sabato, maggio 11, 2019

Il dolore salvifico







Avverte Luigi Giussani che la realtà si lascia facilmente colonizzare dall'abitudine, dalle abitudini che l'uomo acquisisce nella vita quotidiana.
E quasi scompare.
Nel reticolo delle abitudini, la realtà non si realizza, si nasconde, svanisce.
La coscienza non rimane più sveglia e si occupa soltanto di quello che ha davanti, di quello che capta sul momento.
Il tempo si contrae, si divide e il suo fluire diventa impercettibile.
La coscienza si spegne, perde intensità, e l'essere stesso, l'essere a cui questa coscienza appartiene si nasconde altrettanto, o ancora più della realtà.
Forse è perché sono le 'scelte' a fare la differenza ... la maggior parte del mondo abituale sta con il nero e il bianco insieme, insomma un coperchio per ogni pentola pur di aver una vita tranquilla, ma l'adrenalina che distingue i giorni (spesso anche nella sofferenza) è la fedeltà e la sequela a una 'scelta' che ti costringe a schierarti e a rimanere 'vivo', come diceva Oriana Fallaci, sempre con il fucile in mano alla finestra, a difesa dei tuoi valori.
Vero è che spesso le persone a sostegno delle stesse scelte, possono fare la differenza, anzi, ci sono momenti in cui sono necessari per non "mollare il passo", ma l'Amico per eccellenza è sempre uno solo e non ci abbandona mai.
A me un mondo che spegne la coscienza, appare chiaro, poi tutto è relativo e soprattutto siamo liberi di chiamare 'bene' anche un mondo che genera questi effetti .... nella dinamica di Dio tutto concorre a un bene superiore, chiamiamoli 'lavori in corso' di un lavoro molto più complesso e che sicuramente sfugge alla nostra limitata visione di qualsiasi cosa ci circondi e ci comprenda, contenga.
La felicità non può essere una felicità perduta. E ci resta, anche se dentro una ferita. Il mio dolore, quel mio dolore, è il terribile modo di averla ancora vicino a me, di averla ancora con me.


29 commenti:

  1. Immagine

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  2. La realtà è vastissima, incomprensibile. Fatta di tante piccole realtà, tessera dopo tessera come in un mosaico. E certi dolori non si spengono mai, e per questo la memor8ia di una persone diventa presenza.

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  3. La presenza della persona che non c'è più deve essere uno stimolo a spingerti ad andare avanti e non a sprofondare nella più totale disperazione. Devi trasformare il dolore in un nuovo amore: amore della memoria.
    Ciao

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    1. Morgana, in me non c'è disperazione. Assecondo il senso delle cose.
      La memoria diventa presenza grazie all'amore.
      Ciao.

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  4. Il reticolo delle abitudini.
    Mi ricorda una canzone di qualche anno fa, che parlava di "giungla di abitudini".
    Abitudini che spesso ci sono anche imposte e delle quali rimaniamo prigionieri. Oppure cose fatte una volta, per fare un favore, che poi si moltiplicano.
    Venendo al tema chiave del post, speriamo davvero che ogni accadimento sia simbolo di un disegno divino. E' più facile pensare a una serie di fatalità che dobbiamo affrontare, nel bene e nel male.

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  5. Il reticolo è un groviglio di filo spinato, che diventa una recinzione fatta dalle abitudine che negano la conoscenza del reale, cioè della verità.
    Nella preghiera al Padre: "Sia fatta la tua volontà", significa mettere la tua vita nelle mani di Dio. I fatti accadono e non sono fatalità e confidando nell'Amore del Signore sono sempre per il tuo bene. Se avanzi contestazioni diventi facile preda della disperazione.

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  6. Ho letto con interesse e attenzione il tuo post e questo tuo ultimo pensiero-riflessione che è pura poesia. Serena notte Gus.
    sinforosa

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  7. Nella prima stesura del post avevo dimenticato il titolo e il webmaster ha indicizzato in base a quanto scritto nel primo rigo del post.
    Il titolo aggiunto dopo l'indicizzazione era sconosciuto nella pagina della Console.

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  8. Non troppo tempo fa ho scritto un post nel quale parlavo, a braccio e senza riferimenti filosofici, di come la realtà venga inghiottita da tutte quelle cose che giornalmente dobbiamo fare e che diventano abitudine ma anche "roba noiosa da sbrigare tra un accadimento che abbia un senso ed un altro".
    Roba inutile che però ci occorre e di cui non possiamo fare a meno, ma che di fatto toglie spazio ai momenti clou della vita, quelli che valga la pena ricordare.

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    1. Il quotidiano fa parte della nostra vita, ma non deve essere la nostra vita.

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  9. Ho letto con molta attenzione il post, le ultime righe mi sono entrate dentro, le sento mie, anch'io come te vorrei avere accanto a me chi non c'è più.
    Ti abbraccio!

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    1. La memoria conserva il valore di quelle persone che non sono più accanto a noi.
      Abbraccio Joanna.

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  10. Il blog è selettivo. Si capisce subito chi cerca solo l'affermazione personale e chi ha interesse a confrontarsi.
    la cosa più irritante è la tendenza a contraddire quando non si hanno argomenti che possano supportare una propria opinione.
    L'infantilismo, il dispetto, l'offesa sono frequenti e irrazionali.
    Perché non cercare la semplicità?

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  11. La semplicità si coniuga con un pensiero originario, che prende le mosse dal
    punto di partenza. Quindi dal cuore, dal sentimento, dall'origine del sentirsi
    profondamente disponibili. Il sentire non è spiegabile, è un vuoto irrazionale
    capace di riempirsi di immaterica realtà.

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  12. E' arduo per molti riuscire ad avere un pensiero semplice. Pensare con
    semplicità. Sì, una cosa che solo i bambini piccoli (età prescolare) sanno fare, poi, noi li educhiamo al ragionamento, distruggendo il pensare veloce, fatto di leggerezza.

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  13. La semplicità si coniuga con una grande pulizia interiore.
    Una coscienza che sa riconoscere il bello e accettarlo.

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  14. La semplicità è cogliere il molteplice in ciò che è normale e sopravvalutarlo.
    Quando qualcosa piace ha tutti i pregi del mondo, quando non piace non c'è magia che possa fartela apprezzare.

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  15. In pochi sanno cogliere la genuinità nelle persone e nelle cose, l'artificio invece lo colgono tutti.

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    1. We change by observing reality day after day.
      Hello.

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  18. Today, I went to the beachfront with my children. I found a sea shell and gave it to my 4 year
    old daughter and said "You can hear the ocean if you put this to your ear." She put the shell to
    her ear and screamed. There was a hermit crab inside and it pinched her ear.

    She never wants to go back! LoL I know this is completely off topic but
    I had to tell someone!

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      Anyway thanks.

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  19. Gua, so che magari ti sembrerà superfluo ma sappi che ti sono vicina e capisco cosa vuoi dire quando parli della memoria e del dolore.
    Il dolore fa parte di noi, che ci piaccia o no, e ci è utile a patto che non ci facciamo schiacciare da esso.
    Ti abbraccio forte.

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    1. Francesca, c'è una relazione tra memoria e dolore. Io ricordo i momenti belli passati con Bruna ma anche gli ultimi anni della sua sofferenza, fino alla morte. E subentra il dolore, che io chiamo salvifico per il fatto che tiene viva la memoria fino a farla diventare presenza. Io sento che mia moglie vive accanto a me.
      So che mi stai vicina come io voglio bene a te.
      Per questo ci abbracciamo.

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