martedì, gennaio 31, 2023

Vendo un rene per mangiare

 



Il prelievo di organi del corpo umano si sviluppa attraverso una catena commerciale complessa e ben strutturata che ha trovato terreno fertile in diverse zone del mondo.  Le stime indicano che il numero globale di trapianti commerciali – trapianti che comportano un pagamento per l’organo e quindi illegali – è di circa 10.000 all’anno, pari al 10% di tutti i trapianti. Nella maggior parte dei casi, l’organo venduto è un rene.
Il giro di affari è rilevante, stimato tra 600 milioni e 1,2 miliardi di dollari fino allo scoppio della pandemia.
Il mercato degli organi del corpo umano si pratica in diversi Paesi del Medio Oriente e in Nord Africa piuttosto che su altre zone del mondo interessate da questo sfruttamento – come la Cina o l’America Latina – Bisogna far luce innanzitutto su un mix drammatico di povertà, abusi, guerra, che caratterizza da troppo tempo queste aree.  Oltre 5 milioni di rifugiati sono le prede più facili da adescare per promettere denaro in cambio di organi.
Dalla Turchia alla Siria, fino allo Yemen, alla Libia, all’Iraq e all’Egitto, la rete di disperati donatori e di broker senza scrupoli racconta storie di disumanità e di crimini che ormai vanno avanti da anni, con pochissimi progressi a livello giuridico.
Nel mirino c’è soprattutto l’Egitto, considerato il vero centro del “mercato rosso” dell’intera regione. Nel 2010 il Paese ha adottato il Transplantation of Human Organs and Tissues Act proprio per arginare il vergognoso fenomeno della vendita di reni e fegati che stava preoccupando il Governo, soprattutto per la reputazione nei confronti dei turisti stranieri.
Tuttavia, nonostante il divieto legislativo sul commercio di organi e l’istituzione di un comitato di sorveglianza incaricato di applicare le rigide disposizioni, i trapianti e i traffici illegali di organi sono continuati.
Non è stata utile nemmeno la legge interna sulla lotta alla tratta di esseri umani, nella quale si include la rimozione di organi come una forma illecita di sfruttamento.



sabato, gennaio 28, 2023

Italiani brava gente


Ore 13:26 - Medvedev a Crosetto: «Invio di armi per prevenire terza guerra mondiale? Uno sciocco raro a certi livelli»
Il vice presidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitri Medvedev ha attaccato il ministro della Difesa italiano Guido Crosetto, per le sue dichiarazioni sulla necessità di inviare armi a Kiev. «Non ci sono molti sciocchi nelle strutture di potere in Europa», ha scritto l’ex presidente russo su Telegram, ma «un certo ministro della Difesa, di una certa Italia ha definito la fornitura di veicoli corazzati e altre armi all’Ucraina una prevenzione della terza guerra mondiale. Un raro eccentrico».
Un'altra storia bellissima.
Giorgia Meloni va in Libia a comprare gas. Brava, così si fa.
Ma non doveva fare la conferenza stampa sul TG di sky per dimostrare ancora una volta che gli italiani hanno la testa  e nella testa a posto del cervello si trova molta crusca.
Cosa dice Giorgia nella conferenza stampa?
Semplicemente che è arrivata l'ora di aiutare i paesi africani.


 

venerdì, gennaio 27, 2023

Qualcosa di magico

 




