mercoledì, giugno 17, 2020

I pensieri di una madre





L'uomo è un essere strutturalmente aperto, definito dal compito inesauribile di "divenire ciò che è", come diceva Nietzsche.
Rispetto a tutti gli altri essere viventi ha una caratteristica del tutto particolare: ha bisogno per la propria formazione di una "educazione" eccezionalmente lunga. Mentre gli animali, in tempo breve, sono in grado di attuare autonomamente tutti i comportamenti di cui geneticamente dispongono, per l'uomo vi è la necessità di una lunga traiettoria educativa.
La stabilità rella relazione generativo-educativa è richiesta dalle caratteristiche stesse dell'itinerario di sviluppo della vita umana personale.
Tale processo non implica solo la diade madre-bambino, bensì anche la figura maschile-paterna.
L'emergenza dell'identità del soggetto umano ha un essenziale bisogno di avvalersi di differenza, complementarietà e chiarezza delle figure e dei ruoli rappresentati dall'uomo e dalla donna.
Tutto questo discorso per dire che il padre fa benissimo ad aiutare la madre ma deve stare attento a non imitarla negli atteggiamenti comportamentali. Deve conservare la sua identità di uomo e padre.
Un recente studio condotto dall'Università del Michigan ha mostrato come ci siano anche nell'uomo variazioni ormonali durante i nove mesi di gravidanza. Nello specifico, mentre nelle donne si alzano i livelli di cortisolo, testosterone, progesterone ed estradiolo, negli uomini si verifica un calo di testosterone ed estradiolo mentre i livelli degli altri due ormoni rimangono invariati. Questo cambiamento ormonale cosa potrebbe significare? Un calo di testosterone indica meno aggressività e più amorevolezza; l’estradiolo forse aiuta a preparare gli uomini a tenere fede alle loro nuove responsabilità.
Parallelamente all’innalzamento di testosterone registrato nelle donne lo studio, pubblicato sull’American Journal of Human Biology e condotto su ventinove coppie tutte alla loro prima esperienza di genitorialità, ha portato alla luce una sorta di livellamento dei ruoli, durante il quale la madre assume comportamenti più aggressivi per proteggere il bambino da possibili pericoli esterni, mentre i padri subiscono una modificazione ormonale volta a renderli più amorevoli e indulgenti nei confronti del bambino che sta per nascere.

11 commenti:

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    Possible ricerca correlata: laura chiatti perché piace a gus.


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  2. Ciao Gus. Mi trovo molto d'accordo con Sinforosa. Credo che i bambini abbiano bisogno di entrambe le figure per crescere in modo armonico. In realtà stavo per scrivere equilibrato ma non me la sono sentita e ho preferito armonico. E qui il discorso si amplierebbe sulle coppie moderne e bla bla bla, quindi è meglio che rimanga sul tema proposto. A me non dispiace che un padre si occupi a tempo pieno del proprio figlio come se ne occuperebbe la madre se non fosse iper-impegnata in altro. Ma già, penserai tu, sono donna ed è logico che per me la parità dei diritti e dei doveri, in special modo in famiglia, sono un obbligo. E anche qui ho dissertato dall'argomento...è inutile! Ho la mente troppo vagabonda per rimanere ancorata in qualche discorso. E allora ti saluto con un sorriso. Ciao e a presto.

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    1. Ciao Vivì.
      Riguardo alle figure educative nel post ho scritto: "Il processo educativo non implica solo la diade madre-bambino, bensì anche la figura maschile-paterna". Ho anche spiegato che la natura durante la gravidanza agisce attraverso gli ormoni per adeguare il maschio e la femmina alle responsabilità formative del figlio che sta per nascere. Purtroppo il padre finisce per imitare la moglie e le conseguenze sono disastrose.
      Ti ringrazio per la risposta.
      Buona giornata Vivì.

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    2. Il compito difficile e delicato dei padri di oggi consiste nel riuscire a tradurre al figlio ciò che accade all'esterno del nucleo familiare e ad introdurre limiti, regole e rinunce, strumenti ed esperienze indispensabili per consentire al bambino di aprirsi al mondo e affrontare le difficoltà che incontra.

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  3. Sono stata figlia e ora sono una mamma stanca... La stanchezza nel mio caso non da soddisfazioni se non per quel sentimento che nasce dentro. Ci conosciamo bene da sempre. Amore in simbiosi
    L'affetto e l'effetto che ti fa vivere è anche quello strano solletico alla pancia quando la vedi... Sia come madre e figlia. Lei è una cucciola un po' viziata, delicata. Occorre tanta pazienza, uno sforzo costante di concentrazione perché so che facilmente, in un attimo, la perdo. So che posso perdere per sempre la luce che mi ha donato, ma sono stanca della frustrazione, per la concentrazione che perdo, per gli sforzi che faccio, perché per lei sono più umana, perché non ho nessuno e non sto mai bene..
    ..e penso che comunque coprirla di baci è quello che so fare e lo faccio con tutto l'amore che posso... perché capisco che le fa bene e più di tanto altro...mi riferisco alla qualità forte del sentimento, della fatica che costa, ogni volta, per ricaricarsi e ricominciare. Dimenticare, andare avanti.
    Lei è molto amata.
    Nel mio caso è l’effetto collaterale di un grande amore, il prezzo che si paga in cambio di una potenza e intensità di sentimenti. E allora lamentarsi sembra quasi una vergogna.

    Claudia.

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  4. Se il problema è una stanchezza, direi di non preoccuparti. Capita sentirsi così, ma poi passa. La situazione è invece preoccupante se la stanchezza camuffa uno stato di accidia esistenziale. Prima che la depressione possa diventare conclamata cerca aiuto al tuo medico.
    Ciao.

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  5. Dio non poteva essere
    dappertutto, così ha creato le madri.
    (Proverbio ebraico)

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  6. Concordo con Sinforosa!Saluti OLga

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  7. Studio molto interessante quello legato alle modifiche ormonali dell'uomo durante la gravidanza della sua donna. L'educazione è un qualcosa che va impartito cmq con determinazione a prescindere che si sia padre o madre anche se di questi tempi ci sono situazioni sempre più complesse che richiedono la necessità di essere in qualche modo affrontate.

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    1. L'intelligenza della natura è mostruosa. Anche chi adotta un bambino può educare benissimo. Il problema è che per l'adozione non ti danno un neonato, ma un bambino di almeno 6 anni, e saltano i primi anni che sono fondamentali.

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