lunedì, novembre 16, 2020

Il volto terrificante


 

Un velo che maschera la sostanza del reale o addirittura una patologia della modernità, l’alienazione implicita nella società dello spettacolo in cui la manipolazione e la menzogna oscurano la realtà autentica dei soggetti. Ecco il nodo da cui prende le mosse l’indagine di Barbara Carnevali, storica della filosofia, ricercatrice invitata all’ "Institut d’Etudes Avancées" di Parigi, in un saggio da poco pubblicato da Il Mulino, intitolato Le apparenze sociali. Una filosofia del prestigio (pagine 222; 20 euro). Un progetto di filosofia dell’apparire sociale a partire proprio dall’analisi delle vanità, di quel mondo effimero in cui rientrano le mode, la fama, il successo, il prestigio, le buone maniere, lo snobismo, i pettegolezzi, e che non è una forma minore di realtà ma l’assetto sensibile della società dove si giocano come uno spettacolo le immagini che le persone hanno reciprocamente di se stesse. La finzione, l'ipocrisia. Mai capito perché le persone fingano a tal punto. Come fossero dei diabetici che per consolarsi si sparassero mezzo chilo di caramelle scadenti. Mi preoccupa molto molto di più l'impreparazione delle persone. A forza di portare una maschera ben accettata da una parte della 'categoria' non si rendono conto che il presente e il futuro hanno bisogno dello studio e della gavetta. Fingono di sapere e salgono i gradini: è un controsenso ma si alimentano ugualmente in questo modo. E mi preoccupano ancora di più chi non li riconoscono. Il tassello dell'apparenza, quello più problematico che deriva dalla paura della non accettazione da parte di una società che tende e propende verso la manifestazione degli eccessi, ma sono tanti quelli che non ritengono un ostacolo assorbire i modelli vigenti, che esaltano l'apparenza e si trovano benissimo nel mostrarsi, il che andrebbe anche bene se non ci fosse il totale rifiuto e la messa al banco di chi non ha la predisposizione a farlo e se ci fosse una maggiore apertura mentale. Alla voce apparenza nel libretto delle istruzioni dovrebbe essere riservata una sezione dedicata, all'accettazione, alla libertà e al rispetto del modo di essere di ciascuno e forse le paure avrebbero meno presa su chi si sente diverso e si piega all'omologazione perché è fragile e vive il peso de giudizio. Il fatto che l'uomo percepisce che l'apparenza conta più della sostanza porta a una caduta della cultura, dei valori e dell'etica. La conseguenza è la fine del desiderio in senso esistenziale. Per te donna con gli attributi ben fatti ti chiedono di allungarti sopra un'automobile, oppure di fare l'ombrellina. Questa è la maschera e il ruolo che la società ( il Potere) ti dà, e se la togli appare un volto terrificante.


39 commenti:

  1. Immagine:



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  2. Funziona così Gus, lo vedi già dai blog, dove tanti appaiono e basta, ma dietro sono posseduti da tare indicibili...

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    1. Funziona molto male. L'aumento del PIL non rende l'uomo felice.

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  3. Pensare che invece sarebbe proprio non indossando la maschera della falsità e dell'ipocrisia che si potrebbe vivere in una società se non più giusta, almeno più sensibilizzata e più determinata a volere equità sociale evitando di farsi la guerra tra poveri ma, come anche altre volte ho già detto, superficialità, arroganza e profonda ignoranza oggigiorno prevalgono, anzi dominano incotrastati.

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    1. La logica del capitalismo non fa sconti.

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    2. La debolezza insita in noi stessi. Incapacità di relazionarsi. Terrore del confronto. Si finge e basta. Al riparo dei nostri computer. Se cade la linea siamo morti.

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    3. C'è molta e inutile riservatezza.

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  4. Mi piace molto questo passaggio:
    "Alla voce apparenza nel libretto delle istruzioni dovrebbe essere riservata una sezione dedicata, all'accettazione, alla libertà e al rispetto del modo di essere di ciascuno e forse le paure avrebbero meno presa su chi si sente diverso e si piega all'omologazione perché è fragile e vive il peso de giudizio".

