giovedì, ottobre 29, 2020

Comunicare con gli altri


 

Se abbiamo i piedi ben radicati alla terra, ai nostri valori, e la braccia allargate per abbracciare la libertà, che ogni uomo porta con sé, non dobbiamo temere “mostri” che vogliono annientare la nostra ragione, le nostre sicurezze.
Oggi c’è una brezza piacevole, dopo il temporale all’alba.
Non è semplice comunicare nel modo giusto perché a volte diciamo qualcosa e però il nostro interlocutore percepisce altro oppure ci aspettiamo delle risposte diverse e prendiamo per negative quelle diverse che ci arrivano.
La cosa importante è sapere di avere la coscienza pulita e non partire mai con l'intento di voler ferire davvero qualcuno.
La prima , autentica, comunicazione, è con se stessi. Se si parla a cuore aperto, non si sbaglia mai. O perlomeno non si trae in inganno. Si può essere duri forse, insensibili a volte, ma si gioca a carte scoperte. E allora non ci sono mostri che tengano, né dramma, ma solo orizzonte terso. E nessuna paura di sbagliare. L'uomo ha una grande spinta naturale verso la comunicazione. Essa però è imperfetta per natura e così può generare anche fraintendimenti, anche a prescindere da comportamenti che possono essere irrispettosi nei confronti del prossimo, messi in atto da parte di chi cerca la comunicazione, ma non accetta il dialogo e il confronto. Confronto e dialogo, tra idee e pensieri, che è invece alla base della crescita del nostro "io". Alla base di una buona comunicazione ci deve essere rispetto per le idee altrui, una rettitudine di intenti e una capacità di comunicare. Tuttavia ciò che conta soprattutto è comunicare con retta coscienza, se “alla fine di una comunicazione” la coscienza non ti rode significa che hai fatto tutto ciò che era in tuo potere, se poi l’interlocutore non è “contento” dovrebbe a sua volta vedersela con la propria coscienza. La libertà è qualcosa che si dovrebbe fermare quando limita quella di un altro. Il dialogo serve a comprendere quando, anche senza saperlo, invadiamo quella degli altri. A livello teorico non sembra qualcosa di difficile, ma quando cominciamo ad agire nascono le difficoltà. In ogni caso se non c'è nemmeno l'idea del rispetto verso gli altri, l'attuazione pratica diventa impossibile. La comunicazione a volte nasconde insidie. Quello che comunichiamo all'altro è diverso da quello che l'altro percepisce ed anche da quello che intendevamo comunicare. Nulla è facile in questo gioco. Gli incontri che mi hanno emozionato sono avvenuti con persone che non conoscevo. Io ho una facilità enorme a parlare della mia vita, delle sensazioni che provo, degli amori, e incontrando una persona estroversa si arriva a una comunicazione straordinaria.


43 commenti:

  1. Risposte
    1. E' una bella giornata. Dopo la pioggia mi sembra tutto più pulito.
      Ciao.

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  2. Parlare a cuore aperto è giusto, ma - secondo me - c'è sempre un piccolo limite: io non sono dell'idea che sia meglio una cruda verità di una dolce bugia. O meglio, si può dire la cruda verità anche in modo dolce. Il resto, come già ho detto in passato, la comunicazione è facile che finisca per generare fraintendimenti (specie quella scritta), ma al contempo è fondamentale per uscire da un isolamento che finirebbe per farci deprimere e impoverire.

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    1. Escludo per principio la bugia. La verità inizialmente può irritare, ma passando il tempo sei costretto a rifletterci su qualche negatività caratteriale che qualcuno ti ha fatto notare.

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  3. La verità sempre, ma c’è modo e modo. È il tono che fa la musica e questo vale anche nella comunicazione. Ciao Gus.
    sinforosa

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    1. Dire la verità rispettando la dignità della persona.

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    2. Alla gente manca il coraggio. Forse ha paura anche di respirare per non consumare quella parte di fiato che utilizza esclusivamente per giudicare, criticare o offendere.

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  4. Ecco hai detto bene, l'importante è avere la coscienza pulita.

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    1. Infatti noi dobbiamo render conto solo alla nostra coscienza.
      Ciao Roberta.

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    2. Chi di noi avrebbe mai detto che il supremo ostacolo al nostro cammino è la trascuratezza dell’io? A noi tutto il resto sembra più importante di questo. Chi riesce a vedere nell’io un germoglio che gli altri non vedono.? Perché ci affanniamo a coprire, vestire, la "persona", l'io? Riscopriamo la nostra dignità!

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  5. -La prima , autentica, comunicazione, è con se stessi. Se si parla a cuore aperto, non si sbaglia mai. O perlomeno non si trae in inganno.(perché in questa parte di "verità"interiore continueremo eternamente a riconoscerci ).

