martedì, gennaio 10, 2023

Il Cinema

 


Per chi vive solo, purtroppo, i pensieri sono sempre gli stessi e si rincorrono in un vortice senza fine.
Il non comunicare con gli altri è angoscioso.
Ma c'è qualcosa che riesce a distrarmi, a volte piacevolmente.
È il film buono che ti pone domande continuamente e tu devi rispondere.
È un dialogo atipico ma affascinante.
Il Cinema ha delle potenzialità enormi.
Una grande forza di convincimento.
È uno strumento con cui anche a scuola si può insegnare molto.
A volte i ragazzi capiscono meglio certe cose con un film che con tanti discorsi.
Ho in mente un momento preciso: una notte guardavo *Sogni di Kurosawa* e di fronte a quei quadri sconnessi, di cui non capivo sostanzialmente niente, ma che avevano una potenza estetica incredibile, per me si è aperto un nuovo mondo.
Il mondo della bellezza.
Si può restare fissi a contemplare un ciliegio in fiore anche un'ora.
Ma il cinema può essere anche diseducativo: chi non è abituato a un certo uso della ragione può essere plagiato da una forma di comunicazione così diretta e forte.
Il film è uno strumento comunicativo più forte degli altri perché contiene una storia nella quale identificarsi.
Ma come tutta la comunicazione letteraria, o televisiva o artistica contiene rischi e potenzialità legati esclusivamente a chi ci sta dietro.
il cinema di Tarkowski o di Vanzina ha fascino uguale e contrario. Intercettano gli occhi che vogliono essere affascinati: "Chi dal messaggio di impegno chi dal disimpegno".
La fascinazione è identica perché il mezzo è potente.
Ho pensato a un film di Miyazaki dove c'è una prolungata contemplazione di un grande albero.
È il coinvolgimento che nel buio di una sala cinematografica, ti prende guardando le immagini che scorrono.
Mi sento inserito in quel paesaggio, la musica mi trascina, vivo momenti intensi. Certo è importante scegliere. Bergman: "Il posto delle fragole" "Sussurri e grida".
Un romanzo si fa apprezzare per le minuziose descrizioni. Per esempio, descrivere uno sguardo intenso potrebbe occupare una pagina intera. Il film, lo sguardo, lo inquadra nemmeno un minuto, senza aggiungere una parola, eppure lo spettatore riesce in base alla sua sensibilità a capire l'anima di quella persona.
Su ski ho scelto in base a una ricerca su registi e protagonisti.
In qualche commento, forse, ho fatto anche un elenco, ma la pigrizia mi impedisce di cercarlo.
Ieri sera ho visto: "L'uomo della pioggia ", un film del 1988, diretto da Barry Levinson ed interpretato da Tom Cruise, Dustin Hoffman e Valeria Golino.
Ora so tutto sull'autismo, disturbo del neuro sviluppo caratterizzato dalla compromissione dell'interazione sociale e da deficit della comunicazione.


53 commenti:

  1. Ci sono film che parlano degli USA. Si capisce il loro modo di vivere, il razzismo, il capitalismo e la loro musica.
    Se lo spettacolo è fatto bene, il docente può illustrare la grandezza dell'America e delle sue contraddizioni. Quello che loro facevano 50 anni fa, in Italia è diventato un modo di vivere.
    Purtroppo, l'Italia importa i difetti e difficilmente i pregi.
    Per esempio, le Banche americane non sono come le nostre. Loro finanziano i progetti e non si preoccupano eccessivamente di immobili da ipotecare.
    Big Google è nata grazie a un gruppetto di ragazzi che non avevano un dollaro. Chi dava i prestiti ha capito che poteva nascere qualcosa di grande e il finanziamento è stato concesso.
    In Italia, qualsiasi banca, nemmeno si interessa il progetto. ma cercano solo la copertura del prestito con ipoteca su un immobile.
    Il primo finanziatore
    Google si ispira a un numero con “cento zeri”. È chilometrico è anche il nome del suo primo finanziatore: Andreas Maria Maximilian Freiherr von Mauchenheim genannt Bechtolsheim. Più conosciuto come Andy Bechtolsheim, è il fondatore di Sun Microsystems. Questo imprenditore tedesco trasferitosi nella Silicon Valley crede da subito nell'idea di Brin e Page. Li sostiene con 100.000 dollari nel 1998, ancora prima della fondazione della società.

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  2. *Il colore nascosto delle cose* per me è il film dove Vittoria Golino dimostra le sue capacità recitative.

