giovedì, novembre 28, 2019

Siamo un popolo di maleducati







Parole come famiglia, collettivo, tribù, sono lentamente sfumate: il senso di comunità è stato sostituito da uno spirito competitivo che ci fa preferire i termini «auto», «mio», «personalizzata» oltre a inglesismi performanti come «standout».
La coppia di studiosi americani Pelin e Selin Kesebir hanno scoperto che l’uso di parole come «coraggio» e «forza d’animo» è diminuito del 66 per cento, quello di «gratitudine» e «apprezzamento» del 49 per cento. Nel frattempo, l’utilizzo di parole associate con la capacità di produrre, come «disciplina» e «affidabilità» è invece aumentato.
Usando un immaginario contaparole durante le nostre conversazioni quotidiane potremmo probabilmente mettere al primo posto la parola «io» (incipit di molte conversazioni), seguita da avverbi perentori come «assolutamente» (sì e no, vale in ogni direzione). Con il risultato di rimanere sorpresi quando ci imbattiamo in parole come «compassione», «gratitudine», «cortesia» e «umiltà».
«Qualche sera fa ero al concerto di Cat Power ed è stato toccante sentire il mio vicino chiedermi, prima di accendere una sigaretta: “permette?”», racconta lo scrittore Mauro Covacich mentre passa in rassegna la scomparsa di altre parole cortesi. «C’è ancora qualcuno che quando risponde al telefono dice “pronto”? Riconoscendo già il nostro interlocutore dal nome che appare sul display abbiamo abbandonato quella formula di attenzione e esclusiva disponibilità che l’essere “pronti” prevedeva».
Dietro alla scomparsa di alcuni termini e delle formule cortesi, «che fanno tanto azzimato», c’è la logica efficientista. «È come se parlassimo un linguaggio “palestrato”, tecnofunzionale, un modo di esprimersi che somiglia a un corpo costruito in laboratorio: dobbiamo mostrare i muscoli e certi modi di esprimersi sono utili a questo», osserva lo scrittore triestino.
Al punto che anche l’uso di parole sconvenienti può diventare un modo incisivo di esprimersi. È fresco di stampa il libro della studiosa britannica Melissa Mohr (una laurea in letteratura inglese e a una specializzazione su Medioevo e Rinascimento) «Holy Sh*t», in cui si cerca di capire come le oscenità si siano impossessate del nostro modo di comunicare: la conclusione è a sorpresa assolutoria, l’imprecazione ha un suo scopo sociale e insultare una persona evita di canalizzare la rabbia in modi più gravi.
La parola colorita può imporsi anche in contesti più che formali: la cancelliera Angela Merkel parlando di una polemica ha usato pubblicamente la parola «Shitstorm» (tempesta di m…), appena ammessa anche nell’autorevole dizionario Duden, che registra i mutamenti della lingua tedesca.
«L’uso in politica di termini “giovani” è uno stratagemma per sembrare meno distanti, più alla mano», osserva Covacich. «Ma in realtà, quello che in ambito letterario può essere funzionale al tratteggio di un personaggio, nel colloquio di tutti i giorni è una caduta rispetto alla proprietà di linguaggio».


67 commenti:

  1. Immagine:

    Possible ricerca correlata: peleas de pareja.

