Il debito incolmabile che noi abbiamo con il cristianesimo, si traduce spesso in un attacco verso una madre che nel tempo è diventata matrigna. Ancora oggi, ci dibattiamo all'interno di parole il cui senso dovrebbe essere chiaro e preciso, nitido e puntuale come una vetta di ghiaccio, visibile a tutti. E invece , per non pagare questo maledetto debito , ci trasciniamo dietro , come un figlio ancora non prodigo, un ritorno impossibile. Gli uomini, sono uomini dappertutto , capaci di far diventare male il bene e bene il male. La potenza umana non è nella creazione, ma nella semplice e condiscendente trasformazione delle cose.
Parliamo del debito da pagare.
Buona parte di ciò che è stato prodotto in occidente è opera di una trasformazione silenziosa, che ha una sovrana matrice. Che ci piaccia o no, le nostre radici affondano nel cristianesimo, la concezione dello stato, la comunità, la nascita dell'individuo, la differenza tra soggetto, individuo, persona, la solidarietà, l'individuo unico ma non identico, la necessità del ricorso al dogma, la volontà e la colpa, la responsabilità non delle azioni (come per i greci) non degli effetti (come per i popoli orientali) ma la responsabilità dello spirito che agisce, sono il prodotto di questo inestirpabile legame, la divisione tra materia e spirito, il diritto che assume il volto dell'individualità e dell'universalità, sono gli immensi debiti che ancora scontiamo, perché abbiamo dimenticato di averli accuratamente accolti e trasformati. L'uomo occidentale non può essere spiegato senza ricorrere all'imago dei, nessuno di noi credente o non credente, si è allontanato di un passo da tale punto di partenza.
Dove si può andare ,dopo aver pagato il tributo del riconoscimento?
La trasformazione, pur non producendo la rottura, che l'identità non si può rompere neanche se si volesse cambiare maschera alla vita, può portarci altrove, l'etica nasce dove finisce la morale degli "iddii" . L'etica ,come viaggio difficile della relazione nel mondo, impone l'abbandono del dogma e della fede. Ha ragione chi dice che la morale appare una ed universale perché una ed universale è la coscienza di ogni singolo uomo. Ma la coscienza è insufficiente se non è accompagnata da un dio che ne traccia la rotta. Così, pagato il tributo della riconoscenza, si può andare, fissando in ogni passo una nuova relazione. Tanto la morale è fatto dato, tanto l'etica appare paesaggio da costruire.
Parliamo del debito da pagare.
Buona parte di ciò che è stato prodotto in occidente è opera di una trasformazione silenziosa, che ha una sovrana matrice. Che ci piaccia o no, le nostre radici affondano nel cristianesimo, la concezione dello stato, la comunità, la nascita dell'individuo, la differenza tra soggetto, individuo, persona, la solidarietà, l'individuo unico ma non identico, la necessità del ricorso al dogma, la volontà e la colpa, la responsabilità non delle azioni (come per i greci) non degli effetti (come per i popoli orientali) ma la responsabilità dello spirito che agisce, sono il prodotto di questo inestirpabile legame, la divisione tra materia e spirito, il diritto che assume il volto dell'individualità e dell'universalità, sono gli immensi debiti che ancora scontiamo, perché abbiamo dimenticato di averli accuratamente accolti e trasformati. L'uomo occidentale non può essere spiegato senza ricorrere all'imago dei, nessuno di noi credente o non credente, si è allontanato di un passo da tale punto di partenza.
Dove si può andare ,dopo aver pagato il tributo del riconoscimento?
La trasformazione, pur non producendo la rottura, che l'identità non si può rompere neanche se si volesse cambiare maschera alla vita, può portarci altrove, l'etica nasce dove finisce la morale degli "iddii" . L'etica ,come viaggio difficile della relazione nel mondo, impone l'abbandono del dogma e della fede. Ha ragione chi dice che la morale appare una ed universale perché una ed universale è la coscienza di ogni singolo uomo. Ma la coscienza è insufficiente se non è accompagnata da un dio che ne traccia la rotta. Così, pagato il tributo della riconoscenza, si può andare, fissando in ogni passo una nuova relazione. Tanto la morale è fatto dato, tanto l'etica appare paesaggio da costruire.
Migliore ipotesi per questa immagine: relativismo.
RispondiEliminaRelativismo
Ogni atteggiamento del pensiero che consideri la conoscenza come incapace di attingere una realtà oggettiva e assoluta.
Relativismo culturale, la tesi per cui culture diverse presentano costumi e valori diversi, su cui nessuna scienza può pronunciare giudizi di valore.
Relativismo etico, la tesi per cui i principi e i giudizi etici sono relativi alle norme stabilite dagli individui o a quelle vigenti in determinate culture, cosicché non esisterebbe alcuna morale universale.
Io credo si possa avere una morale ed un'etica pur non essendo religiosi. Ci credo fermamente. Come credo che si possa essere l'esatto opposto, vestendosi di dogmi e di precetti.
