Durante il Giubileo del 2000, papa Giovanni Paolo II fece pubblica ammenda per i peccati commessi nel passato dagli ecclesiastici: tra le sette categorie di peccati menzionati, vennero anche nominati i peccati contro la dignità delle donne e delle minoranze. Inoltre, il 10 luglio 1995 inviò una lettera destinata «ad ogni donna» in cui chiedeva perdono per le ingiustizie compiute verso le donne nel nome di Cristo, la violazione dei diritti femminili e per la denigrazione storica delle donne.
mercoledì, aprile 29, 2015
martedì, aprile 28, 2015
Crescere in un senso desiderato
I miei figli chiamano al telefono. Le associazioni umanitarie mi adorano. Restano i creditori che già sono stati pagati dalla banca. L'altra vita non invia posta.
lunedì, aprile 27, 2015
Il nostro rapporto con Dio
Kierkegaard prende atto che la filosofia moderna parla del Dio in
noi, del Dio in me. Così, i teologi ed esegeti parlano oggi volentieri del Dio
in noi, traducendo il Vangelo esclusivamente in questi termini. Perché “Dio in
noi”, “Dio in me”, può significare l’esaltazione del soggetto, l’affermazione
dell’io. Ma poiché socialmente l’io è inconsistente, debole, la riduzione della
presenza di Dio, alla interiorità dell’io coincide, più realisticamente, con la
celebrazione dell’affermazione del potere. L’assoluto, dice ancora Kierkegaard,
non è puramente dileguato ma è diventato per gli uomini una ridicolaggine, una
esagerazione comica, qualcosa di donchisciottesco di cui ridirebbe se lo si
riuscisse a vedere, ma non lo riesce a vedere perché è sparito dalla vita.
L’Assoluto e la ragione si rapportano tra loro in senso inverso: dove c’è l’uno
non c’è l’altro. Quando la ragione ha penetrato completamente tutto e tutti,
allora l’in-sé-e-per-sé è completamente sparito. A questo punto invece di fede,
sapere per ragioni. Invece di fiducia, garanzie. Invece di rischio,
probabilità, calcolo prudente. Invece di azione, semplici cose che avvengono.
Invece di Singolo, una combriccola. Invece di personalità, una oggettività
impersonale.
venerdì, aprile 24, 2015
giovedì, aprile 23, 2015
Gesù a casa nostra
Il
rischio è sempre questa duplice riduzione: attivismo o intimismo?
Di questa contrapposizione terribile, l'esempio più palese è l'episodio di Marta e Maria. Marta si dà da fare, tanto.
Chi di noi non sarebbe stato contento e onorato di fare delle cose per Gesù, di averlo ospite a casa sua?
Ma uno non può avere Gesù a casa, avere la fortuna di servirlo, e far prevalere, comunque, il lamento: " Guarda, Maria non mi dà una mano!".
E allora, quando Gesù dice a Marta: " C'è una sola cosa importante", non sta dicendo che è meglio la contemplazione dell'attività, non sta sottolineando che Marta non coglie che, qualsiasi cosa faccia, ciò che deve prevalere è il fatto di Cristo, il fatto di essere onorata di essere con Lui, che tutto quanto è per Lui. Quando Gesù le dice questo, non è un rimprovero:
"Se tu non ti rendi conto di questo, carissima Marta, il tuo fare non basta e si sente il lamento”.
Di questa contrapposizione terribile, l'esempio più palese è l'episodio di Marta e Maria. Marta si dà da fare, tanto.
Chi di noi non sarebbe stato contento e onorato di fare delle cose per Gesù, di averlo ospite a casa sua?
Ma uno non può avere Gesù a casa, avere la fortuna di servirlo, e far prevalere, comunque, il lamento: " Guarda, Maria non mi dà una mano!".
E allora, quando Gesù dice a Marta: " C'è una sola cosa importante", non sta dicendo che è meglio la contemplazione dell'attività, non sta sottolineando che Marta non coglie che, qualsiasi cosa faccia, ciò che deve prevalere è il fatto di Cristo, il fatto di essere onorata di essere con Lui, che tutto quanto è per Lui. Quando Gesù le dice questo, non è un rimprovero:
"Se tu non ti rendi conto di questo, carissima Marta, il tuo fare non basta e si sente il lamento”.
mercoledì, aprile 22, 2015
Capire il significato della preghiera
Il
cristiano è un uomo che vive la memoria, la percezione della presenza di
Cristo, in tutto quello che fa.