    -Oggi c’è una brezza piacevole, dopo il temporale all’alba.


    Ciao Gus ...spero non ti dispiaccia questa sequenza inversa che mette in luce la comunicazione da un altra angolatura!

    Perché scrivi di "mostri"da tenere?

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  6. I mostri da temere sono i soggetti che vogliono imporci, anche usando la menzogna o le mezze verità, la loro realtà fraudolenta.

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    1. Già, ma non pensi che a lungo andare questi "mostri " possano ottenere il loro gioco e tu allontanarti da te stesso ,dalla tua essenza?

      Sarebbe o no una contraddizione quella stessa comunicazione interiore a cuore aperto che si lascia intimorire esteriormente invece di trarne forza interiormente?Non comprendo i mostri non so entrare nelle loro teste ,rappresentano il male o siamo noi ad avere poca fede nel bene,in noi stessi e negli altri? Perché deve esserci sempre un colpevole che scagiona la nostra pigrizia spirituale?

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    2. Tu sai che la mia coscienza è già scritta. Non temo i prevaricatori e credo nella mia identità. Nessun cedimento.
      Per la persona onesta a volte può essere difficile arrivare a comprender il maligno perché non gli appartiene e stenta a credere in tanta cattiveria. Guardarsi bene dalla pigrizia spirituale.

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    3. L’uomo deve innanzi tutto prendere coscienza dell’ io, pensarsi, rapportarsi a se stesso, Capire che ogni atto che compie o non compie è libertà individuale. Avere coscienza di questo è responsabilizzarsi, e non delegare ad altri il proprio “io”.
      Non è un lavoro semplice in una società, dove si delega tutto ad "altri".

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  7. Vediamo Gus ,devo essere certa che tu capisca il mio linguaggio, è importante una comunicazione tra me e te adesso che non ceda e non cada nel fraintendimento.L'unico modo che può impedire ciò è parlare lo stesso linguaggio...il tuo ...il mio . Sarà quello universale a supportare questa comunicazione .Sai qual è il linguaggio universale che unisce ,che crea e mai distrugge?L'Amore!!

    Veniamo ad un tuo post:

    ***L'amore è qualcosa di misterioso. E' il più profondo dei desideri umani.
    E' ciò che ci caratterizza in quanto uomini.
    Si può fare a meno dell'amore?
    Rinunciare a porsi la domanda "qualcuno mi ama?"
    Rinunciare soprattutto alla possibilità di una risposta positiva, vuol dire rinunciare all'umano in sé.
    Un conto è il giorno prima di innamorarsi e un conto è il giorno dopo di essersi innamorato: tutti e due i giorni possono essere uguali apparentemente nella quotidianità, ma cosa fa la differenza? Che uno è carico di una memoria che nell'altro non c'era, perché non era accaduto.
    La conoscenza sarà una persuasione che avverrà lentamente e nessun passo successivo smentirà i precedenti.


    In questo post tu scrivi di amore coniugale ...ma è pur sempre amore o no? Secondo te possiamo coniugare questo bellissimo concetto sopra a questa tua frase?

    "Per la persona onesta a volte può essere difficile arrivare a comprender il maligno perché non gli appartiene e stenta a credere in tanta cattiveria"

    Io sento che si possa coniugare quella "cattiveria" all'Amore .Ma come può essere possibile mi dirai?

    Gus ,come il bene anche il male esiste ,anche la cattiveria ha senso di esistere ,certo non la si loda ci mancherebbe ma si può capire cosa ha portato quella persona ad essere cattiva.Prova ,provate tutti a coniugare l'amore all'amore ,il risultato non può discostarsi dall' amore!Ma prova ,provate a coniugare la cattiveria a non amore non è lo stesso risultato?Ecco cosa origina il bene e cosa il male ! AMORE e non AMORE...


    Io mi chiedo perché ci giriamo dall'altra parte dinanzi a tanta evidenza!

    Non so in che altro modo comunicare se non attraverso questo linguaggio.So che comprendi Gus ...lo so .

    Grazie per la pazienza e lo spazio che mi è stato donato...buona serata a te e a tutti i tuoi cari lettori.

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    1. Si diventa cattivi in seguito a un complesso di inferiorità. Per sminuire l'altro ricorri alla calunnia.
      A me è capitato qualche volta. Ero certo che certe bassezze fossero impossibili, invece potevano accadere. A me questa gente fa pena perché chi commette l'azione cattiva è il calunniatore e non chi la subisce.