Mi piacciono i film che spiazzano, raccontando storie e personaggi surreali, anticipatori, diversi.
Ho appena finito "Non lasciarmi" di Kazuo Ishiguro, quello di "Quel che resta del giorno" (splendido romanzo e splendido film).
Mi ha lasciato una inquietante sensazione che mi piace.
La storia di un grande amore, dice il risvolto della copertina, ma è banale ridurlo a questo.
È una storia possibile che non vede gli umani protagonisti.
Protagonisti sono dei cloni, esseri chiamati sin dal loro concepimento a fungere da donatori di organi, una volta divenuti grandi.
Alcuni di loro vivono protetti in un collegio speciale che coltiva in loro la cultura, l'arte, il senso della bellezza.
Tra essi, tre diventano amici, condividono amori e destino, s'interrogano timidamente, senza avere il coraggio, se non alla fine, di saperne di più, su ciò che li attende davvero e sul senso della loro esistenza.
Sanno quel poco che basta: diventeranno donatori o assistenti di donatori; hanno un futuro programmato, sanno di essere sterili e si dedicano al sesso senza proiettare su di esso chissà quali significati e conseguenze.
Hanno degli adulti di riferimento che non spiegano loro granché, sono misteriosi e inavvicinabili.
Accettano, sostanzialmente.
E anche quando piccole e ripetute fibrillazioni sentimentali, interrogativi ricorrenti e deviazioni della normalità li spingono a chiedere e sapere di più, non si danno a lacrime, rabbie e ribellioni.
Continuano ad accettare. E a cercare di capire.
Mi è piaciuto il pudore di questi personaggi, visibile ampiamente nella scrittura controllata di Ishiguro.
Il romanzo agghiaccia per la tematica (il potere forse nullificante della scienza sull'umanità; la metafora dell'infanzia manipolata dagli adulti) ma commuove per quanto di inespresso s'intravede nei personaggi che mai usano dire e fare qualcosa di plateale, a differenza dei non cloni; il loro "spirito di servizio"; il loro timido e prudente tentativo di diventare ciò che non sono, totalmente umani.
Interessante è anche la contrapposizione tra esistenze individuali e strutture sociali e culturali.
Il libro mi ha sollecitato il ricordo dei film "Parla con me" e "Mare dentro", non so bene perché: forse l'atmosfera, l'evidente marginalità dei protagonisti, la diversità assoluta dei loro comportamenti, lo stile del racconto.
La storia d'amore promessa dal risvolto di copertina c'è, sia chiaro, ed è anche straziante in effetti, ma raccontata all'interno di una cornice più vasta diventa un rimpianto tra gli altri, un qualcosa di possibile e bello dentro ciò che esclude l'impossibile.
Leggere per credere, o per pensarla diversamente.


giovedì, gennaio 26, 2023

La mamma è sempre la mamma

 




Eppure, strapparsi alla menzogna e star lontani da questa potrebbe essere proprio la via più facile e semplice per vivere un rapporto sereno (ma anche una vita serena).
Io sono convinto che l'amore non è che finisca, come vogliono farci credere, ma si trasforma in altro, continuamente... Ci sono molte fasi.
Così come la fase del corteggiamento passa, passano anche le altre.
Poi diventa una sorta di routine, ma non negativa (a meno che le cose non prendano una piega noiosa), intendo una routine positiva del sentimento.
Entrano in gioco nuove cose, nuove prospettive, e l'amore ha nuove luci e sfumature, diverse dall'inizio o dalla fase appena precedente.
È vero che oggi sempre più persone si arrendono al primo cambiamento di fase... ma forse è perché a tutti piace la fase iniziale?
La fase iniziale è una menzogna. È inficiata dall'attrazione fisica violenta ma destinata a spegnersi.
L'amore è muoversi verso l'altro, ascoltare le sue esigenze ed esaudirle. Se l'altro fa movimenti identici c'è l'abbraccio liberatorio.
In ogni caso più che una scelta è una vocazione.
Ognuno di noi ha un modo diverso di vivere l'amore. Qualcuno vuole benissimo alla moglie ma va anche con le prostitute. Dice che è come fumarsi una sigaretta e non riguarda il suo amore vero. Io adoravo i piccoli difetti di mia moglie. Provavo una grande tenerezza per qualche sua impuntatura.
Lei è andata in pensione giovanissima. I ragazzi della sua classe le hanno regalato una targa, così strutturata:



Comune di Pescara


L'Ufficiale di Anagrafe


In base alle risultanze del Registro di popolazione


Certifica che


segue la lista sei suoi studenti con nome e cognome che era quello di Bruna

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risultano essere i "FIGLIOLI" più cari del mondo.


