lunedì, marzo 25, 2019

La Democrazia schiavizzata








La democrazia giorno dopo giorno ha cominciato a trasformarsi in un qualcosa che somiglia molto alla schiavitù. Il padrone incontrastato si chiama Potere.
Potremmo chiederci: chi ha più interesse a operare un annullamento del rapporto col mistero, a stabilire che dio anche se c'è è inutile? E' il Potere che attraverso il richiamo ai valori che stabilisce pretende dalla gente ubbidienza secondo il proprio disegno.
La nostra società è determinata e dominata dal moralismo. Chi aderisce ai valori conclamati dalla mentalità comune propagandata dal Potere è considerato un democratico.
Attraverso la proclamazione di questi valori che la televisione, i giornali, la scuola impongono come criteri unici del vivere in base ai quali tutto è giudicato, il Potere, più o meno lentamente, ma sempre violentemente, omologa e pianifica tutto. Pianifica non solo il comportamento esteriore, ma penetra e omologa le coscienze.
Al nostro fianco vivono generazioni mute. Esse attraversano in silenzio la vita, portando con sé nella tomba un grido inespresso.
In Italia non esiste più autorità, esiste, invece, uno sterminato potere. Tutti ne hanno. Il ministro, l'industriale, l'impiegato della posta, il ladro, il giudice e il banchiere. L'immagine televisiva, il libro che finge di non avere scopo, la musica ripetuta fino all'ossessione, il disco o il vestito amato dai ragazzi di quindici anni.
Il Potere non ha un volto riconoscibile: è anonimo, vuoto, gelatinoso, vischioso, e aderisce a coloro che lo desiderano e anche a coloro che non lo amano.
Se tutti hanno potere, nessuno lo afferra. Così è lui che ci possiede, senza che noi lo sappiamo.
Poche epoche come la nostra sono state così schiave della soggezione e del fascino del potere.


26 commenti:

  1. Con tutte le libertà che avete, volete anche la libertà di pensare?, cantava il signor G., ed aveva ragione.
    Oggi l'uomo non pensa più: non riflette, non analizza.
    Questo secondo me è il male più grande, più che la perdita di fede o il ritenere la religione inutile.
    Oggi non si pensa più. A seconda delle proprie idee, un individuo si incazza su un determinato fatto; o in caso contrario, si incazza contro chi si incazza su quel determinato fatto, in un costante dualismo che fino a una decina di anni fa credevo fosse circoscritto solo alla politica italiana; invece la politica era solo la punta dell'iceberg.
    In Italia non esistono più le autorità, perché esse non sono riconosciute e anzi vengono messe alla berlina dalla "poltrona" dei social network. Benché le stesse autorità ci abbiano messo del loro, cadendo in comportamenti irresponsabili.
    Le canzoni sono ripetute all'ossesso, con testi spesso dozzinali, perché semplicemente è un prodotto industriale e dietro ci sono tanti interessi economici. Oggi non si pensa più, figuriamoci fermarci ad ascoltare un testo ricco di parole e significati.
    La nostra società ci insegna che pensare non è importante, quanto apparire.
    L'apparenza è qualcosa che viene sempre più esasperata.
    I ragazzini di oggi sono vuoti perché sono figli di questo tempo, che è anche il nostro tempo.
    Ma non tutti i ragazzini.
    Secondo me anche tra le nuove leve e generazione c'è chi considera il pensare e il pensiero come fondamentali per arricchire l'esistenza.

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    1. Riky, io parlo di "mistero" e mi riferisco alla spiritualità dell'uomo. L'Amore , il mistero più ricco di vita, è in crisi d'identità. Ridotto a tempo, confuso con il sesso e senza prospettive. Anche l'Amicizia, la Simpatia sono impacchettati e chiusi in una gabbia. La stessa vita viene ridotta a un tran tran monotono.
      L'uomo-consumo è solo l'oggetto finale di questa infernale catena di montaggio. L'omologazione dei cervelli è istituzionalizzata.
      Per questo la Fede è relegata ai moralismi e alla bigotteria, oppure assume un ruolo più grave che si chiama fondamentalismo.

