lunedì, febbraio 24, 2020

Intervista





L’INTERVISTA
Coronavirus, l’infettivologo Galli: «L’epidemia nata fuori dall’ospedale, dov’è stata soltanto amplificata. Ecco perché tanti casi in Italia»
«Purtroppo con il primo paziente non si è potuto capire subito cosa avesse. Ora bisogna vivere normalmente seguendo le indicazioni delle autorità. La diffusione globale della malattia aiuterà a trovare prima un vaccino»
di Luigi Ripamonti


Perché proprio in Italia tanti casi di Covid-2019? Anche in altre nazioni europee ci sono stati casi ma non un contagio così esteso.
«Non è affatto detto che in altri Paesi non possa capitare la stessa cosa» risponde Massimo Galli, ordinario di Malattie infettive all’Università degli Studi di Milano e primario del reparto di Malattie infettive III dell’Ospedale Sacco di Milano. «Da noi si è verificata la situazione più sfortunata possibile, cioè l’innescarsi di un’epidemia nel contesto di un ospedale, come accadde per la Mers a Seul nel 2015. Purtroppo, in questi casi, un ospedale si può trasformare in uno spaventoso amplificatore del contagio se la malattia viene portata da un paziente per il quale non appare un rischio correlato: il contatto con altri pazienti con la medesima patologia oppure la provenienza da un Paese significativamente interessato dall’infezione. Chi è andato all’ospedale di Codogno non era stato in Cina e, fra l’altro, la persona proveniente da Shanghai che a posteriori si era ipotizzato potesse averla contagiata è stato appurato non aver contratto l’infezione. Non sappiamo quindi ancora chi ha portato nell’area di Codogno il coronavirus, però il primo caso clinicamente impegnativo di Covid-19 è stato trattato senza le precauzioni del caso perché interpretato come altra patologia».


37 commenti:

  1. LE COSE DA SAPERE
    Come capire se ho l’influenza o il Coronavirus?
    Come gestire la “quarantena” in casa?
    I numeri di emergenza da chiamare
    Come fare bene la cosa più importante da fare: lavarsi le mani
    Come spiegare il Coronavirus ai nostri figli?
    Che cosa è accaduto dopo l’entrata del virus nell’ospedale di Codogno?
    «L’epidemia ospedaliera implica una serie di casi secondari e terziari, e forse anche quaternari. Dobbiamo capire ora bene come si è diffusa l’infezione e come si diffonderà. Che poi la trasmissione sia avvenuta inizialmente davvero in un bar o in un altro luogo andrà verificato quando avremo a disposizione una catena epidemiologica corretta. Quello che si può dire di sicuro è che queste infezioni sono veicolate più facilmente nei locali chiusi e per contatti relativamente ravvicinati, sotto i due metri di distanza».

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    1. In che modo si può pensare sia penetrato il virus in Italia: quali «strade» ha percorso?
      «È verosimile che qualcuno, arrivato in una fase ancora di incubazione, abbia sviluppato l’infezione quando era già nel nostro Paese con un quadro clinico senza sintomi o con sintomi molto lievi, che gli hanno consentito di condurre la sua vita più o meno normalmente e ha così potuto infettare del tutto inconsapevolmente una serie di persone. Se l’avessimo fermato alla frontiera avremmo anche potuto non renderci conto della sua situazione. D’altro canto in Francia un cittadino britannico proveniente da Singapore ha infettato diverse persone pur arrivando da una zona non considerata ad alto rischio».

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    2. Qual è la reale letalità di questa infezione. Si parlava all’inizio del 2%. È confermata?
      «Per adesso, se dobbiamo parlare in base ai dati relativi alla provincia di Hubei, in Cina, la letalità è del 3,8%, lievemente salita rispetto all’inizio perché tiene conto dei decessi avvenuti successivamente. La letalità è più bassa se si considerano i casi fuori della Cina perché ci sono stati meno morti. È comunque più alta fra gli ultrasessantacinquenni, perché hanno un fisico meno idoneo a combattere l’infezione».