RispondiEliminaLa morale universale deve necessariamente avere un punto di riferimento. L'etica è la conseguenza di un modo di vivere accettato da una maggioranza. Fa diventare buoni, giusti, leciti molti comportamenti prima ritenuti ingiusti, illeciti, sconvenienti o cattivi. L'esempio classico è l'aborto.
RispondiEliminaNon ho ben capito una cosa:
RispondiEliminaper chi crede, l'etica è inevitabilmente un gradino sotto la fede, poiché è la fede che guida l'uomo nel suo percorso di vita, distinguendo ciò che è bene e ciò che è male.
L'uomo senza fede, come dice la Dama, può comunque seguire un'etica giusta.
Con il rischio appunto del relativismo etico: una persona può definire "bene" ciò che per altri è male.
Ma allo stesso modo anche il dogma religioso può essere travisato e trasformare in bene ciò che è invece male.
La morale non segue i costumi, non cambia con il tempo.
EliminaL'etica, come ho già scritto fa diventare per convenienza una cosa illecita, come lecita.
A volte fa il contrario. La pedofilia da lecita diventa illecita.
Con la denominazione di pederastia greca si viene a indicare quel peculiare fenomeno consistente nella relazione altamente ritualizzata e socialmente codificata fra due maschi di età differente; poteva trattarsi di un rapporto anche erotico – pubblicamente riconosciuto e accettato – tra un uomo adulto detto erastès (traducibile come amante) ed un ragazzo più giovane chiamato eròmenos (traducibile come amato), solitamente nell'età della prima adolescenza: è stato un costume caratteristico dell'antica Grecia sia durante il suo periodo più arcaico sia nell'età classica.
Relativismo etico
Concezione filosofica che considera i valori morali [vedi Valore] validi non in assoluto ma variabili in funzione dei mutamenti sociali, politici ed economici che si verificano all’interno di una società.
Tale teoria è stata spesso erroneamente confusa col non cognitivismo etico.
Scusami Gus, non ho compreso quale sia il tuo pensiero riguardo l'aborto.
RispondiEliminaL'aborto appartiene alla cultura della morte. Altro che eutanasia che ha molte finalità amorevoli.
EliminaIl problema è che nessuno può obbligare una donna a portare avanti una gravidanza che non desidera. Allora, che fare? Semplice. Farlo diventare un contraccettivo.
Io non dico che l'aborto è un assassinio, perché il feto non è un essere in grado di vivere.
Il concetto di "bene" e "male" è inscritto in ogni coscienza.
RispondiEliminasinforosa
L'uomo non sa leggere la propria coscienza e finisce per fare quello che gli dà più piacere.
EliminaL'etica, cioè la verità di comodo di una maggioranza, considerava l'assassinio della donna che preferiva un altro al marito come "delitto d'onore".
RispondiEliminaIl delitto d’onore è rimasto in vigore nel codice penale fino al 5 settembre 1981, data in cui il Parlamento decide finalmente di abrogare la «rilevanza penale della causa d’onore» come una disposizione retriva e umiliante in stridente contraddizione con i diritti civili conquistati nel corso degli anni Settanta.
«La tradizione occidentale sarà distrutta e il mondo sarà governato da una tecnica senza etica».
RispondiEliminaCosì è intitolato un articolo, riportato da Newton RCS Periodici con il servizio «Scommetti sul futuro». L'autore è il filosofo Emanuele Severino, docente di ontologia fondamentale all'università vita-salute del San Raffaele. E questo di seguito è il testo relativo.
La tendenza in atto - sostiene il prof. Severino - fa intravedere sempre più radicalmente la distruzione della tradizione occidentale e siccome l'Occidente è alla testa del Pianeta, assisteremo alla disintegrazione dei valori che hanno dominato la Terra. Questa distruzione è operata dal pensiero filosofico degli ultimi due secoli, che mostra ciò che comunemente viene chiamata la morte di Dio, cioè la fine di ogni verità assoluta, di ogni fondamento, di ogni centro del mondo. Se non c'è alcun Dio, e cioè nessun limite, nessuna verità che argini e guidi l'azione dell'uomo, allora la scienza e la tecnica hanno via libera, ricevono da parte della filosofia del nostro tempo l'autorizzazione a procedere al dominio totale delle cose. Sto parlando di una tecnica e di una scienza che tendono ad avere sempre più come scopo l'incremento della capacità di produrre scopi.
Avremo un mondo regolato dalla scienza, che ha la scienza come autoreferente, ma con questa essenziale precisazione: non sarà la scienza degli scienziati che intende in modo ingenuo la tecnica come strumento. Fino a quando c'è un'ideologia, che in laboratorio dice al tecnico fermati, perché oltre un certo limite tu non puoi andare, altrimenti ti scontri con il mio messaggio cristiano o islamico, oppure umanistico, questa tecnica è debole. L'etica non è più ciò che era un tempo, cioè la guida che dice alla tecnica: “Tu puoi arrivare fin qui e non oltre”. Ma è la tecnica a servirsi dell'etica, per aumentare la sua stessa potenza».
