L'insegnamento dovrebbe essere una vocazione. Il lavoro con passione avrebbe aiutato a crescere una generazione di persone preparate, capaci di assumersi responsabilità. Invece si vedono in giro tanti bamboccioni che si trastullano con i cellulari.
E' successo perché l'insegnamento è diventato un semplice sbocco occupazionale.
Non dico che gli insegnanti sono stupidi. Ho semplicemente notato che si tratta di persone che hanno il diploma magistrale o la laurea. Una Scuola che prepara gli insegnanti non esiste. Le abilitazioni sono corsi pro-forma, e la struttura scolastica è vecchia e superata. Le Università feudi di baronie. Certamente in Italia non ci sono scuole come Oxford e Cambridge.
Secondo me la carenza di valori si fa sentire anche nelle scuole, luogo in cui, dopo la famiglia, si dovrebbero formare gli adulti di domani. A parte che, da quel che vedo, anche la componente prettamente nozionistica è carente, ma manca anche un collegamento con la realtà pratica, che dovrebbe stimolare l'apprendimento.
Ma, la cosa più grave è che si insegna solo, senza educare...educare non significa fare un un'ora di educazione civica, significa formare, cogliendo ogni occasione utile. Bisogna invogliare i ragazzi a interessare a ciò che li circonda, a formarsi una coscienza critica. E' vero, si lamenta la mancanza di tecnici, ma anche dietro ai tecnici ci devono essere delle persone, prima di tutto.
La Scuola dovrà rispondere di una grande carenza, quella di non essere stata capace di formare veri uomini.
Si potrebbe paragonare lo studente ad un bambino intelligente, che entrando in una stanza trovi sul tavolo una grossa sveglia e pian piano, per curiosità, la smonta tutta. Alla fine davanti a sé ha 50 o 100 pezzi, ma la sveglia non c'è più. Gli manca l'idea sintetica per ricostruirla.
Dio, Patria e Famiglia, come diceva Mussolini. Dio era un signore che dava olio di ricino ai dissidenti, la Patria era consegnare l'Italia al pazzo tedesco e la famiglia era qualcosa dove un marito aveva la moglie e anche l'amante.
Nelle scuole si insegna a obbedire al Potere, altro che Libertà!
Forse il vero problema sta nella realtà della nuova generazione degli insegnanti di oggi ,i quali loro stessi sono cresciuti senza conoscere rinunce e sacrifici in un mondo più edonistico e più protetto ,in cui anche le regole divenute più opzionali per cui anche nella trasmissione sono stati più di larghe vedute.
In base a una mia particolare gerarchia dei valori al primo posto dovrebbe collocarsi la formazione morale e dopo quella scolastica ,purtroppo adesso mi sono reso conto che tutto è concesso anche la trasgressione è vista come una forma di originalità didattica.
Il modo vecchio non era più buono, ma non era pronto un modo nuovo".
Esattamente, stiamo vivendo una lunga transizione, anche a causa di questa "esplosione" di prodotti elettronici che hanno peggiorato e migliorato la nostra vita, cambiandola comunque in modo profondo, mentre nel contempo la società imponeva ritmi fisici e mentali insostenibili, trasformando la vita in una sorta di frullatore. Ci sono giovani però che sono ancor 'oggi portatori di valori, vivaci dal punto di vista intellettuale: ma essendo giovani hanno spesso modi non ortodossi, nel frapporsi agli altri giovani che hanno seguito il cattivo esempio di una vita basata sull'apparenza e il materialismo.
Le difficoltà del mondo dell'insegnamento sono lo specchio dell'affanno della società attuale.
Non è colpa della scuola se gli adulti giocano con i cellulari e non sono interessati a nulla. L'apprendimento è lavoro. Non tutte le persone vogliono lavorare.
RispondiEliminaAppunto.
EliminaLa Scuola non deve limitarsi a insegnare nozioni, ma a formare veri uomini che non giocano con i balocchi.
Cosa fa la scuola per contrastare il maschilismo?
Ciao Irina.
RispondiEliminaIl Ministero dell’Istruzione ha inviato a tutte le scuole le linee guida per l’insegnamento dell’Educazione civica.
A partire dal prossimo anno scolastico questo insegnamento, trasversale alle altre materie, sarà infatti obbligatorio in tutti i gradi di istruzione, a partire dalle scuole dell’infanzia.
