Il dolore più grande, secondo me, è non trovare più un senso da dare alla vita, finché rimane quello sebbene ammalati si è vivi, al contrario sebbene vivi si è morti".
Il mal di vivere è uno dei dolori più difficili da gestire ed estirpare.
Per me ci sono altri due dolori che minano la salute psico-fisica di una persona: la mancanza di pace nel cuore e la morte di un figlio, penso non vi sia dolore più grande del sopravvivere ai propri figli.
giovedì, settembre 24, 2020
Ahi! Che dolore
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💜
RispondiEliminaTu comprendi la natura del dolore.
EliminaSi, su questo ci hai preso amico.😂
EliminaConosci anche la gioia che si prova quando si esce dal dolore.
EliminaIo non sopporto il dolore!Ciao
RispondiEliminaSpero che il dolore stia lontano da te.
EliminaCiao OLga.
La commedia greca la stanno facendo, e alla grande, l'Università di Perugia e la Juve.. ma noi ne "abbiamo preso atto" da tempo immemore.. ahahah!!!
RispondiEliminaLa commedia greca è una cosa seria.
EliminaIl calcio, no.
Il calcio della Juve, poi... commedia autentica, anzi, siamo dalle parti del realmente grottesco...
EliminaGrottesco? Lo sai che una città come Milano non ha imprenditori in grado di amministrare le due società di calcio? Allora? vendono ai cinesi.
EliminaCon la Fiat che paga le tasse all'estero direi che non potete essere certo di esempio... ;)
EliminaIl Milan vincente era del "maiale" del cavaliere. Questi tuoi ragionamenti sul calcio sono da tifoso sciocco.
Elimina"Il dolore più grande, secondo me, è non trovare più un senso da dare alla vita, finché rimane quello sebbene ammalati si è vivi, al contrario sebbene vivi si è morti".
RispondiEliminaIl mal di vivere è uno dei dolori più difficili da gestire ed estirpare.
Per me ci sono altri due dolori che minano la salute psico-fisica di una persona: la mancanza di pace nel cuore e la morte di un figlio, penso non vi sia dolore più grande del sopravvivere ai propri figli.
sinforosa
Non comprendere la vita è sicuramente doloroso.
Elimina"Ci sono persone ammalate terminali che vivevano come se "nulla fosse", sempre colme di vita, di speranza, di accettazione, nonostante tutto; altre persone sanissime fisicamente ma turbate nella mente da angosce, panico, ansie, che vivevano ingabbiate in queste loro paure che toglievano persino la voglia di vivere".
RispondiEliminaVerissimo. Mi metto dietro alla lavagna. Non è neppure paura del dolore (del quale ho una discreta sopportazione), ma proprio paura in generale, anche se ovviamente non tale da togliermi la voglia di vivere..Non è ipocondria la mia, ma una sorta di fobia, che in tempi di Covid-19 non è neanche il massimo..
Solo l'Amore può allontanare il dolore.
EliminaSul dolore fisico non mi soffermerei in quanto la soglia del dolore mo pare sia differente in ciascuno di noi anche se la mente può avere un ruolo. Molto più interessante, e d'altronde è la parte essenziale del tuo post, il dolore dell'anima. Quello è vero viene alleviato molto dalla mente ossia dalla forza d'animo del soggetto. Interessante e logicamente condivisibile il tuo pensiero relativo al concetto che se non diamo o non cerchiamo di dare un senso al dolore questo lo soli sopporterebbe meglio e affascinante il parallelo con la montagna. Però noi la montagna on realtà sappiamo perché è lì come di è formata e se uno muore scalando di sa che, per quanto il dolore per la perdita dello scalatore da parte di chi lo conosceva, scalare quella vetta era rischioso. Il dolore già di per sé difficile da metabolizzare diventa ancora più inaccettabile quando non riesci a spiegarlo o rectius a motivarlo. E sui entra in campo il pensiero espresso da te nel tuo post ossia che non cercando di comprenderne il senso ma accettandolo passivamente si soffrirebbe meno. Vero ma l'uomo è fatto per conoscere per sapere per darsi delle risposte l'uomo inteso come essere umano ovviamente, è curioso e se li è si cose piccole lo può non esserlo sul dolore che gli provoca sofferenza. D'altronde questo è in potente vizio di fabbricazione visto quanto accaduto con Adamo ed Eva e la fanigerata mela...
RispondiEliminaDi leggasi si, per quanto CI SIA il dolore sui entra in campo è qui , se lo è su cose piccole errata corrige non può e non lo può
RispondiEliminaLo può non esserlo è non può non esserlo scusa il pasticcio e gli errori di battitura
EliminaHo letto qualche libro di Paul Davies e da quello che ho capito siamo alla soglia di conclusioni sconvolgenti.
EliminaCerti dolori non passano mai.
RispondiEliminaSaluti a presto.
Il dolore non può scomparire , ma è bene tenerlo sotto controllo.
EliminaI dolori più intensi non sono quelli fisici sono quelli psicologici.
RispondiEliminaQuelli che non si vedono e che gli altri non possono aiutarti a calmare.
Se noi ci chiudiamo a riccio nessuno può aiutarci a superare il dolore dell'anima.
EliminaCiao Gus. Da un po' ho trascurato il blog, ma non ti ho dimenticato.