Severino, il più famoso filosofo italiano non è un credente, ma un ateo nichilista.
RispondiEliminaCiao Gus, come sai io sono credente e quindi per me la sola morale universale che è poi la Stella Polare della mia esistenza rimane sempre Dio in ogni sua forma e in ogni suo insegnamento.
RispondiEliminaÈ da ciechi però negare il problema dell'interpretazione che tantissime persone hanno fatto della morale divina creandone spesso tante versioni distorte e tutte "umanizzate".
Mi sembra che nel corso della Storia, specialmente quella contemporanea, Dio e i suoi insegnamenti siano stati storpiati per dare corpo a ideologie che hanno dell'aberrante o per giustificare comportamenti disumani.
Nel mio immaginario personale l'esempio peggiore e più palese rimane lo sterminio attuato dai Nazisti che usarono malissimo e in modo disumano Dio per sterminare brutalmente diciassette milioni di persone di cui sei appartenevano alla religione ebraica.
Dopo che si è oltrepassato quel confine, l'etica che un tempo fu dei Greci e dei Latini e che proponeva un modello di comportamento esemplare nel bene, l'etica che i padri della Chiesa forgiarono prendendo a esempio Cristo, è crollata ed è diventata uno strumento del male.
Buon pomeriggio!
Morgana, la parabola del samaritano nasce da una domanda fatta a Cristo: "Maestro, chi è il nostro prossimo?".
RispondiEliminaLa strada che da Gerusalemme scende a Gerico era piena di trabocchetti e i malviventi fingevano di essere feriti e come si avvicinava il soccorritore lo ammazzavano e lo derubavano.
Per questo non si ferma il sacerdote e nemmeno il levita. Il samaritano, un ateo. non perde tempo a porsi domande. Ha tutto scritto nella coscienza. Va e aiuta il ferito.
E' una parabola importante diretta specialmente ai tanti pseudo credenti, a chiacchiere e non nei fatti.
Per questo io guardo l'uomo e non la sua etichetta.
Ciao Morgana.
Opinioni totalmente diverse. Ad es non credo che “ le nostre radici affondano nel cristianesimo”, il nostro Paese ha come base la storia e il diritto romano; se diamo uno sguardo ai pilastri della società, così com’è strutturata, ancora oggi poggia sul diritto romano. Il cristianesimo ha influenzato sconfinando dalla porta principale senza scollegare la radice. Ciao
RispondiEliminaSMARRIMENTO DELLA MEMORIA secondo Giovanni Paolo II
RispondiEliminaIl tempo che stiamo vivendo appare come una stagione di smarrimento.È smarrimento della memoria e dell'eredità cristiane, accompagnato da una sorta di agnosticismo pratico e di indifferentismo religioso, per cui molti europei danno l'impressione di vivere senza retroterra spirituale e come degli eredi che hanno dilapidato il patrimonio loro consegnato dalla storia. Non meravigliano più di tanto, perciò, i tentativi di dare un volto all'Europa escludendone la eredità religiosa e, in particolare, la profonda anima cristiana, fondando i diritti dei popoli che la compongono senza innestarli nel tronco irrorato dalla linfa vitale del cristianesimo.
Il cristianesimo non può vivere di rendita su quello che è accaduto. La memoria deve essere Presenza e questo spetta alla Chiesa come comunità dei credenti.
EliminaOgnuno di noi nasce con una vocazione e dobbiamo crescere
RispondiEliminaper capirne il significato. E quando lo troviamo il Destino
giunge affinché possiamo godere di una nuova
possibilità: quella di rimetterci in gioco. Tutto è segno.
Il tuo è un post decisamente impegnativo, perché tratta di secoli nei quali l'uomo occidentale sembra essersi impegnato al massimo per smarrire la bussola.
RispondiEliminaPosso dirti che sarebbe meglio mettere da parte le religioni e anche le filosofie, senza alcuna distinzione, per porci un'altra domanda: "come mi comporto io con gli altri?".
Io la vedo così: in base a come mi comporto, al rispetto che porto alle persone, al bene a cui anelo io so in coscienza di aver fatto del mio meglio e non lo faccio perché mi aspetto qualcosa indietro ma perché sto male io se non agisco in quel determinato modo che io considero giusto.
E so anche che dalle mie azioni ne nasceranno altre, che magari saranno altrettanto positive.
Forse sono una sognatrice però preferisco agire così piuttosto che riempirmi di vuoto.
Buon fine settimana e un grande abbraccio.
Cara amica, il tuo quesito l'ho sviluppato e scritto nella parabola del buon samaritano.
EliminaCome mi comporto con gli altri è la caratteristica che mette l'uomo al centro della vita superando anche i problemi religiosi.
Abbraccio come il tuo.