Niall Ferguson
Scavare su terreni, soprattutto rocciosi ,è molto faticoso;
lo è anche scavare in noi stessi, sotto tante incrostazioni
fatte d'abitudini e forse di vizi ormai consolidati.
Credo sia un esercizio necessario a tutte le latitudini,
ma sicuramente indispensabile oggi, così spesso protesi
verso l'esteriorità, la superficialità, la banalità, le apparenze.
I Padri della Chiesa dicevano: scava dentro di te.
E' lì la fonte del bene, ed essa può sempre
continuare a zampillare, se tu scavi sempre.
Ci sono due tranelli che al fondo ci trattengono dal chiederci:
"Cosa sto cercando?" o ci impediscono anche solo
di avvicinarci alla risposta, seppure ci siamo fatti la domanda:
1) il mondo moderno ha ridotto la religione a sentimento e a etica.
2) Il mondo moderno ha rinunciato alla possibilità di conoscere la verità.
La curiosità di una domanda allarga la ragione
perché dilata l'orizzonte del conoscibile.
Il cuore intuisce già che l'orizzonte è più ampio
di quanto il mondo oggi affermi.
La nostra capacità di indagare le cose con la ragione
è ispirata dal presentimento del cuore che esista qualcosa di più grande.
Si chiama esigenza di infinito.
Meno male che Gesù ha dimostrato quanto valgano le donne, rovesciando le leggi del suo tempo. Solo per citare alcuni episodi:
Le nozze a Cana di Galilea.
La samaritana.
La Maddalena.
Le pie donne.
Le donne sotto la croce.
Il messaggio della risurrezione consegnato a una donna
e in primis una donna Madre del Figlio di Dio.
Nonostante il divieto legislativo sul commercio di organi e l’istituzione di un comitato di sorveglianza incaricato di applicare le rigide disposizioni, i trapianti e i traffici illegali di organi sono continuati.
Non è stata utile nemmeno la legge interna sulla lotta alla tratta di esseri umani, nella quale si include la rimozione di organi come una forma illecita di sfruttamento.
Quando due persone si amano ci deve essere un apprezzamento reciproco fra i due. Partendo con qualcosa che non piace e pensando che con il tempo possa aggiustarsi è sbagliato. Bisogna farsi forza nel sopportare qualche difetto e cercare quell'amore iniziale che è solo nascosto.
Noi dobbiamo cercare motivazioni per seguitare a vivere quando accadono fatti gravi. Io penso sempre a mia moglie, la sento accanto e sono sicuro che vive in un altro posto.
La gelosia è una brutta bestia. Io sono una vittima della gelosia. Quella di mio padre verso la moglie.
Era geloso anche di uno sguardo. Non dico di un sorriso perché mia madre non regalava agli uomini nemmeno quello, tanto era riservata e pudica.
Mia madre era una donna bellissima.
Somigliava a Greta Garbo. Maestra ,come del resto mio padre.
A casa mia c'era costantemente la guerra. Sempre per l'assurda gelosia di mio padre.
Urla e accuse irrispettose che mio padre indirizzava a mia madre che non riusciva mai a tranquillizzarlo.
Mio padre non usava le mani. Non lo ha fatto nemmeno con mia sorella e mio fratello. Io ero il cocco di casa. L'ultimo nato dei figli. Dodici anni dopo mia sorella ed esattamente dieci, dopo mio fratello.
Da bambino ero terrorizzato dalle scenate di gelosia di mio padre.
Quando tornavo a casa ero sempre angosciato da un pensiero. Trovare mia madre uccisa.
La paura era immotivata perché, come ho detto, non ho visto mai mio padre dare uno schiaffo a mamma.
Quando mio padre, un siciliano duro, passava qualche settimana in Sicilia, nella nostra casa era una festa.
E’ morto il dieci agosto di un anno che non ricordo.
Un po’ alla volta ho cominciato ad amare mio padre.
Ho capito perché era così aggressivo.
Il fatto è che mia madre non lo amava abbastanza.
Si conobbero grazie ad un concorso a cattedre per maestri.
Nella graduatoria mio padre era tra i primi tre e mia madre una delle ultime.
La casualità. Mio padre era di Petralia Soprana un paese delle Madonie dove è stato girato il film "Cento passi", dedicato a Impastato.
Mio padre guardò tutte le sedi disponibili e scelse quella con altitudine maggiore, Pescasseroli, nel cuore del Parco Nazionale d'Abruzzo.