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  3. Anch'io vedo molti film a casa in DVD e il cinema mi aiuta parecchio ponendomi domande ma anche sognando (perché no). A volte ne ho parlato nel blog ma il cinema, che aiuta a svagarsi, a volte ci mette in stretto contatto con la realtà.

    Un salutone e bel post amico Gus

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    1. Attualmente viviamo qualcosa che somiglia a un incubo.
      Il film mi porta a riflettere su altre realtà. Non vedo l'horror e nemmeno la fantascienza.
      Tornatore e Sorrentino sono i registi italiani che preferisco, anche se Fellini è insuperabile.
      Attori, Gassman e Mastroianni, attrici Sophia Loren e la Magnani.
      Bravissimi Al Pacino, Marlon Brando James Dian e Robert De Niro.
      Attrici, Nicole Kidman, Charlize Theron.

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    2. Anch'io non vedo l'horror per la fantascienza seleziono da "2001 Odissea nello Spazio", come riferimento, in poi. Mi piace Star Wars. Per il resto le scelte sono simili a quelle che hai elencato. Fra i tanti film "The Interpreter" con Nicole Kidman e Sean Penn di S. Pollack (e tutta la storia collegata) mi piace molto.

      Un salutone e alla prossima

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    3. 2001: Odissea nello spazio, diciamo che è un'eccezione,
      In questo film, oltre alla colona musicale di gran pregio, si parla di Dio, e anche di Nietzsche. Un capolavoro di Kubrick.
      Anche in *Arancia meccanica* il regista si ispira alla filosofia di Nietzsche

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  4. Domani mi faccio ricevere dal Papa, ma riservatamente.
    Come compagna ci sarà *Anonimo*.

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  5. Io i film li guardo solo alla TV o su youtube.Un film che non mi stanco mai di guardare è LARA.Anche se non commento i tuoi post io li leggo,Ciao

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    1. *Lara* è poco pubblicizzato. Eppure, affronta un tema importante.
      Grazie per la pazienza di leggere i miei post.

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  6. Hola Gus, es muy cierto lo que sugieres. Cómo maestra de historia ha sido un recurso didáctico impresionante. Gracias por la entrada

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    1. Ciao Gus, quello che suggerisci è verissimo. Come insegnante di storia è stata un'impressionante risorsa didattica. Grazie per l'input.

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  7. Anch'io amo il cinema, quindi non disdegno mai un bel film.

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    1. Vedere un film in TV per me è un'abitudine consolidata.

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  8. Anche se mi piacciono i film, preferisco i libri. Riescono ad emozionarmi di più, le descrizioni aprono a mille possibilità. Ovviamente ci sono grandi capolavori nel cinema, ma un film deve saper raccontare dal momento che i contenuti si concentrano in sole due ore. Sicuramente riesce a comunicare molto più facilmente di qualsiasi arte però non deve cadere nell’errore di diventare banale o sintetico.

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    1. Film e libri sono emozioni diverse. L'unica differenza è che un libro c'è una fine e puoi rileggerla per capire meglio. Nel film, forse sarà un vezzo del regista, non sempre la fine è esplicita. Chiara.

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  9. Elenco alcuni film da vedere: Tutto su mia madre, Effetti collaterali con la bravissima Roone Mara, Sufragette, Changeling, con la Jolie, Figli di un dio minore, Il nome della rosa, Parla con gli alberi, Ragazze interrotte, Il silenzio degli innocenti, e il classico Via col vento.
    Se non l' hai ancora visto ti consiglio "Parla con gli alberi" ...ti ruba il cuore e fa riflettere molto.

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    1. La recitazione di Vivien Leigh in Via col vento è ridicola.
      Sembra una marionetta.

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    2. Star Wars, di George Lucas. ...
      Ritorno al futuro, di Robert Zemeckis. ...
      Pulp Fiction, di Quentin Tarantino. ...
      Taxi Driver, di Martin Scorsese. ...
      Lo squalo, di Steven Spielberg. ...
      Titanic, di James Cameron. ...
      Rocky Horror Picture Show, di Jim Sharman.

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    3. Tanto ridicola che ha vinto l' Oscar.