Si rilascia per gli usi consentiti dalla legge:



"Perché la mamma è sempre la mamma"


Insegnava Ragioneria. 

Veramente un dono bellissimo. Insegnare era per lei una vocazione e non un lavoro. Evidentemente chiamava *figlioli* i suoi ragazzi. È successo che i fatti della vita richiedevano la sua presenza costante a casa per i figli. Dieci anni di insegnamento e il riscatto del corso di laurea. Si arriva a 15 anni, il minimo della pensione.


sabato, gennaio 21, 2023

Amore cerca amore

 



Se uno non è appassionatamente alla ricerca dello scopo del suo vivere non capisce che gli altri sono vivi, alla ricerca di uno scopo del loro vivere, non capisce che gli altri vivono e che non sono manichini, ma compagni in cammino.
Teresa di Calcutta quando vedeva la gente in India abbandonata lungo le strade, che erano cloache a cielo aperto, non aveva timori perché la stima verso quell'uomo che stava morendo, era identica alla stima che portava a sua madre.
Teresa di Calcutta è stata un esempio di grande amore verso l'umanità.
Un esempio che si ripeterà poche altre volte nella storia o forse mai più.
Se solo tutti noi riuscissimo a sentire anche il più piccolo pezzettino del suo cuore dentro di noi, tutto sarebbe più facile.
Riusciamo a vedere nell'altro ciò che siamo. E allora l'altro susciterà in noi amore, se ne siamo pieni noi, fastidio se ci sentiremo intimamente attaccati ai nostri privilegi.
Se sono sereno guardo nell'altro e desidero per l'altro tutto ciò che desidero per me.
La peggiore malattia oggi è il non sentirsi desiderati né amati, il sentirsi abbandonati.
Vi sono molte persone al mondo che muoiono di fame, ma un numero ancora maggiore muore per mancanza d’amore.
Ognuno deve sapere di essere desiderato, di essere amato. 


mercoledì, gennaio 18, 2023

In classe con la pistola

 


Ho letto il post di Daniele nato da questa bravata di uno studente.

Prof colpita con una pistola ad aria compressa in aula e filmata: “Denuncio tutta la classe”

La professoressa di Rovigo, finita al centro delle cronache dopo essere stata colpita dai suoi allievi con una pistola ad aria compressa, ha denunciato i 24 studenti presenti in aula quel giorno: “Così difendo la mia dignità e quella dei miei colleghi”.

Tutto è cambiato troppo velocemente e noi non ci siamo fatti trovare pronti.
L'educazione è importante, e dovrebbe essere lo Stato ad educarci, in primis. Un genitore educato (e con educazione non intendo solo buone maniere) cresce un figlio educato. Sugli insegnanti potrei parlare per ore. Io credo che dovrebbero essere scelte con più criterio, queste persone che passano quasi più tempo di noi con i nostri figli. Perché non esistono solo le nozioni, ma anche la capacità di stimolare la riflessione autonoma in un ragazzo o una ragazza la cui personalità è in formazione. E la passione, aggiungerei. Ne ho visti troppi, di insegnanti che ne sono totalmente privi. Spiegare una poesia di Pascoli con passione è completamente diverso dal farlo senza. Cresciamo ragazzi incapaci di appassionarsi a qualcosa, di impegnarsi veramente in qualcosa, perché sono pieni di stimoli diversi, ed è così semplice mollare una cosa a metà per iniziarne un'altra, quando ci si è annoiati della prima.
Per molti l'insegnamento è solo uno sbocco occupazionale e quando l'insegnante si trova davanti ragazzi con poca educazione, oppure mancanza di interesse per lo studio, succede che il prof. si smarrisce, si confonde e diventa ostaggio della classe. Succedono cose incredibili. Io non dico che l'insegnamento debba essere una vocazione, ma pretendo un esame di coscienza prima di imbarcarsi in un'avventura pericolosa. Serve onestà nell'affrontare il rischio educativo.
Concordo sulla necessità di un cambiamento dei criteri di scelta degli insegnanti per evitare che il ragazzo non acquisisca una propria identità personale.
Sull'educazione la famiglia spezzettata dai divorzi ha influito pochissimo.
Sono i media ad educare e chi non li segue diventa un diverso, un emarginato. La politica amministra in nome dei cittadini, il Potere si muove per i suoi interessi. Nessuna morale, niente etica, quello che conta è il guadagno ottenuto dai consumi a volte totalmente inutili e dannosi.


