sabato, luglio 17, 2021

Liberi vivendo la propria identità

 


Secondo Luigi Giussani ciò che caratterizza questo tempo storico è la violenza. 
Il risultato è che la persona è concepita semplicemente come un fascio di reazioni. Ciò comporta due conseguenze: in primo luogo l’io risulta dissociato, cioè ragione e affezione sono slegate; in secondo luogo dominano la paura e la presunzione. 
È proprio in virtù di questa progressiva riduzione dell’umano che il potere governa e determina il singolo. Si avvera perciò una sorta di anoressia dell’umano che dissocia il soggetto e lo fa vivere nella paura. Il compito della comunità cristiana, dunque, è quello di ridare identità all’uomo. 
Cosa definisce dunque questa identità? L’uomo è caratterizzato innanzitutto dalla libertà, ovvero dalla capacità di percepire la realtà attraverso il paragone tra ciò che incontra e il suo cuore.
La libertà nasce quindi come percezione della realtà (conoscenza) e come affetto ad essa. Il secondo fattore della libertà è il giudizio che, in quanto tale, è frutto di una corrispondenza non automatica e di un lavoro.
La terza caratteristica della libertà è di essere una prassi creativa, cioè un’esaltazione della corrispondenza ultima fra la realtà totale e il cuore dell’uomo, essendo entrambe fatte dall’unica intelligenza di Dio.
Come avviene questo ridestarsi dell’identità autentica dell’uomo? Attraverso l’incontro con una realtà umana viva, qualitativamente differente, capace di attrarre perché corrispondente al cuore.
L’incontro si dilata poi in una compagnia che è il luogo geografico e sociale in cui si è chiamati a vivere ciò che l’incontro ha ridestato.
Occorre, tuttavia, evitare il rischio di ridurla, secondo un uso strumentale, a un progetto di potere. Da una compagnia così intesa, infatti, non possono che conseguire la degenerazione dell’operosità ad attivismo e la riduzione della vita comunitaria a schemi prestabiliti, siano essi vocali (discorso) od operativi (attività). Una compagnia siffatta è una compagnia egocentrica. La domanda, al contrario, è la modalità operativa di appartenenza alla compagnia. In essa si attua l’intreccio di ragione e affezione.
Domanda e gratitudine vigono là dove la compagnia è concepita e vissuta come luogo di cammino, sorgivo del richiamo e dell’aiuto alla propria identità. Pretesa e lamento emergono, invece, quando la compagnia è vissuta in modo egocentrico. 


22 commenti:

  1. Immagine:

    Possible ricerca correlata: fictional character.

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  2. Però all’interno di una compagnia o di un gruppo la libertà è comunque limitata. La libertà ha dei confini, deve per forza accettare dei compromessi, perché non si è mai veramente liberi di essere tutto ciò che si vuole e in alcuni casi è anche giusto. Anzi, secondo me, il pericolo di questa dissociazione tra ragione e affezione, pone dei pericoli, perché lascia troppo spazio a quel tipo di libera che non conosce rispetto per l’altro. Ciao, Gus.

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    1. Conservare la propria identità in ogni situazione assicura la certezza della libertà.
      Ciao Caterina.

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    2. Ha ragione Caterina, la mia libertà finisce dove inizia la tua. Se viviamo su un'isola deserta ok. Se viviamo in comunità le regole devono cambiare. Non ti vuoi vaccinare? Liberissimo. Ma stai a casa tua o te ne vai nell'isola citata prima. La propria identità a tutti i costi diventa anarchia intollerabile.

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    3. Stanno insieme le persone che hanno obiettivi identici e l'essere liberi mio coincide con quello degli altri. Si tratta di un popolo in cammino.
      Eppure nella parte finale del post ho spiegato bene che la compagnia non può realizzarsi quando è vissuta in modo egocentrico.

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  3. Stavo per scrivere la stessa cosa di Franco, sui limiti della libertà personale. E per quanto riguarda l'identità, è la comunità in genere a dover "ridare" questa identità all'uomo, ma mi sembra che stia fallendo miseramente.

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    1. Ho spiegato quando la compagnia è momento di aggregazione (identità di valori) e fallimento relazionale quando qualcuno vuol imporre la propria personale visione di vita.

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    2. Giusto ed oggi vedo tanti che vogliono imporre limitazioni oscene per un vaccino inefficace e pericoloso. Io poi non comprendo tutta questa acredine contro chi non si vaccina in primis perché se i vaccinati pensano che il loro siero miracoloso sia invincibile non capisco di cosa abbiano timore. Oppure sanno bene che non regge nemmeno la variante delta ed allora perché insistono a pretendere che ci si vaccini?

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    3. AGI - La maggior parte dei casi segnalati in Italia sono stati identificati negli ultimi 14 giorni in soggetti non vaccinati, ossia che non hanno ricevuto alcuna dose di vaccino SARS-CoV-2 o che sono stati vaccinati con la prima dose o con il vaccino mono dose entro 14 giorni dalla diagnosi stessa, ovvero prima del tempo necessario a sviluppare una risposta immunitaria completa al vaccino.
      Il non vaccinato ammalandosi contagia molti giovani che non possono vaccinarsi causa l'età.

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  4. Come avviene questo ridestarsi dell’identità autentica dell’uomo? Attraverso l’incontro con una realtà umana viva, qualitativamente differente, capace di attrarre perché corrispondente al cuore.

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  5. L’incontro si dilata poi in una compagnia che è il luogo geografico e sociale in cui si è chiamati a vivere ciò che l’incontro ha ridestato.

