martedì, settembre 14, 2021

Il dubbioso

 



Farsi domande è nella natura dell'uomo, pensate alla nascita della filosofia...
A volte però farsi troppe domande si finisce per perdere contatto con la realtà...dall'eccesso della vita "animalesca" (mangio, mi accoppio ecc.) a una vita un po' troppo distaccata dalla realtà.
Sono d'accordo sul fatto che certi comportamenti imposti dalla società siano da mettere in discussione ,ma a volte la solitudine è uno stato che nasce anche da questa perdita di contatto con una realtà certamente assurda e imperfetta per molti versi, ma per altri no.
Insomma, non perdiamo di vista la morale calviniana che spesso ricordiamo giustamente ("riconoscere ciò che non è inferno nell'inferno...).
Sembrerebbe un paradosso ma le domande nascono nella mente di chi per ogni cosa ha sempre il dubbio. Si chiama libertà imperfetta.
La libertà è perfetta quando non abbiamo bisogno di scegliere. E' tutto scritto nella nostra coscienza.
Nella strada che da Gerusalemme scende a Gerico, appena dopo una curva c'è un uomo ferito che implora l'aiuto.
La strada sembra proprio fatta per le imboscate. Uno si avvicina e il falso ferito prima lo deruba e poi l'ammazza. Per questo il sacerdote e il levita guardano e si pongono la domanda: "E' ferito, oppure è un malfattore", e vanno via.
Il samaritano vede l'uomo ferito e non si pone nessuna domanda. Quello che deve fare è già scritto nella sua coscienza. Si avvicina, aiuta l'uomo, gli fascia le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo porta a una locanda. Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: "Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno".

48 commenti:

  1. Oggi tanti guardano alla disponibilità altrui con sospetto. Abituati probabilmente ai secondi fini. Ai propri secondi fini. La gente è migliore di noi. Dobbiamo abituarci all'idea. E spesso può renderci migliore.

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    1. Esiste solo una vera disponibilità. E' quella del samaritano che fa quello che porta scritto nella coscienza, e lo fa in piena gratuità, senza alcun secondo fine. Il samaritano è ateo e questo passo del vangelo dovrebbe far tremare anche il papa Francesco, uno che parla tanto, ma non ha il coraggio di liberarsi dello IOR, come voleva fare Luciani.

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    2. Siamo in linea perfetta.. a Luciani non hanno dato modo di fare nulla, perché lo avrebbe fatto.

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    3. Io apprezzo la tua disponibilità nel donare sangue, ma ho cercato di soffermarmi sulla *gratuità*.

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    5. I ricconi americani donano molto, ma lo fanno per avere un ritorno d'immagine e pagare meno tasse.
      I secondi fini di cui hai parlato in un commento.

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  2. Ora ho paura di fidarmi degli estranei. Ci sono così tanti truffatori là fuori!

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  3. La paura degli altri, la paura del proprio prossimo è quella del sacerdote e del levita.

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  5. Una giusta e sana diffidenza non può essere assente in ciascuno di noi nel mondo d'oggi, è proprio una questione di sopravvivenza. L'esempio del ferito che fai e del comportamento del Samaritano mi ha fatto venire in mente fatti di cronaca dove chi si comportava così era poi rapinato perchè il ferito a terra sull'asfalto,ferito in realtà non lo era. Questo non toglie che l'eccesso in un senso o nell'altro sia assolutamente controproducente

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    1. Daniele, la diffidenza non è mai sana.
      Prudenti come serpenti e al tempo stesso semplici come colombe.

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  6. E' vero che bisognerebbe agire come il samaritano, ma lo stesso Gesù dice: " siate candidi come colombe, ma cauti come serpenti". Bisogna essere sempre aperti e disponibili nei confronti del prossimo, ma allo stesso tempo è bene avere anche una sana prudenza, perchè a essere troppo disponibili si corre il rischio di essere usati o sottomessi. Grazie dei post sempre interessanti che stimolano il pensiero.