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    2. Questa è un tema fondamentale. Non parlo dell'amore coniugale, ma dalla certezza dell'amore pieno che richiede tempo e lucidità mentale:

      "L'amore è qualcosa di misterioso. E' il più profondo dei desideri umani.
      E' ciò che ci caratterizza in quanto uomini.
      Si può fare a meno dell'amore?
      Rinunciare a porsi la domanda "qualcuno mi ama?"
      Rinunciare soprattutto alla possibilità di una risposta positiva, vuol dire rinunciare all'umano in sé.
      Un conto è il giorno prima di innamorarsi e un conto è il giorno dopo di essersi innamorato: tutti e due i giorni possono essere uguali apparentemente nella quotidianità, ma cosa fa la differenza? Che uno è carico di una memoria che nell'altro non c'era, perché non era accaduto.
      La conoscenza sarà una persuasione che avverrà lentamente e nessun passo successivo smentirà i precedenti".

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    3. -Si diventa cattivi in seguito a un complesso di inferiorità. Per sminuire l'altro ricorri alla calunnia.
      A me è capitato qualche volta. Ero certo che certe bassezze fossero impossibili, invece potevano accadere. A me questa gente fa pena perché chi commette l'azione cattiva è il calunniatore e non chi la subisce.

      Non vedi ancora la risposta nelle tue stesse parole ,possibile?

      -Un conto è il giorno prima di innamorarsi e un conto è il giorno dopo di essersi innamorato: tutti e due i giorni possono essere uguali apparentemente nella quotidianità, ma cosa fa la differenza? Che uno è carico di una memoria che nell'altro non c'era, perché non era accaduto.
      La conoscenza sarà una persuasione che avverrà lentamente e nessun passo successivo smentirà i precedenti


      a)Riesci a perdonare chi non è ancora arrivato alla consapevolezza di quel giorno carico di memoria?

      b)anche dopo aver raggiunto quella consapevolezza che ti ha portato ad innamorarti dell'Amore non ci si adagia sull'alloro...si è sempre in continua ricerca per migliorarsi,si è sempre sottoposti a prove da affrontare vivendole come un continuo esercizio che tiene allenato il cuore crescendo nello spirito.

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    4. L'anonimo scrive una tantum e deve commentare l'argomento.

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  8. La felicità è la gioia della comunicazione umana. Sto ancora parlando con i miei gatti. Ne ho quattro.

    Ciao, Gus!

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    1. Nella cantina di un palazzone
      tutti i gattini senza padrone
      organizzarono una riunione
      per precisare la situazione.
      Quarantaquattro gatti,
      in fila per sei col resto di due,
      si unirono compatti,
      in fila per sei col resto di due,
      coi baffi allineati,
      in fila per sei col resto di due,
      le code attorcigliate,
      in fila per sei col resto di due.
      Sei per sette quarantadue,
      più due quarantaquattro!
      Loro chiedevano a tutti i bambini,
      che sono amici di tutti i gattini,
      un pasto al giorno e all’occasione,
      poter dormire sulle poltrone!

      Ciao Irina.

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    2. Ci agitano contro dei mostri, sono solo di carta.
      Conosco chi ipnotizzato dal potere bramando successo e denaro ha distrutto la propria vita e annientato la felicità dei propri figli.
      C'è un altra esigenza del nostro io. Il desiderio di comunicare con gli altri. Avviene. E' straordinario. Basta parlare mettendo al primo posto una verità sincera.
      Ma, la voglia di comunicare deve essere rispettosa dell'altro, paziente, essa può ferire, generando chiusura al dialogo in chi è confuso ed insicuro.

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  9. Comunicare spesso diventa molto difficile. Specie se il tuo interlocutore sta semplicemente parlandosi addosso, e tu gli servi solo per fare numero.

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  10. No. tu devi rispondere quello che l'utente ha in mente. Se non lo fai diventi sarcastico, oppure offensivo.

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    1. Ovviamente non ce l'avevo con te Gus, devi discernere.. vedi quanto è difficile comunicare? ;)

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    2. E comunque sia, il sarcasmo, l'ironia, la sottolineatura, sono comunicazioni. Se due si conoscono possono e devono esprimersi liberamente. Misurare i pensieri e le parole non sono segno di presunto rispetto, ma solo di falsa etichetta.

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    3. Io sono d'accordo con te e non apprezzo chi ti appiccica l'etichetta di uomo sarcastico.
      Ho capito che non ti riferivi a me e tu non hai capito a chi mi riferisco.

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    4. A una o due poverette sicuramente.. ahah
      ...

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    5. Io non interferisco. Sono persone da trattare con cautela. Ogni parola detta è stata fraintesa. Io penso che il rapporto prioritario che dovrebbero avere è con chi conosce bene queste situazioni.