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  2. Anche nei salotti, cartina di tornasole del buon conversare, si prende nota dei cambiamenti. «Colpa dell’uso improprio della tecnologia: difficilmente vengo compresa quando dico “mi rincresce” a un adolescente, persino se educato al collegio Mondragone o al Lycée Chateaubriand!», nota Marisela Federici, animatrice di un noto circolo di conversazione. «Solo in Toscana ancora resiste l’italiano gentile ma paradossalmente un delizioso “ti garba?” viene confuso con una formula dialettale e buffa». Assicura che le bastano pochi minuti per scoprire un eloquio sciatto dietro una facciata contemporanea e efficace. «Certe persone sono come un grande pacco: si toglie un fiocco, poi una velina, poi un incarto, poi ancora una velina, alla fine dietro al loro bla-bla non rimane che una misera sorpresa».
    Già nel 2010 lo Zingarelli denunciava l’estinzione di quasi 2.800 lemmi delle 120 mila parole presenti nel dizionario. Agiato, madido, ineffabile, ceruleo, blando: parole che secondo il curatore Mario Cannella potrebbero ancora essere in uso, ma di fatto stanno diventando desuete col rischio di andare perdute. Un linguaggio opportunista, figlio dei tempi, ma non così diverso da quello del passato: così il presidente dell’Accademia della Crusca Francesco Sabatini invita alla cautela nel decretare la morte di un linguaggio a favore di un altro.
    «Indagini come quelle di Google spesso non tengono conto della diversità delle fonti: la lingua del ‘500 per esempio, ci è nota attraverso chi all’epoca scriveva libri, per la maggior parte religiosi, che sicuramente avevano un vocabolario ricco di parole come “pietà”, “umiltà” e “grazia”», osserva lo studioso, che rintraccia nei media e nelle molteplici fonti la causa della propagazione di certe espressioni aggressive e individualiste. «Esistevano anche una volta, ma rimanevano nelle cronache municipali. Mica vorremo immaginare una strage degli Ugonotti fatta a suon di “grazie” e “prego”… chissà che parole sono volate anche allora!».

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  3. "Fra le dolcezze delle avversità, e lasciatemi dire che sono state numerose, ho trovato la più dolce, la più preziosa di tutte, è la lezione che ho imparato sul valore della gentilezza. Ogni gentilezza ricevuta, grande o piccola, mi ha convinta che non ce ne sarà mai abbastanza nel nostro mondo. essere gentili significa rispondere con sensibilità e calore umano alle speranze e ai bisogni del prossimo. Perfino il più piccolo gesto di gentilezza può illuminare un cuore incattivito. La gentilezza può cambiare la vita delle persone.

    Aung San Suu Kyi - Premio Nobel -

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  4. Decisamente affermo che il contrario della gentilezza è la cattiveria.
    La cattiveria è largamente praticata. Viscida, opportunista, menzognera, egoista, ambiziosa, ipocrita.
    Spadroneggia con i buoni che per loro natura non possono mettersi sul loro piano e quindi subiscono.

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  5. Quanto hai ragione mio caro Gus. Non esiste più religione e nemmeno educazione.
    Ma spesso se qualcuno è, soprattutto, nel linguaggio, ma non solo, un po'... rumoroso non mi scandalizzo più di tanto. Contano, più che i comportamenti, i fatti, fatti concreti. Ne sono sempre più convinta.
    Ad esempio (uno dei tantissimi a caso), a me era molto simpatico marrazzo: un uomo gentile, educato, raffinato, mi piaceva tanto sentirlo parlare e parlava bene. Lui uomo di cultura, ma anche intelligente come Pasolini, d'Annunzio e tanti altri che hanno dato molto all'italia
    Poi ho letto l'articolo, nel dettaglio,😳 di quello che è stato fatto alla trans morta ammazzata per paura che rivelasse altri nomi... Di spessore. Il problema è che non solo le trans vengono ammazzate solo le trans da questi, ma anche persone normali. Ovviamente uccidono anche persone abbastanza normali, magari un po' più ignoranti e sfigati. Ma quando si ricopre un ruolo importante, mi spiace gus, devi dare l'esempio Non di certo delle pubbliche virtù e vizi privati che tanto va di moda tra questi soggetti.
    E allora trovo cosa buona e giusta un paio di schiaffoni ben assestati, al bisogno,, che quando ci vuole, ci vuole...forse l'impatto migliorerebbe la circolazione celebrale e per certi spregevoli soggetti un cordiale vaffaculo è dedicato per sempre e non si può negare.
    A nessuno.
    Mi scuso per la scurrilita', ma davvero io sono una persona fondamentalmente onesta.. che non ha mai fatto del male ne rubato un centesimo a nessuno.
    Buona giornata gus ❣️

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  6. Ciao Tecla.
    Una transessuale è una donna che vive in un corpo di uomo.
    Non l'ha scelto lei e perché succede nessuno lo sa.
    Concordo con Marrazzo.