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    1. Detesto i diffidenti.
      Luigi Giussani ha scritto che *fidarsi è bene, non fidarsi è meglio* è un proverbio stupido, contrario a quanto c'è di più evidente.
      Sono d'accordo.
      La capacità di fidarsi è propria dell'uomo grande e adulto, dell'uomo che ha conosciuto molte cose, che ha riflettuto su tutto: egli sa immediatamente quando l'altro gli parla se deve dubitare o se l'altro parla schiettamente.
      Quanto uno è più ricco di umanità, quanto più uno è critico di se stesso, è cosciente dei limiti del suo andare umano, è cosciente della sua realtà, tanto più che sa quando e come fidarsi.
      Sapersi fidare: questa è genialità.
      Non sapersi fidare: questo è un errore che commettono tutti, anche il marito verso la moglie, anche la madre verso il figlio, il figlio verso i genitori.
      E questo è all'origine di tanti dissesti.
      Istintivamente e naturalmente sono uno che si fida. Ma perché questo avvenga anche razionalmente l'altro mi deve assomigliare, cioè devo riconoscere in lui le mie stesse modalità, non necessariamente negli atteggiamenti comportamentali.
      E' chiaro che le brutte esperienze sono un deterrente che creano una sovrastruttura diffidente. Ma se volessi solo interrogare il mio istinto direi che mi fido, fin troppo. Credo nel potenziale buono di tutti.
      Spesso capita di fidarsi di chi non si dovrebbe e non fidarsi di chi invece lo meriterebbe.
      La fiducia dipende da cosa ti aspetti dagli altri, dipende da cosa desideri, dipende da cosa stai vivendo in un particolare momento, da cosa "ti serve" dentro.
      Ho letto che l’essere chiusi in se stessi, stare sempre sul chi va là, non aiuta né se stessi né migliora il rapporto con gli altri con cui bisogna inevitabilmente rapportarsi, almeno che non si voglia vivere da eremiti in mezzo ad un’isola deserta.
      E sono pienamente d'accordo.
      Un amico sincero è un balsamo nella vita, è la più sicura protezione.
      Potrai raccogliere tesori d’ogni genere ma nulla vale quanto una vera amicizia.
      L’amico suscita nel cuore una tranquillità che si diffonde in tutto l’essere.
      Con lui si vive un’unione profonda che dona all’animo gioia inesprimibile.
      La sua presenza ridesta la nostra mente e la libera da molte preoccupazioni.

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    2. Se trovi un amico sincero la fiducia nasce spontanea. Condivido pienamente la tua definizione di amico. Ma di amici sinceri ce ne sono pochi, per cui è meglio essere prevenuti. Si, purtroppo o per fortuna, sono diffidente. Dipende molto anche dalle esperienze. Lo so, chi è diffidente tende a starsene da solo. Pero’ meglio la solitudine che un’amicizia falsa. Ciò non vuol dire che me ne sto completamente sola. L’amicizia è un sentimento importantissimo. Chi non ha nemmeno un amico, chi è estremamente diffidente, finisce per non conoscere mai il bene.

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    3. Io sono aperto al dialogo con tutti, ma di amici ne ho avuti sempre pochi. Questo tipo di società si basa sulla competizione che è l'ostacolo più grande allo sviluppo di una compagnia.
      Come si arriva all'amicizia?
      Ho trovato due frasi folgoranti: la prima di Proust " L'amicizia è la negazione di quella solitudine senza rimedio alla quale è condannato ogni essere umano". La seconda: " L'amicizia è un espediente sociale, come la tappezzeria o la distribuzione di bidoni di immondizie!" ( Beckett).
      Parto dalla prima frase: Ci sono stati momenti, nella mia vita in cui mi sono sentito condannato ad una solitudine senza rimedio. L'amicizia non è affatto una solitudine senza rimedio: il rimedio è proprio la possibilità di condividere con altri il cammino verso il proprio compimento. Questa per me è l'amicizia.
      La seconda frase rappresenta una critica di Beckett a Proust . Certo ogni rapporto può essere vissuto con superficialità oppure con una comunione di destino così profonda che fa sentire la compagna, o il compagno, di cammino, veramente come un sostegno indispensabile: proprio un amico/a.
      Sempre cercando qui e là ho trovato che un certo Aelredo di Rievaulx (1110-1167) ha scritto uno splendido trattato intitolato L'amicizia spirituale.
      Aelredo è un realista, sa che "l'amicizia può essere carnale, mondana, spirituale. Quella carnale nasce dalla sintonia del vizio; quella mondana si accende per la speranza di un guadagno; quella spirituale si cementa tra coloro che sono buoni, in base a una uguaglianza di vita, abitudini, gusti, aspirazioni."
      Considero quest'ultima la più realista. E aggiungo che nell'amicizia spirituale c'è un desiderio, un gusto di tenerezza di dolcezza che si potrebbe chiamare sentimento interiore, o più profondamente potremmo chiamarlo amore.
      Ci sono esempi di persone che pensano che l'ideale sia vivere senza dover consolare nessuno, senza essere di peso o causa di dolore per chi hanno vicino, senza trarre gioia dal bene degli altri, stando bene attenti a non amare nessuno e a non curarsi di essere amati da qualcuno.
      Questo è l'errore che impedisce la vera amicizia.