    Nella società dell'apparenza mi sono spesso sentito diverso, anomalo, sofferente proprio per la fragilità che è strettamente connessa alla sensibilità e per il peso del giudizio.
    Adesso ho capito che bisogna fare una piccola rivoluzione: mettere in gioco le nostre qualità e mostrare ciò che siamo, giocando la partita in campo altrui.
    Una partita difficile, ma affascinante.

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  5. Hola Gus, desafortunadamente vivimos en un mundo de apariencias y lo peor es que los niños son los más vulnerables a caer en estás trampas y después desean copiar modelos. No solo la imagen de los medios, también la sociedad misma, he visto muchos ejemplos. Los raros somos los que pensamos distinto. Me considero una persona que nunca se ha dejado arrastrar por las modas y el consumismo. Sin embargo está actitud me ha llevado a ser considerada "la rara" hasta por mis hermanos y mis padres. Aún así es lo que yo enseño a mis hijos a que sean ellos mismos, espero que tengan más suerte que yo. Te mando un abrazo y te deseo una semana muy prospera. Besos

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    1. En cuanto a Riky, es posible no tener que lidiar con los valores morales de la empresa, pero es posible tener la oportunidad de aportar, cadere y rialzarsi.

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    2. Buona fortuna Jova.

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    3. Finalmente ho appreso cosa significhi cadere e rialzarsi!

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    4. Nel senso che in passato ho sempre avuto il terrore di cadere...invece adesso mi sento più leggero :)

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    5. La leggerezza aiuta molto.

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  6. Un placer leerte Gus. Feliz semana

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  7. Boa noite Gus. Obrigado pela dica maravilhosa. Vou procurar se tem na língua portuguesa.

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  8. Provo a dirtela a modo mio. Il punto è l'identità. Ognuno di noi, dalla nascita in poi, ha un problema grosso: definire se stesso. Chi sono io? Cosa ci faccio qui? Quale è il senso della mia vita? Tutti hanno questo problema, consapevoli o no. La piena realizzazione di sè è la risposta che placa queste domande. Ma siccome il percorso è lungo, doloroso e pieno di insidie, molti preferiscono dare una risposta sbrigativa, che possa calzare e su quella procedono con la propria esistenza. Ognuno indossa una "persona", nel suo significato originario di maschera, e procede con la commedia o con la tragedia. Solo i fortunati alla ricerca della propria identità riescono a indossarla e a toglierla, sono consapevoli di averla, i più vengono trascinati nella finzione che confondono per realtà. La finzione ti rende le cose più semplici, ma il sipario prima o poi scende, perchè lo spettacolo finisce, le maschere che rimangono sul palco prenderanno polvere. Ciao

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    1. Il bene dell'io, come il bene comune, è un bene relazionale fatto di scelte definitive e stabili, che mantengano la caratteristica della permanenza, di un impegno di fedeltà e di costruttività.
      L'incapacità di permanere nella scelta significa l'incapacità di una effettiva responsabilità.
      Illudendosi di essere libero solo perché può continuamente cambiare le sue scelte, l'uomo finisce spesso per essere condizionato dalla mentalità dominante, dal potere enorme dei mass-media. In realtà, spesso il potere sceglie lui, e l'uomo non è più protagonista. Solo la coscienza della propria identità rende protagonisti.

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    2. La prerogativa e il dovere della forma umana è farsi domande altrimenti diventa una vita di animali che mangiano, dormono, si difendono, si accoppiano, si ammalano e muoiono con la sola differenza che gli animali lo fanno per strada e l'uomo in lussuosi appartamenti.
      Quando l'assurdo si fa norma e specchio della realtà che ti circonda, è difficile mantenersi integri. Si fa, certo, se si pensa, se si sente, ma si avverte una profondissima e immensa solitudine.
      La vera libertà qui, nel mondo materiale non esiste, perché questo contesto non ci appartiene, ci è estraneo perché noi siamo eterni e qui tutto è perituro, anche il ricordo, anche i pensieri, anche la mente (corpo, mente, intelligenza sono vestiti che indossiamo solo per un po’, poi si cambiano).
      Il nostro libero arbitrio in definitiva si riduce a due semplici scelte: o segui le leggi Divine o non segui le leggi Divine.
      Il resto sono due rotaie che ti sei costruito, due rotaie che dove viaggi pensando di guidare.
      Si dovrebbe capire che innanzi tutto si esce dal regno del polveroso dell'assurdo se ciascuno di noi riprende su di sé il mestiere di vivere, il mestiere duro di essere un uomo, quella ricerca del vero senza la quale l'uomo è condannato a una parvenza di incidenza, a una vita spezzata, una vita che non ha senso.