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    2. Se la fede non è una risorsa per vivere le difficoltà che siamo costretti ad affrontare, a che cosa serve credere?
      Il dubbio sull'esistenza, la paura dell'esistere, la fragilità del vivere, l'inconsistenza di se stessi, il terrore dell'impossibilità.
      Questo è il fondo della questione e da qui si riparte per una cultura nuova verso una fede protagonista e non cortigiana del quotidiano.

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    3. Fede e religione stanno via via perdendo il senso, infatti.
      Colpa dei portavoce principali che sdoganano false credenziali e non portano avanti il messaggio di Cristo.
      Cambiassero mestiere.

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    4. Nell'interno della Chiesa c'è un gruppo di pressione (in inglese lobby) che cerca di influenzare dall'esterno le istituzioni per favorire particolari interessi. E' un potere ateo e affaristico.
      Opus dei, Marcinkus, Calvi, P2, Eminenze grigie, IOR, Banca di Roma(Unicredit).
      Il Papa non conta niente. Se toglie la pentola distrugge la Chiesa.

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    5. Con il suo stile efficiente e spregiudicato, da vero manager, Marcinkus aveva conquistato rapidamente la fiducia dei maggiori centri internazionali del potere finanziario. Il suo chiodo fisso, la diversificazione internazionale degli investimenti: Stati Uniti, Canada, Svizzera, e Germania federale, con qualche puntata a Wall Street (e multe per varie irregolarità).

      Con gli ingenti capitali versati dagli istituti religiosi e dalle diocesi nello Ior fu ben presto presente da protagonista nelle borse di quasi tutto il mondo, e arrivò a finanziare anche Solidarnosc.

      Lo Ior entrò poi nel mirino della Banca d'Italia, la magistratura di Roma iniziò ad indagare su certe spregiudicate operazioni finanziarie. A trascinarlo in rischiose operazioni, Michele Sindona, presidente della Banca Privata, ben radicato a New York e considerato vicino ad ambienti della mafia italo- americana, e Roberto Calvi, presidente del Banco Ambrosiano. Proprio attraverso Sindona, Calvi era entrato in rapporto con Marcinkus e insieme nel 1971 avevano fondato a Nassau, nel 'paradiso fiscale' delle Bahamas, la Cisalpine Overseas Bank.



      Lo Ior di Marcinkus svolse negli anni una funzione di copertura della miriade di operazioni effettuate da Calvi e dai suoi soci piduisti. Come quella indirizzata nel 1976 al controllo della Rizzoli-Corriere della Sera, dopo le elezioni politiche che avevano registrato un'avanzata del Partito comunista italiano

      Dopo la morte di Calvi, lo Ior divenne il bersaglio dei creditori. Nel 1984 il cardinale Agostino Casaroli, segretario di stato dell'epoca, versò 406 milioni di dollari a titolo di 'contributo volontario', sfidando il parere contrario non solo di Marcinkus ma di quasi tutti i dirigenti vaticani. Marcinkus venne così estromesso dalla gestione della Banca vaticana.

      Monsingor Paul Marcinkus soffriva da tempo di problemi cardiaci. Dopo aver lasciato ogni incarico in Vaticano in seguito allo scandalo, si era ritirato in Arizona, in una casa di Sun City, sobborgo di Phoenix. Lì Marcinkus ha vissuto dedicandosi al golf e alla piccola parrocchia di San Clemente.

      (21 febbraio 2006)

      Repubblica.it

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  2. Concordo Gus, il potere sembra fagocitare tutto e tutti e da come lo descrivi, benissimo, ha le sembianze del serpente infernale. Buona continuazione di giornata.
    sinforosa

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    1. Una mano enorme spinge in basso i sentimenti positivi e solleva le negatività dell'essere umano. Antagonismo, lotta feroce nell'interno di un agglomerato sociale per cuccarsi la posizione di prestigio. Si riaffacciano lugubri i delitti d'onore con vistosi sconti di pena, lo stupro non possibile perché la ragazza non era attraetene, il femminicidio che trova sempre una giustificazione.
      Ciao Sinforosa

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  3. Il Potere che ci circonda, come un leone ruggente alla ricerca di chi divorare, tenta di ridurre la persona. Questo è oggi il programma del potere. Per raggiungere l’obiettivo prefissato il potere cerca il consenso della persona. Per ottenerlo è però necessario che la persona non conosca se stessa. Tutto lo sforzo del potere si concentra nel ridurre e soffocare i desideri costitutivi dell'io attraverso una opportuna atrofizzazione, che provoca realmente un eunuchismo. Il potere cerca di tagliare alla radice la possibilità dei desideri, atrofizzarne la sorgente, ridurli, dando all'uomo l'osso su cui farlo rodere.