Secondo quanto previsto dalla legge 92 del 2019, infatti, l’insegnamento di Educazione civica avrà, dal prossimo anno scolastico, un proprio voto, con almeno 33 ore all’anno dedicate.
I temi di studio principali saranno tre: lo studio della Costituzione, lo sviluppo sostenibile, la cittadinanza digitale.
La Costituzione
Studentesse e studenti approfondiranno lo studio della Carta costituzionale e delle principali leggi nazionali e internazionali. L’obiettivo sarà quello di fornire gli strumenti per conoscere i propri diritti e doveri, di formare cittadini responsabili e attivi che partecipino pienamente e con consapevolezza alla vita civica, culturale e sociale della loro comunità.
Lo sviluppo sostenibile
Alunne e alunni saranno formati su educazione ambientale, conoscenza e tutela del patrimonio e del territorio, tenendo conto degli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU. Rientreranno in questo asse anche l’educazione alla salute, la tutela dei beni comuni, principi di protezione civile. La sostenibilità entrerà, così, negli obiettivi di apprendimento.
Cittadinanza digitale
A studentesse e studenti saranno dati gli strumenti per utilizzare consapevolmente e responsabilmente i nuovi mezzi di comunicazione e gli strumenti digitali. In un’ottica di sviluppo del pensiero critico, sensibilizzazione rispetto ai possibili rischi connessi all’uso dei social media e alla navigazione in Rete, contrasto del linguaggio dell’odio.
Nella scuola dell’infanzia, si dovrà prevedere, attraverso il gioco e le attività educative e didattiche, la sensibilizzazione delle bambine e dei bambini a concetti di base come la conoscenza e il rispetto delle differenze proprie e altrui, la consapevolezza delle affinità, il concetto di salute e di benessere. Ci saranno apposite misure di accompagnamento e supporto per docenti e dirigenti scolastici.
L’obiettivo è fare in modo che “le ragazze e i ragazzi, fin da piccoli, possano imparare principi come il rispetto dell’altro e dell’ambiente che li circonda, utilizzino linguaggi e comportamenti appropriati quando sono sui social media o navigano in rete.
Meglio tardi che mai?
RispondiEliminaLa scuola insegnava col supporto fondamentale della famiglia. Se io arrivavo a casa perché il prof mi aveva redarguito, prendevo doppia reprimenda. Oggi scatta la denuncia al prof, invece.
RispondiEliminaCosa insegno a gente che entra a scuola con l'arroganza imparata a casa?
Posso ammettere che a molti passi decisamente la voglia.
Sulla famiglia è inutile sperare. Niente senso di responsabilità. Liti, tradimenti e divorzi.
Eliminacredo che la colpa Gus non sia tutta da imputare agli insegnanti, i genitori non vogliamo conteggiarli?
RispondiEliminaE nella scuola ma soprattutto in famiglia dove si devono apprendere le regole base del "vivere civile", purtroppo le famiglie di oggi sono distanti da questo argomento e il nostro unico appiglio sono rimasti gli anziani che il COVID che ci stà rubando giorno dopo giorno.
Il nichilismo ha invaso la società distruggendo tutti i valori.
EliminaLa famiglia è un'istituzione a tempo e non può aiutare la crescita etica dei ragazzi.
Negli anni che sono passati si è fatta un po’ di confusione su tante cose. Alla ricerca di un modo nuovo di vivere c’è stato un pasticcio enorme sul concetto di libertà, sul concetto di educazione, sul concetto di vita. Il modo vecchio non era più buono, ma non era pronto un modo nuovo.
EliminaHai detto una cosa che ormai è palese. L'insegnamento sta diventando una scelta di comodo, quando dovrebbe essere una vocazione davvero.
RispondiEliminaSento un sacco di miei coetanei che dicono che provano ad entrare a scuola ad insegnare perché lo stipendio è buono, si fa la bella vita...
Io non potrei mai. Molti mi suggeriscono di provarci, che con la mia laurea farei subito punteggio, ecc. Non ci riuscirei mai. Non sarei male ad insegnare, lo vedo coi miei nipotini, mi piace provare a farli appassionare... Ma non è una cosa che vorrei fare, che amerei, non mi importa proprio del posto fisso e dello stipendio comodo. Spero di lasciare così spazio a qualcuno che vuole farlo davvero per amore e devozione
Il lavoro con i nipotini è importante, ma anche con le persone che contatti bisogna dare esempi positivi.