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    4. Parla con gli alberi
      Mia parte per la Cambogia con l'intento di concepire un bambino insieme al marito francese Xavier, commerciante stanziato in quel Paese, ma quando arriva scopre che Xavier frequenta un bordello di prostitute bambine, una delle quali, Srey, è la preferita. Sotto choc, Mia si trattiene nel bordello e decide di portare via da quel luogo di prigionia e schiavitù Srey e il suo fratellino, anche lui prossimo ad essere avviato alla prostituzione. Ma il fratellino le viene negato da Sanan, il capo del bordello, e Mia scappa con la sola bambina - o almeno così crede.
      Talking to the Trees è un road movie della speranza attraverso un Paese tanto affascinante quanto pericoloso, dove imperano la corruzione, la prostituzione minorile e la violenza quotidiana, anche sottoforma di rapimento programmatico di bambini da consegnare ai bordelli frequentati (tra gli altri) da comitive di occidentali in cerca di piaceri proibiti. Ilaria Borrelli, che oltre a scrivere (insieme a Guido Freddi, anche produttore) e dirigere interpreta il ruolo di Mia, si addentra nella foresta pluviale insieme alla piccola Setha Moniroth e compie un percorso impervio fatto di corsi d'acqua, strade sterrate e villaggi di capanne per raccontare una storia di riscatto prevalentemente al femminile. Ma le buone intenzioni non sono sufficienti a costruire un film del tutto convincente.
      In particolare Talking to the Trees sconta un forte contrasto fra regia e sceneggiatura. Borrelli ha una mano di regia eccezionale, che per certi versi (complice anche l'ambientazione "esotica") ricorda Naomi Kawase: grande gusto compositivo, capacità documentaria di riconoscere i dettagli (per poi raccontarli con amore) e di lasciarsi sorprendere dall'imprevisto (e includerlo nella narrazione). Il film tracima immagini bellissime e non scontate, rivelandosi paradossalmente un potente veicolo promozionale per un Paese meraviglioso pur senza scansarne le miserie. I cibi al mercato, la cucina di strada, i colori, gli odori, la quotidianità della Cambogia sono raccontati con grande efficacia, senza la distanza del cineasta straniero ma al contrario con la partecipazione di chi si è davvero levate le scarpe per attraversare un universo sconosciuto.
      Guardalo Gus.

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    5. Via col vento è del 1939. L'Oscar l'ha vinto con *Un tram che si chiama desiderio*, film del 1951.
      Con il tempo avrà imparato a recitare.

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    6. Poppi, sempre il vizio di contraddire per principio.

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    7. Il critico di The Nation scrisse: «Via col vento è un notevole evento per la storia dell’industria cinematografica, ma solo un piccolo risultato per l’arte cinematografica».

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    8. No gus, non contraddico, dico la verità. Informati:

      Nella sua trentennale carriera fu una prolifica attrice non solo di cinema (di fatto, recitò solo in una ventina di film), ma anche e soprattutto di teatro, ivi diretta più volte dal secondo marito Laurence Olivier, genere in cui interpretò ruoli molto differenti, dalle eroine delle commedie di Noël Coward e George Bernard Shaw, a quelle delle tragedie shakespeariane. Il suo volto sarà per sempre legato a Rossella (nell'originale Scarlett) O'Hara, la protagonista del celeberrimo film Via col vento, vincitore di 8 premi Oscar, oltre a due premi speciali.

      Vinse due premi Oscar alla miglior attrice: nel 1940 per Via col vento (1939) e nel 1952 per la sua interpretazione in Un tram che si chiama desiderio (1951). Si aggiudicò, inoltre, un premio BAFTA, due New York Film Critics Circle Awards, un Tony Award e una Coppa Volpi a Venezia. Nel 1999 si classificò al sedicesimo posto nella lista delle più grandi star femminili di tutti i tempi dall'American Film Institute.[1]

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    9. 1940 - Premio Oscar
      Miglior film
      Migliore regia a Victor Fleming
      Miglior attrice protagonista a Vivien Leigh
      Miglior attrice non protagonista a Hattie McDaniel
      Migliore sceneggiatura a Sidney Howard
      Migliore fotografia a Ernest Haller e Ray Rennahan
      Migliore scenografia a Lyle R. Wheeler
      Miglior montaggio a Hal C. Kern e James E. Newcom
      Premio Speciale a William Cameron Menzies
      Premio alla memoria Irving G. Thalberg a R.D. Musgrave
      Candidatura Miglior attore protagonista a Clark Gable
      Candidatura Miglior attrice non protagonista a Olivia de Havilland
      Candidatura Migliori effetti speciali a Jack Cosgrove, Fred Albin e Arthur Johns
      Candidatura Miglior sonoro a Thomas T. Moulton
      Candidatura Miglior colonna sonora a Max Steiner
      1940 - National Board of Review Awards
      Migliori dieci film
      1939 - New York Film Critics Circle Award
      Miglior attrice protagonista a Vivien Leigh
      Candidatura Miglior film
      Candidatura Miglior regia a Victor Fleming
      1939 - Photoplay Awards
      Medaglia d'onore a David O. Selznick
      1989 - People's Choice Award
      Vedi un po' tu...
      Miglior film di tutti i tempi