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    1. Ci sono famiglie che vendono i figli e uomini che si vendono un rene. Succede di tutto.

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    1. Non ho detto che Marrazzo faceva bene a frequentare le trans e mi riferivo solo alla sua descrizione della donna-trans.
      Riguardo alla vergogna mi pare strano che una donna debba vergognarsi del compagno stronzo-infedele.
      Tutti i miei post sono analisi della nostra società e non si riferiscono a soggetti particolari.

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  9. Sapendo pure che non avranno nessun rimorso né rimpianto. Il nulla del nulla.
    Stendiamo un velo pietoso per i grandi come Pasolini che almeno hanno dato anche troppo all'italia. Tanti altri sono e saranno anonimi frustrati che scrivono senza sapere dopo aver tirato coca. Sono solo effetti collaterali.

    Io in India ci sono stata, io in India ho visto e so. 80 mila sono troppi per morire di miseria in miseria guardando con paura non le stelle ma i piani alti.
    Un cordiale vaffanculo.

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    1. Cordiale vaffanculo è un ossimoro che non gradisco.

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  10. La maleducazione e la volgarità sono state sdoganate al punto che ci sono personaggi noti che fanno audience più per la loro volgarità, la loro maleducazione che per i loro interventi autorevoli e oggi come oggi sembra che l’essere cortesi, educati e di saper adoperare parole che non siano volgari siano eccezioni o fuori moda. No, mi rifiuto di pensare così. Al di là delle mode sbagliate o meno, investiamo in educazione e in un uso creativo e rispettoso delle parole, cominciando dalla famiglia: no a genitori che nella comunicazione verbale utilizzano parole volgari, irrispettose, offensive; che insegnamento potrebbero dare a coloro che saranno adulti domani? Buona continuazione di giornata.
    sinforosa

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    1. Sarà colpa di Blasco?

      "Voglio una vita maleducata, di quelle vite fatte così. Voglio una vita che se ne frega, che se ne frega di tutto sì. Voglio una vita spericolata, di quelle che non dormi mai".
      (Vasco Rossi)

      Ciao sinforosa.

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    2. No, non penso. Ciao :)

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  11. Sì, tu sei dolce e gentile.
    Ciao.

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  12. Solo in alcuni casi ed eccezionalmente, e sempre in via eccezionale, e solo questa volta voglio giustificare le persone che non fanno sedere gli anziani sui pullman. Un giorno mi alzo per far sedere un uomo anziano e quasi mi mangiava viva perché secondo il suo ragionamento lui non era anziano e malato ma giovane e forte e non inferiore a me. Da quel giorno mi sono resa conto che molte persone non gradiscono il gesto di farli sedere perché in quel momento lo vedono come un insulto, e prima di alzarmi li guardo dritti negli occhi. Un altro giorno mi alzo per far sedere un bimbo dell’asilo, stessa situazione: la madre non ha gradito il gesto perché anche se piccolo si doveva abituare a stare in piedi come tutti. Ne ho visto di tutti i colori dai più piccoli ai più grandi, dagli incivili all'indifferenza, e anche da parte di chi dovrebbe apprezzare un gesto cortese e pronunciare una semplice parola “grazie”. Mai giudicare il giovanotto che non si alza, chissà forse in quel momento non stava bene.

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    1. Non devi farti condizionare dalle parole di persone permalose.
      Tu fai quello che per te è giusto.
      Quelle stesse persone, se tu non ti fossi alzata cedendo il tuo posto, avrebbero pensato: "Questa signora è una cafona!".
      Ciao Innassia.

