti omologati o no.
RispondiEliminaL'omologazione annulla l'individuo, lo anestetizza lo lobotomizza cancellando la sua realtà pensante individuale e trasformandolo in massa. Lui non è più individuo, lui è già massa e soltanto massa. Ecco perchè la massa può talvolta non essere "popolo"; la massa pertanto è pericolosa perchè facilmente manipolabile. Invece se una moltitudine di persone, mantiene la sua individualità, la sua personalità, il che non vuol dire essere egoista,, (l'egoismo non è individualità ma volontà di sopraffazione della individualità altrui), ma lo fa confrontandosi, interagendo con gli altri, dialogando, ascoltando, mettendosi in dubbio ma non accettando dubbi inoculati da terzi "interessati", ecco quello può essere un popolo o più in piccolo una comunità..
La massa omologata è la degenerazione del popolo. Ognuno deve conservare la propria identità e difenderla perché rappresenta il valore più importante per un uomo. Non farsi manipolare è difficile perché un po' alla volta ti fanno girare la testa verso il lato sbagliato senza che tu riesca ad accorgertene.
RispondiEliminaConservare la propria identità significa essere protagonisti , avere la capacità di testimoniare agli altri la possibilità di una vita umana che possa realizzarsi oltrepassando i soliti modelli freddi e incomunicabili. Se così non è, essere protagonisti si risolve sempre, in un modo o nell'altro, in una sopraffazione, in una violenza sull'altro: questa sarebbe una definizione di protagonismo del tutto inumana. La via che porta a un diverso modo di pensare il protagonismo umano è quella di consentire agli altri di realizzare fino in fondo la vocazione al proprio destino promuovendo la vita sul piano di una continua partecipazione. Guardare chi è protagonista è guardarci in uno specchio che ci restituisce un'immagine piena di speranza, affrancandoci dall'angoscia e dalla banalità dell'insignificanza quotidiana.
RispondiEliminaNel momento in cui uno diventa un'annoiata comparsa la realtà si lascia docilmente colonizzare dall'abitudine, dalle abitudini che l'uomo acquisisce nella vita quotidiana contattando identità diverse. E quasi scompare.
Nel reticolo delle abitudini la realtà non si realizza, si nasconde, svanisce.
La coscienza non rimane più sveglia e si occupa soltanto di quello che ha davanti, di quello che capta sul momento.
Il tempo si contrae, si divide il suo fluire diventa impercettibile.
La coscienza si spegne e perde la sua identità, e l'essere stesso, l'essere a cui questa coscienza appartiene si nasconde altrettanto, o ancora più della realtà. Il comprimario accetta passivamente ogni violenza, diventa incapace di amare, di proporre e si fa trascinare dagli eventi.
Il comprimario perde la sua libertà di poter scegliere chi e in cosa credere, decidere in piena autonomia e cambiare anche idea. Bisogna essere liberi.
Liberi di esprimere il proprio io senza preoccuparsi troppo delle opinioni altrui e soprattutto senza farsi troppo influenzare dalle stesse.
Solo la nostra identità personale nel tempo rende sensate cose come l’assunzione di responsabilità e ci permette di vivere da protagonisti, e non da spettatori, la nostra vita.