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  10. Adoro il cinema. Definita la settima arte, personalmente le attribuirei una posizione ben più privilegiata. Da me ne parlo spesso, e la mia attività sui social web è legata indissolubilmente al sito Film.Tv.it col quale tuttora collaboro. Il cinema è sogno, emozione, fantasia. In un forma davvero unica: immagine in movimento. Unico rammarico è che per andare incontro ad una platea sempre più vasta, spesso si perda decisamente in qualità, soprattutto dei messaggi.

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    1. Sì, non c'è più spazio per la qualità. Hanno rovinato l'arte della recitazione, ammazzato l'inventiva e anche la durata è dimezzata.

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  11. UN ROAD MOVIE DELLA SPERANZA CHE AFFRONTA UN TEMA MOLTO IMPORTANTE.

    Recensione di Paola Casella
    martedì 15 novembre 2016
    
    Mia parte per la Cambogia con l'intento di concepire un bambino insieme al marito francese Xavier, commerciante stanziato in quel Paese, ma quando arriva scopre che Xavier frequenta un bordello di prostitute bambine, una delle quali, Srey, è la preferita. Sotto choc, Mia si trattiene nel bordello e decide di portare via da quel luogo di prigionia e schiavitù Srey e il suo fratellino, anche lui prossimo ad essere avviato alla prostituzione. Ma il fratellino le viene negato da Sanan, il capo del bordello, e Mia scappa con la sola bambina - o almeno così crede.
    Talking to the Trees è un road movie della speranza attraverso un Paese tanto affascinante quanto pericoloso, dove imperano la corruzione, la prostituzione minorile e la violenza quotidiana, anche sottoforma di rapimento programmatico di bambini da consegnare ai bordelli frequentati (tra gli altri) da comitive di occidentali in cerca di piaceri proibiti. Ilaria Borrelli, che oltre a scrivere (insieme a Guido Freddi, anche produttore) e dirigere interpreta il ruolo di Mia, si addentra nella foresta pluviale insieme alla piccola Setha Moniroth e compie un percorso impervio fatto di corsi d'acqua, strade sterrate e villaggi di capanne per raccontare una storia di riscatto prevalentemente al femminile. Ma le buone intenzioni non sono sufficienti a costruire un film del tutto convincente.
    In particolare Talking to the Trees sconta un forte contrasto fra regia e sceneggiatura. Borrelli ha una mano di regia eccezionale, che per certi versi (complice anche l'ambientazione "esotica") ricorda Naomi Kawase: grande gusto compositivo, capacità documentaria di riconoscere i dettagli (per poi raccontarli con amore) e di lasciarsi sorprendere dall'imprevisto (e includerlo nella narrazione). Il film tracima immagini bellissime e non scontate, rivelandosi paradossalmente un potente veicolo promozionale per un Paese meraviglioso pur senza scansarne le miserie. I cibi al mercato, la cucina di strada, i colori, gli odori, la quotidianità della Cambogia sono raccontati con grande efficacia, senza la distanza del cineasta straniero ma al contrario con la partecipazione di chi si è davvero levate le scarpe per attraversare un universo sconosciuto.

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  12. Beh se parliamo di rischio di emulazione ac eguito di un qualcosa che può turbare in un film si può sempre vietarlo ai minori ma non proibirlo pensa al cacciatore con la scena della roulette russa per esempio.Certo le influenze di film penosi come quelli di Vanzina non puoi bloccarle ma va anche detto che loro li fanno perché la gente va a vederli quindi bisognerebbe recuperare il cervello della gente in questo caso.

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    1. Mai proibire un film, come è capitato a L'ultimo tango a Parigi, ma certi film non bisognerebbe farli.