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  9. Lo so è carnevale! Ciao Gus.

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  10. Quello dell'apparire è sempre stato per me un grande problema che mi ha obbligato a troncare diversi rapporti di amicizia o di solo conoscenza. Per come la vedo io, chi sceglie di vivere con una maschera, e quindi dà più importanza all'apparire piuttosto che all'essere, denota già poco intelligenza. Preferisco di gran lunga essere amico di poche persone genuine piuttosto che di molte che indossano una maschera.

    Un saluto

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  11. L'apparenza è una menzogna e per questo va combattuta.
    Ti ringrazio per il commento.
    Ciao.

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  12. utte le risposte (54)
    Esperto di prodotti Gold
    WebLove.PL
    6 giorni

    Risposta consigliata
    Ciao
    Grazie per la segnalazione, l'ho già inviato alla squadra. Ora dobbiamo aspettare la riparazione.
    Poster originale Kelly 2253 ha indicato questo come una risposta
    Sravan kumar Bade 9540
    6 giorni

    Il mio problema anche quasi lo stesso, il mio pulsante di salvataggio anche non funziona per le uniche pagine gadget, Cosa succede si prega di risolvere il mio problema
    René 86
    6 giorni

    Sta succedendo anche a me...
    È un problema di Blogger? In caso contrario, cosa dobbiamo fare per loro di risolvere il problema?
    Esperto di prodotti Gold
    WebLove.PL
    6 giorni

    Basta aspettare la riparazione o utilizzare temporaneamente il widget Elenco collegamenti.
    49 in più

    Utente 3604642025094089384
    2 ore

    Si prega di perché ci vuole così tanto tempo per risolvere questo problema?
    Non posso :(

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  13. https://support.google.com/blogger/thread/82203776?hl=en

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  14. Alla base delle apparenze c'è un mancanza di personalità. Io penso di averne una mia, ben definita, e non mi è mai saltato per la mente di mettere una maschera. Semplicemente perché non ne ho bisogno.

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    1. Si capisce subito che se spontaneo e sincero.

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  15. Purtroppo ci sono persone che temono di essere sé stessi.
    sinforosa

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    1. In parte va bene. Se Hitler avesse temuto di essere se stesso non avrebbe causato una guerra terrificante + Auschwitz.

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    2. Indubbiamente, anche se Hitler mi sembra un esempio un po' eccessivo per un discorso generale. Hitler, come tutti i tiranni passati e presenti, avrebbe dovuto farsi curare la psiche.
      sinforosa

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    3. Ci sono tantissimi scienzati, ma nessuno riesce a curare la mente degli stronzi.

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  16. Penso che la ragazza nella foto abbia un viso molto carino. Ciao, Gus!

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  17. Irina, il tuo blog non è visibile nel mio elenco di lettura.
    C'è qualche errore?
    Ciao.

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  18. La società cosa insegna? Che essere autentici è male, che è meglio essere falsi e indossare tante belle maschere.
    Sta ai singoli capire che è sbagliato ma il problema è che molti, pur capendolo, preferiscono le acque chete della falsità.
    Ti abbraccio.

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    1. Essì, la falsità è
      un sentimento di moda.
      Abbraccio Francesca.

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  19. Dietro una maschera può esserci un'anima ma, tante volte non c'è nulla. Se ci son nodi, comunque, vengono al pettine.

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    1. Via via che liquidiamo le nostre ignominie, gettiamo anche le nostre maschere.

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