Quel giorno soffiava un’aria di tramontana e i suoi capelli erano mossi dal vento.
Il giorno dopo non c'era più il vento e non avevo davanti quel volto, eppure era presente, e dopo una settimana quella presenza era presenza ancora, e dopo un mese era presenza ancora.
Anche se fossero passati mille anni senza rivederla, la mia vita sarebbe stata stracciata dal desiderio di ritrovare quel viso con i capelli negli occhi. L’ho vista di nuovo. E mi ha guardato con un amore e con uno sguardo che io su di me non ero capace di avere.
appare chiaro come in un'autentica esperienza sia impegnata
l'autocoscienza e la capacità di critica dell'uomo,
come una autentica esperienza sia ben lontana
dall'identificarsi con una impressione avuta
o dal ridursi ad una ripercussione sentimentale.
E' in questa verifica che nell'esperienza cristiana il mistero
della iniziativa divina valorizza essenzialmente
la ragione dell'uomo.
Ed è in questa verifica che si dimostra
l'umana libertà
perché la registrazione e il riconoscimento della corrispondenza
esaltante tra il mistero presente e il proprio dinamismo
di uomo non possono avvenire se non nella misura
in cui è presente e viva quella accettazione della propria
fondamentale dipendenza, del proprio essenziale "essere fatti",
nella quale consiste la semplicità,
la "purità" di cuore, la povertà dello spirito.
Tutto il dramma della libertà è in questa
"povertà dello spirito".
Tutto il dramma della libertà è in questa
"povertà di spirito": ed è dramma tanto profondo da accadere
quasi furtivo.