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    4. Io ritengo che sia vera amicizia solo quella spirituale e son d’accordo con te quando dici che è caratterizzata fa da una tenera dolcezza, un sentimento che potremmo chiamare amore. In fondo non è un caso se la parola amore e la parola amicizia hanno la stessa radice.

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    5. Sì, Caterina, è questo il concetto.

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  7. Io sto come il samaritano,buon pomeriggio.

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  8. In realtà mi pongo tanti problemi proprio per via dei dubbi...tanti dubbi ma anche tante certezze...tutte quelle acquisite con l'esperienza dell'età. Ma in fin dei conti mi accetto così come sono, anche perché per cambiare ormai è troppo tardi. Ma sono serena Gus, anche con tanti dubbi. L'amicizia? Cerco di essere affabile e disponibile con tutti ma non credo molto all'amicizia sincera. Buona serata con un sorriso e un abbraccio.

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    1. A volte le esperienze negative distruggono qualsiasi speranza verso gli altri.
      Abbraccio.

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  9. "Si teme il giudizio o di ammettere la nostra fragilità e il bisogno dell’altro. Una condivisione di emozioni e sentimenti pur avventurosa sarebbe vincente per una consapevolezza non elusa con evasioni e disimpegno". Riflessioni toccanti, in cui si avverte l'urgenza quasi di una confessione autobiografica... Buona giornata.

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    1. Sì, l'uomo è un animale socievole. Se per debolezza sceglie la via della solitudine è destinato all'atrofia mentale.

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  10. il dubbio per me è un metodo. uno strumento e non un bisogno. come tutto del resto. ho delle fragilità che mi hanno consentito e consentono di superarle senza rinnegarle e una consapevolezza in continua ricerca.
    sono perfettamente imperfetto :)
    ciao

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    1. Un ragionamento può risolvere un dubbio, ma non sempre.
      Sei imperfetto ma tendi alla perfezione.

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    2. no, non tendo: ricerco: una certa perfezione, una certa imperfezione. sono aperto. ma freddoloso :)
      insomma ho delle propensioni e predilezioni. ma senza esagerare, s'intende. faccio un mucchio. poi lo guardo. non sempre mi convince. allora ne faccio magari un altro. di solito il precedente non lo distruggo. sono arrivato a una bella cifra di mucchi. ma tanto c'è sempre spazio. a volte poi mi riposo.
      comunque preferisco un altro dubbio alla risoluzione. c'è anche tempo: un tempo per ogni cosa.
      buon giorno

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    3. Secondo te il samaritano quando vede sul ciglio della strada un uomo ferito ha tempo per decidere?

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    4. sì, il suo esatto tempo.
      buon giorno

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    5. Sta lì un mese per decidere nel dubbio se è il caso di aiutare l'uomo, oppure fottersene?

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    6. nel caso specifico non credo. ma in teoria potrebbe anche essere il suo esatto tempo. c'è gente che impiega anni per prendere decisioni. buon giorno

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    7. esatto come il tempo del sacerdote e levita che, pentiti, sono tornati indietro un'ora dopo. ma troppo tardi.
      buon giorno

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    8. Il sacerdote e il politico non sono tornati indietro perché avevano risolto il dubbio ferito/non ferito basandosi sulla loro convenienza nell'evitare qualsiasi rischio.

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    9. il mio dubitare è prendere in considerazione ogni ipotesi.
      anche la tua valutazione ovviamente. ciao

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  11. Un placer pasarme por aquí y poder leerte. Feliz fin de semana

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  12. Ottimo punto di riflessione Gus, chi si pone troppe domande non vive molto la realtà è vero. Più di sta a contatto con gli altri meno domande ci si pone e più si agisce.

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  13. Una riflessione che ci induce a porci tanti interrogativi....
    Ormai viviamo in una società "fatta di maschere" e qui preferisco non aggiungere altro...
    Molte volte è meglio la solitudine che la presenza di persone finte

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    1. Bisogna darsi da fare e trovare le persone vere.
      Ciao Simona.

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  14. Vero! Però bisogna anche essere capaci di usare indifferenza con tali persone :)

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  15. Ci sono dubbi e dubbi. Forse sarebbe meglio parlare di dubbi e diffidenze ;) Il dubbio, a mio parere, è formativo.

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    1. Il dubbio deve essere di qualità e risolto in tempi stretti, in modo che di fronte a una situazione difficile già sai come comportarti.

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