lunedì, luglio 31, 2017

Essere è meglio che apparire








In apparenza lieve, la pioggia del bel tempo
ti sfoglia ad uno ad uno i petali.
Brevi i giorni fulgidi e attivi di vita ronzante,
poi, esaurita l’offerta, eri rimasta come scolpita
in una incredibile, immota fissità.
Illudevi, caparbia, la mia mente indocile
non con il fotofinish di una vittoria,
ma con il tuo fermo immagine perentorio
quasi sprezzante.
Ancora una volta vorrei che nessuno
pensasse a te come ad un’inutile metafora.
Altro sei: non la parvenza della vita,
ma la vita stessa,
il suo apparire e sparire

incantando i sensi.

sabato, luglio 29, 2017

La donna che legge i romanzi





Delle "Città Invisibili" Italo Calvino scrive:
L’inferno dei viventi è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme.
Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e che cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.
Vale la pena leggere Calvino perché proprio lui, che ha una capacità di scrittura e che spesso sembra quasi compiacersi della propria intelligenza, fa capire che scrivere non è un atto che basta a se stesso, ma ha bisogno del rapporto con l'altro.
La letteratura ci commuove perché ci richiama il bisogno della verità, ma non ci fornisce la verità, perché essa è fuori, dove la vita accade.

martedì, luglio 25, 2017

Mossi dal Mistero


L'intellettuale è colui che, in un corpo a corpo tra esistenza e idealità, rischia un giudizio storico calato nella vita del proprio Paese.
Un giudizio che quando è autentico confina l'intellettuale in una scomoda solitudine.
Intellettuali sono stati Gobetti, Gramsci, Testori e Pasolini.
Pasolini è il grande diagnostico della rivoluzione antropologica in Italia, quella rivoluzione per cui dalla metà degli anni 50 alla metà degli anni 60 avviene un passaggio velocissimo da un mondo tradizionale fondato su una concezione umanistica e solidale a un altro in cui trionfano egoismo, apparenza, vuoto morale.
E' il mondo del Nuovo Potere che nella sua ingannevole tolleranza persegue un'omologazione generalizzata.

venerdì, luglio 21, 2017

Il percoso della fede


















Le parole mie non valgono i vangeli.
Nell'ostia è il corpo di Cristo.
Chi mangia la sua carne vivrà in eterno.

martedì, luglio 18, 2017

Quando la gioia si nasconde







Gesù non dà la pace con la mano ma con la parola che promette la vita eterna. Nell'attesa l'uomo è insofferente senza capire il perché di questa sua insoddisfazione.

lunedì, luglio 17, 2017

Vittime e carnefici










Si racconta che Cristo e Pietro mentre battevano le vie del mondo incontrarono la carcassa di un cane morto, ormai in fase di putrefazione.
Pietro prese Gesù per un braccio e gli disse: "Andiamo via. Non senti il fetore che viene dal cane morto?". Gesù, invece, seguitò a camminare verso il cane trascinandosi Pietro. Quando furono vicini disse a Pietro. "Guarda che denti bellissimi che ha questo cane".
Pensa positivo.





giovedì, luglio 13, 2017

Ricchi e imbroglioni





Gli Stati Uniti d'America sono un insieme di comunità tanto diverse tra loro, trecento trenta milioni di abitanti o giù di lì, un ventaglio di umanità tanto lontana dalla nostra piccola, confusa, buonista, realtà italiana; è difficile comprenderne le dinamiche. Se solo ci rendessimo conto di come ci considerano tutti, varcati i confini italici! Ogni luogo ha i suoi lati positivi e negativi, sono troppo tante le variabili che intercorrono per poter emettere un giudizio.