Mia madre, da ultima fu costretta a scegliere l'unica sede rimasta disponibile, cioè Pescasseroli. La località non è come oggi. Allora i lupi, di notte, venivano a raschiare porte e finestre delle abitazioni. Mia madre si sentì sperduta e trovò l'unico appoggio in mio padre. Poi si sposarono, ma mia madre non amava il siciliano duro e sanguigno.
Mamma si sentiva sola in quel paesino abitato da lupi che la notte raspavano sulle finestre. Papà era un bell'uomo, elegante e colto. La conquistò come compagnia e non come passione. Lei sempre riservata, mai una carezza, un bacetto e bloccava sul nascere ogni affettuosità. Io ero l'ultimo, nato per dispetto, come mi ha raccontato mia madre e papà mi voleva un gran bene.
Trovavo sotto il mio cuscino sempre qualche cioccolatino al liquore. Quel 10 agosto cominciò ad avere le vertigini, chiamai l'ambulanza che venne subito. Mio padre russava, era già in coma. Morì verso le cinque del mattino all'Ospedale civile di Pescara.
L’Aja avverte Putin: “Sui crimini di guerra in Ucraina nessuna immunità”.
Il procuratore della Corte penale internazionale vede “motivi fondati” per credere nelle brutalità dei russi contro i civili. Usa e G7 sulla stessa linea.
Ci sono "motivi fondati" per credere che la Russia abbia commesso crimini di guerra in Ucraina. A dirlo da Leopoli, dove è arrivato ieri, è il procuratore capo della Corte penale internazionale dell'Aia, Karim Khan, spiegando di essersi recato in territorio ucraino per raccogliere maggiori informazioni nell'ambito dell'indagine che ha aperto il 3 marzo. Le sue parole seguono di 24 ore la dichiarazione di Joe Biden - e ribadite ieri - che ha definito Vladimir Putin "un criminale di guerra": un commento giudicato "inaccettabile e imperdonabile retorica" dal portavoce del Cremlino, ma che ora trova sostegno nell'inchiesta del tribunale internazionale.
Non soltanto il presidente americano, del resto, rivolge un'accusa del genere a Mosca: "Gli autori dei crimini di guerra perpetrati in Ucraina - afferma il comunicato congiunto dei ministri degli Esteri del G7 che si sono incontrati nel corso della giornata a Bruxelles - dovranno renderne conto davanti alla giustizia internazionale".
Sottolineando in particolare "l'uso di armi contro civili", di cui la Russia è stata ripetutamente accusata durante l'invasione, i responsabili della diplomazia delle sette maggiori democrazie industrializzate, tra cui l'Italia, si sono felicitati dell'indagine condotta dalla Corte dell'Aia. Ancora più esplicito è stato uno dei sette plenipotenziari, la ministra degli Esteri britannica Liz Truss: "Ci sono prove molto, molto forti che sono stati commessi crimini di guerra e che dietro questi crimini c'è Vladimir Putin", ha detto alla Bbc. "Alla fine spetterà alla Corte decidere chi è un criminale di guerra, ma intanto spetta a noi fornire le prove".
In un'intervista alla rete televisiva americana Cnn, il procuratore Khan, a lungo un avvocato britannico specializzato in diritti umani prima di assumere l'incarico di capo della Corte penale internazionale, ha spiegato cosa intende per crimini di guerra riferiti al conflitto in Ucraina: "La legge è molto chiara su questo punto. Colpire intenzionalmente civili è un crimine. Colpire intenzionalmente edifici abitati da civili è un crimine. Naturalmente sono necessarie ulteriori indagini, per esempio per stabilire se quegli edifici civili sono stati usati per lanciare attacchi che li rendono un bersaglio legittimo. Ma anche in quei casi non c'è la licenza di usare bombe a grappolo o di fare uso sproporzionato della forza in aree civili". Il procuratore ha aggiunto che in questi casi "non c'è immunità per nessuno, vale per un soldato che uccide, terrorizza o stupra civili, vale per un comandante che ordina bombardamenti, vale per i suoi superiori civili": possibile allusione allo stesso Putin.
