giovedì, luglio 07, 2022

Montale e Ungaretti

 


Meriggiare pallido e assorto

presso un rovente muro d'orto,

ascoltare tra i pruni e gli sterpi

schiocchi di merli, frusci di serpi.


Nelle crepe dei suolo o su la veccia

spiar le file di rosse formiche

ch'ora si rompono ed ora s'intrecciano

a sommo di minuscole biche.


Osservare tra frondi il palpitare

lontano di scaglie di mare

mentre si levano tremuli scricchi

di cicale dai calvi picchi.


E andando nel sole che abbaglia

sentire con triste meraviglia

com'è tutta la vita e il suo travaglio

in questo seguitare una muraglia

che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.



36 commenti:

  1. Immagine:

    Possible ricerca correlata: jeanne hébuterne ritratto di modigliani

    RispondiElimina
  2. Un po’ come quegli uccelli, l’uomo non riesce a rimanere fermo nella tranquillità, tende sempre a spingersi oltre, per curiosità o per fuggire dalla realtà che lo circonda perché prende tutto facilmente a noia. L’amore dovrebbe rappresentare l’unica soluzione di equilibrio, ma bisogna lasciarlo parlare e soprattutto tendere il cuore all’ascolto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il *più in là" è come un passo del vangelo secondo Marco 4,35-41 che parla dell'altra riva da raggiungere. “Passiamo all’altra riva”.
      Partire, ma verso dove? Venuta la sera disse ai suoi discepoli: "Passiamo all'altra riva”. L’altra riva è ciò per cui quei discepoli erano fatti: essi appartenevano a qualcosa d'altro, non al miracolo dei pani moltiplicati, appartenevano a qualcosa di più profondo, da cui erano sorti anche i pani.
      L'altra riva è ciò per cui siamo fatti, è la Presenza cui apparteniamo. Verso dove
      andare dunque? Verso qualcosa cui apparteniamo. Non apparteniamo a quel che siamo, tant'è vero che da quel che siamo, scaturisce il terrore della morte e
      l'umiliazione per il male. Il nostro sguardo cerca un Volto nella notte. Il nostro
      sguardo cerca un Volto in quell'ombra che preme sulla faccia di tutto e di tutti,
      cerca il destino e la consistenza delle cose, l'altra riva.

      Elimina
  3. Montale è il mio Nobel privato. L'ho scoperto anni fa quando agli esami di maturità è stato proposto come traccia agli studenti nella prova scritta di italiano.
    Da allora è nato un grande amore. Il suo scrivere è creativo e ti traporta nei luoghi che descrive e tu riesci a vederli.
    Ecco:

    Meriggiare pallido e assorto
    presso un rovente muro d'orto,
    ascoltare tra i pruni e gli sterpi
    schiocchi di merli, frusci di serpi.

    Nelle crepe dei suolo o su la veccia
    spiar le file di rosse formiche
    ch'ora si rompono ed ora s'intrecciano
    a sommo di minuscole biche.

    Osservare tra frondi il palpitare
    lontano di scaglie di mare
    mentre si levano tremuli scricchi
    di cicale dai calvi picchi.

    E andando nel sole che abbaglia
    sentire con triste meraviglia
    com'è tutta la vita e il suo travaglio
    in questo seguitare una muraglia
    che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.





    RispondiElimina
  4. Forse ad un certo punto vuoi serenità, tutti la vogliamo anch'io la cerco ma quando scrivo non posso fare a meno di sentire che non si può ignorare la realtà specie in questo momento storico.

    RispondiElimina
  5. C'è un dolore di fondo per quello che accade. La realtà non può essere mistificata.

    RispondiElimina
  6. Montale era innamoratissimo della moglie:

    Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
    e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
    Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
    Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
    le coincidenze, le prenotazioni,
    le trappole, gli scorni di chi crede
    che la realtà sia quella che si vede.

    Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
    non già perché con quattr'occhi forse si vede di più.
    Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
    le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
    erano le tue.

    RispondiElimina
  7. Questa poesia è commovente. Chi ha amato lo sa.

    RispondiElimina
  8. Ciao Ninin.
    Sì, la poesia è un inno all'amore.

    RispondiElimina
  9. Più in là, ricorda anche l'esortazione di Cristo al fico seccato. Dobbiamo andare oltre, offrire frutti fuori stagione, amare non perché ci amano.
    I poeti lo sanno, quelli più grandi lo spiegano.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì. La tua è una straordinaria intuizione.