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    3. Che armi abbiamo contro Covid-19?
      «Per curare i malati abbiamo possibilità solo di tipo sperimentale in uso “compassionevole”, cioè non all’interno di uno studio controllato, bensì in utilizzo diretto per vedere se la cura funziona. In questo modo, però avremo poche informazioni sull’efficacia o meno della terapia perché se il decorso dovesse essere infausto non potremo dire in assoluto che il farmaco non funziona, se invece fosse buono non potremmo essere sicuri che sia per merito del farmaco. Allo stato attuale si ragiona sul ricorso all’associazione Lopinavir/Ritonavir a lungo utilizzato contro l’Hiv, però non abbiamo prove con studi in vivo che funzioni davvero anche su questo coronavirus. Un’altra opzione presa in considerazione è il Remdesivir. La prima soluzione è un inibitore delle proteasi, agisce cioè verso un enzima che assembla le proteine virali, una sorta di “sarto”. Il secondo farmaco agisce invece inserisce una “tesserina” sbagliata nella catena dell’Rna del virus in modo che non possa più replicarsi».

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    4. Ci sarà un vaccino? E se sì quando?
      «Il precedente dell’Hiv, per il quale stiamo ancora aspettando il vaccino dovrebbe indurre a prudenza nelle previsioni. Tuttavia l’Hiv è un virus molto diverso da questo coronavirus, che ha invece caratteristiche tali da farci pensare che si potrebbe disporre di un vaccino in tempi non lunghissimi. Vale la pena fare due annotazioni per comprendere però in quale terreno ci si muove. La prima è che siamo ancora solo ai primi passi sperimentali per il vaccino contro la Mers, che pure circola dal 2012 in una nazione ricca come l’Arabia Saudita. Una seconda considerazione è che per la Sars l’interesse a realizzare un vaccino c’è stato ma è subito scemato perché la malattia è sparita in fretta. Nel caso di Covid -19 l’infezione sta interessando tutto il mondo e quindi lo sforzo della ricerca è molto più robusto e diffuso. Va infine ricordato che nella produzione di un vaccino entrano tante variabili che rendono difficile fare previsioni. Sarebbe più facile realizzare un vaccino per un virus pandemico influenzale perché le modalità di produzione per quel tipo di vaccino sono ampiamente sperimentate. Intanto sarebbe opportuno imparare a vaccinarci contro l’influenza. I dati di adesione, anche fra gli ultrasessantacinquenni sono ancora troppo bassi».

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    5. Che cosa fare ora, come comportarsi come singoli cittadini?
      «Condurre la propria vita normalmente attendendo disposizioni da parte delle autorità preposte e rispettarle».

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  2. Tutto è possibile anche che aumentino i casi in Francia e Germania ma è anche possibile pensare che il nostro esecutivo non sia stato capace di fare prevenzione. Quarantena obbligatoria da parte di chi non solo arrivasse in qualunque modo dalla Cina (qualunque parte della Cina) ma anche da parte di chi arrivasse da altre aree cmq pericolose. E poi maggiori controlli e maggiore attenzione. Ora i buoi sono scappati e bisogna fermare il contagio interno. Bene mi pare si stiano comportando i Governatori regionali delle aree interessate e bene ha fatto anche Toti a chiudere in via del tutto precauzionale (ricordo che per ora in Liguria non ci sono casi di coronavirus) a chiudere scuole, musei, vietare manifestazioni sportive e artistiche, vietare gite scolastiche, ecc… Ho sentito anche la tesi "brillante" per cui da noi ci sarebbero più casi perché abbiamo eseguito (dicono loro io mica ne ho le prova, ma cmq crediamoci) 4000 tamponi sui per esempio 400 della Francia per cui abbiamo scoperto più casi.