RispondiEliminaEcco le piccole regole e i grandi valori snocciolati a parole. I valori dovrebbero valere in primis per gli adulti per essere trasmissibili in maniera adeguata e proficua. I figli si accorgono delle contraddizioni. Per questo sono smarriti e trasgressivi perché non c'è trasgressione più grande della doppiezza, pure se inconsapevole.
EliminaÈ scattata un’indagine della procura dei minori di Milano per accertare l’eventuale giro di prostituzione che coinvolgerebbe alcune adolescenti, tra i 14 e i 16 anni, che si prostituirebbero con i coetanei nei bagni delle loro scuole, in cambio di ricariche telefoniche, oggetti, forse anche denaro. Il primo a denunciare il fenomeno è stato il direttore del reparto di Pediatria dell’ospedale Fatebenefratelli di Milano, Luca Bernardo, con un’intervista rilasciata al Corriere.it
RispondiEliminaDA FAMIGLIE BENE. Il professor Bernardo ha raccontato il caso di 8 adolescenti che aveva seguito in alcuni percorsi di assistenza per problematiche diverse, la droga o il bullismo: le ragazzine avevano allora confidato a medici e psicologi che le seguivano di essersi prostituite a scuola. In sette casi su 8, come ha spiegato lo stesso Bernardo, le ragazzine proverrebbero da famiglie agiate della “Milano bene”, che frequentano istituti privati mentre solo una delle ragazzine proviene dalla periferia.
PROSTITUZIONE A SCUOLA. «Abbiamo individuato otto ragazze, ma ci risulta che il fenomeno sia molto più esteso» ha denunciato Bernardo: «Le chiamano ragazze doccia perché così come si fa la doccia tutti i giorni, loro quotidianamente fanno sesso. I giovani “clienti” vengono scelti in base a ciò che possono dare in cambio alle ragazze. Durante le lezioni delle prime ore gira sui telefonini il “menù” delle prestazioni, richieste di orari per gli appuntamenti nei bagni, dove poi avvengono i rapporti sessuali. Le ragazze offrono le loro prestazioni anche a più persone. Per loro è una specie di gioco, un gioco molto pericoloso nel quale pensano di dominare, e irretire, i loro clienti».
INDAGINE IN PROCURA. Il procuratore capo del tribunale dei minorenni, Monica Frediani, oggi ha spiegato che l’indagine aperta non ha ancora carattere penale, ma è “un procedimenti affari civili”, perché è “un fascicolo conoscitivo a carico di ignoti ancora in fase embrionale”. Una delle prime persone ad essere sentito sarà proprio Bernardo, perché la procura vuole capire meglio e sostiene che, di fronte ad eventuali notizie di reato, un medico è tenuto a presentare una denuncia in procura e a identificare le ragazze. Frediani ha spiegato che «al momento non ci sono elementi per procedere sotto il profilo penale. Non sembra che siano stati evidenziati profili di reato, anche perché un medico altrimenti avrebbe avuto l’obbligo di denunciarli».
Carino quel "forse anche denaro", come se fosse la merce di scambio più assurda.. chissà che intendeva l'articolista..
EliminaLeggo anche che era un gioco😀
EliminaTroppe persone vedono e non denunciano.
RispondiEliminaI giovani sono sempre più disorientati perché tutto intorno a loro è usa e getta, dagli oggetti, ai sentimenti, ai valori, alle finte ideologie, e ci vogliono far credere che questa è modernità.
RispondiEliminaLa menzogna annulla la coscienza e gli esempi di depravazione sono eclatanti.
Un quadro chiaro e pessimistico della formazione umana. Dove sono andati a finire i nostri valori? dove si possono apprendere? chi ce li insegna? Riflettiamo su queste realtà. Facciamoci delle domande e diamoci delle risposte. Abbraccio piovoso Gus
RispondiEliminaNon facciamoci travolgere.
EliminaAbbraccio Nella.
Potrei dire di aver visto e sentito cose vergognose, ma in pochi mi crederebbero.
RispondiEliminaNei bimbi vince la rassegnazione che vive nella stanchezza delle insegnanti. Notte fonda, gus.
La vergogna quando diventerà patrimonio di tutti finirà per annoiare.
EliminaOgni cosa che comincia è destinata a finire.