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  11. Io temo di essere uno che non rispetta le regole :-))) nel senso che cerco di comunicare quello che sento e cerco di fare in modo che il mio messaggio non venga equivocato o cmq non compreso così come per me è importante riuscire a comprendere e rispondere a ch pone un un pensiero restando in tema. Mi spiace infatti quando mi capita a volte di non essere sicuro di aver catturato il nucleo del concetto espresso dal mio interlocutore sia esso virtuale o in carne ed ossa di fronte a me. E non sono uno che risponde quello che qualcuno auspica sentirsi dire, ma dico quello che penso, Poi so che a volte, soprattutto ad es.nel mio campo, posso postare poesie più ibride che in quel caso lasciano volontariamente più spazio ad interpretazioni più varie. Quello che secondo me conta quando si dialoga è l'ascoltare l'altro e recepire i suoi pensieri, le sue emozioni e rispondere partendo da lì, anche magari esprimendo un'opinione differente ma non slegata dalle parole dell'altra persona. Ecco, oggi è uno di quei casi in cui spero di aver catturato l'essenza del tuo post, post che era molto ampio. Aggiungerei che non per tutti il comunicare nel senso pieno del termine, ossia dialogare ascoltando l'altro. è così fondamentale. Questo difetto è figlio di un carattere narcisista ma a volte forse nasconde anche i germi di un totalitarismo interiore.

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    1. Un pizzico di narcisismo potrebbe non guastare, ma a volte è troppo.
      Tu hai tesi oneste che quasi sempre vengono condivise. Tu esplori il mondo e segnali i luoghi dove la libertà dell'uomo è cancellata. E' una funzione importante per chi scrive nei blog.
      Il tuo desiderio di libertà è così grande che può essere anche non compreso immediatamente. Ma è solo una questione di tempo.

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    2. La libertà penetrando nel nostro orizzonte fa affiorare tutta la drammaticità della nostra esigenza.
      Non si può dire io, infatti, senza pagare qualcosa, senza evitare la presenza di una fatica pesante, senza che una sofferenza venga introdotta, e senza che un desiderio di felicità, normalmente soffocato nella distrazione, prenda corpo.
      La libertà porta nella nostra vita una drammaticità che altrimenti non vi sarebbe.

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  12. Nessun problema a comunicare, soprattutto quello che sento. L'unica cosa è che so di essere un po' contorta nell'esposizione e mi ci vuole più tempo del previsto a far passare un messaggio, ma forse è solo il mio stile.
    Ciao Gus!
    R.

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    1. La lettura di un tuo post scorre fluida, quindi non sei contorta.
      Forse, se ti piacciono i dolci, sei con torta di mele fatta in casa.
      Ciao R.

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  13. Può succedere, però, che l'uomo scelga di dimenticarsene, poiché la scelta inquieta, disturba, e preferisca abbandonarsi alla confusione, oppure oscillare nell'aria come una foglia staccata dall'albero.
    La nostra incapacità secolare di uniformarci agli schemi esistenziali, determina una percezione soggettiva della drammaticità dell'esistenza che alimenta la forza dei poteri costituiti.
    Essi propagandano il terrore facendoci temere di perdere tutto ciò che abbiamo, le nostre idee, gli affetti, la certezza del futuro.
    Non diamo loro ascolto, non possono farlo, perché i loro valori non sono quelli degli uomini liberi.

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    1. Il commento QUI,
      da leggere, esclusivamente, dagli appassionati di calcio.

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  15. Boa tarde meu querido amigo Gus. Um excelente final de semana.

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  16. Non sono molto brava a comunicare in un dialogo diretto, forse perché sono rimasta un po' timida e se avverto troppa attenzione accentrata sulla mia persona, mi accade anche di balbettare o non trovare le parole. Alcune volte preferisco tacere per evitare brutte figure e devo dire che preferisco mille volte di più scrivere che parlare. Ma di questo, forse, te ne sarai già reso conto...Ciao Gus. Un abbraccio e un sorriso.

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  17. Non vedo in te una timidezza invalidante. Forse pretendi troppo. Quelle stesse parole che scrivi qui puoi benissimo pronunciarle con la voce.
    L'idea che mi dai è quella di una donna con ottima personalità.
    Un abbraccio Vivì.

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  18. "Alla base di una buona comunicazione ci deve essere rispetto per le idee altrui"...
    E' qui che io mi areno.
    Qual è il limite del rispetto delle altrui idee?
    Come posso rispettare qualcuno che pensa cose che, se messe in atto, cambierebbero la mia vita in modo orribile? Come posso comunicare con lui/lei?

    "Per la persona onesta a volte può essere difficile arrivare a comprender il maligno perché non gli appartiene e stenta a credere in tanta cattiveria."
    Io ho tantissima paura del male ed è per questo che ho paura di comunicare con chi ha idee tanti diverse dalle mie, perché ho anche paura del male che può sorgere in me per difendermi. L'ultima cosa che vorrei fare al mondo è fare del male, ma l'ultima cosa al mondo che vorrei ricevere è del male.

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