    Due "inesattezze" (chiamiamole così per essere buoni) al riguardo

    1) Applicando questa teoria dovremmo immaginare un virus in questione piuttosto capriccioso per cui senza l'aver fatto al paziente potenziale un tampone, lui, il virus, non si manifesterebbe. Ora, battuta a parte, è chiaro che questa affermazione avrebbe senso se di fronte a soli 400 tamponi fatti dai francesi, ci fossero invece che circa 12 casi se non erro, 600 casi perché che uno faccia o no il tampone se è positivo al coronavirus, questo dopo l'incubazione necessaria si palesa. Quindi se hanno fatto solo 400 tamponi è perché non ci sono stati i presupposti al momento per farne di più e d'altronde il bassissimo numero di casi lo dimostrerebbe,

    2) Vantarsi di aver effettuato 4000 tamponi contiene dentro di sé una inesattezza: questo merito si potrebbe riscontrare se ci fosse obbligatorietà generale di sottoporsi al tampone, ma in verità sono i cittadini che telefonano spiegano i loro sintomi e se pare ci sia necessità si va a fare il tampone. Quindi casomai un plauso ai cittadini italiani assai scrupolosi o se si vuole essere sempre negativi, i soliti paranoici ed ipocondriaci.

    Qui mi fermo, e mi scuso per essere ultimamente recidivo nel realizzare commenti fiume. Tutta questa parte finale del commento per dire come secondo me il governo, ripeto, non ha saputo fare prevenzione ed ora si vedono i tristi risultati. Speriamo bene.

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    1. Daniele, il focolaio si è sviluppato in un ospedale di Milano.
      Il Governo ha preso provvedimenti dopo l'intervista che ho pubblicato in questo post. Penso che i contagiati siano tutti medici o infermieri. Del resto in Cina 3.000 contagiati sono persone che lavorano nelle strutture ospedaliere.

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    2. Ok ma deve essere arrivato dalla Cina se si è sviluppato laggiù altrimenti questo virus nasce da solo ovunque in aree diverse del mondo e non credo. Chiaro che il personale medico e paramedico sia particolarmente esposto, e sono d'accordo che se il focolaio si sviluppa in un ospedale i problemi sono maggiori.

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  3. Da dove viene il Virus: dalla Cina, ma la vera domanda potrebbe essere da dove viene veramente il virus ossia , per es,, da un laboratorio situato in Cina? Lo so , potrei essere tacciato di complottismo. Osservo solo che allo Spallanzani stanno curando il coronavirus con alcuni medicinali virali legati alla cura dell'AIDS. Curioso per quella che molti definiscono una influenzina solo un filo più aggressiva. Cosa questa non vera dato che il virus è nuovo, non abbiamo gli anticorpi per combatterlo e siamo sprovvisti di vaccino. A proposito del vaccino, la "cattiva" Australia, che appena è scoppiata l'epidemia ha perfino chiuso tutte le frontiere per cui nessuno esce e nessuno entra nel Paese, sembra stia iniziando a sperimentare un vaccino proprio in questi giorni. Incrociamo le dita...

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    1. Ognuno di noi può esprimere un'opinione. La Cina è un paese con un Pil del 20%, un dato impressionante. Siamo certi che non è un virus progettato dalla concorrenza?
      Quello che sta succedendo in Italia è vomitevole. Tutti i centri che vendono prodotti alimentari hanno esaurito le scorte. E' una vigliaccata perché in quarantena si ha l'assistenza per il cibo, ma chi non è in quarantena potrebbe aver finito la confezione di spaghetti e correre il rischio di no trovarla nei negozi. In questo caso è responsabile il Governo che non ha emanato norme contro gli acquisti alimentari eccessivi.
      La nostra borsa ha registrato un calo del 5%.

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    2. Coronavirus a Milano, al Policlinico il dermatologo contagiato tra pazienti e conferenze
      Il primo caso di contagio in città: si tratta di un dermatologo e docente universitario che lavora negli ambulatori di via Pace del Policlinico e risiede in centro. Si sarebbe presentato nei giorni scorsi all'ospedale Sacco. Bloccati i ricoveri nel reparto.
      di Sara Bettoni

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    3. Giusto, potrebbe anche essere il contrario ossia la concorrenza che produce questo virus. Concordo con te sugli assalti ai supermercati, ma va detto che forse dipendono anche dalla scarsa fiducia verso lo Stato. Ok tu parli del primo caso di contagio a Milano io del primo caso di contagio in Italia. E la provenienza del virus è cinese ed all'inizio è giusta da fuori. Poi il caso di Milano è diverso, ma Milano già entra nella fase "virus oramai in Italia" per cui la ricostruzione di Sara Bettoni è assolutamente plausibile, anzi giusta.