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    2. Hai ragione… C’è sempre il permaloso che aspetta i famosi 15 minuti di notorietà. Non scordiamo chi col sorriso ti ringrazia e declina l’offerta (dietro a un no c’è anche la parola grazie), e non sempre i presenti, gli altri, sentono il discorso e la risposta e scambiano “il giovanotto” per maleducato perché non fanno parte della conversazione. Sono sempre casi eccezionali. E in linea generale anch'io noto una maleducazione diffusa con toni di voce alticci in tutti i luoghi, e spesso con un vocabolario ristretto, come hai accennato nel post.

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    3. In un tempo di linguaggio ristretto, stereotipato viene messo in crisi il dialogo, la possibilità di capire; il parlare assume sempre più la struttura di un monologo e di un monologo povero in quanto non sufficientemente dotato di parole che riescano ad esprimere le proprie esperienze, i propri sentimenti i propri conflitti.

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    4. Vero
      Mac quando uno vuole, o pensa, di "governare" il mondo deve preoccuparsi dei toni e delle parole dei governati. O lo fa conoscendoli. O lo fa decentrando. Altrimenti diventa un oppressore e deve subire la reazione degli oppressi. Di fronte alla miseria, la correttezza comportamentale è una sovrastruttura culturale. Non è necessario essere marxisti per comprendere questa banalità. La lingua dei poveri è l’antilingua dei ricchi. E viceversa.

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  13. Ricordo che quando ero bambino, mia madre e mia sorella mi ripetevano sempre "Come si dice?", quando chiedevo qualcosa, anche qualcosa di "banale".
    Oggi evidentemente "un grazie" non ha più valore... Anche perché nell'epoca dell' "io", tutto sembra dovuto...
    Interessante anche la riflessione di Sinforosa: in effetti un certo modello di televisione, ma anche comportamenti pubblici di certi personaggi vip e degli stessi politici, hanno effettivamente sdoganato una certa maleducazione.
    Sulla tua domanda, Gus, se sia colpa di Blasco: in realtà direi di no, i cantanti hanno sempre affrontato tematiche scomode o usato forme espressive forti. Ma è sempre stato tutto contestualizzato. I cantanti, attraverso le loro canzoni, devono far riflettere e pensare. Non sono modelli di vita.

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    1. Riky, su Blasco scherzavo. In fondo è un furbacchione. Ha capito cosa cercavano i ragazzi e lui lo ha cantato.
      Forse sono l'opposto di un modello di vita. Istrioni con la neve nel naso. C'è qualcuno che pensa che quello che gli danno è un dono e di conseguenza dirà grazie. Un altro pensa che tutto gli è dovuto e non dirà grazie. Come hai fatto notare nell'epoca dell'io il grazie diventa una rarità.
      L'archetipo della maleducazione pubblica, allegramente sdoganata, è Vittorio Sgarbi.
      "Fuori dal Coro, Sgarbi massacra Mario Giordano: "Bugiardo, testa di c****, ti querelo, trasmissione di m****".

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    3. Blasco, l'ho già detto, è stato un furbacchione. Ora non dice più niente e mi fa tenerezza.

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  15. Ma di sono messi d'accordo per guadagnarci sopra come fanno in tanti. Non l'avevi capito, gus? In fondo sono intelligenti entrambi e mirano nello stesso obbiettivo. Sapevano eentrambi che in molti avrebbero guardato la trasmissione, come hai fatto tu, Più o meno funziona come quando leggono il tuo blog. Solo che tu non guadagni nulla. 🙂 Ossimoro?
    Oggi, con i commenti "velati" che hai scritto capirai, ancora di più, perché ti devo volere tanto bene. ❣️♥️❣️♥️

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    1. Io conosco Sgarbi. Lontano dai riflettori è un amabile conversatore.
      Seguita a volermi bene.