domenica, gennaio 15, 2023

Perché il prete non si sposa

 




La vocazione deve essere forte per accollarsi la scelta del celibato. Un prete così, che ha fede e stupore riempie la parrocchia grazie al suo esempio di amore per Cristo. Quando la vocazione cala i fedeli lo capiscono e lasciano la parrocchia. Per questo io penso che senza questa vocazione grande il prete debba lasciare e non trasferito in un'altra città dove seguiterebbe a sbagliare. Spazio a chi ha vocazione vera, anche alle donne.
Nell’enciclica sul “Celibato sacerdotale” Paolo VI ribadì l’esigenza del celibato ecclesiastico, pur ammettendo che “il Nuovo Testamento, nel quale è conservata la dottrina di Cristo e degli Apostoli, non esige il celibato dei ministri sacri. Gesù stesso non ha posto questa pregiudiziale nella scelta dei Dodici, come anche gli Apostoli per coloro i quali venivano preposti alle prime comunità cristiane”. (Lettera enciclica “Sacerdotalis Cælibatus” di S.S. Paolo VI sul celibato ecclesiastico, EP, 1967, p. 5) - 1 Cor. 9:5: “Non abbiamo anche noi il diritto di portare con noi una moglie credente come l’hanno gli altri apostoli e i fratelli del Signore e Pietro?” (Altre versioni qui hanno “Cefa”, nome aramaico di Pietro; vedi Giovanni 1:42. Vedi anche Marco 1:29-31, dove si parla della suocera di Simone, cioè di Pietro). 1 Tim. 3:2: “Il vescovo bisogna che sia marito di una sola donna [“non sposato che una sola volta”, CEI]”. Quindi il celibato obbligatorio non è evangelico.
Il problema è che se i sacerdoti fossero sposati, giustamente, avrebbero più a cuore la propria famiglia che la comunità, questo è già verificabile nelle chiese dove i pastori, i sacerdoti... si sposano.
La proposta pastorale per due fidanzati è di accordarsi con i tempi e le dinamiche della loro preparazione al matrimonio, crescendo nella giusta intimità e riservando alla vita coniugale l'espressione fisicamente ed emotivamente più completa del loro amore.
Nel matrimonio l'intimità corporale degli sposi diventa un segno e un pegno della comunione spirituale. Tra i battezzati, i legami del matrimonio sono santificati dal sacramento. «La sessualità, mediante la quale l'uomo e la donna si donano l'uno all'altra con gli atti propri ed esclusivi degli sposi, non è affatto qualcosa di puramente biologico, ma riguarda l'intimo nucleo della persona umana come tale. Essa si realizza in modo veramente umano solo se è parte integrante dell'amore con cui l'uomo e la donna si impegnano totalmente l'uno verso l'altro fino alla morte»

giovedì, gennaio 12, 2023

È libero l'uomo che non offende

 