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  13. Il cinema che ha una morale può rappresentare un opera d'arte
    che approfondisce e arricchisce il nostro aspetto emotivo.Spesso rimango incantata anche sul bianco e nero ,sulla capacità di "recitazione"degli attori,sul messaggio costruttivo che è inevitabile non cogliere. Purtroppo quando la natura in generale e quindi anche quella dell'arte di un film subisce cambiamenti correlati agli incassi monetari più che al valore stesso che quell'arte vuole esprimere,il discorso cambia e di certo c'è in gioco un discorso compravendita tra domanda e offerta.

    Visionare a scuola un film con i ragazzi è qualcosa che in molte scuole fanno,ecco l'ultimo da te citato può essere di aiuto a sensibilizzare i ragazzi, spesso preparatissimi sul sesso e a digiuno di esempi educativi finalizzati al bene ,ma qui in primis è un "dovere"della famiglia trasmettergli con la conseguente collaborazione dell'ambiente e quindi società che dovrebbe completare la sua formazione.

    Buona giornata

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    1. Alle coppie che seguivano corsi di preparazione al matrimonio facevano vedere il film *Casomai*
      Ciao.

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    2. Casomai, film diretto da Alessandro D'Alatri, segue le vicende di Tommaso (Fabio Volo) e Stefania (Stefania Rocca), giovane coppia che vive in modo felice e armonioso la propria storia d’amore. I due si sono sposati e hanno avuto un bambino, il piccolo Andrea. Entrambi lavorano nel settore della pubblicità: lui come direttore artistico, lei come truccatrice. I due si considerano molto fortunati, perché nonostante le inevitabili difficoltà della vita, sono supportati e aiutati da amici e parenti.
      L’amore tra Tommaso e Stefania diventa però pian piano qualcosa di diverso: sempre meno consigliati dal loro entourage di familiari e amici, con sempre più problemi domestici ed economici, la routine della coppia cede il passo alla noia e alla frustrazione. I due ben presto smettono di comunicare, litigano senza motivo e si tradiscono. Il divorzio ormai sembra l’unica soluzione…

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    3. Tommaso e Stefania s'incontrano, s'innamorano, si sposano. Nasce un bambino, Andrea. Una storia d'amore romantica, passionale, equilibrata e sana al tempo stesso. Intorno a loro un mondo di amici, genitori, conoscenti, colleghi ed estranei provvisoriamente coinvolti, si emoziona, consiglia, pontifica insomma, partecipa alla loro vita. Fino a che punto questa partecipazione, che apparentemente fa solo da sfondo, non s'insinua invece dentro il loro mondo affettivo, condizionando in modo tacito , emozioni e decisioni? I nostri sentimenti sono solo "nostri", frutto della nostra capacità di amare ed odiare, o sono in qualche modo di tutti, di chi approva o disapprova anche a fin di bene, di chi incoraggia o scoraggia, forse addirittura con un secondo fine? Quello magari di adeguare anche l'amore ad un comportamento sociale più produttivo e conveniente?
      Quelli che si amano troppo dopo un po' diventano pesanti! meglio cercare di farli rinsavire ! Qualche consiglio qua e là, giusto per far percepire lo scontento. Non ne servono molti, perché poi, c'è la vita , che è molto brava ad impantanare un amore che vola troppo alto. E cosi, a suon di problemi quotidiani -niente di tragico, cose che capitano, fatica, frustrazione sul lavoro, i soldi che non bastano mai, una malattia, neanche più il tempo di guardarsi in faccia- ecco che qualcosa cede, Stefania e Tommaso diventano una coppia come tante altre. Una coppia che non lotta più, che non crede più nel reciproco aiuto, che litiga senza sapere perché. Fino a non sopportarsi più, fino alla separazione. E gli altri, gli amici che approvano e disapprovano a loro piacimento, sono contenti? No, ma nemmeno scontenti, sono partecipi di un comune senso di fallimento che più è condiviso e più è rassicurante: se tutti sbagliano, vuol dire che sbagliare è quasi giusto!
      C'è sempre un casomai in agguato, di cui tenere conto: casomai andasse male, casomai ci stancassimo, casomai ci odiassimo. La speranza sembra davvero morta. Ma morta non è, perché quello che sembra essere un ineluttabile sentiero già percorso da Stefania e Tommaso, è solo uno sguardo su un futuro possibile, ma non inevitabile.