In Italia livello d'istruzione più basso della media Ue
EliminaIn Italia, la quota di 25-64enni in possesso di almeno un titolo di studio secondario superiore è stimata pari a 61,7% nel 2018 (+0,8 punti percentuali sul 2017), un valore molto inferiore a quello medio europeo, pari a 78,1% (+0,6 punti sul 2017). Su questa differenza incide la bassa quota di 25-64enni con un titolo di studio terziario: meno di due su dieci in Italia (19,3%, +0,6 punti rispetto all'anno precedente) contro oltre tre su dieci in Europa (32,3%, +0,8 punti rispetto all'anno precedente).
È già noia mortale, e non sai quanto si lamentano e dicono di essere stressate. 24 ore alla settimana e più di 3 mesi di vacanze all'anno. Le maestre (non laureate) si lamentano anche dello stipendio (circa 1500 1600 euro al mese. Non sono più le maestre delle primarie dei miei tempi che insegnavano tutte le materie...Una volta la maestra era intoccabile, per fortuna oggi non è più così.
Comunque io conservo un bel ricordo della mia insegnante, mi voleva bene, era nata a napoli e aveva sposato un tedesco. Alle scuole secondarie è stato un disastro, cambiavamo insegnanti ogni due o tre mesi.
I primi posti l'Italia li raggiunge solo nelle negatività.
EliminaCiao.
È vero. Spesso non c'è passione e senso di missione nell'insegnare e così si perde di vista la funzione formativa e preparatoria della scuola. Ci vorrebbe una riforma fondata su ideali e obbiettivi ben precisi ma ormai non si fa niente se non per soldi e potere e così l'istruzione continua a languire. Buona domenica a te.
RispondiEliminaStanno per riaprire le scuole, tanto per far ammalare studenti e insegnanti.
EliminaCiao Gus...non mi piace il tipo d'insegnamento che si fa a scuola oggigiorno e per non offendere eventuali insegnanti, non sto nemmeno a spiegare i motivi. Ciao e buona domenica.
RispondiEliminaCiao Vivì.
EliminaNel blog ci sarà qualche insegnante. Meglio non aprire la bocca.
Ma se hai sparlato sia nel blog che nei commenti? La scuola sono loro. Perché l'insegnante non preparata non viene licenziata? Perché allo stato va bene così. Meglio avere ragazzi ignoranti.
EliminaE' Vivì che non vuole grane.
EliminaTutto si deve dire. TUTTO! Ovviamente chi sa di essere una brava insegnante che davvero si impegna (e in tanti lo capiscono) davvero saranno più arrabbiate di me. Perché lo sanno. Chi vale poco si legge, lo sa e se ne frega.
RispondiEliminaSe dovessero licenziare gli impreparati, nel pubblico impiego non rimarrebbe nemmeno un dipendente.
EliminaUna scuola che formasse gli insegnanti non esisteva neanche un tempo eppure un tempo bravi docenti erano tanti. Ora la burocrazia scolastica spegne ogni velleità creativa e di insegnamento etico, di valori come il rispetto, il ragionare con la propria testa ecc.... Poi anche i nuovi docenti di oggi sono ahimè figli del loro tempo e pertanto sono anche loro bamboccioni per la massima partae quando non ignoranti ed arroganti. Yes, ignoranti, ho visto con i miei occhi un dettato credo in terza elementare ed una insegnante correggere "un albero" in "un'albero" e non ho sbagliato l'ordine... Inoltre abbiamo i genitori che fanno anche loro purtroppo la loro parte (male) ed hanno la loro colpa per come (dis)educano i loro figli e per come spesso sono loro stessi arroganti arrivando a minacciare i docenti che dovessero "trattare male" il/la loro figlio/a laddove "trattare male" non si riferisce a maltrattamenti ma a sgridate per riprenderli visto il loro comportamento totalmente anarchico. Ci vuole un reset totale ed una formazione nuova ed un profondo lavorio culturale e sociale, per i genitori ed anche per i docenti perchè educazione, rispetto e apertura mentale sono tre cardini essenziali che gli studenti che siano alunni dell'infanzia, delle elementari delle medie ecc....
RispondiEliminaGrazie.
EliminaUna disamina perfetta.
Ci vuole un reset totale.
Manca la passione, Gus. E in una lavoro come quello dell'insegnante, dove ci vorrebbe una vera e propria vocazione, questo è ancora più grave, perché ne va della formazione delle future generazioni.
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