giovedì, marzo 05, 2020

La resilienza della flora











Di fronte alla mia abitazione, in una casetta ad un piano, racchiusa all'interno di una striscia di terra, abita un vecchietto. Quando questa parte di Pescara, quartiere Stadio, era campagna, il valore commerciale della zona era molto basso. Lui era il proprietario di diversi ettari di terreno. Poi sono arrivate le prime case, lo Stadio Adriatico, negozi e supermercati. L’anziano signore ha iniziato a vendere la sua terra. In ogni palazzo, e ne saranno almeno cinquanta, come controvalore dell’area edificabile ceduta, possiede almeno due o tre appartamenti. E’ senza dubbio un uomo ricco. Ma ha preferito restare nella sua piccola casa. Cucina quasi tutto alla brace. Sapori e odori antichi di buone pietanze arrivano a casa mia e un po’ d’invidia affiora nei miei pensieri. Ma volevo parlarvi di un’altra cosa. Un albero, il pioppo nero. Quando ho acquistato il mio appartamento, nel suo terreno lui troneggiava , altissimo. Le foglie del pioppo sono sempre agitate. Non stanno ferme un attimo. Solo quando all'anticiclone delle Azzorre, si sostituisce una situazione climatica, caratterizzata dalla presenza d’aria calda africana, le foglie del pioppo si riposano e restano immobili. Forse si addormentano. Ho l’impressione che per sorte malvagia potrebbero morire. Un po’ alla volta il pioppo ha cominciato ad inclinarsi e il proprietario ha tagliato diversi rami. Tutto questo non è stato sufficiente ad impedire che lo scorso anno diventasse necessario recidere quasi radicalmente l’albero. E’ rimasto un grosso tronco alto circa tre metri. Io, dal balcone di casa, ho assistito impotente e malinconico alla fine del pioppo. Invece, con l’avvicinarsi della primavera, stupito, ho visto che da quel moncone d’albero gigante, iniziavano a crescere le prime foglie. Ciao pioppo tremulo.











22 commenti:

  1. Immagine:


    “Flora di Basilicata”, presentazione del libro di Vittoria Castelli e Adriano Sciandra.

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    1. La natura mi trasporta nel mondo delle fiabe.
      Anche il piccolo ulivo che ho nella casetta di campagna sembrava perso e invece, ecco il miracolo: puntini verdolini e poi rametti teneri e poi foglioline e infine rami sempre più gagliardi.
      Che bello, è vivo!

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    2. La resilienza è un termine che ritroviamo in diversi campi applicativi, dall'ingegneria, all'informatica, dalla psicologia, alla biologia. Ma c'è anche una resilienza psicologica, ovvero della capacità dell’uomo di resistere alle avversità della vita e la resilienza è anche nella flora.

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    3. La vita continua,anche dove noi vediamo la fine,la tristezza,il declino della morte,la vita rigenera continuamente se stessa.Nulla si crea e nulla si distrugge.

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    4. Che dire del vecchietto?

      Mi piace l'idea di una vita frugale nonostante i soldi, anche se non comprendo, poi, che senso abbia averli e non usarli per stare un po' meglio. Magari con qualcuno che si occupi di lui, che gli prepari il bucato, che gli stiri le camicie, che rifaccia il letto. Una governante, insomma. Spero ce l'abbia.
      Riguardo il pioppo: la natura sorprende sempre. Quando pensi che un albero sia morente, magari invece trova ancora la forza di rinascere.

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    5. Il figlio del vecchietto abita nel mio stesso stabile. Viene a tutte riunioni di condominio e vota contro ogni nuova spesa.
      Per esempio lo spazio condominiale è pieno di buche e il suo voto è stato decisivo a lasciare tutto come sta.

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    6. Come non detto. Alla memoria del libro.

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    7. Ricerca immagine:

      Populus tremuloides Michx., 1753 è una pianta della famiglia delle Salicacee, diffusa in Nord America. Può raggiungere i 35 m di altezza. È l'unica angiosperma caducifoglia ad estendersi per il vasto areale compreso tra l'Atlantico e il Pacifico. Wikipedia

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  2. Che bel paesaggio suggerisci in questo scorcio di vita! Un paio di anni fa anche io ho dovuto tagliare un nespolo, molto malato, ma già alla stagione successiva era pieno di foglie e cresce di anno in anno. Tranquillo: riavrai il tuo pioppo!

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    1. Mi piacerebbe vivere in un bosco e nutrirmi delle fragranze dei suoi frutti.

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  3. Un racconto bello e delicato, mi fai entrare in un angolo di Italia che purtroppo non conosco.
    La storia di quel pioppo assomiglia molto alla storia del mio ulivo "da balcone", dopo averlo reciso, forse troppo perché sembrava morto, ha ricominciato a vivere nuovamente e quell'accenno di foglioline mi aveva commosso dalla felicità, se ti va vai a questo mio post del 2016
    https://sinforosacastoro.blogspot.com/2016/05/ulivo.html
    Buon pomeriggio Gus.
    sinforosa

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    1. Grazie Sinforosa.
      Vado a vedere.
      Buona serata.

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    2. Ho letto il link e la gioia che hai provato per l'ulivo nel vederlo vivo, quando ti era sembrato morto.
      Hola.