martedì, luglio 11, 2017

Quando il dovere si trasforma in piacere





Parlando della consuetudine, Montaigne racconta l'aneddoto (una leggenda metropolitana del '500) di una contadina che, avendo incominciato ad accarezzare e prendere in braccio un vitellino fin dalla nascita, e continuando a farlo, giunse per l'abitudine a portarlo anche quando divenne un toro. Ma il racconto serve a M. per introdurre il discorso sulla consuetudine che è come "una maestra di scuola prepotente e traditrice" che ci impone il giogo della sua autorità e, dopo un dolce e mite inizio, mano a mano che il tempo lo rafforza, rivelerebbe "un volto furioso e tirannico", di fronte al quale non abbiamo più la libertà di alzare gli occhi e ci fa - insieme alla convenienza - persino scegliere la tirannide al posto della libertà (come dimostrava il suo grande amico La Boétie nel Discours di qualche anno prima). Ma, si potrebbe dire: dove finisce la consuetudine ed inizia la "cultura" (quando M. scrive i saggi, dalle Indie Occidentali appena scoperte arrivano notizie di popoli nuovi, dove il potere non ha le caratteristiche del dominio, rivelando un’antropologia culturale diversa da quella europea e asiatica...)? E poi, l'abitudine intorpidisce davvero i sensi o è anche una necessità? Non andremmo tutti alla malora se agissimo come ci pare e tentassimo la via della libertà? Come si fa a stare nudi e liberi, senza "abiti" o tradizioni? E se si tratta di cambiarli, quali sono quelli inadatti alla valorizzazione personale? (chi la decide, del resto?) E infine, come è difficile cambiarne qualcuno... Se penso alla mia esperienza, non vado più in là dell'abbandono del tifo calcistico, del fumo, di qualche dieta più o meno riuscita, di qualche impegno indotto dall'obbligo professionale, e di qualche rinuncia per concludere qualche lavoro. Ma quanta fatica, quanto tempo, la scelta e la decisione.



lunedì, luglio 10, 2017

Arrivare a un significato completo







Secondo Platone (427 - 347 a.c.), la donna deriverebbe da una degenerazione fisica dell'essere umano. “E solo i maschi sono creati direttamente dagli dei e sono forniti di anima .Coloro che vivono in rettitudine ritornano in cielo, ma coloro che sono 'vili' o vivono da malvagi si può con ragione supporre trasformino la loro natura in quella di donna in una seconda generazione...”
Aristotele (384 - 322 a.c.) considera la donna un essere umano 'imperfetto' .
Le donne sono 'maschi sterili'. “La donna, poiché non possiede sufficiente calore naturale, è incapace di 'cuocere' il suo liquido mestruale fino al punto di raffinatura, al quale diverrebbe sperma ( cioè seme).Perciò il suo solo contributo all'embrione è la materia, ed un 'campo' sul quale può crescere". L'incapacità di produrre seme è la sua insufficienza.
La ragione per la quale è l'uomo a dominare nella società è la sua superiore intelligenza. Solo l'uomo è un essere umano 'completo'. “La relazione tra maschio e femmina è per natura tale che il maschio è più alto, la femmina più bassa, l'uomo domina e la donna è dominata..”
Per maggiori dettagli ed informazioni, leggi, La filosofia Greca sull'inferiorità delle donne
Leggi anche di Kim Power, “Uomini di religione e medicina: la biologia antica e i Padri Cristiani sulla natura delle donne”.




sabato, luglio 08, 2017

La donna della Samaria







Gv 4,39-42: Descrive il risultato della missione di Gesù nella Samarìa

Il testo:

5-6: In quel tempo, Gesù giunse ad una città della Samarìa chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c'era il pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, stanco del viaggio, sedeva presso il pozzo. Era verso mezzogiorno.

7-15: Arrivò intanto una donna di Samarìa ad attingere acqua. Le disse Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli, infatti, erano andati in città a far provvista di cibo. Ma la Samaritana gli disse: «Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei, infatti, non mantengono buone relazioni con i Samaritani. Gesù le rispose: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: "Dammi da bere!", tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli disse la donna: «Signore, tu non hai un mezzo per attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest'acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede questo pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo gregge?». Rispose Gesù: «Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente d'acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore, gli disse la donna, dammi di quest'acqua, perché non abbia più sete e non continui a venire qua ad attingere acqua».




mercoledì, luglio 05, 2017

L'antica arte di fabbricare una brocca







Nel dialetto romanesco, quando una donna appoggia le mani sui fianchi si
dice che fa "la brocca" un contenitore di pensieri o di parole (così ho sentito in una commedia...)
I Vangelo parla della brocca della Samaritana con quel che segue.
Se ci lasceremo guidare dalle parole di Gesù, se anche noi metteremo a nudo le nostre false ricerche e le nostre immobilità, senza accorgerci abbandoneremo la brocca del passato per dissetarci alla fonte viva che è Cristo. Abbandoneremo la brocca delle nostre paure, delle nostre ansie, delle nostre inutile preoccupazioni e pure noi avremo la forza di annunciare che Gesù è tutto quello che di più bello si possa desiderare per riempire il vuoto che abita nel cuore dell'uomo e per saziare la sua sete di infinito.

domenica, luglio 02, 2017

Reale virtuale età e gus





Non amo cime tempestose. Preferisco un parlare chiaro e documentabile. Io cerco sempre l'abbraccio.