Compro una Spitfire. Bellissima. Rossa inglese. Un capolavoro. Veramente la Spitfire era un’automobile terribile: non teneva la strada, sospensioni che, in curva, mica aiutavano, complicavano. Freni stocastici e frenatura sempre disallineata. Ma era troppo bella.
Imbocco il viale e arrivo davanti all’ingresso di casa e fiuuuu una derapata da brivido (tanto la spit derapava anche se non volevi).
Mentre sto lì a bearmi della bravata, richiamati dal chiasso che avevo fatto, appare mio padre con altre persone. Mi guarda, guarda l’automobile, alza gli occhi al cielo e borbotta:
"Ma cosa è ‘st’automobile da attore di cinematografo?". (“attore di cinematografo”) era un dispregiativo, in opposto al termine positivo “attore” con il quale s’intendeva l'attore di teatro). Un'altra novità!
Papà vieni a fare un giretto, dai, che la proviamo, guarda quant’è bella.
Tu sei squilibrato se credi che io entri in quel tubo. Ma non hai niente da fare, eh?
"Ma non vedi quant’è bella?"
Nel frattempo, sopraggiunge mia madre che, godendosi la scenetta, dice: rivolgendosi a mio padre: "Per piacere va a farti sto giretto, per piacere accontentalo, se no questo qua non la smette più, e non ce lo togliamo di torno".
No No No, non ci vado in quel tubo
Dai, così ce lo togliamo di torno; non per lui, ma per la quiete di casa
Mio padre si rassegna per il bene di tutti e commenta: "Tuo figlio sono due mesi che sta qua, lo capisci? Come mai? Non ti chiedi come mai? Quest’estate sta qua, fisso come un monumento… non è che si prepara quel sacco da zingaro e se ne va in vacanza? No, sta qua. E non se ne va, niente: non se ne va.
Vacanza io, papà? Io ho da fare.
Pure noi, perciò tu devi andare in vacanza.
In ogni caso, rassegnato come un martire, mio padre prende cappello e bastone e si avvicina al tubo.
La spit era bassa, quindi per entrare ci sono le prime difficoltà, una delle quali è il cappello che urta il montante e cade per terra. “Ma per entrare in quest’automobile si deve essere acrobati di un circo equestre, e pure bravi eh?”
Insomma, alla fine siamo entrambi seduti.
"Vai piano, che qui si sta seduti per terra, ma che razza di automobile è?".
Metto in moto e partiamo.
Vai piano
Ma se non sono ancora partito
Vai piano, ti ho detto!
Sta andando a 40 all’ora
Ti ho detto di andare piano …vai piano c’è traffico
Ma se siamo ancora sul viale di casa!
Finiscila di contraddirmi, scostumato; vai piano. Vai piano ‘ché ti do una bastonata.
Il fatto è che “andare piano” è una valutazione personale e, quindi, assai relativa, andavo a 50 all’ora anche meno, ma tale velocità non rientrava tra i valori paterni compatibili con il "vai piano".
Mi diede una bastonata in testa davvero! Ahia! Papàààà, ma così moriamo tutti e due
No, muori tu. Prima. E adesso riportami immediatamente a casa. Anzi no. Torno a piedi
E s’incamminò verso casa, che distava meno di trecento metri ‘ché tanto lunga era stata la gita.