Mentre il segretario di Stato americano Antony Blinken cita il "serio timore che la Russia usi armi chimiche in Ucraina", altra azione che rientrerebbe nella categoria dei crimini di guerra, la Casa Bianca precisa che mercoledì Biden ha definito Putin "criminale di guerra" parlando spontaneamente, non come messaggio politico preparato. Ma ieri il presidente ha di nuovo alzato i toni, descrivendo Putin come "un dittatore omicida, un puro criminale che conduce una guerra immorale contro il popolo ucraino, autore di una brutalità semplicemente disumana". E la vicepresidente Kamala Harris ha affermato che l'Onu dovrebbe investigare la Russia per crimini di guerra per le "atrocità" compiute in Ucraina.
Tra gli episodi su cui il giudice Khan e altri stanno raccogliendo prove ci sarebbero una strage di civili a Chernihiv il 4 marzo, quando i razzi russi hanno colpito un complesso di appartamenti in cui sono morte 33 persone, e il recente bombardamento dell'ospedale e del teatro di Mariupol. Putin sarà portato sul banco degli imputati all'Aia e condannato come "criminale di guerra" .
Le immagini dallo stadio Luzniki che non avremmo mai voluto vedere: una folla che canta e ascolta le menzogne di Vladimir Putin. La propaganda, le folle osannanti, l’adesione che Putin ancora trova nella sua popolazione non cancellano però alcuni elementi chiarissimi, dati di fatto: il primo che il genocidio lo sta realizzando Putin colpendo la popolazione civile dell’Ucraina con il chiaro intento di terrorizzare il popolo e costringerlo alla resa. Il secondo punto è il martirio della città di Mariupol: Putin vuole impedire all’Ucraina qualsiasi sbocco al mare. Il terzo è l’attacco a Leopoli, in una zona vicino all’aeroporto, ovvero le linee di rifornimento militare dell’Occidente che rallentano l’avanzata di Mosca.
L'atmosfera è satura di anidride carbonica causata dalle industrie. Si producono beni inutili in grande quantità tutti destinati a rendere l'uomo un essere orribile e incapace di ragionare. Il desiderio di vita, di amore, di bellezza viene sostituito con la menzogna dell'appagamento dell'affettività mediante una vittoria virtuale su simboli creati artificiosamente.
Il linguaggio si riduce a suoni animaleschi, la capacità di ascolto e di dialogo sono azzerati anche per colpa di un sviluppo in modo incontrollato della tecnologia. Il tutto porta all'isolamento del genere umano. La società non è più una collettività di persone, ma un agglomerato di individui in lotta fra di loro.
Io vedo un progressivo impoverimento della cultura, italiana ed estera, e dei valori morali dell'uomo moderno. E non sto parlando solo dell'ascesa delle destre estremiste al potere, ma proprio di un menefreghismo estremo alla vera intelligenza e alla riflessione, che poi è quello che ci renderebbe animali più evoluti degli altri. Basta farsi un giretto sul web: la politica vuole che la gente abbia paura, e che trascuri il lato umano per farsi una gretta risata davanti a un video (che banalizza gli aspetti più sinceri dell'esistenza umana), o che schiacci la riflessione e il senso etico davanti a un videogioco. Sui videogiochi, hanno successo soprattutto quelli horror e d'azione, dove sei un serial killer che deve sterminare una popolazione di zombie o di mostri o persino di esseri umani. Ho visto gente che ci mette tutta l'anima, e gode come una bestia ad ogni cadavere "virtuale" che colleziona. Mero intrattenimento non è, perché vuole puntare a rendere la gente sempre più piena di rabbia e odio, fornendole in apparenza uno strumento di "sfogo" che ha lo scopo di lasciarle una sensazione di "potere, gloria e vittoria che possono essere ottenuti solo con la violenza". Questa è la società occidentale di oggi. Nella nostra Europa, che non ha più niente della raffinatezza mondo dell'antichità ellenica, nell'America e anche in estremo oriente.
Il mito dell’America funzionò presso la grande massa di gente povera e diseredata, la cui sopravvivenza era impossibile nell’Italia del tempo. Per tutti costoro l’idea stessa dell’America, per dirla tutta con la Arendt, era un’idea rivoluzionaria: perché dietro l’immagine della Statua della Libertà v’era una possibilità di salvezza. E così fu. In ciò consiste la frattura che il mito americano operò nell’Italia dei primi anni del secolo: una provinciale sottovalutazione delle potenzialità del modello americano da parte delle classi ricche e di gran parte del mondo politico, sia conservatore che liberale; un’accettazione incondizionata, perché imposta dai fatti e soprattutto dal desiderio di riscatto, da parte delle massa di gente umile e povera.
