La teoria dell'informazione, quale metafora, si potrebbe applicare anche alla noia, nei suoi aspetti di non-sorpresa e non-originalità. Un'informazione eccessiva, ridondante non comunica e crea solo confusione. Annoia pure una percezione prolungata nel tempo, spettacoli, dissertazioni prive di vivacità, la monotonia di un paesaggio anche se scorre sotto gli occhi. Escluderei gli ambienti, sia pure sempre uguali, ma per qualche aspetto mutevoli, o una personalità con una propria identità di base, ma poliedrica quando è richiesto.
In sé nulla è noioso, perché la noia è un vissuto soggettivo, la cui soglia è variabile. Dipende da precedenti esperienze e personali inclinazioni. “A chi più sa perder tempo più spiace” (Dante).
Si rivede un film per rivivere emozioni e identificazioni; si rilegge un libro per reinterpretarlo o perché è il “nostro romanzo”; un saggio per ri-assimilare un argomento che ci sta a cuore. Una tematica m'interessa se suscita associazioni e memorie, confronti stimolanti e contrasti da ridefinire.
Se la vita oscilla tra noia e dolore, la noia è un pendolo tra norma e patologia, tra routine framezzata da mete, e un drammatico senso di vuoto. Oggi testimoniato soprattutto dai giovani, le cui reazioni di rado sono costruttive.
L'altra faccia della noia è la curiosità, che ci spinge a conoscere per piacere o perché è necessario. La sua fine segnerebbe quella della civiltà e della Storia. Tuttavia chi è capace di essere curioso è più esposto alla noia; specie se vi è costretto. Infatti, la sperimentano solo gli uomini o, secondo alcuni, gli animali obbligati a conviverci.
In sé nulla è noioso, perché la noia è un vissuto soggettivo, la cui soglia è variabile. Dipende da precedenti esperienze e personali inclinazioni. “A chi più sa perder tempo più spiace” (Dante).
Si rivede un film per rivivere emozioni e identificazioni; si rilegge un libro per reinterpretarlo o perché è il “nostro romanzo”; un saggio per ri-assimilare un argomento che ci sta a cuore. Una tematica m'interessa se suscita associazioni e memorie, confronti stimolanti e contrasti da ridefinire.
Se la vita oscilla tra noia e dolore, la noia è un pendolo tra norma e patologia, tra routine framezzata da mete, e un drammatico senso di vuoto. Oggi testimoniato soprattutto dai giovani, le cui reazioni di rado sono costruttive.
L'altra faccia della noia è la curiosità, che ci spinge a conoscere per piacere o perché è necessario. La sua fine segnerebbe quella della civiltà e della Storia. Tuttavia chi è capace di essere curioso è più esposto alla noia; specie se vi è costretto. Infatti, la sperimentano solo gli uomini o, secondo alcuni, gli animali obbligati a conviverci.