In tanti anni di caparbio navigare sull’onda dell’ideale, la capitana Carola Rackete non era mai stata così in pericolo. Nel corso della sua ancora breve ma già intensa carriera, l’attivista tedesca aveva rotto i ghiacci al Polo e le scatole ai sovranisti di mezza Europa senza mai rischiare l’esaurimento nervoso. Ma il suo approdo a Lampedusa al comando di una nave di disperati la sta mettendo di fronte a una minaccia che aveva sottovalutato: i politici italiani.
Volgendo lo sguardo a prua, si imbatte in un vicepresidente del Consiglio che le dà della sbruffoncella e le interdice fieramente lo sbarco sull’isola, mentre intorno a lei scorre una fiumana di barchini che portano a riva migranti a frotte, nel silenzio distratto e un po’ sbruffoncello del medesimo vicepresidente con delega ai selfie. Allora la capitana volge lo sguardo a poppa e incrocia lo stato maggiore della sinistra — sempre in cerca di un papa o di una papessa stranieri — che, dopo averla eletta a ultima icona, sale compatto a bordo, forse per proporle il posto di candidata premier. La solida Carola cerca scampo nella stiva e si collega ai social, ma lì una politica leghista di colore, che tuona ogni giorno contro le discriminazioni, la sta sbertucciando per la trascuratezza del suo aspetto: «Se fossi conciata così, farei la scafista anch’io».
Capitana, mi dia retta. Sistemi quella povera gente sui barchini invisibili e poi si metta in salvo anche lei.
Volgendo lo sguardo a prua, si imbatte in un vicepresidente del Consiglio che le dà della sbruffoncella e le interdice fieramente lo sbarco sull’isola, mentre intorno a lei scorre una fiumana di barchini che portano a riva migranti a frotte, nel silenzio distratto e un po’ sbruffoncello del medesimo vicepresidente con delega ai selfie. Allora la capitana volge lo sguardo a poppa e incrocia lo stato maggiore della sinistra — sempre in cerca di un papa o di una papessa stranieri — che, dopo averla eletta a ultima icona, sale compatto a bordo, forse per proporle il posto di candidata premier. La solida Carola cerca scampo nella stiva e si collega ai social, ma lì una politica leghista di colore, che tuona ogni giorno contro le discriminazioni, la sta sbertucciando per la trascuratezza del suo aspetto: «Se fossi conciata così, farei la scafista anch’io».
Capitana, mi dia retta. Sistemi quella povera gente sui barchini invisibili e poi si metta in salvo anche lei.
Grazie Massimo Gramellini.