Così era prima cosi è oggi, anche se l'America non è più l'America e gli italiani si sono venduti a basso prezzo. Ora sia in Italia che in America c è la .. miseria che è la peggiore delle povertà.
Leggendo i Vangeli ho avuto la certezza che il miracolo più grande, da cui i discepoli erano colpiti tutti i giorni, non era quello delle gambe raddrizzate, della pelle mondata, della vista riacquistata.
Il miracolo più grande era quello di uno sguardo rivelatore dell'umano cui non ci si poteva sottrarre. Non c'è nulla che convinca l'uomo come uno sguardo che afferri e riconosca ciò che esso è, che scopra l'uomo a se stesso.
Gesù vedeva dentro l'uomo. Una donna di Samaria che in una conversazione al pozzo sentì raccontarsi la sua vita, e proprio questo riferì agli amici: " Mi ha detto tutto quello che ho fatto!".
A Matteo, il gabelliere, Gesù passando disse semplicemente: " Vieni".
La capacità di cogliere il cuore dell'uomo è il miracolo più grande, il più persuasivo.
Gesù si impone alle coscienze. Egli è a casa sua nell'interiorità degli altri.
Non si limita a dichiarare una dottrina che sa per scienza o che ha appreso per Rivelazione.
Egli tratta, si può dire, di una faccenda personale.
Se la Chiesa dice di sé: io sono una realtà fatta da uomini, che veicola qualcosa di eccezionale, cioè il divino, non la si può giudicare nel suo valore profondo elencando i delitti e le ristrettezze degli uomini che fanno parte della Chiesa stessa. Al contrario, se nella definizione di Chiesa entra l'umano come veicolo scelto dal divino per manifestarsi, in tale definizione potenzialmente entrano anche quei delitti.
Ciò che intendo dire è che nefandezze e angustie non costituiscono materiale di giudizio sulla verità della Chiesa.
La Chiesa, secondo i Vangeli, è stata voluta da Cristo che ha indicato in Pietro l'uomo designato. Cristo conosceva i difetti di Pietro. Sapeva anche che lo avrebbe rinnegato per viltà.
I difetti ci saranno sempre e comunque. Allora scegliere di fissare lo sguardo su di essi è un modo fatale per scegliere di non guardare i valori.
Un alibi per non aderire mai, per non dover mai cambiare se stessi.
San Francesco per esempio non si è scandalizzato e non lo ha fatto nemmeno Caterina da Siena
che indirizzava lettere di fuoco contro la mafia di Avignone e a Gregorio XI che era il papa.
Ancora oggi essere tesi alla ricerca dei difetti di chi annuncia il cristianesimo, o essere pronti a scandalizzarsene, non è altro che un alibi per non aderire mai, per non dover mai cambiare se stessi.
Molti non sanno che la Chiesa siamo noi e quando glielo dici, cadono dalle nuvole.
E' necessario che ci siano cristiani formati che sappiano rendere ragione della loro fede, perché l'ignoranza crea molti pregiudizi.
Navigando senza meta incontro una frase: "L'amore eterno esiste e non può spezzarlo neanche la morte. Lo rivela uno studio dell'Università dell'Arizona, pubblicato sulla rivista americana 'Psychological Science': il benessere di un partner continua ad essere influenzato dall'altro anche dopo la morte di uno dei due, con la stessa intensità di quando era in vita".
Per alcuni innamorarsi è questione di un momento, per altri invece è un processo più lento, graduale. Spesso capita di intrattenere un' amicizia per mesi, se non addirittura anni e poi un bel giorno ci si rende conto all'improvviso di essere innamorati di una persona, che vediamo con occhi diversi, che è diventata speciale. Ma perché ci si sente così bene quando si è innamorati?
E' un mistero e non va indagato.
Ognuno di noi ha un modo diverso di vivere l'amore. Qualcuno vuole benissimo alla moglie ma va anche con le prostitute. Dice che è come fumarsi una sigaretta e non riguarda il suo amore vero.
A me è bastato un suo sguardo per innamorarmi, ma l'amore è cresciuto perché lo "sguardo" si è confermato giorno dopo giorno. Io adoravo i piccoli difetti di mia moglie.
Provavo una grande tenerezza per qualche sua impuntatura. Le piaceva l'insegnamento e gli studenti li chiamava "figlioli".