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    4. "Non sappiamo quindi ancora chi ha portato nell’area di Codogno il coronavirus, però il primo caso clinicamente impegnativo di Covid-19 è stato trattato senza le precauzioni del caso perché interpretato come altra patologia".
      Questa è un'affermazione dell'infettivologo Galli che non mi sembra in sintonia con le parole di Sara Bettoni.
      Cioè tra il caso Galli e quello della Bettoni, qual è quello che si è verificato prima?

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    5. È probabile che il primo caso venuto alla luce sia accaduto a Codogno e sia di quell'area ma per esempio, parlando di quel trentottenne di Codogno ricoverato, so che in un primo momento non si riusciva a ricostruire tutta la sua catena di incontri per cui non sembrava avesse avuto incontri con soggetti "pericolosi" ma poi invece si è scoperto che aveva cenato giorni prima non ricordo se proprio con un cinese forse con un'altra persona che era stata in quelle zone e che mi pare non abbia contratto il virus o meglio lo ha contratto ma non si è ammalato, una specie di portatore sano. Questo ho sentito da alcuni Professori ma potrebbe essere una ricostruzione imperfetta.

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    6. C'è un'altra anomalia. Sembrerebbe che il tampone invece di farlo subito viene praticato quando la malattia è evidente e poi per il referto serve una giornata.

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    7. Allora, il tampone lo si fa a "chiamata" se chi fa il 112 "dimostra" che potrebbe avere i sintomi del covid 19.È vero che adesso, non lo si fa più a chi non presenta un minimo di sintomi perché, si dice, potrebbe covare il virus ma se il soggetto fosse ancora asintomatico potrebbe risultare paradossalmente negativo al tampone in questo momento e poi, rifacendoglielo magari a distanza di un'ora, positivo. Questa è la spiegazione che danno a quella che tu definisci anomalia. Io al riguardo non so dire se la motivazione sia valida o furba o da incompetenti.

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    8. 1500 attivo dalle 7 alle 20 tutti i giorni, 112 per l'emergenza.

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  4. ERRATA CORRIGE: GIUNTA DA FUORI NON GIUSTA

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  5. Noi che ci siamo dentro fino al collo siamo tuttavia abbastanza tranquilli, sebbene si stia vivendo una situazione davvero insolita, quasi surreale.
    Il pensiero va a tutti gli ospedalizzati e ai loro familiari, a tutti coloro che hanno dovuto chiudere i battenti di attività lavorative e al disagio quotidiano.
    Quello che sconcerta è la desolazione di viali, vie, piazze, il fermo delle attività lavorative, la mancanza di vita sociale, insomma sembra di vivere in un film di fantascienza solo che non è un film.
    Ne usciremo, di questo siamo certi.
    sinforosa

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    1. Lo ripeto. Non è la paura che può salvarci dal Covid-2019.
      Un esempio. Questa mattina la signora ucraina che mi aiuta per le faccende di casa, la spesa e la cucina è andata dal mio medico di base per farsi prescrivere dei farmaci per la pressione. La sala d'attesa era piena di gente sino al corridoio. Queste persone non erano nemmeno malate. Stavano lì per togliersi di dosso la paura. A Pescara non c'è nemmeno un caso di coronavirus.

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  6. La Protezione Civile ha appena pubblicato su facebook questa comunicazione:
    "⚠ATTENZIONE⚠ Molte associazioni di volontariato ci stanno segnalando tentativi di truffa da parte di finti volontari che telefonicamente o porta a porta propongono test domiciliari sul Coronavirus. Il Dipartimento non ha dato disposizioni di questo tipo e invita tutti a prestare attenzione".

    Il link del Corriere:
    https://www.corriere.it/cronache/20_febbraio_24/gli-sciacalli-coronavirus-attenti-chi-vi-telefona-fare-tampone-492ab498-56fc-11ea-b89d-a5ca249e9e1e.shtml

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    1. Gli sciacalli sono sempre in azione perché la gente per la paura non si informa sul da farsi. Non si chiama il medico di base, non si va dal medico di base, ma si telefona al 112 per le urgenze e al 1500 per eventuali chiarimenti.