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    4. Non ho mai visto il film ma da quello che riassumi non penso il regista abbia scelto a caso uno specifico settore di lavoro.Non è forse evidente di come tutte le forme pubblicitarie vogliono venderci qualcosa, ci bombardano la mente ogni singolo istante della nostra vita, in tv,sui cartelloni affissi ad ogni angolo di strada,in radio,sugli smartphone,ovunque,inducendo in noi anche frustrazioni e paure che non conosceremmo e non ci passerebbero per il cervello se il contesto fosse diverso.Ma non stupiamoci dei divorzi così all'ordine del giorno che ha di certo il suo peso , quanto l'incapacità di mantenere a lungo una relazione anche in convivenza,si cerca sempre altro e di più,questo non ha nulla a che fare con l'Amore."Casomai"riuscissimo davvero a capire cos'è l'Amore che comporta il senso del sacrificio dandone il valore alle giuste priorità.La domanda è : Qual è oggi la nostra priorità?
      Buona serata

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    5. L'amore è il sentimento più grande che l'uomo possa desiderare.
      Ma tutto quello che è importante impone scelte di vita radicali.
      Perché ci si incontra per caso e può nascere l'amore, ma poi l'amore non resta e cresce solo per caso.
      Il film Casomai è proprio un dizionario di tutti gli errori che hanno il potere di sfasciare tutto, fino al divorzio.

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    6. Io chiederei direttamente al regista se "Casomai" sta a semmai o a una frattura di un unione che crede al caso.

      "Perché ci si incontra per caso e può nascere l'amore, ma poi l'amore non resta e cresce solo per caso"

      Tu vedi l'amore come casualità di un sentimento che nasce,che non resta e che cresce per caso .

      Stai analizzando un film che proietta una realtà o stai analizzando un concetto di logica matematica?

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    7. La frase: "Perché ci si incontra per caso e può nascere l'amore, ma poi l'amore non resta e cresce solo per caso" è una mia convinzione, non in rapporto con il film Casomai.
      L'amore è come un fiore bellissimo che va curato giorno per giorno.
      Ho scritto anche il significato del film Casomai.

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  14. È la prima volta che sento una "convinzione" verbale così,perché forse nella realtà è il risultato di qualcosa che mai fu amore:)

    Buonanotte

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    1. "Perché ci si incontra per caso e può nascere l'amore, ma poi l'amore non resta e cresce solo per caso" è una mia convinzione.
      L'amore è come un fiore bellissimo che va curato giorno per giorno"

      "Casomai" io avessi capito perfettamente queste parole,avessi capito ogni cosa ...non temete,non sono così sorpresa,siamo connessi ad una luce che proviene solo da Dio...

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    2. E' fatto di tante piccole cose che messe insieme diventano grandi.
      Sì.
      Un conto corrente è fatto di depositi e prelievi.
      Quando si effettuano più prelievi che depositi il conto,
      cioè l'amore va in rosso.

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    3. Prima di incontrarsi ognuno ha una propria vita. Nell'amore si crea una fusione comportamentale e una nuova esistenza. Si scartano certe abitudini, egoismi pericolosi e si cammina mano nella mano.
      I cambiamenti non sono mai indolori e per questo ho parlato di sacrifici. La vocina inascoltata può nel tempo portare a fratture insanabili. Per questo l'amore deve essere confortato da numerose prove per poi urlare, sì è lei, sì è lui.

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    4. Ho visto una ragazza con i capelli biondi. I nostri sguardi si sono incrociati e lei mi ha sorriso. Poi il vento ha scompigliato i suoi capelli coprendole il viso. È stato un attimo. Sono certo che non dimenticherò quel volto né oggi, né domani e nemmeno tra centomila anni". Quella ragazza è diventata mia moglie.

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  15. Un film può offrire spunti di riflessione, può risvegliare emozioni, può essere un passatempo, uno strumento didattico come hai detto bene tu, insomma un bel film è sempre qualcosa di piacevole. Ciao Gus, buona serata.
    sinforosa

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  16. Amo la settima arte. Ho frequentato le sale cinematografiche sin da bambina. Tanti sono i film che mi hanno emozionato e fatto riflettere ma quello che non scorderò mai è: The Elephant Man, un vero capolavoro!

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    1. Joseph Merrick fu amato da pochissimi e sbeffeggiato da tanti uomini vili.

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  17. Bello questo tuo scritto d'amore verso il cinema.
    "Intercettano gli occhi che vogliono essere affascinati. Chi dal messaggio di impegno chi dal disimpegno".
    È vero, il cinema ci dà quello che cerchiamo. In particolare spunti di riflessioni, domande, anche delle risposte. E pure qualche verità.

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