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  4. Se non conosce se stesso … il potere è pura apparenza, o meglio chi pensa di averlo teoricamente potrebbe non possederlo perché manovrato dal vero potente quello invisibile. Il programma del potere potrebbe averlo chi non può apparire per non perderlo.
    Ciao Gus

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    1. Fonte: Agenzia Giornalistica Opinione


      Tra il 2015 e il 2017 le principali 10 case farmaceutiche operanti in Italia hanno versato nelle tasche dei medici italiani la bellezza di oltre 163 milioni di euro attraverso finanziamenti e sussidi di vario tipo. Lo denuncia oggi il Codacons, che ha realizzato un apposito report sulla base dei dati ufficiali.
      I numeri che emergono dallo studio dell’associazione sono impressionanti: 32.623 tra medici, fondazioni e ospedali, hanno complessivamente percepito in Italia 163.664.432,70 euro nel periodo compreso tra il 2015 e il 2017.
      Soldi versati dalle aziende Abbvie, Almirall, Merck, Msd, Hospira, Pfizer, Pfizer Italia, Pierre Fabre Pharma, Pierre Fabre Italia, GlaxoSmithKline a titolo di accordi di sponsorizzazione, donazioni, viaggi, quote di iscrizione, corrispettivi e consulenze, ecc.
      Finanziamenti che ora finiscono all’attenzione dell’Autorità Anticorruzione, attraverso un esposto dell’associazione in cui si chiede di aprire una istruttoria sul caso e verificare la piena correttezza delle sovvenzioni, alla luce della possibile violazione dell’’art. 30 del Codice di Deontologia medica che impone al professionista di “evitare ogni condizione nella quale il giudizio professionale riguardante l’interesse primario, qual è la salute dei cittadini, possa essere indebitamente influenzato da un interesse secondario” nonché di “dichiarare in maniera esplicita il tipo di rapporto che potrebbe influenzare le sue scelte consentendo al destinatario di queste una valutazione critica consapevole.”
      Il medesimo articolo impone l’assoluto divieto per il medico di “Subordinare il proprio comportamento prescrittivo ad accordi economici o di altra natura, per trarne indebito profitto per sé e per altri.”

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    2. Dove manca l'Autorità che amministra in nome della collettività si infiltra il Potere che agisce per fini personali usando corruzione e menzogna.
      Chi subisce il Potere, a volte, senza rendersene conto lo favorisce
      la sua crescita capillare.

      Ciao Innassia.

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  5. Il potere è una specie di malattia sociale, spesso contagiosa, che nasconde dietro "sorrisi amichevoli" una volontà mirata al possesso di un bene, (più di un bene) , di una posizione prestigiosa, ma anche alla conquista o dell’affetto di una persona, ovviamente la conquista avviene come valore al volere personale di un sentimento presunto o legittimo.. sempre in primis a tutto. Il vero motivo di chi ama il potere vive nel suo stesso intimo senso di inadeguatezza, l'ambizione viaggia nell'irrequieta vita di sensi, appagati o meno, in un continuo crescendo.
    Il potere dunque è fragile,snob, incapace di adeguarsi,adattarsi.
    Ancora oggi notiamo nelle persone di presunto potere sussistono evidenti fattori di nevrosi labili al controllo psicofisico ipocrita che si confrontano alla pubbliche virtù e ai privati vizi che spesso riemergono creando ripercussioni negative in una società di continui e indispensabili "rapporti sociali" di conferme, soprattutto.
    Quindi più semplicemente più facile di quanto sembrerebbe il potere amplifica questi meccanismi incontrollabili al personale (soggettivo) esclusivo di..uso e consumo.