RispondiEliminaIl tema che affronti lo conosco molto bene sia perchè agli esami di stato presi il massimo nel tema profetico:" La contemplazione del dolore nel Manzoni e nel Leopardi. L'ateo e il credente di fronte al dolore"
Io lo sto ancora contemplando e non solo, lo sto vivendo da anni nelle mie più intime fibre.
Solo pochi giorni fa ho saputo quale malattia mi affligge, si chiama FIBROMIALGIA, non diagnosticabile con esami, lastre ecc, nè curabile, perciò mi hanno mandato sempre dallo psicologo perchè gli esami diagnostici non giustificavano i casini che raccontavo.
Finalmente sono arrivata alla verità ma non alla cura che non esiste.
Al dolore ci si abitua e si dimentica come si sta senza. Diventa una cosa sola con te e magari ci si affeziona perchè guardi quante cose ti regala in cambio.
Tu hai una grande fede.
EliminaUn abbraccio Antonietta.
Sul dolore si potrebbe dire di tutto e di più, basti pensare al modo estremamente soggettivo e quindi diverso che ognuno di noi ha di affrontarlo e di percepirlo.
RispondiEliminaC'è chi resiste stoicamente al dolore fisico e chi, invece, "torturaremi pure ma lasciate in pace la mia quiete mentale".
C'è poi chi sta nel mezzo, chi soffre e non lo dice, chi prova il dolore in modo ostentato, chi lo usa come mezzo per arrivare a qualcosa di migliore e chi come culla per crogiolarsi nell'infelicità.
Che poi, magari, nella vita tutti siamo o saremo un po' tutte queste cose insieme.
Diciamo che, in teoria, dovremmo essere bravi a prendere il dolore per quello che è, al pari delle gioie. Una montagna, si, ma una montagna russa, direi.
A volte bisogna provarne un po' per comprendere tutto il resto. Altre volte, invece, ci capita ingiustamente e basta.
Che poi, una volta ho letto una cosa che ora mi ritorna in mente: ti chiedi perché questo dolore sia toccato a te, ma perché con le gioie della vita non ti fai invece la stessa domanda?
E se fosse capitato ad un altro, gli avrebbe fatto forse meno male di quanto ne fa a te?
Paul Davies ha pubblicato libri interessanti.
RispondiEliminaTornando seri, il dolore è davvero una montagna russa, come sottolinea Paola, e la vita tutta ci riserva ad ogni nanosecondo un qualcosa di diverso, bello o brutto non fa differenza alla fine, se noi siamo capaci di discernere ed affrontare il tutto.
RispondiEliminaSe non "affrontiamo" gli eventi, ci possono uccidere pure tre miliardi al superenalotto.
Il dolore, per coloro che hanno avuto l’impudenza di volerne un senso, non può essere altro che misterioso. A costoro tocca convivere con il Mistero e con tutte le contraddizioni che esso comporta e, dunque, il mistero del dolore può esistere soltanto per coloro che al dolore chiedono un senso. La montagna diventa misteriosa se ad essa chiedo di essere sensata, altrimenti resta quello che è: una montagna.
EliminaMi permetto di inserirmi nel discorso...
RispondiEliminaIl dolore ha sempre un senso, è un allarme, fisico o intimo che sia.
La paura del dolore è l'assicurazione sulla nostra vita: se evitiamo il dolore, evitiamo il problema che lo causa, senza problemi la nostra vita è "assicurata".
E' la paura della paura del dolore che ci frega! La paura di dover affrontare situazioni che ci faranno del male, della sofferenza, la paura della morte, in definitiva. La morte, che in quanto vivi, non possiamo accettare, la morte che toglie senso alla vita, che la interrompe, portandoci via dall'unica cosa importante che possediamo: l'amore in tutti i suoi sensi. La morte che, in un secondo, fa di noi un nulla e determina il nostro passaggio in questa vita inutile e destinato all'oblio.
Sono credente, credo che la mia anima di creatura sia eterna, se così non fosse, credo impazzirei di dolore.
P.S. leggerò Paul Davies
Io sono cattolico e il significato della vita sta nel rispondere a una domanda. La stessa che fece Cristo a Pietro: mi ami?
EliminaNoi possiamo dire sì, oppure no.
Questa premessa solo per dirti che un post non può esaurire l'argomento in base al pensiero di chi lo scrive. E' diretto a tutti, credenti e non credenti.
In ogni caso il dolore, anche se ne comprendi il significato puoi sopportarlo di più, ma fino a un certo punto.
Anche il Figlio dell'uomo sul monte degli ulivi ha tentennato.
Tutti hanno paura della morte, escluso i Santi, ma solo quelli Grandi.
Immagino i Santi della cui Causa non si sia occupato Becciu, l'ex Cardinale col vizietto del soldo fcile...
EliminaBecciu? Un imbroglione.
EliminaCi sarebbe, oltre che fare pulizie, evitare che si creino occasioni e l'appetibilità del rubare... se la Chiesa fosse come Cristo Signore avrebbe voluto... certi banditi neanche si avvicinerebbero al servizio sacerdotale
EliminaCristo sapeva che le cose sarebbero andate maluccio. L'uomo è debole e il libero arbitrio gli permette di sbagliare.
EliminaPerché lo sapeva?
Franco, il primo papa si chiamava Pietro, un apostolo che prima che il gallo cantasse avrebbe rinnegato Gesù per tre volte.