Le persone che commettono gravi errori, ma fanno tesoro di essi e cambiano in meglio, sono da applaudire.
Alcuni miei concittadini sono stati indagati per un giro di spaccio, hanno fatto giorni di carcere, ora sono ai domiciliari e hanno l'obbligo di firma. Commercianti e persone conosciute. Mi piacerebbe che si riscattassero, facendo qualcosa di importante per gli altri. Per me è colpa di questa società basata sulla competizione e sull'esaltazione del successo. Per questo si genera l'invidia. Per questo guardiamo alle mancanze altrui, perché tiriamo un sospiro di sollievo sulle mancanze nostre. La società invece dovrebbe incoraggiare il rispetto delle regole della convivenza e incoraggiare le persone a trovare il proprio appagamento e il proprio equilibrio. Se io non posso raggiungere il 100 come gli altri, devo essere contento del 70 che ottengo. Invece la società competitiva e aggressiva mi costringe a dire: "Per fortuna che c'è quello che prende 50".Ci sono errori per i quali non esiste redenzione. Penso all'assassinio, ovviamente. Ma gli altri...beh, io mi auguro che il mondo e le persone offrano la possibilità di scontarli. Chi si pente e cambia vita ma apprezzato, non si può pensare solo al male commesso.
Si guardano i difetti degli altri perché si è perso il senso di appartenenza alla comunità. Non più tanti singoli che operano insieme, ma una molteplicità di egoismi. E comunque è bene che ognuno di noi comunichi cose belle e parli di cose belle, se si persevera nelle scemenze e cattiverie non ne usciamo. Positività, insomma!
Gesù disse loro anche questa parabola:
“Un cieco può forse pretendere di fare da guida a un altro cieco? Se lo facesse, cadrebbero tutti e due in una buca! Nessun discepolo è più grande del suo maestro; tutt'al più, se si lascia istruire bene, sarà come il suo maestro. E tu perché stai a guardare la pagliuzza che è nell'occhio di un tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come osi dirgli: fratello, lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre tu non vedi la trave che è nel tuo? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio, allora vedrai chiaramente e potrai togliere la pagliuzza dall'occhio di tuo fratello”.
Direi che possiamo cominciare da qui!
Ricordo di aver ascoltato la storia di una maestra su un programma televisivo, forse la “5 storia” ed è, ad ogni modo, documentato. L'insegnante si chiamava Italia Donati.
Arrivata in un paesino del meridione, iniziò a insegnare e affittò una stanza nella casa del sindaco, non essendoci molta scelta. Il problema nacque dal fatto che lei era molto bella ed il sindaco, benché sposato, noto come “sciupafemmine”.
Inutile dire che a quei tempi un’insegnante doveva essere al di sopra di ogni sospetto, dare il buon esempio, ed essere di comprovata moralità. Insomma, passare per amante di un uomo sposato, cosa terribile, diventava una tragedia. Per evitare le continue maldicenze e la fuga degli alunni, si sottopose a visita ginecologica che la confermò vergine. Già questa era, a quei tempi, un’esperienza traumatica. Chiese ed ottenne il trasferimento in un altro paese ma non le fu permesso neppure l’accesso con la scusante che non volevano i rifiuti dell’altro paese. Obbligata quindi a ritornare nel primo, angariata ulteriormente dalle tue amate “chiacchiere”, si tolse la vita. Pensavo a tutte le lamentele di essere umani calpestati dal cinismo di questa società, pensavo al bisogno di rispetto e verità nelle storie personali. E pensavo ai bollini che la gente ti lascia addosso, e nonostante il bene compiuto continua a vedere quello che ha nella propria testa, pensavo a quanti incontrano finalmente persone giuste e buone, ma accorgendosi che forse sono migliori di loro, iniziano competizioni senza fine per sminuire il ‘buono’, e se proprio non ci riescono, partono con le calunnie e la divulgazione di cose false difficilmente recuperabili, pensavo che il primo rispetto che si deve a sé e agli altri è la verità, quella verità che solo il silenzio nel cuore del Mistero può svelarti impedendoti di arrenderti alla logica della menzogna.
Da rimarcare che Italia Donati non era una donna pentita, ma una bella persona e la maldicenza l'ha ammazzata. Pensate se la gente può credere a chi è cambiato.