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    1. Il Potere mira sempre al possesso di un soggetto o di un oggetto.

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  6. Poi c’è chi, fingendo solidarietà e amicizia, agisce nell’ombra screditandoci in modo “soft”, allo scopo di guadagnare gradimento presso i capi. L’ansia di raggiungere posizioni di potere fa poi assumere all’ipocrita la maschera dell’osservatore neutrale ma competente che alla fine dà sempre l’appoggio alla persona con più potere o a quella che può..
    Pure nel web.

    Dal web. -:)
    Notte.

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    1. Questo è l'uso del potere nei singoli rapporti umani. Io cerco di parlare del Potere che mira a impossessarsi della politica, dell'economia dell'intero Paese.

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  7. Potere significa possesso e controllo dell'oggetto desiderato: nelle relazioni umane è troppo frequentemente un sostituto dell'amore. Avere il potere di controllare l'oggetto del desiderio libera dall'angoscia di perdita o dalla paura di non essere amati. Il bisogno di potere è direttamente proporzionale al narcisismo ed inversamente proporzionale alla capacità di amare. Il potere tuttavia è anche la capacità di incidere sulla realtà e modificarla in modo da consentirci un migliore adattamento. Il potere è uno strumento ed è uno strumento da usare con responsabilità: dovrebbe andare di pari passo con la responsabilità. Se sono io che pago la multa è giusto che io abbia il potere di decidere dove parcheggiare l'auto. Uno strumento è solo uno strumento e può essere buono o cattivo a seconda dell'uso che ne viene fatto. Il problema non è il potere in se stesso, ma il suo abuso ed il suo uso irresponsabile.

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    1. Bisogna chiarire innanzitutto la differenza tre Potere e Autorità.
      La Arendt nota come ci sia sempre stata una generale riluttanza ad occuparsi della violenza in sé, difatti esiste un consenso generalizzato fra i politologi sulla affermazione che la violenza è "la più flagrante manifestazione del potere" e Max Weber ha definito lo stato come "il dominio degli uomini sugli uomini basato sui mezzi di una violenza legittima o quanto meno ritenuta legittima".
      E considera strano questo consenso a meno di non rifarsi alla valutazione data da Marx dello Stato come strumento di oppressione nella mani della classe dominante.
      E' opportuno a questo punto definire cosa intendiamo per potere altrimenti non ci si capisce niente.
      La Arendt dice che noi non distinguiamo fra parole chiave come "potere", " potenza" ," forza", " autorità", e "violenza".
      Le quali invece rispondono a proprietà diverse ed usarle come sinonimi ( a proposito) falsa la prospettiva storica e determina una sorta di cecità rispetto alla realtà a cui fanno riferimento.
      In sostanza tutti i termini enumerati sopra finiscono per identificare un'unica cosa e cioè "i mezzi attraverso i quali l'uomo domina sull'uomo".
      La Arendt fa una distinzione sostanziale tra tutti quei termini:
      potere = alla capacità umana di agire di concerto.
      Non è mai una proprietà individuale, ma di un gruppo e continua ad esistere finché il gruppo resta unito;
      potenza: indica invece una proprietà al singolare, che può essere relativa ad un oggetto o ad una persona e appartiene alle sue caratteristiche individuali. Si può realizzare in rapporto ad altre cose o persone, ma non dipende da loro;
      forza: che viene usato spesso come sinonimo di violenza deve essere riservata solo alle "forze della natura" o " la forza delle circostanze", cioè per indicare forze sprigionate da fenomeni naturali o sociali;
      autorità: è un termine secondo la Arendt che viene più spesso usato a sproposito e la sua specificità è "il riconoscimento indiscusso da parte di coloro cui si chiede di obbedire" in assenza di qualsiasi coercizione o persuasione;
      violenza: si distingue per il suo carattere strumentale ed è quella che più si avvicina alla forza individuale poiché " gli strumenti di violenza sono creati allo scopo di moltiplicare la forza naturale finché, nell'ultimo stadio del loro sviluppo, possano prenderne il suo posto.
      Il potere dunque è caratterizzato dall'agire insieme ed ha quindi a che fare con la politica.
      Si può legittimamente parlare di politica e di potere soltanto in presenza di una pluralità di individui che agiscono insieme.
      Dove non esiste la pluralità e l'agire comune in uno spazio pubblico e libero ( in assenza di questi due presupposti si riduce alla pura naturalità) si configurano regimi autoritari in cui impera la violenza e non si può parlare né di potere né di politica.