La vera libertà per me si può raggiungere solo liberandosi da tutti quegli orpelli inutili, materiali o no (per esempio l'ipocrisia), che ci trattengono e non ci permettono di elevarci e di vedere la realtà delle cose.
La nostra è una società che ci vede come tanti burattini incapaci di pensare, invece non tutti sono così.
Essere veramente liberi non è facile, comprende sempre un percorso da seguire, un misurarsi con gli altri, una crescita costante fatta di cadute, di rinnovamenti, di certezze che a mano a mano di scoprono e si acquisiscono.
Vorrei dire che è facile generalizzare affermando che sono i giovani a non essere liberi.
Il problema della schiavitù mentale e spirituale non conosce età.
Io ho la mia identità: so chi sono, cosa voglio e non ascolto falsi profeti. Soprattutto non mi sento una protagonista né in senso positivo né in senso negativo.
Io sono io, nella mia semplicità.
In questi ultimi due giorni, infatti, sto riflettendo molto sul rapporto che ho con le persone che mi circondano. Questi legami nascono "dalle qualità che permettono di poter costruire una identificazione individuale significativa", qualità che si sviluppano dalle esperienze di vita e sviluppando degli interessi in vari campi.
Ma questi interessi sono fondamentali per cementare il legame? Oppure il legame è tale che riesce a coinvolgere l'uno negli interessi dell'altro e viceversa?
L'identificazione individuale non rischia comunque di essere smorzata in un'amicizia? La vera libertà è seguire i propri interessi, se si cambia non si è più liberi.
Il rischio è che la piena identificazione individuale significativa porti a una piena solitudine.
Ma più ci allontaniamo da noi stessi, più diventiamo infelici. La Libertà, quella vera, non ha bisogno di dogmi né di qualcuno che spieghi cosa sia o ci guidi verso di essa.
È libero l'uomo che non offende e non risponde alle offese perché sa di essere nel giusto, mentre l'altro è solo un permaloso.
Tutte le persone che hanno la forza di essere sempre se stesse, che non cedono a false promesse, che non cadono in trappole lusinghiere, che pensano sempre con la propria testa sono già libere.
Poi ci sono quelle che credono di essere libere e seguono guru modaioli, mass media pretenziosi, persone che fuori sembrano perfette ma dentro sono orribili, sistemi politici soffocanti, falsi dei.
Essere liberi è facile?
No, però ne vale la pena.
Come cantava Bertoli "e alla fine della strada potrò dire che i miei giorni li ho vissuti".



martedì, gennaio 10, 2023

Il Cinema

 


Per chi vive solo, purtroppo, i pensieri sono sempre gli stessi e si rincorrono in un vortice senza fine.
Il non comunicare con gli altri è angoscioso.
Ma c'è qualcosa che riesce a distrarmi, a volte piacevolmente.
È il film buono che ti pone domande continuamente e tu devi rispondere.
È un dialogo atipico ma affascinante.
Il Cinema ha delle potenzialità enormi.
Una grande forza di convincimento.
È uno strumento con cui anche a scuola si può insegnare molto.
A volte i ragazzi capiscono meglio certe cose con un film che con tanti discorsi.
Ho in mente un momento preciso: una notte guardavo *Sogni di Kurosawa* e di fronte a quei quadri sconnessi, di cui non capivo sostanzialmente niente, ma che avevano una potenza estetica incredibile, per me si è aperto un nuovo mondo.
Il mondo della bellezza.
Si può restare fissi a contemplare un ciliegio in fiore anche un'ora.
Ma il cinema può essere anche diseducativo: chi non è abituato a un certo uso della ragione può essere plagiato da una forma di comunicazione così diretta e forte.
Il film è uno strumento comunicativo più forte degli altri perché contiene una storia nella quale identificarsi.
Ma come tutta la comunicazione letteraria, o televisiva o artistica contiene rischi e potenzialità legati esclusivamente a chi ci sta dietro.
il cinema di Tarkowski o di Vanzina ha fascino uguale e contrario. Intercettano gli occhi che vogliono essere affascinati: "Chi dal messaggio di impegno chi dal disimpegno".
La fascinazione è identica perché il mezzo è potente.
Ho pensato a un film di Miyazaki dove c'è una prolungata contemplazione di un grande albero.
È il coinvolgimento che nel buio di una sala cinematografica, ti prende guardando le immagini che scorrono.
Mi sento inserito in quel paesaggio, la musica mi trascina, vivo momenti intensi. Certo è importante scegliere. Bergman: "Il posto delle fragole" "Sussurri e grida".
Un romanzo si fa apprezzare per le minuziose descrizioni. Per esempio, descrivere uno sguardo intenso potrebbe occupare una pagina intera. Il film, lo sguardo, lo inquadra nemmeno un minuto, senza aggiungere una parola, eppure lo spettatore riesce in base alla sua sensibilità a capire l'anima di quella persona.
Su ski ho scelto in base a una ricerca su registi e protagonisti.
In qualche commento, forse, ho fatto anche un elenco, ma la pigrizia mi impedisce di cercarlo.
Ieri sera ho visto: "L'uomo della pioggia ", un film del 1988, diretto da Barry Levinson ed interpretato da Tom Cruise, Dustin Hoffman e Valeria Golino.
Ora so tutto sull'autismo, disturbo del neuro sviluppo caratterizzato dalla compromissione dell'interazione sociale e da deficit della comunicazione.