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    1. La diffidenza crea problemi.
      Buona notte Franca.

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    1. La differenza è la tua diffidenza.
      E' il non credere che ti fa soffrire.

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    2. La verità fa male.

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  18. Tze...guarda guarda un po'iil alto.. Il blog di quello li è "amatoriale" e senza "scopi" di lucro. Finalmente è dichiaratamente ufficiale.
    Ci mancherebbe: chiedete e vi sarà dato.
    Io non credo :sono diffidente ☺️😁

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  21. Si fa nel silenzio con i segni con saluto con la pazienza e educare: famiglie e anche la Chiesa! La tua pazienza ti leggo, anch'io! Pace e gioia Gus O.

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  23. Sono d'accordo con te che dei maleducati fai parte.
    Ti ho citato nel mio ultimo post.
    Ciao fulvio

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    1. Non era mia intenzione offenderti. Io rispetto l'ateo ma il non credente non deve parlare di un dio indifferente.
      Ciao Fulvio.

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    2. Fulvio, Dio si è fatto uomo e ha subito la Crocifissione caricandosi sulle spalle tutti i peccati dell'uomo. Tu che affermi di aver letto la Bibbia dovresti conoscere questi fatti.

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    4. Tempo fa un giornalista che stava intervistandolo, quando chiese se
      gli piaceva un calciatore fortissimo, Sarri gli rispose: "A me piacciono le donne". Grande

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    1. Si difende il colpevole e non chi accusa. I miei amici più cari erano atei, ma mi rispettavano perché vedevano che io ero aderente alla mia fede con le azioni e non con le chiacchiere.

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    1. Tu sei una gallina e vai a dormire, io sono un gallo e ho già dormito e ora inizia la mia giornata.

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  27. Gallina lo dici alle tue amiche che sono pure oche.
    Sul gallo attempato mi mantengo delle riserve. 🙂

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    1. Galina Kucimelove.
      Attempato è un complimento.
      L'uovo lo voglio alla coque.

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    2. Immaginavo. Sicuramente l'uovo mangiato così... delicato, raffinato... sarebbe piaciuto anche a marrazzo.☺️ Ecco la bizzarra, forte antitesi che non capisco in certi soggetti ☺️
      Buona domenica
      Stasera parliamo di calcio. Non ho tempo ora.

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  29. Uovo sodo con insalata carote, finocchi e pomodori.
    No. Tu non sai nulla di me.

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  30. Tutto il mondo è paese, la maleducazione impera ovunque.
    Buona domenica!

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    1. Joanna, mi riferivo a tutto il mondo.
      Ciao.

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  31. Purtroppo il mondo trabocca di maleducazione

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  32. Hai ragione, gus, davvero è uno schifo, soprattutto lo sdegno nasce da chi, scandalizzandosi dei maleducati, tende a mistificare la realtà dei fatti. Mente le insinuazioni velate, o meno, sui dubbi che minano la rispettabilità, soprattutto (ma non solo), di certi esponenti politici che il popolino non denuncia le proprie superficiali e distratte responsabilità.
    Ammiro i blog di informazione che,nel silenzio omertoso e ipocrita dei tanti blogger, hanno il coraggio di spiegare, con attenzione, la realtà dei fatti . Tra questi c’è chi, analizzando in maniera critica la vita politica della propria città, porta quotidianamente all’attenzione dei cittadini le criticità e le storture di alcune... scelte, preferenze e vicende rispetto alle quali qualcuno vorrebbe che si tacesse.
    Il maleducato da fastidio, il pervertito, il corrotto. Il degenerato depravato, il guasto marcio, immorale, il traviato, viziato e vizioso è il grande male da estirpare della nostra apparente "perbenista" società.

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  33. Avere vizi sporchi è diventato un valore grazie al nichilismo.

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  34. Hai ragione. 😘
    Buona serata, Gus. 🥀
    Ps è difficile sai vivere in questo mondo.

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