      Elimina
  10. Piaciuta molto:

    poeta osserva il paesaggio, che gli appare come un tutt’uno, in qualche modo armonico, nonostante il vento – anzi forse proprio a causa del vento – ma lui ne è escluso. Sta al di fuori, osserva l’armonia della natura al crepuscolo, non vorrebbe altro che farne parte, ma il vento non suona il suo cuore, strumento scordato, che non riesce ad accordarsi né con la natura né con la civiltà.

    Il senso di esclusione dal mondo naturale percorre l’intera poesia, così come l’idea che appena dietro il velo visibile delle cose si nasconda una verità irraggiungibile, come gli Eldoradi che gli pare di intravedere appena oltre le nuvole, da cui l’uomo è irrimediabilmente tagliato fuori.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Montale ha una visione molto negativa della vita, ma ha il coraggio di viverla.
      La sua visione pessimistica dell'esistenza non significa isolamento e rifiuto di vivere, lo spinge verso l'impegno a oggettivare ogni cosa che possa stimolare una particolare emozione.

      Elimina
    2. Montale forse non si amava, forse, come me, "amava" più gli altri della vita stessa.
      I realisti non vivono di sogni, per questo e per altro, hanno molto coraggio. Osano.
      Si cerca di essere positivi, ma i sogni si fanno di notte sperando poi, almeno, di ricordali al mattino.

      Elimina
    3. Il pessimismo attivo non è fatto di sogni.

      Elimina
    4. Quello di Montale non so...ma oggi siamo in piena apocalisse.
      Quanti egoisti ci sono in questo mondo. Il pensiero positivo ti aiuta a stare bene...senza guardarti troppo in giro

      Elimina
  11. Più che un uomo direi donna...
    Buona serata

    RispondiElimina
  12. "L'amore è il mezzo più nobile con cui cerchiamo di superare la nostra incompiutezza." Eros, diceva Platone, era figlio del dio Poros dio delle mille risorse, dell'astuzia epsediente, e di Penia, dea della povertà... Grazie per gli splendidi versi di Montale e per averlo ricordato con il grande Ungaretti. Buona giornata.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Noi tutti trascuriamo l'amore che potrebbe risolvere tutti i problemi dell'umanità intera.
      Lameggia nella chiarìa.

      Elimina
  13. Bellissimo post ed immagini davvero potenti quelle evocate da Montale. Anche io non ero a conoscenza del fatto che Montale fosse morto recitando il rosario. Buon fine settimana

    RispondiElimina
  14. Laico per tutta la vita, assicura Carlo Bo, è morto recitando il rosario. Dedicò poesie a 19 donne. Fumò Giubek.
    Rivoluzionò la poesia fra sigarette e inchini.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Perché non l'ha fatto qualche anno prima? Avrebbe avuto più speranze ?
      Ho notato che nei cimiteri, alle sante messe, ricorrenze varie ci sono più anziani che giovani.
      Prima della morte Lui è l' unica speranza.
      Notte

      Elimina
    2. Condivido il commento di Birba... Facciamoci un esame di coscienza.
      Notte
      Primo giorno di quiete dopo essere stata segregata tra ospedale e casa per quasi un mese.

      Elimina
  15. Pensando alla morte del poeta c'è da coltivare la speranza per tutti, ma proprio tutti, ecco un motivo in più per non giudicare nessuno, nessuno.
    sinforosa

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La volontà del Mistero è imperscrutabile.
      Noi non siamo in grado di giudicare. Solo affidarci alla misericordia di Dio.

      Elimina
  16. non sono un soldato (al soldo di qualcuno, fosse pure la speranza).
    sono un ribelle. ma combatto quietamente. specie nei broli, a cavallo di farfalle sentimentali.
    grazie. belle associazioni e considerazioni.
    ciao

    RispondiElimina
  17. Sicuramente quando il totale è più di due, si vive in simbiosi. Si capisce al volo cosa pensa l'amato senza parlare. Ciò è bellissimo ma la sofferenza s'insinua perché la paura di perdere il tuo amore è enorme. Montale amava il mare e sua moglie Mosca ma cercava anche la tranquillità, difficile da conquistare. Serena settimana.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. L'amore nella nostra società generalmente è a tempo. Una durata media che non super 14 anni. Vivere come l'attinia e il paguro è per pochi.
      Ciao Angela.

      Elimina
    2. Ti assicuro che quando succede è meravigliosooooo!

      Elimina
    3. Lo so per esperienza personale e non ho mai avuto paura di perdere l'amore.

      Elimina
    4. Perdere intendo la separazione causata dalla signora vestita di nero!

      Elimina
    5. La memoria forte si trasforma in una presenza. L'Amore è più forte della signora vestita di nero. Anche questa situazione deriva da un'esperienza personale.

      Elimina