sabato, gennaio 07, 2023

Hitler era maschio

 


Solo il fatto di non voler comprendere e accettare situazioni poco soddisfacenti determina un ridimensionamento della percezione che induce ai veri e propri sintomi dissociativi. Tutte le condizioni della nostra mente, labile o meno, possono aprire un libero meccanismo alla possibilità di essere suggestionati, influenzati e condizionati dal potere che, invece, avidamente vorremmo possedere sempre, possedere totalmente.
Il potere assoluto, appunto, dove anche le cose più impensabili diventano proprie. Personalmente non riesco ad esserne coinvolto, non emotivamente, almeno.
Consideriamo, anche e soprattutto, una dissociazione di comodo egoismo, in cui il proprio e vero io non si dissocia affatto, anzi, ricomincia ad innescare un'altra mera condizione...ossia, opera volutamente un "restringimento" della propria coscienza e conoscenza: quella sana e vigile.
"I capelli corti quasi rasati, un paio di occhiali da vista con montatura semplice, il viso pulito e ben sbarbato: è così che appare Marcel Hesse, il diciannovenne che ha ucciso un bambino di 9 anni, vicino di casa, e poi si è dato alla fuga.
Un omicidio che aveva annunciato su internet: ma non su siti pubblici e aperti a tutti. Hesse ne aveva scritto su darknet, parlando con un suo contatto: una rete virtuale privata, nata con l’obiettivo di proteggere privacy e dissidenti politici ma diventata presto una piattaforma del cybercrimine.
Il diciannovenne ha annunciato al suo contatto di voler compiere un crimine, poi - prima di darsi alla fuga - ha anche pubblicato un filmato del delitto".
Voi direte che è un esaltato folle, ma di Hitler cosa ne pensate? Ve lo dico io. In una società di dissociati anche un assassino può emergere e scatenare una guerra mondiale. E dopo anni ci sono persone che inneggiano al nazista.
In effetti la paura è un sentimento che scaturisce da ciò che non si conosce. E credo che sarà sempre così finché non apriremo davvero il cuore all'altro, finché non torneremo alla nostra vera essenza umana.
Il nostro comportamento verso i migranti fa da testimonianza a quello che voglio dire. Spesso li consideriamo un pericolo perché non li conosciamo, li consideriamo diversi per via del colore della pelle ma quando ne abbiamo bisogno (vedi badanti) li accettiamo solo per convenienza. Mentre la nostra vera essenza umana ci deve insegnare che sono esseri umani come noi di pelle bianca.
Noi celebriamo la Festa della Donna ed io mi chiedo quale donna? Che significa essere donna in questa società odierna?
Secondo il maschio l'otto marzo dovrebbe essere l'unico giorno in cui si festeggia la donna. Negli altri deve tornare a essere un oggetto a suo uso e consumo. La mettiamo scosciata nel cofano di un'automobile, accanto a un frigorifero e il lato B deve essere ben fatto se vuol fare la velina, l'attrice, la fotomodella. La modella deve essere magra e quindi anfetamine in grande quantità per togliere al 100% l'appetito. E se non se ne va bisogna mettere due dita in bocca e vomitare. Le ragazze minorenni dell'Est riempiono i marciapiedi e se sgarrano il pappone picchia, picchia forte. Il padrone ti mette le mani addosso e se non gliela dai ti licenzia. Il marito va a puttane e quando incontra una svelta ti licenzia con il divorzio. Del resto, è una storia cominciata male. Nasce da una costola del maschio per fargli compagnia. Deve partorire, lavorare, mantenere le chiappe e i seni sodi per evitare tradimenti. Lo stupro è una normalità, è lei che ci stava. Le donne non hanno bisogno di frasi, ma di maschi in grado di diventare uomini, e difficilmente accade.