Quando è andata in pensione i ragazzi della sua classe le hanno regalato una targa con questa scritta:
"Perché la mamma è sempre la mamma".
Io sono convinto che l'amore non è che finisca, ma si trasforma in altro, continuamente… Ci sono molte fasi. Così come la fase del corteggiamento passa, passano anche le altre.
Poi diventa una sorta di routine, ma non negativa (a meno che le cose non prendano una piega noiosa), intendo una routine positiva del sentimento. E l'amore va oltre la morte. Resta per sempre.
Il governo Rumor, classica coalizione di un centrosinistra declinante, varò i provvedimenti contro la crisi petrolifera il 22 novembre 1973, un mese e mezzo dopo lo scoppio della guerra arabo-israeliana. Era come se un' immane saracinesca dovesse scendere sul paese del sole: un oscuramento, anzi, un autentico "effetto notte" come nel film di Truffaut uscito quell' anno. Con l' illuminazione pubblica ridotta del 40 per cento, ai colori di un autunno desolato si sarebbe aggiunto il buio precoce determinato dalla chiusura dei cinema e dei teatri alle 23, così come prescritto per bar e ristoranti, mentre l' orario limite per i negozi fu fissato alle 19, con l' obbligo di spegnere le insegne e di oscurare le vetrine. Il tg del primo canale, che era sempre andato in onda alle 20.30, un tipico orario mediterraneo, fu anticipato di mezz' ora. La crisi petrolifera era precipitata su un' Italia vagamente attonita, sospesa, impreparata: sono gli anni Settanta, «gli anni della maturità che non sapemmo avere», secondo Giuliano Amato. Il paese aveva accusato la crisi sorda del centrosinistra "storico", e la sua incapacità di fare le riforme che la società e l' establishment attendevano. Il Sessantotto e l' autunno caldo avevano spazzato via le ultime illusioni. In numerose frange della sinistra, non soltanto quella extraparlamentare, si era formata la convinzione che il modello di sviluppo capitalistico fosse arrivato al capolinea. Anziché perseguire la crescita e la formazione della ricchezza, il paradigma più in voga predicava di distribuire equamente la povertà. Sotto questo aspetto il petrolio era qualcosa di oscuramente simbolico: era l' oro nero, il sangue minerale sottratto ai paesi derelitti, ai «dannati della terra» dell' ideologo terzomondista Franz Fanon, il prodotto della grande rapina dei ricchi ai danni poveri. O perlomeno un agente malefico del degrado ambientale. E se dunque la guerra del Ramadan, o del Kippur, secondo i punti di vista, minacciava di lasciare a secco il capitalismo avanzato, tanto peggio per il capitalismo: e per la società dei consumi. Al posto del progresso, totem tradizionale della sinistra, aveva preso forma la concezione di un mondo tristemente stazionario, con il salario "variabile indipendente", e il pensiero messianico del "nuovo modo di fare l' automobile". Metà moderno e metà drammaticamente arretrato, il paese era effettivamente in bilico. E non soltanto perché alcune fazioni della sinistra avevano sottoscritto l' idea che esistesse una condizione rivoluzionaria, e che dunque alle avanguardie operaie fosse consentito far partire l' esperimento sovversivo. Ma era l' intero paese a trovarsi in una condizione irreale, nel guado fra la modernità e la disperazione civile: tanto per dire, nell' estate del 1973 c' era stata la devastazione morale dell' epidemia di colera a Napoli, il segno di un tragico fallimento sanitario e di governo, un caso di folklore noir come piaga infamante su un' Italia inguaribile. Lo shock petrolifero sembrò rappresentare un colpo mortale all' Italia dell' industrializzazione precaria, afflitta da un' inflazione "non europea", superiore al 10 per cento e dalla prospettiva di una situazione politica paralizzata. L' embargo dell' Opec diede la sensazione che la catastrofe ventura fosse l' unica realtà con cui fare i conti. Certo, il pessimismo aveva le sue ragioni. La tragedia cilena di Salvador Allende, avvenuta l' 11 settembre, aveva lasciato uno strascico emotivo fortissimo, inutilmente ribaltato nel paradosso dal canto sentimental-politico degli Inti Illimani: «El pueblo unido jamas sera vencido». Non c' era in fondo da stupirsi se l' Italia era considerata "l' homme malade" del continente: ne fa fede una copertina