mercoledì, settembre 16, 2020
Che bomba!
Compro una Spitfire. Bellissima. Rossa inglese. Un capolavoro. Veramente la Spitfire era un’automobile terribile: non teneva la strada, sospensioni che, in curva, mica aiutavano, complicavano. Freni stocastici e frenatura sempre disallineata. Ma era troppo bella.
Imbocco il viale e arrivo davanti all’ingresso di casa e fiuuuu una derapata da brivido (tanto la spit derapava anche se non volevi).
Mentre sto lì a bearmi della bravata, richiamati dal chiasso che avevo fatto, appare mio padre con altre persone. Mi guarda, guarda l’automobile, alza gli occhi al cielo e borbotta:
"Ma cosa è ‘st’automobile da attore di cinematografo?". (“attore di cinematografo”) era un dispregiativo, in opposto al termine positivo “attore” con il quale s’intendeva l'attore di teatro). Un'altra novità!
- Papà vieni a fare un giretto, dai, che la proviamo, guarda quant’è bella.
- Tu sei squilibrato se credi che io entri in quel tubo. Ma non hai niente da fare, eh?
-"Ma non vedi quant’è bella?"-
Nel frattempo sopraggiunge mia madre che, godendosi la scenetta, dice, rivolgendosi a mio padre:
"Per piacere va a farti sto giretto, per piacere accontentalo, se no questo qua non la smette più, e non ce lo togliamo di torno".
-No No No, non ci vado in quel tubo-
-Dai, così ce lo togliamo di torno; non per lui, ma per la quiete di casa-
Mio padre si rassegna per il bene di tutti e commenta:
"Tuo figlio sono due mesi che sta qua, lo capisci? Come mai? Non ti chiedi come mai? Quest’estate sta qua, fisso come un monumento… non è che si prepara quel sacco da zingaro e se ne va in vacanza? No, sta qua .E non se ne va, niente: non se ne va.
Vacanza io, papà? Io ho da fare.
Pure noi, perciò tu devi andare in vacanza.
In ogni caso, rassegnato come un martire, mio padre prende cappello e bastone e si avvicina al tubo.
La spit era bassa, quindi per entrare ci sono le prime difficoltà, una delle quali è il cappello che urta il montante e cade per terra. “Ma per entrare in quest’automobile si deve essere acrobati di un circo equestre, e pure bravi eh?”
Insomma, alla fine siamo entrambi seduti.
"Vai piano, che qui si sta seduti per terra, ma che razza di automobile è?".
Metto in moto e partiamo.
- Vai piano-
- Ma se non sono ancora partito-
- Vai piano, ti ho detto!-
- Sta andando a 40 all’ora-
- Ti ho detto di andare piano …vai piano c’è traffico-
- Ma se siamo ancora sul viale di casa!-
- Finiscila di contraddirmi, scostumato; vai piano. Vai piano ‘ché ti do una bastonata.
Il fatto è che “andare piano” è una valutazione personale e, quindi, assai relativa, andavo a 50 all’ora anche meno, ma tale velocità non rientrava tra i valori paterni compatibili con il "vai piano".
Mi diede una bastonata in testa davvero!
- Ahia! Papàààà, ma così moriamo tutti e due -
- No, muori tu. Prima. E adesso riportami immediatamente a casa. Anzi no. -Torno a piedi -
E s’incamminò verso casa, che distava meno di trecento metri ‘ché tanto lunga era stata la gita.
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RispondiEliminaPossible ricerca correlata: antique car
L'automobile l'avevo acquistata nel mercato dell'usato.
RispondiEliminaDopo un paio d'anni l'ho rivenduta a un prezzo "stracciato".
Consumava carburante come una macchina di formula 1.
Vero ma era bellissima!!!
EliminaDaniele, ho guidato anche una Ferrari. Pazzesco. Sedili sprofondati, tanto che devi allungare il collo per vedere la strada.
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RispondiEliminaMio padre invecchiando è diventato brontolone ma simpatico.
Ho cominciato a voler bene a mio padre dopo che era morto.
EliminaUn po' ho enfatizzato il racconto ma la storiella è realmente accaduta.
RispondiEliminaLogicamente le bastonate erano simboliche.
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RispondiEliminaMia madre, quando una volta salì sulla mia auto vedeva dalla paura semafori rossi quando non c'erano semafori di nessun genere.
Mamma urlava.
EliminaIo ho una panda a gas.
RispondiEliminaSpero mi duri in eterno.
Sgomma un po' in curva.
Sarà la velocità.
Ciao Gus.
Prova a viaggiare sempre sul rettilineo😊
EliminaIo mi sarei ucciso con quell'auto. Mi conosco. Quindi evito. ;)
RispondiEliminaNon credo. Tu sei prudente.
EliminaCiao Gus...ho trovato molto divertente questo tuo post, Grazie per averlo pubblicato. Un sorriso e buon pomeriggio.
RispondiEliminaAdoro quell'auto o quel genere, più che per il fatto di essere sportiva per il tetto apribile se non erro
RispondiEliminaMolte avevano il tetto apribile. La mia non permetteva ai passeggeri di saltare fuori per la paura.
EliminaIo un'auto così non la saprei guidare :D
RispondiEliminaOggi abbiamo mille comodità, servosterzo, frizione delicata...
Anche se il piacere di guidare con il cambio manuale non me lo potrà mai togliere nessuno :)
Le prime 500 per scalare dalla terza alla secondo era necessaria "la doppietta". Quella, sì, era una macchina gustosa.
EliminaIo sono spericolato, ma il mio punteggio alla patente è 30. Mai fatto un incidente.
EliminaAltro che Vettel!
Ciao Gus,
RispondiEliminaadesso sei ricomparso nei blog che seguo.
Scusa ma io e il nuovo blogger non andiamo molto d'accordo ^_^
Grazie.
EliminaMa lo sai che il protagonista del libro che stò leggendo ha proprio questa macchina?
RispondiEliminaTra l'altro la trovo veramente bellissima.
E' veramente molto bella.
EliminaMi hai fatto ben immaginare la scena! Beh dai... almeno ci ha provato! :D
RispondiEliminaPer te anche l'impossibile
RispondiEliminaI papà di una volta!
RispondiEliminaUna storia davvero bella quanto la macchina sportiva e che macchina!
sinforosa
Bastava fargli un complimento e diventava l'uomo più felice del mondo.
EliminaLe variazioni sul blog sono semplici personalizzazioni. Non ho usato l'html. Sul menù a discesa ,sulla sinistra del blog, si deve cliccare sull'opzione "tema". Diciamo che l'operazione presuppone una certa confidenza/conoscenza della materia. Mancando è meglio non toccare niente per evitare di perdere funzioni essenziali.
RispondiEliminaBaci in quantità.