mercoledì, gennaio 04, 2023

Non entro nella vita degli altri

 


La quotidianità fa parte della vita di ognuno di noi, ed è il luogo dove in fondo ci rifugiamo, quando ci sentiamo più fragili, e la solitudine diventa insostenibile.
Ma nel silenzio ci si ritrova, si ritrova quella dimensione dove puoi accarezzare i tuoi pensieri, i pensieri che diventano presenze, presenze così importanti da arrivare a scaldare il cuore. È la vita che scorre, domani la luna lascerà il posto all’alba, ed un altro giorno nascerà. Trovo interessante la pratica del lasciare fluire i pensieri. La tradizione monastica li considera come provenienti dall'esterno, come impossibili da controllare e li paragona al vento. Tale paragone viene usato soprattutto per combattere i pensieri cattivi (paure, angosce e altre forme di tentazioni), in quanto afferma che non se ne è responsabili. Da tale paragone, infatti, nasce il consiglio di non soffermarsi su di essi, di non prestar loro attenzione e di aspettare che se ne vadano da soli. In effetti succede così. Dopo un po' se ne vanno e lasciano il posto ad altri.
Io sono abituato a vivere da parecchio tempo nel mio silenzio, creando una colonna sonora tutta mia, video compreso. Da parecchio non faccio più caso ai vicini, ascolto le voci della natura che non mancano mai e mi fanno compagnia. A me non piace entrare nelle vite altrui, non amo origliare conversazioni, rubare momenti. Le vite altrui non mi appartengono. Preferisco il silenzio, la discrezione. Se qualcuno vorrà farmi entrare nella sua vita, sarà quella persona ad aprirmi la porta del suo cuore. Quando si resta soli l'ascolto si amplifica, valica i confini della coppia, si sensibilizza sui contorni, i dettagli, le malinconie, anche se io non sono mai solo, lo spirito di mia moglie mi aleggia incessantemente accanto. Nelle parole, nei ricordi, nei piccoli gesti.
La solitudine è piacevole quando ricercata, mai quando subita. È positivo cercare la solitudine in determinanti frangenti, non ovviamente subirla o diventarne prigionieri. Molti invece non colgono questa sfumatura del concetto di solitudine. Per realizzare pienamente noi stessi ed essere felici abbiamo bisogno di relazionarci con gli altri, entrare in connessione con il prossimo e toccare nelle persone che incontriamo loro sentimenti, le emozioni, le sofferenze. Ed è bellissimo anche dare il risalto all'importanza dell'ascolto.
Chi si pensa persona compiuta non ha ben chiaro nulla di sé stesso, né del mondo circostante. Vive solo una sorta di illusione ottica e mentale.  vita è uno scambio di emozioni ed è importante rapportarsi con gli altri anche per capire sé stessi. Lasciamoci attraversare e proviamo ad ascoltare.