Il cristiano è un uomo che riconosce la sua dipendenza da Cristo nell’istante, e vive l’istante come offerta a Lui perché lo trasformi. Questo è ciò che si chiama preghiera. La preghiera non è allora un’azione tra le altre, ma lo spazio, l’orizzonte totale e la dimensione ultima di ogni azione e per questo Cristo diceva: “Bisogna pregare sempre”.
La preghiera è coscienza della presenza di Cristo, cioè memoria e coincide con la prospettiva stessa di ogni espressione umana, così come il senso religioso non è un aspetto della ragione, ma l'orizzonte stesso e la dimensione ultima della ragione.
Il cristiano è un uomo che riconosce la sua dipendenza da Cristo nell’istante, e vive l’istante come offerta a Lui perché lo trasformi. Questo è ciò che si chiama preghiera. La preghiera non è allora un’azione tra le altre, ma lo spazio, l’orizzonte totale e la dimensione ultima di ogni azione e per questo Cristo diceva: “Bisogna pregare sempre”.
La preghiera è coscienza della presenza di Cristo, cioè memoria e coincide con la prospettiva stessa di ogni espressione umana, così come il senso religioso non è un aspetto della ragione, ma l'orizzonte stesso e la dimensione ultima della ragione.
lunedì, aprile 20, 2015
La donna efficiente
La donna è una creatura eccezionale e va sempre amata.
I padri di oggi non sono autorevoli e in pratica copiano il modello educativo delle madri.
venerdì, aprile 17, 2015
L'ipotesi suicidio
La nostra è una società ateologica dove l'altro non viene visto come il prossimo ma un nemico da battere. L'uomo trova l'appagamento solo nel consumo, nell'apparenza. La tradizione viene considerata come il "vecchio", la famiglia è solo un tetto dove dormire e l'amore coniugale è per principio un contratto a termine. La filosofia della vita è il nichilismo.
lunedì, aprile 13, 2015
Camminare accompagnati dalla Presenza
La vita cristiana è sempre un cammino alla presenza di Dio,
ma non è priva di lotte e sofferenze.
Nella nostra esistenza ci sarà l’esperienza del deserto,
della purificazione interiore, della notte oscura.
Quando camminiamo senza la Croce, quando edifichiamo
senza Dio, non siamo discepoli del Signore ma diventiamo mondani.
Spesso ci sentiamo stanchi e affaticati.
La pigrizia rappresenta una tentazione per il nostro spirito.
Non bisogna mai smettere di guardare tutto quello che
c’è da fare e non dimenticare quanto poco valiamo.
Gesù non fece proselitismo, ma accompagnò l’uomo.
Le conversioni che provocava avvenivano
precisamente per questa sua sollecitudine ad accompagnare
che ci rende tutti fratelli e figli e non soci o
proseliti di una multinazionale.
ma non è priva di lotte e sofferenze.
Nella nostra esistenza ci sarà l’esperienza del deserto,
della purificazione interiore, della notte oscura.
Quando camminiamo senza la Croce, quando edifichiamo
senza Dio, non siamo discepoli del Signore ma diventiamo mondani.
Spesso ci sentiamo stanchi e affaticati.
La pigrizia rappresenta una tentazione per il nostro spirito.
Non bisogna mai smettere di guardare tutto quello che
c’è da fare e non dimenticare quanto poco valiamo.
Gesù non fece proselitismo, ma accompagnò l’uomo.
Le conversioni che provocava avvenivano
precisamente per questa sua sollecitudine ad accompagnare
che ci rende tutti fratelli e figli e non soci o
proseliti di una multinazionale.
giovedì, aprile 09, 2015
mercoledì, aprile 01, 2015
Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno
Luca 23,33-46
33 Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra e l'altro a sinistra. 34 Gesù diceva: «Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno».
Dopo essersi poi divise le sue vesti, le tirarono a sorte.
35 Il popolo stava a vedere, i capi invece lo schernivano dicendo: «Ha salvato gli altri, salvi se stesso, se è il Cristo di Dio, il suo eletto». 36 Anche i soldati lo schernivano, e gli si accostavano per porgergli dell'aceto, e dicevano: 37 «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». 38 C'era anche una scritta, sopra il suo capo: Questi è il re dei Giudei.
39 Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!». 40 Ma l'altro lo rimproverava: «Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? 41 Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male». 42 E aggiunse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». 43 Gli rispose: «In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso».
44 Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. 45 Il velo del tempio si squarciò nel mezzo. 46 Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo spirò.
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Gesù aveva autorità perché obbediva al Padre.
C'è un bellissimo libretto di p. Cantalamessa (non so nemmeno se è ancora in commercio) che titola proprio 'L'obbedienza' e ne spiega benissimo il Valore, ormai quasi perduto.
La salvezza di molte anime è passata dall'obbedienza a qualcuno per amore di Dio.