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  7. Gus non bisogna sopravvalutare né sottovalutare: usare le cautele consigliate e stare tranquilli. Anche la spagnola era solo un'influenza, ma ha fatto più morti della peste nera: l'epidemia venne nascosta, il paese era in guerra e non furono adottate idonee misure di prevenzione. Allora con calma usare la dovuta prudenza: passerà, oggi è tutto sotto controllo. Chi ha portato l'infezione probabilmente era asintomatico ed inconsapevole: può capitare...

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    1. Sicuramente chi ha contagiato non era un untore.
      Nel 1944 Fleming scopri la penicillina. Negli anni della "Spagnola", 1918/1919, non c'era il prezioso farmaco, e i tanti guariti con ricaduta, si ammalavano di polmonite batterica, e la morte sopraggiungeva anche per lo stato di debilitazione che causava la terribile influenza.
      L'Asiatica causò due milioni di morti e il virus tipo aviaria era più tossico di quello della spagnola, ma la penicillina riusci a guarire le polmoniti di ricaduta.
      Concordo Inge: non bisogna sopravvalutare né sottovalutare, usare le cautele consigliate e stare tranquilli.

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  8. Non bisogno sottovalutare perché comunque ci sono in gioco delle vite umane, quelle delle persone con patologie.
    Esse si proteggono dall'influenza con il vaccino, mentre ora sono indifese.
    Il virus è fortemente contagioso perché nessuno di noi ha sviluppato gli anticorpi.
    Certo non bisogna farsi prendere dal panico e rispettare le disposizioni dell'autorità. Da me hanno dato lo stop a tutto: sport, attività, eventi, manifestazioni, scuola.
    Va bene, la prudenza non è mai troppa.

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    1. Riky, i ritardi accumulati hanno causato contagiati e morti fino a far diventare l'Italia il terzo paese del mondo in questa classifica avvilente per inadeguatezza.
      Tonfo in Borsa, scaffali vuoti di generi alimentari, medici morti, paura e mancanza di informazioni.
      229 di contagiati è una cifra enorme.

      Africa: Egitto (1).

      Asia: Cina (76.310), Hong Kong (68), Macao (10), Corea del Sud (346), Giappone (105), Singapore (86), Tailandia (35), Taiwan (26), Malesia (22), Iran (18), Vietnam (16), Emirati Arabi Uniti (11), India (3), Filippine (3), Cambogia (1), Nepal (1), Sri Lanka (1), Israele (1) e Libano (1).

      America: Stati Uniti (35) e Canada (9).

      Europa: Germania (16), Francia (12), Regno Unito (9), Spagna (2), Russia (2), Belgio (1), Finlandia (1) e Svezia (1).

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  9. Espero que se encuentre una solución pronto

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    1. Me refiero a Sara.
      Es la esperanza de todos nosotros.

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  10. Ciao Gus.
    Secondo me c'è in atto una vera psicosi, troppo panico e poca informazione.
    Bisognerebbe stare tutti più tranquilli.
    Ti abbraccio.

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  11. Adesso con tutto questo allarmismo la psicosi dilaga...dove arriveremo?

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  12. Anche io sono d'accordo nel dire che ci vuole assolutamente una via di mezzo: si alle precauzioni, no alla psicosi. Siamo civili, se siamo stati a contatto con persone provenienti dai focolai prendiamo le giuste misure per non mettere a rischio gli altri ma non entriamo nella mentalità che tutto ciò che ci circonda adesso può ucciderci!

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    1. Questa influenza è un imbroglio mediatico per coprire gli errori e i ritardi del Governo e della Sanità.

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  13. Salve signora signore

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    Questo processo richiede al massimo 72 ore per eseguire tutto
    In caso di domande, siamo qui per rispondere
    Grazie per la comprensione e rispondici rapidamente

    Email: kemalllare@gmail.com

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    1. Io ho una banca di proprietà.
      Presto e non richiedo.
      Buona giornata😀

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