di Time, con l' immagine di Enrico Berlinguer su uno sfondo rosso e lo strillo "The Red Threat", la minaccia rossa. Ma in quel ' 73 la minaccia era economica prima che politica. Con il prezzo del barile alle stelle, e con la benzina che avrebbe toccato un prezzo vicino agli attuali due euro al litro, e non c' è dubbio che la crisi era autentica, di portata mondiale, ineludibile. Eppure la terapia fu davvero italiana, basata sulla certezza che a una malattia reale si potesse rispondere con una cura figurativa. Certo, anche gli altri paesi occidentali reagirono alla crisi con misure che toccavano lo stile di vita collettivo: ma qui da noi ci si mise un sovrappiù di paternalismo, come se si trattasse di una giusta punizione per gli sprechi del passato, per le irresponsabilità di chi si era fatto travolgere dalla motorizzazione e irretire dal consumismo. Il bianco e nero della televisione di Stato appariva perfetto per restituire il colore dell' epoca, una sfumatura di grigi, un clima psicologico moralistico, quasi punitivo. Si trattava del trionfo inaspettato dell' "austerity", un termine che era stato ripescato da Aldo Moro ai tempi della "congiuntura" di dieci anni prima, allorché il duo Carli-Colombo aveva imposto una dura stretta finanziaria a un paese troppo allegro, e che adesso ridiventava parola corrente. Pronunciata all' inglese, l' austerità aveva un che di churchilliano e di inevitabile, con tracce doverose di sangue, sudore, lacrime e patriottismo. L' austerity era l' ineluttabile. Non una scelta governativa, bensì un obbligo imposto dalla durezza delle circostanze. Tuttavia era anche in sintonia con il clima generale del paese: se gli anni Sessanta sono testimoniati dall' euforia artificiale de La dolce vita o del Sorpasso, i Settanta, anni di piombo e al momento anni di (scarso) petrolio producono un capolavoro come Amarcord, in cui Federico Fellini guarda a ritroso, a una Rimini trasognata e nebbiosa, provinciale ed eterna, oppure l' epopea funebre realizzata da Luchino Visconti con Ludwig, che fissa la trilogia decadente, anzi mortuaria, composta da La caduta degli dei e Morte a Venezia.
di EDMONDO BERSELLI
Repubblica.it
La Russia vuole «cancellare» l'Ucraina e la sua storia. Lo ha denunciato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, nel suo ultimo video messaggio. «Hanno l'ordine di cancellare la nostra storia, cancellare il nostro Paese, cancellare tutti noi», ha continuato Zelensky, esortando i Paesi di tutto il mondo a «non rimanere neutrali».
Mi sembra un appello onesto. Ormai i generali russi stanno per occupare Kiev, e dar vita a un governo provvisorio in attesa di creare una nuova Ucraina neutrale, senza armi e senza Europa.
Per fare nuove elezioni bisogna ricostruire tutto quello che è stato distrutto, permettere agli ucraini di tornare nella loro patria. Praticamente le elezioni potrebbero svolgersi da dieci anni.
Tutto questo accade perché il Presidente USA, sig. Biden, ha deciso il non intervento dell'America per evitare la terza guerra mondiale.
Gli stati europei di sono allineati per timori sulla fornitura del metano da parte della Russia.
Certo, in Ucraina arrivano soldi che permettono l'acquisto di armi, ma per contrastare un esercito di 200 mila soldati servono militari per utilizzare le armi.
I soldati non si possono comprare, quindi il destino dell'Ucraina è segnato, come ha giustamente detto Volodymyr Zelensky.
Tempo fa il Presidente degli Usa era Kennedy e il capo del governo russo si chiamava Khruscev. Il russo iniziò a installare una base missilistica nel territorio di Cuba, alleato fedele. Cuba è vicinissima alla Florida.
Kennedy, prima con buone, poi con le cattive costrinse , anche con bombardamenti sulle basi missilistiche di Cuba, ma il Presidente americano non ebbe paura delle reazioni di Khruscev che fece smantellare i missili con testata nucleare.
La politica di Joe mi sembra diversa. Praticamente con le sanzioni causerà sacrifici e indebolimento economico della Russia, ma prima l'Ucraina e poi gli Stati slavi saranno conquistati rientrando nell'orbita sovietica.
Mi sembra che il prezzo per questa strategia poco ortodossa sarà pagata dallo Stato Ucraino. Joe non è sicuramente forte e coraggioso come Kennedy.