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  4. Caro diario,
    ho visto la foto di un dottore con l’uniforme da lavoro, ma manco fosse una guerra nucleare: mascherina
    tipo Dart Fener, tuta di protezione, mancano gli occhiali attrezzati di raggi x e siamo a posto. Un’uniforme
    degna di un cosplay fantascientifico, mi sembra quasi di trovarmi dentro Star Wars.
    Stare a casa è rilassante, più o meno, perché i compiti sono sempre lì e, anche in questi giorni di “semi
    riposo”, i compiti sono sempre, sempre presenti, come il mostro sotto il letto che ogni giorno ti fa andare
    sotto le coperte.
    Fuori non c’è nessuno, tipo il deserto del Sahara, ad eccezione del fatto che al posto del sentiero di sabbia
    abbiamo un “sentiero” asfaltato, che d’estate te fa’ suda’ manco fossi ai Caraibi.
    Guardando il lato positivo, meno persone in giro, vuol dire che i negozi sono vuoti, se non sono chiusi,
    come le scuole (ormai fino al 15 marzo!) ma questo è solo un piccolo fondamentale dettaglio.
    Ora vado a comprarmi la mascherina!
    A un altro giorno, se non morirò prima.


    AURORA

    P.S: stavo scherzando, stai tranquillo… forse.

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  5. E' una mail arrivata da dieci minuti e scritta da mia nipote Aurora, la figlia quattordicenne di Lisa.

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  6. La natura non finisce mai di stupirci ed emozionarci e le tue parole di arrivare al cuore. La tua sensibilità è davvero straordinaria.

    "Ho rimesso le foglie
    Sto rialzandomi
    Percorso lungo
    Ma noi piante abbiamo i secoli dalla nostra parte"

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    1. Io sono un dilettante. Sei tu che ti trasformi in una pianta che parla con parole che vanno dritte al cuore.
      Grazie Daniele.

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  7. Mi piace, in questo momento di difficoltà per tutti noi, leggere le tue parole. Adesso che le misure precauzionali ci costringono a fare dieci passi indietro, dobbiamo iniziare a riscoprire la bellezza delle piccole cose.
    E la bellezza della natura, che nessun virus può portare via.
    Quest'estate voglio godermi meglio l'ombra del mio grande castagno.

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    1. L'ombra del castagno dà già un'idea di benessere. La bellezza della natura è attaccata non dai virus ma dall'uomo. Alberi abbattuti, boschi in fiamme, un incendio in Australia di dimensioni immense. Terra arsa in un'area pari a tutta l'Austria.

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    2. Ho una casa di campagna e in estate passo lì almeno una settimana.
      Mi fa compagnia un husky che ulula tutta la notte.
      Pure la mattina ulula, non si stanca mai.
      Avrei dovuto dire che il mio vicino ha un husky, ma chi lo conosce il vicino?
      Non l’ho mai visto completamente in faccia, per via delle siepi suppongo, che ci dividono.
      Quando sono a casa ci scambiamo saluti e convenevoli attraverso l’edera, l’oleandro, il lauro, il pitosforo e i gelsomini.
      So che ha la barba anche lui, nient’altro.
      Solo il suo cane conosco e il suo cane ulula che sembra sempre salutare la vita: “…bye bye life, bye bye happiness…”
      Una sera pensavo che stessero sgozzando il mio cane.
      Lui, Argo, russava come un uomo, e mi ha guardato strano, come a dire: “Beh? Qualche problema?”
      E’ un cane silenzioso in verità, non abbaia quasi mai e giocherellone.
      Scemo probabilmente.
      Comunque era una bella serata.
      L’husky ululava, c’erano le stelle che si vedevano bene, una temperatura primaverile e i profumi della campagna ad alimentare ormoni e desideri, biochimica e fantasia.
      Così mi sono seduto fuori al buio, salvo la luce piena di ragnatele di un lampione stitico che dovrò decidermi a cambiare, ma forse no, comincia a piacermi.
      Siccome non era troppo tardi, mezzanotte circa, e non avevo ancora montato il tavolo che tengo in estate nel giardino, ho deciso che era il momento di farlo.
      Dieci minuti ci ho messo.
      Ero stanco e mi andava di stare fuori a fumare un sigaro e a riposare.
      E’ arrivata la gatta. Una gatta nera, selvatica quasi, si fa accarezzare una o due volte l’anno, ma a fatica.
      Aveva un topolino in bocca. Uno di quelli simpatici, con le zampe posteriori da saltatore (saltava in effetti), un musetto mite e grazioso. Lei ci ha giocato per un po’, quindi gli ha sgranocchiato la testa ed ha posato quello che rimaneva ai miei piedi. “Sei contento?” sembrava chiedere.
      “Grazie stronza” le ho detto.
      Torna a casa con gli animali più strani e li esibisce come trofei. Li uccide e basta, per gioco, per tenersi in allenamento credo.
      E’ un predatore in fondo ed è la sua missione.
      Ramarri, tortore, almeno tre bisce d’acqua, diverse lucertole, rospi, un piccolo di germano reale (di questo conosco i genitori), un rondone, una coppia di pettirossi, un codirosso, innumerevoli passeri, e altri ancora.
      Le salme, se non me ne accorgo, le mangia il cane, che è silenzioso sì, giocherellone anche, ma sempre affamato.
      La gatta era soddisfatta, così è saltata sul tavolo e si è messa a ronfare a debita distanza.
      Ci stava una civetta, sul tetto del garage, canta tutte le sere e vola in silenzio, senza alcun rumore. Dicono che porti sfiga, che annunci la morte, a me piace.
      Uno strano zoo di mezzanotte.

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  8. Infatti spero che "dopo questa storia" l'uomo inizi a rispettare più la natura, dopo che un virus di origine animale ci ha messi in grande difficoltà.
    Simpatico lo zoo di mezzanotte.
    Mi mancano le serate estive in giardino, nella solitudine, ma nel contempo in compagnia della natura che mi circonda (zanzare a parte).

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    1. L'uomo è ormai sordo e sperare in qualche miglioramento forse è utopia.
      Le zanzare sono tremende.

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