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  6. Occorre, tuttavia, evitare il rischio di ridurla, secondo un uso strumentale, a un progetto di potere. Da una compagnia così intesa, infatti, non possono che conseguire la degenerazione dell’operosità ad attivismo e la riduzione della vita comunitaria a schemi prestabiliti, siano essi vocali (discorso) od operativi (attività). Una compagnia siffatta è una compagnia egocentrica. La domanda, al contrario, è la modalità operativa di appartenenza alla compagnia. In essa si attua l’intreccio di ragione e affezione.

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  7. Domanda e gratitudine vigono là dove la compagnia è concepita e vissuta come luogo di cammino, sorgivo del richiamo e dell’aiuto alla propria identità. Pretesa e lamento emergono, invece, quando la compagnia è vissuta in modo egocentrico.

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  8. Noi abbiamo già una compagnia con comunità d'intenti: è la Chiesa. Che detta tuttavia le sue regole in chiave egocentrica. Quella che non vorresti. Bisogna adeguarsi Gus, altrimenti resta sempre l'isola di prima..

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    1. Forse credi la compagnia qualcosa come il Ku Klux Klan, e ti sbagli.
      La compagnia è un gruppo di amici che si incontra per continuare un percorso. Ci sono persone con grande carisma che spiegano la realtà della vita in tutta umiltà. Ho frequentato in certi periodi gli amici e i consigli ricevuti mi hanno aiutato a risolvere questioni complicate. Tu parli di cose che che non conosci nei momenti in cui l'anarcoide che è in te esce allo scoperto.

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    2. L'anarcoide che è in me ambirebbe molto a vivere su un'isola (greca possibilmente) ma vive in una compagnia (che non è solo quella degli amichetti del muretto sotto casa) ma è formata dalla famiglia innanzitutto, da colleghi, insegnanti, allievi, amici delle più disparate estrazioni (non solo quelli che ci stanno simpatici perché donano un po' del loro carisma). La "compagnia di vita, detta regole per forza, altrimenti si diverrebbe anarcoidi per forza, e anche se vorremmo (e io lo so) non possiamo. E quindi - in quest'ottica - ci vacciniamo anche.
      Tu quando ti prenoti?

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    3. Franco, *tendenze anarcoidi* sono particolari che tu stesso hai notato nel tuo carattere. Per questo non c'è nessuna intenzione da parte mia di offenderti.
      Io sono vaccinato doppio. In Abruzzo finiscono entro i primi di agosto.

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    4. Ottimo, vedo che fai parte della compagnia e ti adegui ad uno sforzo comune senza impuntature anarcoidi. Speriamo che tanti mettano la testa a posto e comprendano che una cosa è vivere su un'isola, e l'altra in società organizzate, "luoghi di cammino".

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    5. I noVax vivono una realtà soggettiva e inesistente.
      Questi sono dati dell'AGI.

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    6. AGI - La maggior parte dei casi segnalati in Italia sono stati identificati negli ultimi 14 giorni in soggetti non vaccinati, ossia che non hanno ricevuto alcuna dose di vaccino SARS-CoV-2 o che sono stati vaccinati con la prima dose o con il vaccino mono dose entro 14 giorni dalla diagnosi stessa, ovvero prima del tempo necessario a sviluppare una risposta immunitaria completa al vaccino.

      È quanto emerge dal report esteso settimanale pubblicato oggi dall'Istituto Superiore di Sanità nel suo portale. Nello specifico, nella fascia d'età over 80, negli ultimi 14 giorni il 35% delle diagnosi di SARS-COV-2, il 59% delle ospedalizzazioni, il 78% dei ricoveri in terapia intensiva e il 70% dei decessi sono avvenuti in persone che non hanno ricevuto alcuna dose di vaccino e che sono attualmente l'8% della popolazione in questa fascia d'età.

      Rispetto ai decessi, emerge come "la percentuale dei casi tra i vaccinati sia largamente inferiore alla percentuale dei casi tra la popolazione dei NON vaccinati. Se i vaccini non avessero un effetto sul rischio di infezione, ci si aspetterebbe che la percentuale di casi tra coloro che hanno ricevuto un ciclo vaccinale fosse simile a quello tra coloro che non hanno effettuato il vaccino. Invece - si legge nel report - le differenze osservate suggeriscono che i vaccini sono efficaci nel ridurre il rischio di infezione, di ospedalizzazione, di ingresso in terapia intensiva e di decesso".

      Confrontando il rapporto tra popolazione vaccinata e casi osservati e quella non vaccinata ed i casi osservati, sottolinea l'Iss, si stima che la completa vaccinazione (secondo le dosi previste), è efficace circa all'80% nel proteggere dall'infezione e fino al 100% dagli effetti più gravi della malattia, per tutte le fasce di età.

      Per quanto riguarda l'infezione il ciclo completo di vaccinazioni ha un'efficacia tra il 79,8% e l'81,5%, a seconda della fascia d'età. Per i ricoveri ordinari l'efficacia varia dal 91,0% al 97,4% con il valore più alto nella fascia 40-59 anni. Per i ricoveri in terapia intensiva l'efficacia è del 100% nelle due fasce più giovani (cioè non si è verificato nessun ricovero in terapia intensiva nei vaccinati nel periodo considerato), e scende leggermente al 96,9% negli over 80. Per quanto riguarda i decessi l'efficacia è di nuovo del 100% nelle due fasce più giovani, mentre scende al 98,7% in quella 60-79 (2 decessi tra i vaccinati contro i 78 dei non vaccinati) e al 97,2% negli over 80 (15 decessi nei vaccinati e 62 nei non vaccinati.

      Un altro effetto della campagna vaccinale è la diminuzione nell'età mediana dei casi di Covid-19, dato che le categorie prioritarie per il vaccino sono state le fasce di età più avanzate. L'età mediana dei casi al primo ricovero è diminuita nell'ultima settimana (52 anni), così come l'età dei casi all'ingresso in terapia intensiva (63 anni).

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