Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non
avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.
E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la
scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne,
ma non avessi la carità, non sono nulla.
E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser
bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova.
La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si
vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si
adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si
compiace della verità.
Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.
La carità non avrà mai fine.
In quel tempo, mentre era nel tempio, Gesù, alzati gli occhi, vide alcuni
ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro.
Vide anche una povera vedova che vi gettava due spiccioli e disse: “In verità
vi dico: questa vedova, povera, ha messo più di tutti.
Tutti costoro, infatti, hanno deposto come offerta del loro superfluo, questa
invece nella sua miseria ha dato tutto quanto aveva per vivere”.