      Il Potere è sempre negativo perché agisce per interessi propri infilandosi nei vuoti lasciati dall'Autorità. Così è nato il fascismo e curiosa è l'imitazione di Salvini in chiave di Ku Klux Klan padano.

      Non ho affrontato il potere in veste soggettiva, cioè l'uomo che per bloccare e ingabbiare l'amata la condiziona fino all'annullamento della libertà d'arbitrio.







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  8. Accenni più volte al nocciolo della questione: l'omologazione.
    Il potere più forte che i poteri possano esercitare: moda, tv, musica, religione, letteratura, politica, viaggi, sport...blog...tutto si adegua e ci adegua.
    Non siamo liberi, neanche quando diciamo no a tutto, lo siamo, ci adeguiamo solo ad una ribellione condizionata.
    Prendere coscienza, forse, l'unica panacea.
    Ma chi le ha fornite le coordinate della coscienza?!?

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    1. L'intellettuale è colui che, in un corpo a corpo tra esistenza e idealità, rischia un giudizio storico calato nella vita del proprio Paese.
      Un giudizio che quando è autentico confina l'intellettuale in una scomoda solitudine.
      Intellettuali sono stati Gobetti, Gramsci, Testori e Pasolini.
      Pasolini è il grande diagnostico della rivoluzione antropologica in Italia, quella rivoluzione per cui dalla metà degli anni 50 alla metà degli anni 60 avviene un passaggio velocissimo da un mondo tradizionale fondato su una concezione umanistica e solidale a un altro in cui trionfano egoismo, apparenza, vuoto morale.
      E' il mondo del Nuovo Potere che nella sua ingannevole tolleranza persegue un'omologazione generalizzata.

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  9. A volte mi dicono di pensare meno. Io credo invece che si dovrebbe pensare di più, tutti quanti. Il cervello ce lo stiamo mettendo sotto i piedi, tutti folli in questa corsa che non si sa neanche dove ci stia portando.

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    1. Sono gli "untori" del potere che ti dicono di pensare di meno.
      Lo so che tu non li ascolti.

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  10. Immagine:

    Possible ricerca correlata: Roberto Ferri: angeles.

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  11. Bufera all’Osservatore Romano: tutto lo staff del mensile femminile “donne chiesa mondo” si è dimesso. Con una lettera la direttrice Lucetta Scaraffia ha spiegato a Papa Francesco le ragioni di una decisione maturata dopo l’arrivo del nuovo direttore Andrea Monda, a dicembre, e il nuovo assetto della comunicazione vaticana. «Ora ci sembra che un’iniziativa vitale sia ridotta al silenzio e che si ritorni all’antiquato e arido costume della scelta dall’alto, sotto il diretto controllo maschile, di donne ritenute affidabili». Secondo Scaraffia «si scarta in questo modo un lavoro positivo e un inizio di rapporto franco e sincero, un’occasione di parresia, per tornare all’autoreferenzialità clericale. Proprio quando questa strada viene denunciata da Lei come infeconda». La rivista, che sotto la direzione di Giovanni Maria Vian aveva dato una svolta storica al quotidiano della Santa Sede, aveva denunciato lo scandalo degli abusi sessuali e di potere sulle suore commessi da vescovi e sacerdoti.

    Repubblica.it

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  12. Il potere che ti dà la consapevolezza di avere dei limiti è impagabile. Quando impari ad amarti senza dipendere dalle altrui opinioni sei veramente libero.
    Solo la nostra fede può sopperire a ciò che ci manca e ci rende capaci di volare sopra le stelle.
    (Salmo 82,6)Io ho detto: «Voi siete dei,
    siete tutti figli dell'Altissimo»

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  13. Non temo il potere perché vivo secondo l'insegnamento di Gesù Cristo.
    Abbraccio Antonietta.

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